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Autore: imcalledamyy    29/08/2016    0 recensioni
Era quella la sua routine ormai, ogni giorno uguale al precedente, ogni giorno uguale al successivo. Kyungsoo stava portando un cambiamento in quelle giornate, anche se sarebbe durato solo un misero mese, però Jongin aveva paura. Aveva voglia di cambiamenti, che non si chiamassero “ Do Kyungsoo “ .
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 Agosto



Quella mattina si svegliò molto frastornato, il caldo del giorno precedente aveva fatto i suoi spiacevoli effetti. Il telegiornale quella mattina preannunciava un caldo torrido, abbastanza raro su Okushiri, quindi Jongin pensò bene di preparare del thè da portare con sé, amava rinfrescarsi con del thè fresco, lo faceva sentire più Giapponese. Dopo essersi occupato di suo nonno, del thè e infine di se stesso, decise di apprestarsi ad andare a lavoro, come ogni mattina.
La signora Matzuo sprizzava energia da tutti i pori e Jongin si sentiva estremamente vecchio a suo confronto, lui non faceva altro che lamentarsi del caldo, del mal di schiena, della stanchezza..
- Jongin! Posa pure il camice, oggi non lavori!-
Non lavoro? Cosa?
- Cosa?- ripeté ad alta voce, con il camice a mezz’aria. Matzuo annuì felice, finendo di sistemare una cassa di mele verdi.
- Voglio proporti una cosa. Spero tu voglia accettare.- Jongin annuì semplicemente, emettendo un suono di consenso per farla continuare.
- Ecco, vorrei proporti di alternare i giorni lavorativi qui al negozio con il prenderti cura di Kyungsoo..- Jongin aggrottò la fronte, deglutendo - Sai, non ho fatto in tempo a trovare nessuno che passasse del tempo con Kyungsoo, e io semplicemente non voglio far annoiare quel povero ragazzo a passare un mese solo con me. Deve divertirsi e rilassarsi, quindi ho pensato subito a te. Sei bello, divertente e io mi fido di te. Se ti crea problemi dimmelo pure..posso anche aumentare qualcosa.- si girò verso di lui, con sguardo speranzoso.
- Beh..uhm..- Jongin non sapeva cosa pensare, cosa provare riguardo a quella situazione. Non gli sarebbe dispiaciuto passare del tempo diversamente, anzi.
- Per me non ci sono problemi. Spero che a Kyungsoo non dia fastidio..- sforzò un sorriso e posò il camice sul bancone.
- No no! A lui va bene! Benissimo! Grazie, grazie Jongin! Sei un miracolo, davvero! Il tuo giorno di riposo è sempre lì eh! E fa come se fossi a casa tua, apri tutto, usa tutto..Non farti problemi. Ti prego solo di far uscire tanto Kyungsoo all’aria aperta, sua madre e i medici ci terrebbero molto.- sorrise apertamente e spinse una cassa di legno vuota lungo il pavimento. Jongin annuiva soltanto.
- Oh..Se puoi, magari fai anche dei massaggi alle sue gambe. Il fisioterapista ha detto che dei semplici movimenti circolari vanno più che bene. Io purtroppo non ho molta forza e lui sembra sentirsi a disagio.- roteò gli occhi al cielo e rise, sospirando. 
- Uhm, okay. Vedrò che fare..Allora..Allora, io vado.- Jongin si inchinò e prese le sue cose, dirigendosi verso l’uscita.
- Grazie Jongin! Grazie!-
Sei troppo bravo Jongin.
I suoi sospiri venivano alternati da sbuffi, era eccitato dall’idea di fare qualcosa di diverso ma era terrorizzato da cosa ne pensasse Kyungsoo di tutto quello. Matzuo aveva detto che per lui non c’erano problemi, giusto?
- P-permesso!- mormorò con voce tremante, mettendo piede nell’abitazione di Matzuo.
- J-Jongin? Sei tu?-
- A quanto pare dovrò passare l’intera estate con te.- Jongin rise, imbarazzato, entrando in camera di Kyungsoo con il respiro leggermente affannato a causa della temperatura elevata di quella prima mattina.
