Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Jashin99    27/08/2016    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I was left to my own devices
Many days fell away with nothing to show

And the walls kept tumbling down
In the city that we love
Grey clouds roll over the hills
Bringing darkness from above

But if you close your eyes,
Does it almost feel like
Nothing changed at all?
And if you close your eyes,
Does it almost feel like
You've been here before?
How am I gonna be an optimist about this?
How am I gonna be an optimist about this?


(Pompeii-Bastille)



CIACKCIACKCIACK
La ragazza dai corti capelli bianchi correva come fosse inseguita dal diavolo; e, in effetti, era così.
Si asciugò le lacrime dagli occhi.
CORRETE! NON FERMATEVI E CORRETE!!!.
“Warren!”.
Così si chiamava il compagno che, con la telepatia, li aveva avvertiti dell'agguato.
Così si chiamava il compagno che aveva appena perso.
La ragazza si voltò, in cerca dei due che le erano rimasti.
Individuò subito un ragazzo più o meno della sua età, dai capelli castani raccolti in una coda alta e vestito di una tuta nera.
-Visitor!- Gridò.
-Dov'è Max???-.
Solo allora notò le lacrime agli occhi del ragazzo.
Visitor scosse rapidamente la testa.
La ragazza sgranò gli occhi.
Si girò di nuovo, stringendo le palpebre.
“Dannazione!”.
Dietro di lei, sentiva le urla degli inseguitori.
Urla distorte, disumane, terrorizzanti; la ragazza le aveva già sentite molte volte, ma ogni volta le portavano incubi orrendi che la facevano svegliare a tarda notte e urlare il nome del fratello e della sorella, per quanto sapesse che fosse inutile.
La ragazza riaprì gli occhi e la vide.
A una decina di metri di distanza, l'aria si faceva traslucida, quasi solida, assumendo una particolare tinta azzurra.
“La barriera!”.
La barriera, che ad ogni ora veniva controllata e riscritta dai maghi maestri del Solid Script, era la loro salvezza: oltre quella barriera solo gli umani potevano passare.
Con l'ultimo fiato che le restava in gola, con il volto rigato da lacrime amare gridò: -CORRI, VISITOR!!!-.
Per arrivare alla barriera, doveva percorrere il rigagnolo d'acqua in mezzo alla spaccatura nel terreno dove lei, Visitor e Max erano caduti dopo l'attacco.
Lo sporco vento del cielo insanguinato che da un anno la sovrastava le graffiava le guance, le braccia e le gambe; la fatica, il sonno, la disperazione, erano pesi che gravitavano sulla sua schiena, non sapeva neanche come facesse a continuare a correre.
Forse la vista della barriera, forse la rabbia per aver fallito, forse il desiderio di rincontrare i suoi amici.
Qualunque fosse il motivo ormai era troppo vicina per mollare, ma c'era solo un ostacolo tra lei e la salvezza: una lastra di marmo, incastrata tra le due pareti di terra, sospesa a un metro e mezzo dal suolo.
Non sapeva se sarebbe riuscita a scavalcarla o a passarci sotto, ma doveva comunque provarci.
Visitor, agile com'era, ci sarebbe sicuramente riuscito; lei, invece, non era mai stata molto brava in quel genere di cose, era una maga potente, ma non un'atleta, per questo non poteva dirsi: “Se ce la fa lui ce la farò anch'io!”.
Si voltò di nuovo: gli inseguitori non erano più distinguibili in quanto entità singole, ma sembravano un ammasso nero di sporcizia che, strisciando e inglobando ogni cosa che incontrava, copriva la poca luce che rimaneva al cielo corrotto.
E stava per raggiungere Visitor.
-VIIIIIJEEEEEE!!!!!- Ripeté.
Visitor si guardò alle spalle e sussultò, dopodiché aumentò la velocità.
La ragazza tornò a guardare in avanti; l'ostacolo era vicino.
Guardò il terreno.
Acqua.
Capì che poteva fare solo una cosa.
Quando fu a un paio di metri di distanza, poggiando le ginocchia a terra si piegò all'indietro e scivolò sul rigagnolo.
Vide la lastra passarle sopra il volto, poi il rumore di una botta e un forte dolore al naso.
-Urgh!- Gemette.
Si accorse con orrore di stare cadendo all'indietro.
“No! Non posso cadere!”.
Mise le mani dietro di sé, sentì l'acqua fredda gelarle i palmi e poi sotto il terreno fangoso.
Fletté le braccia e, stringendo i denti, si diede una spinta verso l'alto.
Nemmeno lei seppe come riuscì a rimettersi in piedi, non che le importasse granché, e riprese a correre.
Notò con la coda dell'occhio Visitor che, poggiando una mano sulla lastra, spiccava un salto e la superava.
Da dietro la barriera alcuni maghi sbracciavano, incitandoli a correre di più, e così fecero.
Alla fine, quando la ragazza si trovò a un palmo di distanza, si tuffò.
Sentì una sensazione fredda pervaderle tutto il corpo, poi il duro suolo.
