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Autore: cin75    27/08/2016    8 recensioni
Cosa è vero , cosa non lo è. Sam e Dean si troveranno, loro malgrado, in una situazione pericolosamente confusionaria.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sam entrò nel primo pronto soccorso che avevano trovato sulla strada , dopo essere riusciti a far fuori l’ennesimo mostro ingannatore.
Dean era ferito seriamente alla testa e a stento il maggiore si teneva in piedi. Il bastardo soprannaturale lo aveva scaraventato così forte contro quella parete rocciosa che, all’impatto,  il sangue di Dean aveva macchiato perfino la roccia.
E poi era crollato a terra come una bambola di pezza.
 Così Sam, benché terrorizzato dal vedere la situazione in cui versava il fratello maggiore, si era ritrovato a combattere da solo contro quell’essere soprannaturale, ma sia per bravura che per quella miracolosa dose di fortuna che ancora si ostinava a non abbandonarli, riuscì a non soccombere al nemico e ad abbatterlo, uscendone solo con un vistoso taglio in pieno petto.
 
Subito dopo era corso accanto al fratello inerme e dopo essersi reso conto che Dean era comunque vivo, aveva dato fuoco al corpo soprannaturale. Giusto per andare sul sicuro.
Poi, aveva infilato Dean in macchina e aveva raggiunto il pronto soccorso.
 
“Abbiamo avuto un incidente ….mio fratello ha….ha battuto la testa. Aiutatemi!” disse appena entrato nel piccolo atrio ospedaliero.
Subito due infermieri erano corsi loro vicino e avevano preso Dean, ancora privo di sensi, mettendolo su una barella e portandolo in uno spazio più appartato, mentre altri due si accertavano che anche Sam stesse bene.
“Come sta?!” chiese il minore mentre veniva visitato ancora sommariamente.
“Il dott. Sanders si sta prendendo cura di tuo fratello.  Ma tu..” fece uno dei due che gli stava controllando la ferita al petto e che lo vide decisamente in uno stato troppo confusionale. “…tu devi stare tranquillo. Tuo fratello è in buone mani, quindi cerca di tranquillizzarti perché hai i battiti accelerati e la pressione rischia di schizzarti via.” cercava di rassicurarlo ma Sam era davvero agitato.
In effetti un po’ troppo per una ferita alla testa che comunque non sembrava troppo grave, pensò il sanitario. Quindi cominciò a guardarlo meglio e notò che le pupille dei suoi occhi erano dilatate e perciò pensò, di conseguenza , che il ragazzo di cui si stava prendendo cura fosse sotto l’effetto di una qualche sostanza.
“Ok! Ok!” fece con voce pacata , per non agitarlo ulteriormente. “ Io sono il dott. Cooper e ora devo farti qualche domanda di routine. Come ti chiami?!”
“Cosa?!” fece Sam che continuava a sbirciare nella direzione verso cui avevano portato via Dean.
“Come ti chiami?!” ripetè con decisione.
“Sam…”
“Sam, e poi ?”
Sam esitò un attimo. Non aveva con se i loro classici distintivi falsi e di certo non aveva i loro documenti reali. E quel cognome fu il primo che gli venne in mente. “Campbell.”
“Ok! E tuo fratello come si chiama?!”
“De..Dean. Lui si chiama Dean. Come sta?…la prego, si informi!”
“Tranquillo. Ho visto tuo fratello, non sembra grave, quindi….tranquillo. Ora! Queste , come ti dicevo, sono domande di routine, ma devo fartele per sapere che farmaci posso o non posso darti, ok!?”  lo avvertì ancora.
E il giovane annuì.
“Hai bevuto ?”
“No.”
“Hai preso… qualcosa?!”
“Cosa???..No!!!”, rispose visibilmente seccato Sam. “Ho bevuto solo una birra più di sei ore fa. Io non mi drogo, nemmeno fumo e lo stesso mio fratello!” fece quasi offeso.
“Ok! Ok! Perfetto. Meglio così!!” rispose con convinzione il medico che continuava ad esaminarlo.
“Ma perché mi sta facen….” ma non riuscì a finire la frase e non sentì il medico dirgli che il fatto che le sue pupille fossero dilatate non era un buon segno dato che doveva essere “lucido”. Ma Sam ormai non lo ascoltava più.  Si sentì improvvisamente confuso e tutto intorno a lui sembrava…sfasato. Fissò il dottore che tornò a parlare con lui.
 