- Cosa? Stai scherzando?-
- Già. No. Tua zia mi ha proposto di alternare i giorni lavorativi in negozio al badare a te.-
Kyungsoo lo guardava, con fare estremamente neutro, Jongin non riusciva neppure ad immaginare cosa balenasse nella sua mente in quel momento. Le sue labbra erano ripiegate in una linea sottile che le conferiva un vero e proprio aspetto da cuore, esaltando l’essere carnose. Carnose ed invitanti.
- Ieri sembrava non ti desse fastidio la mia presenza.- Jongin si senti profondamente offeso e nuovamente rifiutato, sapeva di essere permaloso ma non fino a quel punto.
- Pensavo che un giorno ti sarei riuscito a sopportare..ma gli altri e trenta..- Kyungsoo corrugò le labbra, abbassando la tua espressione.
- Bene. Ho capito.- annuì leggermente per poi uscire dalla stanza, le labbra incurvate leggermente verso il basso non esprimevano a pieno i suoi sentimenti. Jongin si sentiva così stordito. Probabilmente vedeva in Kyungsoo un amico, una probabile speranza che l’avrebbe salvato da quel vortice di tristezza e monotonia che viveva da quattro anni. Certo, aveva molti amici lì, ma con nessuno di essi si sentiva realmente bene. Era sempre da solo, anche tra la folla. Lui e basta. Quella solita fitta al cuore prese il sopravvento e cercò di spazzarla via in ogni modo possibile, il suo compito era badare a Kyungsoo quel giorno e non poteva più tornare indietro. Perché quel giorno suo nonno decise di volere proprio suo nipote? Magari lui, questo neanche l’aveva deciso, suo nonno voleva rimanere solo. Era stato sbattuto dall’altra parte della sua città su di un isola di cui a stento conosceva il nome, figuriamoci la lingua. Che poi, cosa diavolo ci faceva suo nonno in Hokkaido?
Era così piccolo, seppur diciottenne, Jongin non aspirava ad avere una vita importante, voleva una vita normale e tranquilla, come quelle dei drama. Eppure quando mise piedi su Okushiri tutto ciò che era svanì e un altro Jongin prese il suo posto e dovette indossare quella spessa maschera per evitare di  far tralasciare anche la più piccola crepa del suo corpo. Jongin non voleva essere lì, Jongin voleva laurearsi, voleva continuare ad uscire regolarmente con i suoi amici, voleva continuare a trovare la sua pace interiore, voleva divertirsi. A distanza di anni, se n’era fatta una ragione, Okushiri gli piaceva, le persone non erano male, avrebbe dovuto trovare qualche altro suo coetaneo - i suoi amici essi erano tutti impegnati con l’università che frequentavano a terra ferma - e avrebbe voluto trovare l’amore della sua vita per vivere una normale esistenza, felice e tranquilla.
- J-Jongin..- la voce tremante di Kyungsoo lo riportò alla realtà e si accorse di essere stato tutto quel temp fermo dietro la porta a guardare il nulla. Il nulla che era la sua vita.
- D-Dimmi.- scosse appena il capo, strizzando gli occhi per focalizzare meglio la figura del ragazzo, ricordandosi poco dopo di dover abbassare lo sguardo.
- Dato che a compagnia non sei poi così male, v-volevo vedere come te la cavavi a cucinare, ecco.- Kyungsoo provò a dire tutto con sfacciataggine, ma il suo balbettio e i suoi grandi occhi non lo aiutarono.
Jongin si lasciò sfuggire un ampio sorriso, mordendosi il labbro inferiore - Certo, andiamo pure in cucina.- fece per prendere le maniglie della sedia ma Kyungsoo lo bloccò, posando timidamente le mani sui fianchi del più grande.
- Non c’è bisogno, faccio da solo.-
Jongin si sentì arrossire, annuendo molto imbarazzato e sgattaiolò in cucina.