-Argh!-.
Un paio di forti mani la aiutarono a rialzarsi.
-Tutto bene?- Domandò una voce.
-Il mio naso!- Esclamò, massaggiandoselo con una mano.
Alzò lo sguardo.
La vista era annebbiata per il colpo, ma intravide Visitor che si stava per lanciare.
Doveva prenderlo al volo.
La ragazza allungò le mani oltre lo scudo; non curandosi del freddo della barriera, sentì infine tra le mani i gelidi e bagnati guanti del ragazzo, e cominciò a tirare.
Ma, quando ce l'aveva quasi fatta, ecco che qualcos'altro iniziò a tirarlo dall'altra parte.
La vista le si schiarì e si trovò davanti a uno spettacolo terribile: l'oscurità avvolgeva Visitor per le gambe e lo traeva a sé, cercando di risalirgli per la schiena.
-Vijee!!!- Urlò terrorizzata la ragazza.
-Lisanna!- Rispose lui.
-Non ti lascerò andare!- Gridò lei con le lacrime agli occhi.
-AIUTATEMI!!!- Gridò: -QUALCUNO MI AIUTI!!!-.
Perché nessuno la aiutava? Non poteva riuscirci da sola!
No, no, doveva riuscirci!
-VIJEE, RESISITI!!!-.
-Lisanna...-.
Lisanna finse di non sentire il suo tono di rassegnazione e tirò più forte, ma era inutile, lo sentiva allontanarsi ogni secondo che passava.
-NON MOLLARE!!!-.
-Lisanna!-.
Lisanna ammutolì.
Guardò in faccia il compagno, lo fissò dritto negli occhi, e capì subito che cosa aveva in mente.
Il fiato le si mozzò in gola.
“Non farlo.” Mimò con le labbra.
Visitor aprì le mani e i suoi guanti iniziarono a scivolare dalle mani della ragazza.
Visitor aprì la bocca e il canino superiore destro lampeggiò.
Lisanna sgranò gli occhi, scuotendo lentamente la testa.
-No...- Riuscì a sussurrare.
SWISH
Un rumore quasi ridicolo, totalmente inadatto per un momento del genere.
Come avrebbe voluto aggrapparsi a quel pensiero per svelare che era tutto un incubo.
Non lo era.
Lisanna perse la presa e Visitor sparì nell'oscurità.
Le stesse mani di prima la presero per le spalle e la buttarono a terra.
FLASH
Anche con il viso rivolto al suolo, la luce dell'esplosione fu accecante, e lo spostamento d'aria le scompigliò i capelli.
-Vi...-.
La voce del compagno invase i suoi pensieri.
Ora ballerò per il tuo ritorno, Lisanna!”.
La gilda ha vinto! Festeggiamo e balliamo!”.
Fairy Tail è rinata!!! Ci vuole un bel ballo!!!”.
Lisanna si rimise in piedi, ogni muscolo del corpo pesava una montagna, ma si sforzò di guardare oltre la barriera.
Un grosso cratere fumante occupava il terreno sopra il quale, fino a qualche istante prima, c'era il giovane; le ombre demoniache, intanto, si stavano ritirando.
-Vijee?- Chiese.
-Visitor?- Ripeté.
-Vi...jee?- Supplicò.
Per la terza volta le mani la afferrarono alle spalle; stavolta, però, Lisanna ebbe una reazione diversa.
In preda alla furia, urlando con una voce che pensava di aver esaurito, si voltò di scatto e sferrò un pugno ai denti al mago che l'aveva presa.
-Urgh!- Quello cadde a terra, un secondo mago fece per avvicinarsi, ma Lisanna lo bloccò per il braccio.
Stupito, il mago alzò la testa e si trovò faccia a faccia con l'albina.
Lei gli gettò addosso un paio di occhi infuocati e, con un tono che non ammetteva repliche, obbiezioni o semplici sospiri, gli ordinò: -Portami da Cana.-.
Il mago sobbalzò e annuì lentamente.



Lisanna entrò in quello che molto tempo prima era un bar.
Lo si capiva dai vari tavolini, dalle panchine e sedie, dalle botti di vino alle pareti.
Invece, il viavai di feriti, malati e infermieri era completamente fuori luogo, ma Lisanna non lanciò loro nient'altro che una fugace occhiata, poiché non erano loro quelli che cercava.
E infine la trovò: seduta ad un tavolo, mentre si scolava una bottiglia di saké, una giovane ragazza di vent'anni circa, dai lunghi e mossi capelli castani, vestita di un solo reggiseno azzurro e un paio di jeans marroni.
Come questa la vide arrivare, scattò in piedi e corse verso di lei, abbracciandola.
-Lisanna! Che bello rivederti!-.
Lisanna si rilassò un poco e ricambiò la stretta affettuosa.
-Cana, ti vedo in forma!-.
