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Autore: cin75    29/08/2016    12 recensioni
Cosa è vero , cosa non lo è. Sam e Dean si troveranno, loro malgrado, in una situazione pericolosamente confusionaria.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla fine della Seven Bridges Road, c’era uno spiazzo verde, coperto appena da una boscaglia. Sam, ancora nel suo stato confusionale, fissava emotivamente distrutto, le labbra tremanti, gli occhi rossi di pianto e disperati, la forma in fiamme sulla pira  che aveva eretto e che lui credeva essere suo fratello morto.
Quel fratello che non avrebbe avuto più al suo fianco.  Che era morto perché lui non era stato in grado di guardargli le spalle. Che aveva deluso ancora. Per un ultima volta. 
Abbassò lo sguardo per un attimo, colpevole, distrutto. Fissò i suoi piedi nella terra scura e dolorosamente notò che non c’erano impronte accanto a quelle che avevano lasciato i suoi piedi.
Era solo.
 
Appena dietro di lui, quell’allucinazione fraterna si palesò di nuovo e cercò perfino di dargli conforto.
Mi dispiace , Sammy! Non avrei davvero voluto lasciarti. Non ancora. Non così!” confidò amareggiata la presenza dalle sembianze fraterne.
“Dovevo stare più attento. Dovevo coprirti le spalle e invece io…”
No, no, no….fratellino. Non darti la colpa. È andata semplicemente così. Siamo cacciatori. E prima o poi questo…” fece indicando la pira funebre. “..questo è quello che ci aspetta.
“Non ce la faccio. Non sono pronto a dirti addio, Dean. Non ….”
Potrebbe non essere un addio!” azzardò , forse, timidamente lo spirito. O forse, no!
“Cosa? come ?!”, domandò ansioso Sam.

Ritornare dal mondo dei morti? Potevano ancora?

“Billie non ti lascerà tornare indietro!”
No. Non lo farà!”  convenne la presenza con tono deciso ma pacato.
“ E allora….cosa?” quasi balbettò Sam, incerto.
Potresti….”  Ma poi si fermò come se fosse troppo quello che stava per chiedere.
“Potrei…potrei cosa? Dimmelo. Dimmi cosa posso fare per riaverti con me!!?” si allarmò ansiosi di sapere come rimediare a quell’errore che non aveva commesso in realtà.
Lo spirito lo fissò, a tratti addolorato o forse incerto e poi sorridendogli, quasi timidamente, suggerì: “…potresti venire tu da me!” .
 
Sam sentì il suo cuore perdere un battito. Lo stomaco contrarsi dolorosamente. “Dean…”

Lo so che è tanto quello che ti chiedo, Sammy. Ma potremmo stare insieme ….per sempre e so che stenterai a credere a quello che sto per dirti….ma…ma c’è una tale pace da questa parte. Una pace che io non ho mai conosciuto, che tu non hai mai conosciuto e cazzo!! Fratellino…se ce la meritiamo un po’ di quella pace!!” gli spiegò lo spirito di Dean, cercando in tutti i modi di “abbagliare” il giovane che lo ascoltava spaesato.
“Dean, io non so se ….” Balbettò confuso.
 
Davvero Dean gli stava chiedendo di suicidarsi dopo aver vissuto tutta la sua vita impegnandosi contro tutto e tutti pur di salvarlo dalla morte?!
 
Ma la presenza sembrò cogliere quel dubbio sul volto confuso di Sam.
Non voglio che tu rimanga da solo Sammy. Tu , da solo, in questo mondo, a combattere tutto questo schifo di male, senza me che ti guardo le spalle…questo…questo non mi darebbe pace. Per favore! Vieni…vieni da me!” fece invitando il giovane cacciatore a fissare la pistola che aveva lasciato a terra vicino al suo giaccone.
“Non credo di averne il…”
Non abbandonarmi , Sammy!” fece ad un certo punto con la voce più severa, lo spettro. “Non deludermi. Non farlo ancora, Sam.” e questo era decisamente un rammaricato rimprovero sapendo di aver usato la parola giusta. “Hai sempre detto che ti rimproveravi le volte che mi avevi deluso, le volte in cui mi avevi abbandonato. Ora…ora hai la possibilità di rimediare. Fallo, Sammy! Fallo!!” quasi ordinò “Sono morto …ancora una volta….per proteggere te. Me lo devi, fratellino.”  asserì severamente avvicinandosi all’arma.
Sam, deglutì a forza. Quelle parole gli erano entrate dentro con la forza di un temporale. Avevano riportato in vita di nuovo tutte quelle emozioni e quelle sensazioni che tempo addietro avevano fatto da muraglia fra lui e Dean.
 