Oddio. Okay, calma Jongin. Calma.
Si sentiva estremamente confuso, eppure il suo cuore stava battendo leggermente di più rispetto il normale.
Si vede che non son abituato ad avere contatti fisici con le persone.
Ripeteva tra sé, stupidamente.
- Allora, cosa preferisci mangiare? Non è un po’ presto per pranzare? Insomma, non è neanche mezzogiorno..-
- Uhm..ho fame ora..- Kyungsoo arrivò in cucina, le sue braccia spingevano con delicatezza le ruote della sedia e si sistemò in modo da non dare fastidio al maggiore - Qualcosa di Giapponese..credo.-
- Come vuoi. Sono abbastanza bravo, mio nonno ama mangiare Giapponese..forse perché lo è.- mormorò tra sé, alzando le spalle. Kyungsoo rise lievemente, scuotendo il capo.
- Solitamente è così che vanno le cose. Mia zia invece mi sta riempiendo solo di verdure..- emise un leggero gemito, corrugando le labbra.
- Deduco che dovrò evitare un po’ le verdure.- Jongin rise, iniziando a far bollire il riso nell’apposito bollitore. Si sentiva a disagio a usare una cucina altrui, le cose altrui, ma Matzuo non fece altro che ripetergli che doveva fare come se fosse a casa sua.
Kyungsoo rimase per molto in silenzio, osservando con cura i movimenti di Jongin, quasi volesse imparare guardandolo.
- Allora uhm..raccontami qualcosa Kyungsoo.- disse con un po’ troppo di imbarazzo.
- Ecco..Non so. Cosa vuoi sapere?- si sistemò meglio sulla sua sedia, tenendo lo sguardo sulle mani del maggiore.
- Non saprei. Tua zia mi ha raccomandato di stare molto all’aria aperta con te..- mormorò tagliando finemente le verdure, sentendosi orgoglioso della sua bravura.
- Oh, certo.. E’ il motivo per cui sono qui. Mi hanno consigliato di stare all’aria aperta, lontano dalla mia solita vita. Magari stando distante da tutto riuscirò a guarire..- sforzò un sorriso e Jongin posò un veloce sguardo sul suo volto, sapendo di aver toccato un tasto dolente.
Guarire? Si può guarire?
- Uhm, capisco Kyungsoo. Il pranzo è quasi pronto.- cerco subito di cambiare argomento, si sentiva un codardo a lasciare tutto in sospeso mentre moriva dalla voglia di sapere. Kyungsoo, d’altro canto si sentì sollevato di non dover affrontare subito quell’argomento e si andò a sistemare vicino al tavolo in cucina. Jongin sistemò con cura le pietanze, aprendo ogni cassetto o sportello della cucina per trovare tutto ciò che gli occorreva, si sentiva un ficcanaso.
Quando finirono di mangiare, Kyungsoo riempì di complimenti Jongin, era davvero un ottimo cuoco, ma il sorriso sul suo volto scomparve subito.
- J-Jongin..è imbarazzante dirlo, ma dovrei andare in bagno..e quindi..ecco..- si mordeva nervosamente il labbro, giocherellando impaziente con un anello che portava al dito.
Jongin si sentì avvampare, ovviamente prendersi cura di Kyungsoo consisteva anche in quello, gli era capitato più volte di accompagnare suo nonno al bagno, quando era stanco o malato, ma con Kyungsoo era diverso.
- Certo, andiamo!- sforzò un sorriso e si diresse in bagno, reprimendo l’istinto di andare a spingere la sedia di Kyungsoo e subirsi un altro reclamo. Fu tutto molto imbarazzante, questo Jongin doveva ammetterlo, ma cercò di far stare il più piccolo a suo agio. Aveva tenuto saldo il suo copro contro il suo petto, tenendolo sollevato - perché secondo Jongin, fare pipì seduti non era da veri uomini - e lo aiutò a risedersi sulla sedia, fu tutto molto semplice e preciso. Si sentì sollevato.