Poi si lasciarono e Cana, guardandola con affettuosità, le domandò: -Cosa ti porta in questo postaccio SENZA UN SAKÉ DECENTE???- l'ultima parte la urlò al cielo, ma fu ignorata da chiunque; e certo, tutti dovevano star pensare ad altro in quel momento.
Lisanna le porse un rotolo.
-Ti porto un messaggio.-.
Cana lo prese e lo lesse velocemente, poi buttò a terra la pergamena, storcendo la bocca.
-Accidenti! Il Principato di Veronica è caduto!-.
Si massaggiò le tempie, sospirando, poi si bloccò.
-Lisanna...- La sua voce iniziò a tremare.
-...sei venuta da sola?-.
L'albina abbassò lo sguardo.
-Max, Warren e Vijeeter erano con me... tuttavia...-.
Lisanna non riuscì a finire la frase.
Cana rimase zitta per un po', anche lei con lo sguardo basso.
Dopodiché, digrignando la mandibola, borbottò: -Warren era uno dei pochi telepati rimasti al mondo; Visitor era agile e sapeva analizzare le situazioni in fretta; Max era...- Sorrise: -...sapeva come sollevare il morale a tutti in qualsiasi circostanza. Delle gravi perdite.-.
Poi perse il controllo e, con un: -MERDA!!!-, lanciò la bottiglia di saké contro la parete, che si infranse in un sonoro CRASH.
Tutti si voltarono verso le due.
Cana li fulminò con lo sguardo, e ognuno riprese a fare quello che stava facendo prima, principalmente leccarsi le ferite.
-Fino a un anno fa non avrei neanche pensato a un discorso simile!!! Erano miei amici, maledizione!!!-.
Prese un tavolino e lo rovesciò.
-ARGH!!!-.
Respirò profondamente e ritrovò la calma.
Era pur sempre il capo della zona, pensò Lisanna, non poteva perdere il controllo neanche adesso che aveva perso tre amici.
Lisanna abbozzò un sorriso.
-Se Max fosse stato qui, avrebbe detto qualcosa tipo: “Serviva che morissi perché Cana buttasse una bottiglia di saké!”.-.
Cana non parlò.
Lisanna penso che come battuta per risollevarle il morale non fosse granché, ma dopo l'altra disse: -E Visitor avrebbe fatto qualche strana danza dell'alcool.-.
Affannando, Cana si buttò su una panchina e gettò la testa all'indietro, massaggiandosi il volto con le mani.
-Non riesco più neanche a riconoscere il cielo sotto dove viviamo. Ma come ci siamo arrivati a questo?-.
Lisanna non sapeva cosa rispondere; eppure, entrambe ricordavano bene cos'era accaduto l'anno precedente, ma forse era proprio per questo che loro due conoscevano la risposta anche meno di tutti gli altri.
Semplicemente, quello che avevano visto non aveva senso.
In quella Lisanna sentì qualcuno camminare verso di loro.
Si girò e vide che le si era avvicinato un uomo quasi sulla trentina, con il labbro gonfio e un dente rotto, dai capelli castani raccolti dietro dentro a un sacchetto, vestito con due bracciali viola e un paio di pantaloni neri.
Lisanna sapeva chi era: Bacchus, il Falco Ubriaco, membro di spicco della gilda “Quatro Cerberus”; sapeva che Cana aveva molto rispetto per lui perché era uno dei pochi in grado di batterla in una gara di bevute, e perché era un mago molto forte, al livello di Erza.
-Ehi, che ti sei fatto al labbro?- Gli domandò.
Bacchus sembrò rimanere sorpreso dalla domanda, poi ridacchiò.
-Buffo che me lo chieda proprio tu!-.
Lisanna inizialmente non capì, poi si illuminò.
-Eri tu! Sei tu quello...-.
Bacchus annuì.
-In realtà mi aspettavo un ringraziamento migliore dopo che ti ho evitato la cecità a vita.-.
Lisanna strinse i denti, cercando di contenere la rabbia.
-Perché non mi hai aiutato??? Se l'avessi fatto, Vijee...-.
-Non sarebbe sopravvissuto.- La interruppe lui.
Lisanna ammutolì.
-Quei tipi lo avevano preso. Se l'avessimo tirato fuori, avrebbe fatto una fine atroce. Sai che quando dei demoni scarsi sono in gruppo diventano un ammasso di magia nera; ecco, ormai quella magia lo stava invadendo.-.
-Come fai a dirlo???-.
Domanda stupida.
-Ho già perso molti compagni per quelle ferite.- Abbassò lo sguardo, come se stesse ripensando a ricordi dolorosi.
-Non volevo che anche tu dovessi assistere a quello spettacolo.-.
-E quindi l'avresti fatto per me???- Lisanna non riusciva più a contenersi e alzò un pugno, pronta a colpirlo di nuovo; Cana, però, la bloccò per il polso.
-Cana???- Ruggì.
Poi vide che la ragazza la guardava con gli occhi lucidi, scuotendo la testa.
Lentamente abbassò la mano.
Si voltò e, in preda alla rabbia e al dolore, corse via, verso una porta alla parete; l'aprì e si trovò dentro ad un ampio bagno.