Guardò la pistola, guardò il fantasma e poi ancora la pistola.
Piano si chinò a prenderla e la strinse tra le mani.
 
Ok! Sammy. Tranquillo. Sarà facile. Sarà veloce. E in un attimo sarai qui …con me. I fratelli Winchester insieme contro il mondo…. per l’eternità!!” sembrò incoraggiarlo.
Sam parve perfino sorridere a quell’eventualità. La voce di Dean gli risuonava ininterrotta nella testa, i suoi incoraggiamenti a premere il grilletto pressavano quasi dolorosamente al centro del suo cervello annebbiato. In quella confusione caricò l’arma tirando indietro il carrello.
Bravo così, Sammy! Quella pistola è sensibile. Ti basterà contrarre appena il dito sul grilletto e sarà fatta. Un colpo. Solo un colpo. Andiamo. Sono stanco di stare da solo. Andiamo!!” si premurava  di incoraggiarlo, l’allucinazione, in modo sempre più insistente.
 
 
 

Dean, quello vivo e vegeto, nel frattempo, lungo il tragitto che gli stava facendo percorrere la Seven Bridges Road, sibilava imprecazioni  e preghiere miste insieme, affinchè Sam fosse abbastanza forte da resistere a quello che di sicuro gli stava accadendo.
 
Qualche giorno prima erano arrivati a Los Angeles per trovare una sorta di mostro ingannatore che ferendo le proprie vittime non le uccideva ma con il suo veleno soprannaturale le esasperava talmente tanto, le spingeva verso una tale disperazione da portarle al suicidio. Prima del loro arrivò in città , quattro persone si erano misteriosamente e improvvisamente suicidate , ma una…una erano riuscita a salvarla appena in tempo.
Dopo di che, avevano affrontato il mostro.
L’unica cosa negativa di quel bastardo era che la sua “influenza” non finiva con la sua morte. Il veleno faceva comunque il suo effetto. Durava per almeno 24 ore e chi ne veniva infettato doveva essere tenuto costantemente sottocontrollo o sarebbe di certo andato incontro a triste inconscia fine.
Perciò il terrore di Dean, in quel momento, era che Sam non era tenuto sottocontrollo da nessuno. Sam era solo, in preda a chissà quale allucinazione sulla sua morte.
 
“Dannazione…dannazione!” imprecava il cacciatore mentre schiacciava il pedale sull’acceleratore. “Ti prego…ti prego Sammy!! Non fare pazzie…non ..non….” quando ad un certo punto vide l’Impala ferma poco dentro il bordo stradale. “Dio ti ringrazio. Ti ho trovato!!” esclamò anche se in effetti il pensiero era su come avrebbe trovato suo fratello.
Ancora vivo o…
Scese dalla macchina e corse senza nemmeno curarsi della sua Baby. Si addentrò nella boscaglia e finalmente lo trovò. Scorse Sam, in piedi. Accanto ad una pira funebre ancora fumante.
E poi la vide! La cosa più terrifica che la sua mente potesse immaginare.
La pistola puntata alla tempia. E Sam che sembrava sul punto di fare fuoco.
 
“Saaamm!” gridò allarmato. “Sammy!!!!”
Il minore si girò di scatto, confuso, sudato. Lo sguardo sperso.
 
Non sono io, Sammy. Quello non è tuo fratello. Io lo sono. E sono qui e ti aspetto. Quello che vedi laggiù è solo un’ allucinazione che vuole tenerti ancorato a tutto questo dolore. Vieni da me, Sammy. Presto!! vieni da me!! Ti proteggerò io, come ho sempre fatto. Andiamo premi quel grilletto!” si fece insistente la voce del fantasma, allarmata dalla presenza di colui che sapeva essere il vero Dean.
 
“Io…” guardando quella presenza eterea e poi… “Dean..” spostando lo sguardo su quel qualcuno dall’aspetto decisamente più corporeo.
“Sam…ti prego. Ti prego, metti giù la pistola, fratellino. Io…io non so cosa tu stia vedendo e cosa tu stia sentendo, ma ti prego di credermi….sono qui. E sono vivo!” fece con apprensione il maggiore.
“No..no..no…tu sei…tu sei morto!” asserì spaesato Sam, che spostava lo sguardo dalla pira in fiamme e un posto vuoto al suo fianco e poi su Dean di fronte a lui.
“Noo!!” quasi gridò il vero Dean.
“Il dottore me lo ha detto …in ospedale…e io…io ho portato il tuo corpo fin qui e l’ho…l’ho bruciato perché….perchè…”
“No, Sammy. No!! Sono vivo. Il mostro ti ha infettato e tu sei sotto l’effetto del suo veleno.” Provò a spiegargli il fratello, sperando che qualcosa scattasse nella mente del fratello.
“Cosa?”
 