- Soo, tu vai pure in veranda, ho preparato un po’ di thè questa mattina, lo possiamo bere assieme.- un thè freddo era l’ideale per quel due di Agosto, estremamente caldo. Così fece, andando ad estrarre il termos contenente il thè fruttato che aveva preparato quella mattina, andando a riempire due tazze. Uscendo fuori casa si sentì pervaso dall’afa, maledicendosi per aver proposto a Kyungsoo di uscire fuori. Posò le tazze sul tavolino accanto al dondolo e si avvicinò a Kyungsoo, concentrato ad osservare il cielo azzurro, e lo prese in braccio senza rifletterci troppo, facendolo sedere sul dondolo.
- C-cosa fai!- Kyungsoo era rosso in viso e si aggrappò al braccio robusto di Jongin per paura di cadere.
- Ti ho fatto sedere sul dondolo.- rise lievemente, sedendosi accanto a lui - Stai attento a non cadere.- e gli porse la sua tazza di thè per poi prendere la propria. Kyungsoo annuì timidamente, abbassando lo sguardo verso il contenuto della sua tazza.
- G-grazie..-
Jongin sorrise e fece un sorso della bevanda, sentendosi rinfrescare. Era tutto molto tranquillo quel giorno, dalla veranda si poteva ammirare un leggero tratto di mare appena coperto dalle chiome degli alberi.
- Devi stare tranquillo e stare all’aria aperta. Nient’altro.-
- Cos’altro ti ha chiesto zia?-
- Oh..ecco. Principalemente di farti uscire e aiutarti a fare dei massaggi regolari alle gambe.-
Guardavano entrambi il mare davanti a loro, senza scambiarsi un minimo di sguardo. Il vento stava iniziando a soffiare leggero su di loro, scompigliando i loro capelli.
- Mh, va bene ma per i massaggi non c’è bisogno, davvero..-
- Almeno quando ci sono io, vorrei aiutarti.- Jongin alzò le spalle, prendendo un ultimo sorso della sua bevanda e posando la tazza sul tavolino. Kyungsoo fece altrettanto, emettendo un leggero sospiro.
- Va bene, come preferisci.-
Jongin emise un leggero ghigno, posando finalmente lo sguardo sul volto del più piccolo.
- Allora, cosa va di fare?- sorrise dolcemente, osservando Kyungsoo voltarsi contro di lui. Il sole illuminava il suo volto angelico, i suoi occhi grandi ed innocenti.
- Non saprei, è la prima volta che vengo qui. Non so cosa ci sia..- alzò le spalle, corrugando le labbra. Jongin posò le mani sui fianchi di Kyungsoo, facendolo ruotare verso di lui, andando a posare le sue gambe sulle proprie. Kyungsoo lo guardò impaziente, titubante se scostarlo o meno, ma non disse nulla e si poggiò con la schiena contro i ferri del dondolo.
- Ci sono un sacco di cose carine da vedere, il mare fa da protagonista ovviamente. Ti piace il mare?- prese a massaggiare lentamente una sua gamba, con motivi circolari. Kyungsoo annuì e posò lo sguardo sulle mani grandi di Jongin, pensando che quello fosse tutto tempo sprecato.
- Si, mi piace molto.- si aggiustò la frangetta nera, sospirando.
- Allora finito qui andiamo in spiaggia!- Jongin sorrise apertamente, tenendo lo sguardo sulle gambe sottili di Kyungsoo.
- Ma da qui non posso scendere con la sedia..- mormorò abbassando le spalle.
- Oh..- Jongin corrugò la fronte, prendendo a massaggiare l’altra gamba - Allora vorrà dire che dovrò portarti in braccio..-
- C-cosa!? N-no..- Kyungsoo mosse velocemente il capo, sentendo le guance arrossarsi.
- Non è un problema-
- Possiamo andare in una spiaggia pubblica, no? Dove posso venire anche così.-
- Sono distanti.-
- E? Andiamo con l’auto..- la voce di Kyungsoo risultava leggermente acuta e Jongin si sentì arrossire.
