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Autore: Growl    28/08/2016    3 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita di fazioni
in una classe disastrata

 
 
Il mio destino è segnato. Letteralmente. 

Vedo Gabriele, Pietro e Marco, che aspettano la mia decisione. Tutti sperano che io mi unisca alla loro fazione, cosicché abbiano più speranze di ottenere un premio: la gita in America, che, ora che ci penso, sarebbe utile molto anche a me. Potrei osservare il nuovo mondo ed esaudire il desiderio di mia nonna, scappando dallo stivale che sta sprofondando in quella pozza che è il Mar Mediterraneo –e sì, è una pozza di mare inquinato- e dirigendomi in un luogo dove posso mangiare cibo pieno di conservanti e ottenere un sacco di roba bella.
Per roba intendo oggetti, non sostanze stupefacenti, amici dell’Anarchia.
Quindi penso, devo vincere quel viaggio anche io, e qual è la Fazione che sembra più stabile, purtroppo non posso scegliere l’Unione e penso alla Teocrazia. Paiono tutti amicissimi, e Gabriele sembra un fanatico dello studio. Certo, forse le sue amiche no, ma sicuramente quei cinque sanno cos’è la filosofia a differenza di Roberta.
Faccio un passo verso la ciotola che tiene in mano Gabriele e immergo la mano nell’acqua.
«EVVAAAAAAAI!!!» grida Teresa.
Mi sanguinano le orecchie.
«CHE COSA?!» urla invece Marco. «Proprio loro, fra tutti?!»
Il ragazzo va da Paola e prende la ciotola, anche se lei prova a fermarlo.
«Non posso crederci! Io mi fidavo di te!» continua, dirigendosi verso di me.
Faccio qualche passo indietro, ma rapidamente mi sposto alla mia destra, mentre un getto d’acqua colpisce due persone dietro di me.
«Ehi, Marco! Stai attento! Questo era il mio nuovo vestito!» E’ Carolina.
Mi giro e vedo anche Alberto, che sembra più contento che arrabbiato.
«Com’è rinfrescante! Filippo, perché non pensi anche tu a b-
«SILENZIO!» tuona il professore, zittendo il ragazzo e fermando la sua frase (che non volevo assolutamente sentire). «Il ragazzo ha fatto la sua scelta, è ora il momento della lezione… ovvero… fate quello che volete… io vado a cercare di cambiare scuola.»
Detto questo, il professore esce e rimaniamo in classe.
Gabriele si alza e mi abbraccia.
«Grande, grande! Ottima scelta Filippo! Sono lieto che abbia deciso di accettare il Sol’Rosa come tuo Dio!»
«Finalmente potremo parlare di questioni burocratiche nell’autobus!» sorride Elisa.
Beh, dai, alla fine c’è pur sempre Elisa, che fatta eccezione per la sua ossessione per i social network, non presenta dei danni celebrali permanenti.
Vedo attorno a me le facce sconcertate della Repubblica, in particolar modo di Carolina che a quanto pare vuole incolparmi per ciò che è successo. Spero con tutto il mio cuore che inizino ad odiarmi, almeno non devo più sopportarli.
L’Unione e l’Anarchia, invece, non sembrano per nulla dispiaciuti. I primi si trovano riuniti attorno a Martino a fare chissà cosa, mentre i secondi si sono messi in cerchio attorno alla ciotola che aveva in mano Pietro, ma la stanno riempendo di vino e birra.
«Non pensi che quest’unione sia inusuale?» chiede Roberta ai suoi amici.
«Ehi, bro! Nulla è inusuale! E poi, cosa vuol dire, inusuale, ziaa?!»
Pietro e i suoi intercalari, magari arriverà un giorno in cui non ci farò più caso.
«Ci aggiungo un po’ di hashish? Fresco di campo!» consiglia Cosimo
Preferisco allontanarmi prima che mi offrano un sorso di quella brodaglia… ma non è che abbia una voce in capitolo. Teresa mi trascina via mentre mi sta abbracciando così forte da farmi esplodere gli organi interni.