Appoggiò un braccio su un lavandino e si inginocchiò, poi non riuscì più a trattenere il pianto.



-Cerca di perdonarla.- Disse Cana.
Bacchus scosse la testa.
-No, non preoccuparti... dopotutto, fino a poco tempo fa, avrei reagito anch'io così.-.
Si massaggiò il labbro.
-Accidenti se picchia forte la ragazza...-.
Cana lo squadrò attentamente.
-Quando sei arrivato, di preciso? Ti credevo da tutt'altra parte, con la tua gilda.-.
O meglio, con i suoi vecchi compagni, dato che tutte le gilde si erano sciolte, seppur solo ufficialmente.
-La mia gilda è stata distrutta.- Rispose calmo lui.
Cana spalancò la bocca.
-C-come? Quando?-.
-Qualche mese fa. La nostra città era sul confine, ha resistito più di quanto potesse.-.
Si strinse la mano destra sulla spalla sinistra.
-Come ho detto prima, quella schifezza nera ha ucciso molti miei amici; degli altri sopravvissuti ho perso le tracce.-.
Cana non seppe cosa dire.
-...Perché non ne ho saputo niente?-.
-Beh, dopotutto, l'unico elemento che rendeva importante la mia città era la mia gilda, perciò...- L'uomo alzò le spalle.
-Ma è orribile!- Esclamò Cana.
-Tutto è orribile, Cana.- Replicò Bacchus.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
Bacchus alzò uno sguardo stupito sulla ragazza.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
Aggrottò la fronte, sudando.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
Cana abbassò lo sguardo.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy... un'infinità di immagini si sovrapposero nella sua mente.
Bacchus la scrollò per il braccio per riscuoterla.
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-.
“Ultimamente mi succede spesso.” Evitò di dire.
-Fa niente. Vado a vedere come se la cavano là fuori. E a sputare qualche dente.- E se ne andò.
Cana lo seguì con lo sguardo, poi si avvicinò alla porta dov'era entrata Lisanna.
Fece per bussare e chiederle se stava bene, ma poi sentì dei singhiozzi e dei pianti provenire dall'interno.
La bruna chiuse gli occhi.
“Brava, piangi, Lisanna. Sfogati, non tenerti tutto dentro come ho fatto io.”.
Si appoggiò alla porta e, scivolando, si sedette per terra, nascondendo la testa tra le gambe.



Era tarda notte.
Il cielo era nero, nero e senza stelle, nero e con una sola fioca luna ad illuminarlo.
Tirava ancora il secco vento di desolazione.
Le due guardie erano sedute su un paio di sgabelli e fissavano il buio.
La barriera si illuminò un poco e poi tornò invisibile.
Entrambi sapevano cosa significasse, i maghi l'avevano rinnovata.
Sarebbe stata una notte noiosa come le altre.
CIACK
CIACK
CIACK
Una figura incappucciata coperta da un mantello blu scuro percorse il rigagnolo, avvicinandosi alla barriera.
Si muoveva molto lentamente, a passi brevi ma scanditi che smuovevano l'acqua del rivolo, e a ogni passo oscillava a destra e a sinistra, a destra e a sinistra, a destra e a sinistra...
Le due guardie storsero la testa.
Un demone coraggioso, pensavano.
Non era la prima volta che ne vedevano uno, in ogni caso non valeva la pena di suonare l'allarme per un singolo demone, che tra l'altro non poteva raggiungerli.
L'essere incappucciato si fermò davanti alla barriera.
Alzò un braccio e allungò una pallida mano artigliata verso le due guardie.
SWOM
La barriera intorno al dito brillò di nuovo e si espanse in un cerchio azzurrino, come l'acqua di uno stagno increspata da un sasso.

Il demone si ritrovò senza l'artiglio medio; si esaminò la mano, rigirandosela davanti al volto incappucciato.
Le due guardie sghignazzarono.
Più stupido che coraggioso, pensavano.
Il demone se ne accorse e mosse il capo verso la loro direzione, inclinandolo di lato.
Il sorriso dei due si spense.
-Anf...-.
Il demone soffiò un alito gelido, talmente freddo che condensò una parte della barriera davanti a lui.
Una brezza ghiacciata, diversa dal vento secco che soffiava prima, graffiò le loro guance.
Il respiro del demone era penetrato? Non era possibile! Doveva essere solo un caso!
La barriera tornò totalmente trasparente e il demone si girò.
Il mantello fece una rapida piroetta e la figura scomparve nel buio.
Le due guardie si scambiarono un'occhiata terrorizzata.



La mattina dopo, Lisanna si risvegliò di pessimo umore.
Si rialzò da letto, si infilò le ciabatte che le avevano dato e si stropicciò gli occhi, ancora rossi e gonfi per le lacrime che aveva versato la sera precedente.
Con aria cupa si avviò verso il bagno attiguo alla sua camera, in un vecchio hotel di lusso che ora fungeva da ricovero per i feriti e per molte altre persone.