- I-io non guido molto..- sorrise timidamente, sentendo tutte le probabili imprecazioni che Kyungsoo stava pensando nella sua mente. Non era un amante delle auto, le piaceva guidare ma poteva viverci anche senza.
- Cosa? Tu non guidi?!- Jongin alzò lo sguardo verso un Kyungsoo stupito e corrugò le labbra.
- Già—Ehi, cosa c'è di strano? Qui in Giappone si guida dall’altra parte, non è facile..- mormorò velocemente, abbassando nuovamente lo sguardo per nascondere il suo viso arrossato. Kyungsoo rise di gusto, una risata molto fragorosa che Jongin iniziava già ad apprezzare.
- Non ridere del tuo Hyung!- emise un suono di assenso, voltando lo sguardo al mare.
- E’ solo che..Andiamo, posso capire che è difficile cambiare orientamento di guida ma sei in Giappone da molti anni..Poi un ragazzo della tua età..- Kyungsoo provò a calmare la sua risata, prendendo un lungo respiro.
Jongin si sentì estremamente in imbarazzo, con la coda dell’occhio spiava il sorriso di Kyungsoo e come i suoi denti bianchi apparivano magnificamente, contornati dalle sue labbra gonfie. Kyungsoo era estremamente bello.
- Yah! Lo so, lo so..-
- Andremo a fare qualche lezione di guida allora!-
Jongin, incredulo, si voltò verso di Kyungsoo, un Kyungsoo che sorrideva dolcemente, con gli occhi dischiusi, cercò di nascondere lo stupore dal suo volto ma la cosa gli risultava difficile. Kyungsoo che gli aveva proposto di fare qualcosa assieme, strano, molto strano.
Andiamo? Assieme? Oddio forse inizia ad apprezzarmi..
Il suo cuore batteva più del normale e non riusciva a trattenere un sorriso.
- Ci proveremo.. forse.-
Kyungsoo rise appena, annuendo - Si e basta!-
- Ma oggi andremo comunque qui!- rise nel notare il cambio di espressione nel suo volto.
Che carino.
- E senza proteste.-
- Domani non vieni, giusto?-
Jongin lo fulminò con lo sguardo e Kyungsoo rise nuovamente.
- Potrei anche affogarti nel mare, sappilo.-
- Ehi!-
Passarono dei minuti prima che Jongin decise di alzarsi e prendere il copro di Kyungsoo tra le sue braccia.
- Non voglio andare in acqua..- mormorò il più piccolo, portandosi le braccia al petto.
- Allora andremo solo a guardare il mare, ci sediamo sulla sabbia e facciamo i castelli.-
- Jongin, non ho nove anni..- mormorò ridendo Kyungsoo, lasciandosi cullare dalle braccia robuste di Jongin.
- E’ così divertente! Si vede che voi di Daegu non siete abituati al mare!- sospirò e scosse il capo, stringendo maggiormente il suo copro contro il proprio petto. Non ricordava la scalinata che portava alla spiaggia così ripida e sopratutto con tutti gli scalini, quella di portare Kyungsoo in braccio non gli sembrava più un’idea tanto giusta. Prese un lungo respiro e cercò di non pensare al caldo del sole che picchiava sopra le loro teste, Kyungsoo non pesava molto e questo migliorò le cose. Dopo una decina di minuti arrivarono in spiaggia e fece accomodare Kyungsoo sulla sabbia fine, poco distante dalle onde e all’ombra di un grande albero.
- Ti va bene qui?- Jongin aveva il respiro affannato e si sistemò con cura accanto a Kyungsoo, portando le ginocchia al petto, tirando la testa indietro per portare il suo respiro regolare.
Sentiva lo sguardo di Kyungsoo su di sè, uno sguardo penetrante.
- Che c’è?- aprì un occhio e guardò Kyungsoo da sopra la spalla, rilassandosi nel sentire il rumore soave delle onde del mare, ritirarsi lente dalla sabbia.
- Perché fai questo per me?- il suo volto era molto serio, le labbra assomigliate come suo solito.