Mi hanno avvisato che suo fratello è stabile….” disse il giovane medico.
Ma ciò che invece Sam “sentì” fu: “Mi dispiace , ma ci sono state delle complicazioni…
 
“Cosa?!” esalò sconvolto Sam e all’improvviso la sua mente e i suoi occhi furono completamente concentrati dalla figura che si materializzò eterea a qualche passo dietro le spalle del medico che aveva di fronte.
 
Ha ripreso i sensi ed è tutto sommato lucido. Infatti ha chiesto di te e….
Che a Sam arrivò come : “ E’ andato in arresto. Hanno fatto il possibile, ma la ferita era più grave di quella che poteva sembrare.
 
Il giovane vedeva le labbra del dottore muoversi  e sentiva quel triste epilogo e nel frattempo alle spalle del medico vedeva Dean. …..Dean. Pallido. Sfocato. Amareggiato. Addolorato.
 
“No…no…” sussurrò a fior di labbra il giovane. “Non può essere. Non puoi essere…” mormorò nel panico, Sam.
 
Sam. Calmati!! Stai tranquillo!! Tra un po’ potrai vederlo. Non ci sarà nemmeno bisogno di mettere punti…
Parole che divennero nella mente ormai confusa di Sam: “Suo fratello è morto. Ci dispiace per la sua perdita.
 
Pochi istanti dopo anche quella presenza iniziò a parlare. La voce bassa, calma, a tratti amareggiata. Addolorata. Forse delusa.
“Sammy!” fece quello che sembrava essere oramai il fantasma di Dean.
 
“No…no…per favore…”
“Sam, mi sembri ancora confuso. Ti senti bene?” domandò preoccupato il dottore che gli stava parlando delle condizioni di Dean.
 
 
Sammy, portami via, fratellino. Vogliono aprirmi. Vogliono farmi l’autopsia per capire cosa mi è successo…” gli disse quella dolorosa presenza.
 
“Dean…no…Dean…” quasi piagnucolava sull’orlo della disperazione.
 
Credono che ci siamo drogati o che siamo ubriachi…..vogliono capire perché…perché siamo arrivati qui. Non farglielo fare, Sammy!
 
“Cosa…cosa…”
 
Portami via, Sammy. Dammi la giusta sepoltura. Voglio il mio funerale da cacciatore. Ti prego Sammy. E’ l’ultimo favore che ti chiedo!” fece la voce irriconoscibilmente calma del maggiore, che poi volse lo sguardo verso una barella su cui era stato abbandonato un cuscino da premaman. Sam seguì quello sguardo ma ai suoi occhi ciò che si materializzò fu il corpo esanime di Dean.
“Oddio…oddio…” ripeteva in piena confusione
 
Portami via , Sammy. Portami via , fratellino!” sembrò supplicare lo spirito.
 
“Sam , tu stai male!!” fece il dottore che cercò di trattenerlo per le spalle, così da poterlo controllare meglio, ma Sam con un gesto stizzito si divincolò.
“NOOO!!!!” gridò furente. “Voi non toccherete mio fratello. Nessuno di voi lo toccherà!” sbraitò più forte tirando fuori la pistola che aveva infilata sotto la giacca.
 
In quel preciso momento, urla spaventate riempirono la saletta del pronto soccorso. Chiunque era in quel posto si accasciò al suolo per proteggersi dagli eventuali spari. Il dott. Cooper che parlava con Sam, cercava ancora di farlo ragionare, mentre il giovane in preda ad un inspiegabile e pericolosa confusione si avvicinava alla barella poco distante da lui e sotto gli occhi sbalorditi di chi lo guardava , lasciava una leggera carezza sulla parte più alta del cuscino.
“Ti porto via, Dean. Tranquillo, ti porto via!” lo videro dire sempre allo stesso cuscino, che poi con movenze premurose e decise si portò su una spalla e continuando a puntare la pistola verso chiunque provasse a fermarlo, uscì dalla porta meccanica e dopo essersi infilato nella macchina con cui era arrivato, sfrecciò via.
 