Anzitutto, trovava ingiusto che a lei toccasse una camera personale mentre molti altri ne avevano più bisogno di lei, ma Cana era stata intransigente: aveva corso un grande pericolo nel venire lì e si meritava un buon riposo.
Ma come poteva pensare che potesse dormire tranquillamente dopo tutto quello che le era successo?
Si sciacquò la faccia e se la asciugò con un bianco asciugamano di cotone.
Quanto spreco...
Uscì dal bagno e poi dalla stanza, ritrovandosi in un lungo corridoio di legno con molte porte ai lati.
Da ogni stanza udiva lamenti, grida soffocate, brontolii...
Lisanna abbassò gli occhi; se prima si sentiva triste, ora era proprio depressa.
Raggiunse le scale e le scese, ritrovandosi nella hall.
Hall? No. Un ricovero improvvisato. Un ospedale di guerra.
Tendine, lettini, brande...
Persone, persone, persone...
Bendate, malate, mutilate, moribonde, morte.
Com'era possibile un simile spettacolo?
Com'era possibile che il responsabile fosse Natsu?
Il suo Natsu?
Basta, non ne poteva più di quell'orrida visione!
A grandi passi arrivò alla porta e uscì all'aperto, subito sentì un vento caldo soffiarle in faccia.
Era da un anno che non sentiva altro che quel vento, ormai si era quasi dimenticata cosa si provasse a percepire un fresco venticello sulla pelle.
Guardò il cielo rosso fuoco e l'arida terra marroncina; le zone di confine erano tutte uguali, sembravano...
Deglutì.
I Cancelli dell'Inferno.
-Ehi, Lisanna!-.
L'albina si girò e vide Cana venirle incontro.
-Buongiorno, Cana.- La salutò mogia.
-Come stai?- Le chiese premurosamente l'altra.
Lisanna si mise una mano sulla fronte.
-Come vuoi che stia? Mi sento a pezzi...-.
Decise di cambiare argomento: -Senti, c'è qualcun'altro della gilda qui?-.
Cana sgranò gli occhi.
-Uh? Ehm... ecco...- Abbassò il viso e indietreggiò istintivamente, come per eludere la domanda.
Lisanna la guardò di traverso.
-Cana?- Domandò.
-Lisanna... qualcuno ci sarebbe, ma... meglio se tu...-.
La maga del Take Over incrociò le braccia, alzando un sopracciglio.
Cana si grattò la testa.
-Ne sei... ne sei sicura?-.
-Sì.-.
Cana sospirò.
-Va bene.-.
Cana condusse Lisanna attraverso il campo, fin dentro a una piccola baracca di legno.
All'interno presentava un'unica stanza, spoglia di qualsiasi arredo; c'era però una botola in un angolino, che la bruna sollevò, facendole cenno di scendere dopo di lei.
Lisanna la seguì e scese per una scala a pioli, ritrovandosi in una vasta stanza, sempre di legno, piena di strumenti di tortura: gogne, vergini di Norimberga, culle di giuda...
Si sentiva a dir poco intimorita, chi poteva mai aver portato lì dentro tutti quegli aggeggi?
Cana arrivò fino a una piccola cupola di legno in fondo alla stanza.
Bussò un paio di volte.
TOC TOC
Per qualche secondo non successe niente, poi la cupola si aprì in quattro.
Lisanna sussultò.
-Ma... ma che?-.
Vide una ragazza dai capelli color lavanda, un po' mossi e racchiusi in una coda di cavallo, vestita di un mantello rosso chiaro tenuto chiuso da un anello sul collo e di un abito scuro, senza spalline e dalla grossa scollatura; era in piedi, con le braccia sui fianchi e uno sguardo imbronciato, davanti ad una piattaforma rettangolare di legno, con due tubi cilindrici alle estremità su cui erano arrotolate un paio di corde.
Un argano della strega.
Ma quello che più colpì la ragazza era la persona legata all'argano, anche se non poteva chiamarla “persona”.
Si trattava di una giovane ragazza, dalla pelle pallida e dai capelli un insolito colore tra il viola e il rosa; era vestita di una tuta aderente di colore nero, senza scollatura, che le copriva anche le gambe e le braccia ma che si apriva all'altezza della pancia, lasciandogliela scoperta; alle mani portava un paio di guanti neri e ai piedi due stivali dello stesso colore, le uniche parti colorate erano le coppe del seno, la destra rosso fuoco e la sinistra blu ghiaccio, le punte delle dita e gli orli dei guanti e degli stivali, anch'essi rossi o blu a seconda del lato.
Tra i capelli più in alto c'erano due zone laterali che sfumavano nel nero e da cui spuntavano due orecchie di gatto della medesima tinta; nere erano anche le labbra e le palpebre che teneva chiuse, probabilmente stava dormendo, oppure era morta.
“Una Cambiata.” Pensò Lisanna.
“Un essere umano trasformato in un demone.”.
Spostò lo sguardo sull'altra ragazza.