- Non posso?-
Kyungsoo sollevò le spalle, probabilmente non contento della risposta di Jongin e si voltò verso il mare.
- Come vuoi.-
Jongin gemette leggermente e si lasciò cadere sulla sabbia, chiudendo gli occhi.
- Evita di addormentarti, non vorrei morire qui.- disse Kyungsoo poco dopo.
- Tranquillo, non vado da nessuna parte.-
Passarono la restante giornata allungati all’ombra di quell’albero, rivolgendosi poche parole. Kyungsoo canticchiò leggermente, pensando che Jongin stesse riposando beatamente e quest’ultimo si sentì molto felice nel sentire Kyungsoo cantare, o meglio, emettere piccoli suoni che lo stavano facendo impazzire. Sorrise dolcemente, sperando che l’altro non lo stesse guardando e finse di svegliarsi solo quando Kyungsoo restò in totale silenzio, lanciando dei piccoli sassi verso la riva.
- Vuoi andare a bagnarti i piedi?-
- No, sto bene così.- accennò un sorriso, portando lo sguardo su Jongin.
- Allora torniamo a casa, si sta facendo tardi e tra poco verrà Matzuo.-
Quando Jongin riaccompagnò Kyungsoo dentro casa, dopo averlo fatto accomodare nella sua sedia, si sentiva ansioso. Il suo cuore palpitava velocemente, sentendo una strana sensazione dentro il suo petto. Non voleva troppo affezionarsi a Kyungsoo, sapeva che dopo quel mese non l’avrebbe più rivisto e sopratutto Jongin si conosceva. Conoscersi era molto importava, lui lo ripeteva sempre ma aveva paura quando si trattava di conoscere se stesso. Si affidava facilmente alle persone e si attaccava ad esse, non in modo morboso, non si sentiva così disperato. Aveva paura di ciò che Kyungsoo avrebbe potuto di cambiare della sua vita e nel solo pensare questo realizzava di star già sbagliando tutto, non doveva affezionarsi. Eppure, quando la signora Matzuo rientrò a casa, congedando Jongin da quella giornata di compagnia, si sentì triste.
Kyungsoo gli degnò solo un leggero sguardo di saluto, niente più. Jongin si sentiva estremamente confuso, sembrava essersi divertito quella giornata, pensava ad ogni dettaglio, ad ogni espressione che scrutò sul volto del più piccolo per capire dove avesse potuto sbagliare. Gli sembra tutto perfetto, nel suo piccolo. Trovava Kyungsoo come un bambino capriccioso e ne era attratto.
No, no, no. Basta, domani ti concederai tutta la giornata per te.
Il mercoledì era il suo giorno libero dal lavoro, l’unico giorno dove poteva staccare un po’ la spina da quella realtà e rilassarsi nel suo Mondo.
- Sono a casa.- disse sfilando le sue scarpe da ginnastica, ne avrebbe dovuto comprare un paio nuovo al più presto.
- Ben tornato Jongin!- Chanyeol lo accolse con un sorriso smagliante, che lui stesso ricambiò.
- Scusami, mi sono permesso di preparare la cena ma tuo nonno voleva verificare se sapessi cucinare.- il ragazzo alzò le sopracciglia, volgendo un veloce sguardo al signor Harada che occupava il suo solito posto sulla poltrona.
Jongin rise, sospirando - Scusalo..-
- Non è stato un problema, spero che sia tutto mangiabile piuttosto!- sorrise ancora e spense il bollitore del riso - Ah, comunque per quel fatto è tutto okay. Posso rimanere qui questo mese, solo che lunedì dovrò fare l’ultimo esame prima della Laurea! Spero non sia un problema.-
- Figurati Chanyeol, se hai bisogno di studiare puoi rimanere anche a casa, non farti problemi.-
Scosse la testa, armeggiando con i contenitori di ceramica - No, no. Oltre al fatto che riesco a studiare meglio qui che a casa mia. Ho già sospeso il contratto del mio appartamento a Sapporo, torno lì solo per questo esame e per laurearmi.-
- Mh? Come mai? Dopo dove starai?- Jongin seguiva con lo sguardo i movimenti di Chanyeol, osservandolo con cura. Era un ragazzo molto carino e lo trovava sempre più alla mano e disponibile, era felice di poter contare su una persona simile.
