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Autore: Birra fredda    28/08/2016    1 recensioni
Nathan era rincasato anche quella notte all’alba. Matt lo aveva sentito chiaramente rientrare e lo aveva sentito inciampare in successione nei primi due gradini che portavano al primo piano della casa. Così era andato ad aiutarlo.
Lo aveva trovato in preda al panico seduto in fondo alla scalinata, con addosso una puzza di marijuana non indifferente e l’alito di chi ha bevuto decisamente troppo.
“Papà sto bene, torna a dormire” gli aveva detto suo figlio, con la voce strascicata, guardandolo con degli occhi rossi e gonfi da far impressione.
Adesso lo osservava dormire.
Lo aveva preso tra le braccia come faceva con sua moglie e sua figlia quando voleva dimostrare loro ch’era forte come a trent’anni, lo aveva portato in camera sua, spogliato di scarpe e jeans per farlo stare più comodo, e lo aveva messo a letto.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Quel pomeriggio Nathan andò a casa Haner-Baker, come quasi tutti i pomeriggi, ma prima si fermò in un parco a fumarsi uno spinello. Da quando avevano tirato su una band, passava con i gemelli Haner, Lorenz e Patrick la maggior parte del suo tempo. Se non erano in casa a suonare, erano in qualche locale a suonare o a bere, o al massimo erano in giro per Huntington Beach.
Nicole stava sempre meglio e il fatto che la relazione con Lorenz procedesse a gonfie vele aiutava molto. Ormai stavano insieme da un anno e mezzo, erano affiatati come se stessero insieme da qualche settimana e innamoratissimi. Persino Brian non aveva più nulla da ridire sul loro fidanzamento, tanto che spesso si ritrovava a dire a sua figlia di invitare il fidanzato a cenare con loro.
Connor se la passava leggermente peggio, perché aveva avuto una storia d’amore piuttosto duratura finita male. Lei lo aveva tradito con un altro e solite cose, così da qualche tempo si era legato tantissimo a Patrick e insieme ne combinavano di tutti i colori, trascinandosi dietro anche Nathan.
Ecco, la verità era che Nathan peggiorava sempre di più per via di Connor. Da quando era stato lasciato, il suo amico era sempre giù di morale e alla ricerca di emozioni forti, quindi scriveva continuamente a Patrick e Nathan di andare da qualche parte, fare sempre nuove cose, cercare quel pusher che una volta aveva dato loro quelle pasticche meravigliose. Insomma, cose così. Non riusciva mai a dirgli di no, quando il primo chitarrista gli proponeva di non entrare a scuola e vagare a zonzo per la città, quando gli diceva di uscire e rimorchiare qualcuna, quando lo trascinava tutta la sera e tutta la notte da un locale all’altro.
Più volte era stato anche costretto a mettersi in mezzo alle risse che scatenava, per evitare che si facesse troppo male o ne facesse ad altri. Connor non era affatto robusto, ma era piuttosto alto e, con un po’ di impegno e altrettanta fortuna, poteva anche far male. Di solito, però, le prendeva, e non le prendeva abbastanza perché Nathan si metteva in mezzo e lo trascinava via prima che la situazione degenerasse. Così, inevitabilmente, finivano ambedue nell’ufficio della preside anche se lui non c’entrava niente, e puntualmente quello che si beccava le strigliate dal genitore era comunque sempre e solo lui.
Non solo Connor era all’ultimo anno e i suoi voti facevano pena, ma a scuola aveva anche un comportamento di quelli che sembrano venir fuori da famigli disastrate e ignoranti, che già è tanto avere l’acqua in casa, pretendere anche una buona educazione per i figli è decisamente troppo. Nonostante questo, in ogni caso, suo padre non sembrava troppo propenso all’incazzarsi con lui, al rimproverarlo o anche solo a fingere di farlo quando doveva andare a riprenderlo a scuola e doveva abbozzare qualcosa con la preside.
Nathan stava ancora fumando con calma il suo spinello, nella quiete del parco vuoto e silenzioso alle tre del pomeriggio. Stava pensando così tanto che temeva potesse esplodergli la testa, ma non riusciva a smettere di lasciare che il suo cervello fosse attraversato da quelle riflessioni.
Non era giusto, che Connor si mettesse nei casini e ci trascinasse anche lui, e poi era solo lui quello che ne subiva le conseguenze.
E non era giusto neanche che dovesse essere lui, a sedici anni, a dover badare a suo cugino che aveva una fottutissima famiglia che avrebbe potuto, e dovuto, farlo. D’accordo, con Michelle non correvano buon sangue da un po’, ormai, ma Connor aveva comunque una sorella gemella che teneva a lui più di a chiunque altro al mondo, un fratello maggiore che, sì, era al college, ma con cui avrebbe potuto comunque parlare e sfogarsi, e soprattutto aveva un cazzo di padre.
Inspirando lentamente la droga, lasciandola scendere lungo la gola, Nathan per un momento pensò che doveva parlare con suo zio Brian. Dirgli di quello che stava accadendo a suo figlio, anche se era così palese che c’era qualcosa che non andava che non aveva proprio idea di come facesse suo zio a non rendersene conto, e dirgli che doveva occuparsene lui, aiutarlo, farlo parlare, controllarlo, perché era il suo fottutissimo padre e lui era solo suo cugino ed era stanco di dovergli stare dietro e sorbirsi la rabbia dei suoi genitori per questo.
Non biasimava certo sua madre e suo padre per come si stavano comportando nei suoi confronti, anzi, ne era felice. Era contento di sapere che, quando finiva nei guai, combinava qualcosa o faceva cazzate, i suoi genitori erano lì per rimetterlo sulla retta via. O almeno, così era stato fino a quel momento.
Avrebbe voluto chiedere a suo padre almeno una dozzina di volte di ritirare quello che gli aveva detto, di non lasciare che se la cavasse da solo, perché di sicuro non ne sarebbe stato in grado, ma poi non aveva mai trovato il coraggio di aprir bocca, era salito a lavarsi e vestirsi, aveva preso il suo spinello e si era avviato verso casa Haner-Baker.
Aveva finito di fumare, così si alzò in piedi, allargò appena le braccia per tenersi in equilibrio e si riavviò verso la sua meta. Era piuttosto stanco di quella situazione e del fatto che fosse l’unico a gestirla. Sì, certo, c’era anche Patrick, ma il bassista non sembrava troppo propenso a tirare Connor fuori dai guai, quando a ficcarcelo. Se non era Connor, a mettersi nei guai, era infatti Patrick a trascinarcelo, per la gioia di entrambi. Il bassista era stato l’ultimo a inserirsi nel loro gruppo, ma tutti loro lo avevano immediatamente preso in simpatia e si erano affezionati a lui nel giro di pochissimo tempo. Era un ragazzo alla mano e simpaticissimo, di quelli che se vogliono possono diventare amici di chiunque e spesso lo sono. E proprio per questo aveva anche i migliori agganci nel mondo della droga, motivo per cui la reperivano sempre con facilità, buona e a prezzi convenienti.
Nathan avrebbe voluto chiamare sua sorella, in quel momento, e dirle che le mancava tantissimo e sarebbe voluto assomigliare di più a lei, in quei momenti. Alicia, era risaputo, era quella che più di tutti ci sapeva fare con la gestione di queste situazioni. Sapeva sempre come prendere le persone, come aiutarle e sostenerle nel modo migliore, sapeva sempre quando dire le cose e come dirle. Si appigliavano sempre tutti a lei, quando qualcosa non andava, ma adesso lei non c’era e lui era solo e stava mandando tutto a puttane.
Era arrivato, così suonò il campanello, si decise ad interrompere il flusso dei pensieri e si sforzò di stamparsi in faccia un sorriso per chiunque avesse aperto la porta.
Aprì Zack col busto ricoperto quasi interamente di farina. Era piuttosto bravo a cucinare, soprattutto i dolci, ma non era in grado di farlo senza sporcarsi come un bambino di quattro anni.
“Che cucini?” domandò il ragazzo entrando in casa, col suo sorriso falsissimo ancora incollato sulle labbra.
“Torta nutella e crema” rispose l’uomo facendogli cenno di seguirlo in cucina. “Nicole ha il ciclo e Connor è in perenne fase chimica, quindi mi sono adeguato alla situazione” spiegò allegro, mostrandogli la cucina sporca come se ci fossi stata una battaglia di cibo, poi gli indicò con la mano la torta in forno e sorrise fiero della sua opera.
“Fantastico” rispose il ragazzo, che aveva perso un po’ del suo sorriso smagliante dopo aver sentito di Connor in perenne fame chimica. Se sapevano, perché non facevano niente? “Non vado via senza averla assaggiata, sappilo” aggiunse.
“Nessuno va via senza averla assaggiata” ribatté Zack con una risata. “Ma adesso vai, che sei in ritardo e, come ti ho detto, Nicole ha il ciclo e non vorrei ti linciasse.”
 