“Mentre lei è...”.
-Laki!- Esclamò Cana.
-Cana, ti ho già detto che dispregio l'interruzione del mio diletto che voialtri chiamate brutalmente “tortura”.- Sbottò l'altra, sistemandosi gli occhiali.
Come ebbe detto questo, la ragazza sdraiata sbarrò gli occhi e la guardò infuriata con due occhi bicromi; spalancò la bocca, rivelando un paio di canini appuntiti, e urlò: -LIBERAMI, UMANA!!! LIBERAMI-DECHI!!! COME OSI LEGARMI QUI??? COME OSI ANCHE SOLO GUARDARMI??? TI DISTRUGGO, TI GELO, TI BRUCIO!!! IO SONO LA REGINA DEL GHIACCIO E DEL FUOCO!!! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!-.
Lisanna sussultò.
“La regina del...”.
La Cambiata piegò bruscamente la testa di lato, come in preda ad un ripensamento.
-No... demone... sono il demone del ghiaccio e del fuoco... demone... demone...-.
Poi scoppiò in una risata isterica e sgranò gli occhi.
-UCCIDIMI-DECHI!!! VOGLIO MORIRE!!! UCCIDIMI!!!- E lanciò un grido sovrumano.
-Oh, e stai zitta!- Laki fece fare un giro intero alla manopola dell'argano.
CRACK
Lisanna si coprì la bocca con le mani.
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
-VI FARÒ A PEZZI!!! VI GELO!!! VI BRUCIO!!! SONO IL DEMONE DEL GHIACCIO E DEL FUOCO-DECHI!!! NON SIETE NIENTE IN CONFRONTO A ME!!!-.
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!-.
-Ora mi hai aridito la pazienza!- Laki estrasse un pugnale ligneo dal mantello e le tagliò la gola.
-Ugh!- Il demone sputò un po' di sangue, alzò le pupille e chiuse le palpebre.
-L'ha uccisa!- Fece incredula Lisanna.
-Tsch! Un taglietto del genere la occuperà per un lasso minaturiale!- Replicò Laki: infatti il taglio si stava già rimarginando.
Dopodiché, la ragazza ghignò compiaciuta.
-È passato un po' di tempo da quando ci siamo occhiate l'ultima volta, eh, Lisa-chan?-.
Lisanna ricambiò con un sorriso forzato.
-Ecco... è bello rivederti, Laki-chan.-.
Laki, che aveva iniziato a far roteare il pugnale tra le mani, sgozzò nuovamente la Cambiata con naturale disinvoltura.
ZAK
Lisanna aggrottò la fronte.
-Questa ragazza... vorrei sbagliarmi, ma penso di averla già incontrata...-.
Laki guardò il demone incuriosita.
-Ah, sì?-.
-Il suo aspetto e il suo modo di parlare...- L'albina chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro per concentrarsi, quindi risollevò le palpebre.
-Ora ricordo! Il suo nome è Mattan Ginger, membro dei Twilight Ogre!-.
Laki e Cana sobbalzarono.
-Twilight Ogre?- Ripeté la maga del legno.
Un ghigno malefico si stampò sul suo volto.
-Allora è anche una cosa personale!-.
ZAK ZAK
Con il secondo colpo le infilzò l'occhio.
Lisanna abbassò lo sguardo, inghiottendo la bile in gola.
Laki era una delle maghe che erano rimaste alla gilda dopo gli eventi dell'Isola Tenrou, per sette anni Twilight Ogre li aveva vessati e tormentati, ed era normale che lei li odiasse, tuttavia...
ZAK ZAK ZAK ZAK ZAK
Schizzi di sangue nero sporcarono il mantello rosso di Laki.
-Eheheh! La cosa mi compiace molto!!!- Ridacchiò lei.
-Smettila!- Urlò Lisanna.
Laki la fissò, Lisanna poteva vedere un sinistro luccichio nei suoi occhi.
-Eh?-.
-È troppo crudele!-.
-Crudele?- Laki si leccò le labbra, pulendosi con la punta della lingua il sangue che le era schizzato anche in viso.
-Quello che i demoni fanno ai nostri compagni è crudele. Questa è solo giustizia.-.
Laki accarezzò i capelli di Ginger con aria quasi compassionevole, ma era solo finzione.
-Questa stronza si è venduta ai demoni pur di non crepare, ed è diventata uno di loro.- Disse con una finta aria dolce.
Strinse tra le mani una ciocca dei suoi capelli.
-Il solo pensarlo mi sconquassa lo stomaco, vorrei tanto tagliuzzarla in tanti piccoli pezzettini...-.
La lasciò e si sistemò nuovamente gli occhiali.
-...però preferisco tagliuzzare le ore indifese torturandola piano piano...-.
Si leccò le labbra con la punta della lingua.
-...piano piano...-.
-O ANCHE VELOCE!!!-.
ZAK ZAK ZAK ZAK ZAK
-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!-.

Lisanna era a dir poco sconvolta.
-Ma cosa...-.