Non ascoltarlo Sammy! Vedi cosa vuole fare? Ti vuole costringere a soffrire ancora. Io invece..?? Sono qui e tutto ciò che voglio è che tu smetta di soffrire. Andiamo. Premi quel grilletto, Sam. Andiamo!” sibilò con tono quasi crudele lo spirito. "Sono tuo fratello maggiore ed è mio compito prendermi cura di te, ricordi?" spingendo ancora a sadicamente sul quel lato emozionale sempre più sconvolto di Sam.
 
Il giovane cacciatore, sempre più confuso dalle parole vere e quelle false che si alternavano nella sua mente, tirò indietro il cane della pistola.
 
Sììì!!!” ringhiò tra i denti la presenza.
“Per l’amor di Dio, no!” esclamò, invece , Dean, nel panico.
 
Il maggiore avanzò istintivamente verso il fratello che sembrava ormai sul punto di fare fuoco e togliersi la vita.
“Sammy…Sammy….no. Ti prego, ascoltami. Solo …solo un minuto. Dammi solo un dannatissimo minuto!” lo supplicò mentre freneticamente spostava il suo sguardo dal volto spaesato di Sam, la canna poggiata alla sua tempia e il dito teso contro il grilletto. “Solo un…minuto. Ti scongiuro!” disse ancora con la voce rotta dalla disperazione e solo allora , Sam, parve , rivolgergli attenzione.
Il giovane attese.
Dean deglutì. Sapeva che si giocava il tutto per tutto. Sapeva che non poteva abbrancare Sam. Il minore era talmente teso e  quella maledettissima pistola talmente vicino alla sua testa , che se avesse sbagliato i tempi, Sam si sarebbe comunque sparato. Quindi doveva parlare.
Doveva cercare di arrivare a Sam , alla sua parte cosciente , in ben altro modo.
 
“Toccalo!” disse solo.
 
Sam lo guardò stranito, spostando solo per una frazione di secondo lo sguardo sullo spettro.
“Toccalo…metti una mano sul suo cuore, Sammy. Ti prego…ti prego. Fallo!”
 
Sta’ solo prendendo tempo, Sammy. Non farti infinocchiare come al solito. Sii intelligente. Lui vuole ancora scegliere al tuo posto. Vuole ancora impedire che tu faccia le tue scelte…” anche se la sua voce iniziava a vacillare.
“Sta’ zitto!” sibilò Sam.
“..Non ascoltarlo. La storia è sempre la stessa….” continuava, invece .
“Sta’….zitto!” con tono più severo.
Lui sceglie. Tu ne paghi le conseguenze!!” infieriva ancora.
“STA’ ZITTOOO!!!!” gridò furente a quel punto Sam.
 
Dean sobbalzò appena quando sentì Sam urlare in quel modo ma poi si rese conto che il minore non era con lui che stava parlando. Anche se la cosa lo atterriva comunque, il fatto che Sam stesse zittendo qualunque cosa lo stava confondendo, lo trovò un bene anche perché un secondo dopo vide il fratello che con la mano libera avanzava verso un posto vuoto e sembrava come se ne stesse tastando l’aria.
 
Sam allungò la mano verso lo spettro. Al centro del suo petto. Lì, dove batte il cuore.
Era un fantasma e sapeva che non avrebbe sentito niente, ma voleva comunque capire perché Dean lo aveva supplicato di fare quel gesto. Chiuse a pugno la mano che aveva oltrepassato senza difficoltà l’immagine di quello che era lo spirito di suo fratello.
Poi si voltò verso “l’altro” suo fratello.
Dean gli sorrise appena e con gesti minimi e lenti sembrò chiedere il consenso ad avvicinarsi a lui e Sam acconsentì e anzi gli andò incontro.
“Ora…tocca me , Sammy!”
 
Non farlo, Sammy!”, disse decisamente agitata quella malsana presenza. “Non farti ingannare ancora. Non essere ancora così ingenuamente stupido!!” lo rimproverò duramente.
 