- Non so. Non so perché l’ho fatto..- sentì la sua voce abbassarsi - Per ora sto dai miei, vorrei trasferirmi. Provare a fare la specializzazione altrove, magari a Tokyo.- si voltò verso Jongin e sorrise dolcemente.
- Sarebbe meraviglioso.-
La tristezza pervase nuovamente su di lui. Jongin avrebbe voluto studiare all’università e magari lasciare Okushiri per frequentare una vita più adatta ai giovani, una città più adatta a lui. Guardò suo nonno e sospirò. Andava bene così.
- Qui è tutto pronto, spero che la cena sia di vostro gradimento.- Chanyeol si inchinò leggermente, riflettendo la sua chioma di un rosso scarlatto.
- Vuoi rimanere a cena?-
- Ti ringrazio Jongin-ya, per staserà dovrò declinare l’offerta!- sorrise e andò verso la porta d’ingresso, sistemando le proprie ciabatte con cura.
- Va bene, ci conto però!- Jongin sorrise e portò le pietanze sul tavolo, incitando il nonno a raggiungerlo.
- Ah, oggi è arrivata una lettera per te. L’ho messa sul tavolo del soggiorno.-
- Ti ringrazio Chanyeol.-
Si scambiarono i rispettivi saluti e Jongin si apprestò a cenare, ricordandosi della lettera poco prima di star salendo le scale, dopo aver sistemato il tutto e suo nonno a letto, che stranamente risultò silenzioso. Si spogliò dei suoi vestiti e rimase in boxer, sedendosi al bordo del letto e osservando la busta, non aveva letto ancora il mittente. Decise di andare a fare una doccia prima di aprirla, sotto l’acqua fredda ripassava a mente i dettagli della giornata trascorsa, sperando che la gettata d’acqua portasse con sé quel piccolo dispiacere che provava.
Con i capelli ancora umidi si allungò sul letto, con indosso solo i boxer e il pantaloncino che usava come pigiama.
- Vediamo un po’ chi è.- quando voltò la busta si sorprese, non si aspettava che un suo amico di Busan gli potesse scrivere. Non una lettera almeno.

Caro Jongin,
ti chiederai perché nel 2016 io ti stia scrivendo una cavolo di lettera ma la verità è che ho fatto rompere il mio telefono e quindi ho perso il tuo numero, ma il tuo indirizzo di casa no! Sono un bravo amico lo so. Mi mancavi, è tempo che non ci sentiamo, quando ti deciderai a mettere una cavolo di connessione ad internet in quella casa?!! Sono quattro anni che te lo ripeto, eppure. Non farmi venire fin lì con un modem, pls.
Ah, piuttosto.
Io, Kim Jongdae nato a Busan il 21 Settembre del 1992, prima della fine di Agosto verrò a trovarti. Stavo pensando dal 13 al 17, che pensi? Fammi sapere subito perché devo prenotare brutto ricchioncello birboncello. Probabilmente verrà anche Yeon con me. :3
Le cose li come vanno? Come sta tuo nonno? Qui tutto bene, ho conosciuto un bel ragazzo, si chiama Minseok, ma non so se le cose tra noi potranno mai funzionareeee All’università va tutto bene, a Marzo dovrei laurearmi, verrai vero!?? Ti apro il culetto a metà sennò.
Beh, ci sentiamo per telefono spero. :P
Tuo, Dae.
 
Sorrise apertamente e adagiò la lettera sul comodino accanto al letto, per poi spegnere la luce e rilassarsi.
- Domani andrò a comprare il modem, idiota di un Jongdae.- sospirò e chiuse gli occhi. Grazie a Jongdae quella notte non pensò a Kyungsoo.
   
 
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