Cana le mise una mano sulla spalla.
Lisanna la guardò sconcertata.
La bruna si limitò a scuotere la testa e le fece cenno di andarsene con lei.
Lisanna la seguì fino alle scale, lì si girò un'ultima volta verso Laki e la vide intenta a sventrare Ginger, mentre rideva sguaiatamente e si bagnava con il suo sangue.
-Tsch!- Risalì le scale e tornò nella stanza di prima.
Lì guardò interrogativa Cana.
-Ma che diavolo le è preso?-.
Cana assunse un'aria triste.
-Cerca di capirla, Lisanna. Da quando tutto questo è iniziato... lei è sempre stata un tipo strano, ma vedere così tante persone morire sotto i suoi occhi l'ha resa praticamente pazza.-.
Si mise una mano sulle tempie.
-Si dedica completamente alla tortura dei prigionieri: ufficialmente lo fa per estrarre informazioni, ma in realtà...-.
Strinse i pugni.
-...in realtà lo fa perché ci prova piacere! Se si fermasse anche solo per un momento, potrebbe impazzire sul serio!-.
Lisanna si mise a riflettere.
Se le cose stavano davvero così...
Dalla stanza sotto di loro si levarono le urla di Ginger.
Cana sospirò, ormai abituata a quei suoni immondi.
Lisanna invece prese una decisione.
-No!- Esclamò.
-Nonostante tutto, penso che Ginger sia ancora un'umana! Io... io la voglio salvare!-.
-Lisanna...- Borbottò Cana.
Allungò la mano per convincerla a desistere, ma poi Lisanna la fissò negli occhi, cercando di assumere lo sguardo più deciso che poteva, ed evidentemente ci riuscì, perché la bruna abbassò le spalle in segno di resa.
-Capisco, allora vai.-.
I suoi occhi si incupirono.
-Però mi dispiace, non ce la faccio a tornare laggiù.-.
Lisanna annuì.
-Va bene.- Detto questo, scese di nuovo.
Laki stava ancora colpendo Ginger, che urlava in preda al dolore.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! SMETTILA!!! FATTI UCCIDERE!!! VOGLIO UCCIDERTI!!! FAMMI MORIRE!!! VOGLIO MORIRE!!! TI AMMAZZO!!! TI BRUCIO!!! TI GELO-DECHI!!!-.
-BENE, CONTINUA A URLARE!!!- Rispondeva l'altra.
-RENDERÀ LE COSE MOLTO, MOLTO PIÙ DIVERTENTI!!!-.
-Basta!- Lisanna si gettò su Laki che, colta di sorpresa, cadde a terra.
-Urgh! Ma che stai facendo, Lisanna???- Sbraitò.
Lisanna la bloccò per le gambe e le braccia, abbassandosi fino a trovarsi faccia a faccia con lei.
Nei suoi occhi, Lisanna lesse la follia.
“Laki, come ti sei ridotta?”.
-Lasciami! Lasciami!- Urlò lei.
-No! Non ti lascerò continuare con questa pazzia!- Ribatté Lisanna.
-Non è una pazzia! È giustizia!-.
Lisanna digrignò i denti.
-No! È crudeltà, ma tu la puoi fermare!-.
Laki strinse gli occhi, dibattendosi per liberarsi, ma Lisanna non voleva fermarsi più di quanto non lo volesse Laki.
-Lasciami! Tu non puoi capire!-.
A Lisanna sembrò quasi una supplica, ma non poteva fermarsi adesso.
-No!-.
-Lasciami!-.
-NO!!!-.
-Lasciami! Lisanna, lasciami!-.
Lisanna trasalì.
Laki stava iniziando a piangere.
-Lasciami! Non puoi capire! Io devo! IO DEVO! IO DEVO CONTINUARE!!!-.
Lisanna strinse la presa.
-Guardami, Laki!-.
-No!-.
-Laki!-.
Laki riaprì gli occhi, già gonfi dal pianto.
Lisanna cercò una voce più rassicurante, poi disse: -Laki, io sono tua amica. Sono qui. Concentrati su di me.-.
Laki smise di dimenarsi.
-La tortura...- Balbettò.
-La tortura mi calma... Gli altri soffrono, così non soffro io!-.
L'albina batté un pugno sul pavimento.
-Quello che fai tu non è giustizia! Stai solo affogando il tuo dolore, ma è sbagliato!-.
-Ed è normale che tu soffra!- Anche Lisanna cominciò a piangere.
-Visitor, Max e Warren sono morti davanti ai miei occhi!-.
Laki ammutolì.
-C...come?-.
Lisanna abbassò lo sguardo.
-Fa male... fa tanto male... tu dici che non posso capire, ma in realtà capisco benissimo...-.
Poi rialzò il viso, con il viso tirato in una smorfia di decisione.
-...ma non posso tenermi tutto dentro! Non posso e non voglio! E sai perché?-.
Lasciò scorrere alcune lacrime che lavarono via il sangue dal volto di Laki e si mischiarono alle sue.