“Tocca il mio cuore. Metti la mano qui, fratellino!” fece  intanto Dean aprendosi la camicia, senza mettergli fretta, quasi non volesse spaventarlo per quel gesto.
Sam  lentamente alzò di nuovo la mano, come  se fosse ipnotizzato.
Raggiunse il centro del petto di Dean e tremando, insicuro, poggiò la mano sul punto esatto in cui un battito forte, vivo e deciso del cuore di Dean, gli battè contro il palmo.
Il giovane trasalì alla sensazione della vita che sentiva contro la sua mano poggiata sul petto del fratello.
“Sono vivo, Sam. E quanto è vero che ti prenderò a pugni quando tutta questa storia assurda sarà finita, sono qui e sono vivo , fratellino.” fece con tutta la convinzione e l’esasperazione che adesso provava Dean, sperando di aver raggiunto la parte senziente del fratello avvelenato.
“Dean…” e lo disse guardando il fratello maggiore dritto negli occhi e Dean capì che Sam adesso sapeva cosa e chi era reale.
 
Inutile…sei inutile…un incapace…sempre a piagnucolare …sempre a sottometterti…non crescerai mai, Sammy….Non… sarai mai…un…vero…..” cercava di infierire ancora ma più i due fratelli si guardavano più la sua malvagia forza diminuiva.
Poi svanì nel nulla. Sconfitto.
 
“Dean…” fece con le lacrime agli occhi il più giovane, mentre Dean metteva una mano su quella premuta contro il suo petto e l’altra l’alzava piano verso quella che ancora teneva impugnata l’arma.
“Metti giù la pistola, fratellino. Mettila giù!”
Sam obbedì. Era ancora confuso. Si sentiva ancora come se si fosse svegliato da un sonno lungo giorni, ma obbedì e lasciò che Dean gli togliesse la pistola dalla mano.
Dean la prese e se la mise sotto il giaccone e un attimo dopo si ritrovò Sam appoggiato a lui che cadeva lentamente sulle ginocchia.
Il maggiore accompagnò quella sorta di caduta e tutti e due finirono in ginocchio sul terreno. Sam che si lasciava andare ad un spossatezza dovuta a tutto quello che provava e a quello che il veleno gli aveva imposto di provare, Dean che lo sosteneva e gli carezzava lentamente ma con decisione la schiena e la testa.
“Va’ tutto bene, Sammy. E’ finito tutto finalmente….. è davvero tutto finito. Tranquillo, fratellino. Sono qui, ci penso io a te. Ci penso io a te!” disse mentre cercava di trovare, lui per primo, una sospirata calma.
“Come sempre!” biascicò Sam, con la testa ancora nascosta contro la spalla del maggiore.
“Come sempre!” concordò l’altro. “Andiamo a casa, ora!” fece stanco ma tranquillo, Dean.
“Sono già tornato a casa.” sussurrò Sam in quell’abbraccio fraterno, sorridendo al respiro di sollievo che sentì fare a Dean.
 
Poi Dean lo vide che fissava il terreno sotto di loro e che sorrideva ancora più apertamente.
“Che c’è?” chiese curioso, aiutandolo a rimettersi in piedi.
Sam non lo guardò ma continuò a fissare a terra. “Ci sono le tue impronte. Qui….accanto alle mie. Ci sono le tue impronte!!” disse poi, sollevato e  sì, felice. Dean lo vide felice di quell’affermazione anche se non ne capiva appieno il significato.
“Ehm!! Già…ok!” convenne anche se perplesso. “Questa me la spieghi al bunker, fratellino!” fece battendogli una fraterna pacca sulla spalla.
“Va bene!” non obiettò il più giovane.
Si avviarono verso l’Impala con Dean che di tanto in tanto lanciava uno sguardo di controllo al fratello e Sam che di tanto in tanto si guardava indietro e fissava le due orme che li seguivano, una accanto all’altra.

 
 








N.d.A.: Ennesima follia. Ma non so perché in questo periodo le idee sui due bros mi stanno assillando la mente.
Sento le voci!!! Sento le voci!!!!
Come vi ho già detto nella prima parte non so se questa os abbia o meno un senso ma non mi è dispiaciuto affatto scriverla  e poi parte del l’ispirazione mi è venuta da questa canzone.
Ascoltate se potete o volete e ditemi se non sprizza Winchester bromance da ogni nota!!
https://www.youtube.com/watch?v=1RTRnj1FI_A
 
P.S.: la questione del cuscino ha suscitato molta curiosità.
Ecco cos’è il cuscino di cui  Sam “si prende cura”!!
http://casa.atuttonet.it/images/2011/11/cuscino-gravidanza.13.jpg
 
 
Baci, Cin!!
   
 
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