Arriviamo nell’angolo nell’estrema destra della classe e mi libera.
«Caro Filippo Zuzzullo…» inizia Gabriele con tono solenne. «Da oggi sarai parte della Teocrazia del Sol’Rosa! Come tale, è il momento che tu ti dichiari fedele del Dio tramite una prova effettiva e visibile!»
Sospiro.
«E’ l’ora del marchio!»
Sento un tuono.
«Ehi, ragazzi, ma ha appena tuonato a ciel sereno!» faccio notare.
«Non preoccuparti, è solo Angela con gli effetti sonori del suo telefono.»
Lei annuisce e poi sento il muggito di una mucca.
«Questa invece è la sua suoneria, fantastica, no?»
«Amo le mucche.» dico esasperato.
«Comunque, marchio!»
«Che intendi con… marchio?»
«Tutti noi abbiamo un marchio, per dimostrare al Dio che seguiamo le sue decisioni!.. Lo chiamiamo… Marchio a fuoco!»
Il marchio a fuoco, quello che fanno nei film western al bestiame per dimostrare che quei vitelli sono di Bruce e non di Anthony, oppure sopra le immagini del Gran Biscotto Rovagnati.
«CHE? Ho capito la suoneria della mucca, ma io non sono una mucca!»
Provo a fare qualche passo indietro, ma sono in un angolo, che cazzo!
«Filippo, lo sai che è vietato il marchio a fuoco sugli animali?!» fa Teresa furiosa. «Non posso credere che l’abbiano concesso per tutto questo tempo!»
«E’ VIETATO PER GLI ANIMALI MA NON PER GLI UMANI?! MA CHE CAZZO!»
Mi aspetto da un momento all’altro che Gabriele cacci dal suo zaino un carbone ardente e inizi a pressarlo contro la mia pelle.
Invece, prende una penna rosa.
«Che succede?!»
«Ti stiamo marchiando.»
«Con… una penna?»
«Una penna?! UNA PENNA?! Questa è la Penna di Fuoco, passata di generazione in generazione fino a me!»
Annuisco lentamente.
«Tramite questo marchio verrai riconosciuto da tutti come componente della nostra Fazione!»
Elisa mi passa vicino e le sussurro a bassa voce.
«È indelebile?»
«No, ma è indelebile negli occhi del Dio!»
«Aaaah…»
Scopro il braccio mentre Gabriele inizia a disegnare qualcosa, ma non capisco bene cosa.
«Che stai disegnando?» chiedo.
«Il simbolo della nostra Fazione, il grande Sol’Rosa!»
A cosa poteva mai servire una penna rosa se non quello?
Le doti artistiche di Gabriele però sono pessime, e alla fine più che un sole quello che ha disegnato sembra un pallone da rugby con dei tentacoli che s’intrecciano tra loro.
«Bellissimo, Superiore Gabriele!» esclama Angela, mentre Teresa la guarda storto.
«Giusto, Angela. Mi hai ricordato una cosa molto importante. Da oggi, Filippo, mi chiamerai Superiore!»
Sì, chissenefrega di come devo chiamarlo. Se serve per ingrandire il suo ego lo faccio con piacere, magari esplode.
«Certo, Superiore.»
«Benissimo Filippo, ora che sei uno di noi è bene chiarire una cosa molto importante. Limita i contatti con l’Anarchia e la Repubblica.»
«Almeno su questo hai ragione.»
«Filippo, dammi il lei!»
«Non sapevo avesse problemi di identità di genere.»
«Non in quel senso!» si lamenta. «Sai cosa intendo! Non fare il simpatico, il Dio ci vede tutti e sa quando sbagli… quindi, non sbagliare!»
«Certo Superiore.»
Grazie a Dio… o dovrei dire al Sol’Rosa la campanella suona subito dopo. E’ passata un’ora, e sarà un’ora della mia vita sprecata, ma per fortuna è passata e posso dedicarmi alle lezioni.

N.d.A
Finalmente il bonus personaggi, adesso c'è l'Anarchia della Fattanza

Pietro Neri, Roberta Hoover, Vinello(???), Cosimo Ritorto, Mario Cervino

 
Adesso è finito il "First Story Arc", in cui Filippo fa conoscenza della classe. Nei prossimi capitoli vedremo la seconda parte della storia, in cui ci addentreremo nella vita di un paio di Fazioni!
 
   
 
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