Le prove erano andate abbastanza bene. Nicole era un po’ giù di tono, quindi avevano perlopiù provato delle parti strumentali, ma tutto sommato erano andate bene e si erano tutti divertiti come al solito. Stavano condividendo un pezzo di torta ci Zacky radunati attorno al tavolo della sala, quando Connor propose di uscire per un giro in centro.
Nathan pensò immediatamente a quello che gli aveva detto suo padre. Non poteva permettere che suo cugino lo trascinasse di nuovo nei guai, non questa volta che i suoi genitori avevano deciso che non si sarebbero occupati più di lui. Non li avrebbe delusi, non poteva e non voleva farlo. Non avrebbe assecondato Connor, mettendo in secondo piano se stesso e la pace all’interno di casa sua. Non era giusto, cazzo, che dovesse mettersi sempre in secondo piano rispetto a qualcun altro, e non lo era soprattutto perché poi a finire nei guai era lui, e non Connor.
“Nate, tu vieni?” chiese Patrick, mollandogli un calcio sotto il tavolo per attirare la sua attenzione.
“No, non posso oggi” rispose lui, evitando gli sguardi di tutti.
“Ma come?” esalò Connor, neanche gli avesse comunicato che un pirata della strada lo aveva investito qualche giorno prima. “Torniamo a casa prima di cena, lo giuro. Forza, vieni con noi!”
“Solo se torniamo presto” lo rimbeccò velocemente il più piccolo, lanciandogli un lungo sguardo eloquente.
“Ma sicuro!”







