-Perché io ho voi! Ho i miei compagni! Ho Cana, Elfman, e ho anche te!-.
-Condividere gioie, dolori, felicità e tristezza, è questo che vuol dire far parte di una gilda! Di Fairy Tail!-.
-Fairy Tail è morta!- Ribatté Laki con un filo di voce.
Lisanna scosse più volte la testa.
-Fairy Tail non è morta! Non morirà finché l'umanità non cesserà di esistere! Finché ci sarà qualcuno che si ribella, Fairy Tail non morirà!-.
-Perché se uno si ribella, un altro si aggiungerà a lui, e poi un terzo, e un quarto, e poi saranno un esercito! E saranno tutti uniti!-.
Laki boccheggiò, non sapendo cosa dire, dopodiché contrasse il volto, liberò le gambe e sferrò a Lisanna due calci allo stomaco, facendola volare via.
-Urr!- Mugugnò lei battendo la nuca sul pavimento.
CLOMPCLOMPCLOMP
Sentì dei rapidi passi e poi la botola che si apriva; quando si rimise in piedi, vide che Laki se n'era andata.
Non sarebbe riuscita a raggiungerla, quel colpo l'aveva stordita, e poi c'era un'altra persona a cui doveva pensare, perciò si avvicinò barcollando all'argano.
Ginger la guardava incredula, tremante, con gli occhi spalancati, probabilmente confusa da quella scena e, perché no, spaventata.
-Ehi!- Esclamò: -Umana, stammi lontana-dechi! Non azzardarti ad avvicinarti!-.
Lisanna le si fermò accanto, guardandola da sotto la frangia albina.
Gli occhi della Cambiata si accesero di una furia demoniaca.
-Come osi starmi così vicina??? MUORI!!! GELA!!! BRUCIA!!!-.
Lisanna allungò una mano verso il suo collo.
Ginger sussultò, iniziando a sudare.
-Basta avvicinarti-dechi!!! Vuoi forse morire, misera umana???-.
Lisanna non si fermò, la sua mano quasi la sfiorava.
Ginger tentò di morderla, ma era fuori dalla sua portata.
-Stai lontana! Io sono... sono...-.
Il demone strinse i pugni.
-SONO IL DEMONE DEL GHIACCIO E DEL F...-.
Lisanna le accarezzò la guancia e Ginger si bloccò.
-Devi soffrire molto, Ginger.- Sussurrò.
-Mi dispiace.-.
Prima che l'altra potesse opporsi, Lisanna la slegò, la prese in braccio e la strinse a sé; ma Ginger non reagì neanche quando la ragazza le chiuse gli occhi e, usando un po' di magia, la fece addormentare.
Quando Lisanna risalì, non trovò né Laki ne Cana; così, dopo aver sigillato la botola, uscì dalla capanna e vagò per il campo fino a tarda sera, aiutando dove e come poteva, cercando sempre di sorridere per confortare chi ne aveva bisogno; ma forse chi aveva davvero bisogno di essere confortata era proprio lei.
Infine, esausta, tornò nella camera d'albergo, dove si addormentò quasi subito.



Le due guardie erano di nuovo di turno quella notte.
E, come la notte precedente, videro una figura mantellata avvicinarsi lentamente alla barriera.
Le due guardie aggrottarono la fronte.
Ci avrebbe provato di nuovo? In tal caso, forse sarebbe stato meglio avvertire Cana-sama il giorno successivo!
Se solo avessero saputo che non ce ne sarebbe stato uno...
E rieccolo ad allungare il braccio verso la barriera, e riecco la barriera illuminarsi attorno all'artiglio medio.
Solo che questa volta, l'artiglio non si disintegrò e oltrepassò la barriera.
-Impossibile!- Esclamarono i due.
-Anf...- La figura alitò di nuovo un vapore freddo che addensò la barriera intorno all'artiglio.
Una crepa si formò sopra il foro dell'unghia, poi un'altra e un'altra ancora.

Le due guardie, lentamente, forzatamente, si alzarono dagli sgabelli e imbracciarono le armi.
Il ghiaccio iniziò ad espandersi, e con lui le fessure.
Dopo meno di un minuto le due guardie si ritrovarono a fissare una lastra di ghiaccio incurvata verso l'alto alta dieci metri, piena di fenditure, che minacciava di collassare da un momento all'altro.
La figura incappucciata ritirò l'artiglio.
Per un attimo non successe nulla, le due guardie rimasero col fiato sospeso.
Il demone piegò la testa di lato, come aveva fatto la volta prima, e soffiò di nuovo.
-Anf...-.
CRASH
La barriera cadde a pezzi.



Angolo dell'autore
E rieccomi qua! Un'idea che mi si scervellava da tempo finalmente su carta, anzi, su pagina di testo! Il mio cervellino diabolico si è messo in testa di fare una storia triste, ma poi si è detto: ehi, e se la trasformassi in una guerra?
Mi raccomando, recensite e ditemi che ne pensate!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Jashin99