 
Qualche ora dopo, Dean, ritornò al piano terra. Gli avevano messo dei cerotti alla testa e dato degli antidolorifici. Quando arrivò nell’atrio del primo soccorso, il cacciatore si guardò intorno alla ricerca del fratello, ma osservando bene tutto quello che c’era e chi c’era, capì subito che qualcosa non andava.
Si convinse ad associare quel nervosismo palese al fatto che in quel posto arrivavano le situazioni più assurde e quindi si limitò ad avvicinarsi alla reception.
“Mi scusi, sono arrivato qui con mio fratello. Abbiamo avuto un incidente, ma non riesco a vederlo e non ho con me il mio cellulare, potrebbe aiutarmi?!” chiese cortesemente, ammiccando all’infermiera che lo accolse.
“Nome ?!” domandò giustamente l’addetta, ma Dean era ko quando Sam lo aveva portato lì, quindi non sapeva che nome avesse dato il minore.
“Beh! Sam è un tipo alto, capelli troppo lunghi…una sorta di grizzly con gli occhi da cucciolo spaurito!” fece ammiccando alla ragazza che sorrise timidamente.
“Quel figlio di puttana drogato!!” esclamò il medico che si avvicinò un attimo dopo la richiesta di Dean.
“Ehi!! provi a ripeterlo e sarà lei il prossimo paziente di questo posto!” replicò immediatamente Dean, che perse immediatamente ogni facoltà di essere accomodante.
“Tuo fratello è fuori di testa. Dovrebbe smetterla di prendere qualsiasi cosa lui prenda perché gli sta friggendo il cervello!!” fece ancora il medico e un attimo dopo si ritrovò con la mano di Dean stretta con forza sul suo petto.
“Te lo ripeto: bada a come parli. Che cazzo significa quello che stai dicendo?!” lo esortò a spiegarsi, lasciando da parte ogni formalismo o titolo.
“Significa che era talmente fatto che mentre gli dicevo che stavi bene e che in poco tempo potevate andarvene, lui ha iniziato a dare di matto e….” iniziò a raccontare mentre la presa di Dean si faceva più labile e la sua espressione più allarmata.
“Cosa?”
“… e ha tirato fuori una pistola e ha minacciato tutti!!”
“Cosa!!???” fece decisamente allarmato.
“Io gli dicevo che eri fuori pericolo, che non avevi niente di grave e lui continuava a ripetere che nessuno doveva toccarti, che ti avrebbe portato via. Poi si è caricato sulla spalla a mo’ di persona un cuscino premaman …” riferì ancora, l’altro.
“Un che ?”  domandò interdetto , il cacciatore.
“ Un cuscino premaman….uno di quei cuscini lunghi e modellati che usano le donne incinte per poter dormire sul fianco e poi … è schizzato fuori da qui!”
“Maledizione!!” sussurrò Dean. E poi come se avesse avuto sentore di quello che forse poteva essere successo, fissò di nuovo il medico.  “Era ferito?!”
“Cosa…”
“Mio fratello era ferito?!” ringhiò, preoccupato.
“Lui…sì. Lui era ferito. Aveva un taglio vistoso al centro del petto ma niente di grave.” Rispose.
“Cazzo!”
“Ma non era grave!” ripetè più convinto, il dottore. “Gliel’ho disinfettato e messo solo un cerotto dermico. Non sarebbe rimasto nemmeno il segno.”
“Dove è andato?!” domandò, Dean.
“Come ?!” replicò con aria confusa.
“Dove è andato? Che direzione ha preso quando è uscito da qui?!” chiese infilandosi il giaccone.
“Lui…lui ha preso per la Seven Bridges Road!”  fece il medico.
Dean fece per uscire dalla pronto soccorso quando si fermò un attimo e ripensò al nome della strada che gli aveva indicato il medico.
“Seven Bridges… ma non è una…”
“Ehi!! sei nella parte vintage di Los Angeles. A due isolati da qui c’è l’Hotel California. Dietro l’angolo …il “Take it easy” Bar…Amico!, in questa zona è tutto un Eagles memorial!” lo anticipò il medico intuendo la perplessità dell’ex paziente.

Circa dieci minuti dopo, Dean era nel parcheggio dell’ospedale e si infilava furtivamente nella prima macchina che cedette alle sue mani esperte.







N.d.A.: eccomi di nuovo, come una cambiale!!
Questa è decisamente una storia assurda e non so da dove è venuta fuori, ma si è scritta da sola e quindi voglio darle una possibilità. Infono sono solo due capitoli!!
Piccoli avvisi:
1) lo scritto in corsivo indica le voci "immaginarie" nella mente del povero Sammy!!
2) I riferimenti ai favolosi Eagles...beh!! la canzone "Seven Bridges Roads" dovreste conoscerla. Jensen & C. l'hanno cantata più volte alle con. Le altre due sono altri due grandi classici di questo meraviglioso gruppo di Los Angeles.


Se vi piace come inizio non mi resta che sperare di risentire chunque voglia dirmi come è andato questo capitolo, beh!...al prossimo e ultimo capitolo!!

Baci, Cin!!
   
 
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