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Ebbene, ogni tanto mi faccio viva anch'io. Sarà perché i sevenfold hanno annunciato un concerto al quale non parteciperò al 99%, sarà perché sto preparando un esame che mi sta facendo andare fuori di testa, sarà perché è estate e quando non studio, o non guardo serie tv, sono giro a sbronzarmi, sarà che non ero ispirata, ma questo capitolo si è fatto attendere un bel po' prima di venir fuori. Ma eccolo, finalmente, sebbene non sia granché e sia una sorta di capitolo "di passaggio" solo per chiarire come stanno le cose.

Giusto per fare ordine:
Nicole e Connor sono i figli di Brian e Michelle e sono due gemelli, inoltre c'è anche un terzo figlio maggiore di un anno, che è al college: Jimmy.
Nathan e Alicia (anche lei al college) sono i figli di Matt e Valary.
Cherie (college too) è figlia di Zack e Gena.
Brian e Zack sono separati dalle mogli e convivono come compagni.
Lorenz è il fidanzato di Nicole e il batterista della band che hanno messo su lei, Connor e Nathan. Patrick è il bassista.

Ripeto (perché lo avevo già detto, almeno credo) che questa long è il sequel di New Generation, sebbene la protagonista non sia più Nicole come nell'altra storia. Se non avete letto New Generation o il suo prequel non fa niente, dovreste capirci tutto lo stesso.
In ogni caso, se volete leggerle vi lascio i link.
New Generation: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1944466&i=1
Somehow we still carry on: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2142689&i=1

Spero sia tutto chiaro, recensite per qualunque cosa, anche per criticarmi (sono aperta alle critiche e, anzi, le desidero per migliorarmi). Spero che stiate tutti bene e che vi interessi questa nuova long. La vostra,
Birra Fredda
  
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