Stamattina,

Ti ha svegliato il rosso. E il blu.

Diciamo che non era ancora stamattina, ecco.
Hai aperto gli occhi e ti sei sentito un Dio. Era la tua giornata. Hai ascoltato il fruscio delle coperte a contatto con la tua pelle calda,
fino a farti venire la nausea, hai strofinato il naso sulla stoffa, e con una risatina leggera hai affondato il viso nel profumo del cuscino. 
E sei andato giù, sempre più giù, come a voler soffocare ogni più piccola porzione di aria nel corpo. Ti fa sentire bene. Lo facevi anche
quando eri piccolo.

Hai tracciato lo stesso invisibile ghirigoro per ore, dopo, con un sorriso così felice. Non ti sei mai stancato.
Dopotutto, stamattina era la tua giornata.

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Ti sei accovacciato sul pavimento sporco da mesi e hai chiuso gli occhi.

Hai preso un respiro bello profondo. Uno di quelli che ti fanno prudere il naso, sapete no? Uno di quelli che dovrebbero farti stare 
meglio ma che invece ti fanno respirare solo stronzate su stronzate. Hai aperto gli occhi e ti sei comunque sentito un Dio.
Era la tua giornata.
Quindi ti sei messo in ginocchio, faccia contro il muro, e hai pensato.
Certo, poi è stato tutto troppo veloce, mani che tremano, pugni che sbattono, ancora, e ancora, e ancora, il sangue lasciato 
sull'intonaco giallo canarino.
E poi urla, e brividi, e ancora pugni, ma niente lacrime, no. Qualcuno si chiederà perché tanto rumore? Oh, non sarebbe poi così
  male.

Forse sei pazzo.

Forse non ti sei alzato dal letto, non hai aperto gli occhi stamattina, non hai vissuti i tuoi fottutissimi ventun'anni.
Forse non ti sei mai svegliato per davvero for- i tuoi occhi sfarfallano persi, fino a quando non si posano sulle impronte di sangue
e di sussurri, per poi decide che potevi fare le pareti color carminio, non sarebbero state male.

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Sei così euforico, così felice, che quasi non ci credi.
Hai chiuso gli occhi, con un sorriso così leggero da essere bellissimo dipinto sulle labbra. Aspettavi da anni questo momento.
Ed è il Momento, con la “m” maiuscola, lo senti. Lo senti nel ruggire del vento che, felice, ti abbraccia e ti incoraggia, lo senti
sottopelle, nell'adrenalina che fa correre il tuo cuore come mai prima d'ora.

Lo senti nel vociare ritmico e affievolito della folla. Il pubblico che assisterà al tuo più grande spettacolo, e che con l'anima
in una mano urlerà solo per te.
Un inchino al vuoto, un ghigno al buio.

Hai aperto gli occhi e ti sei sentito un Dio.
Hai guardato il cielo tingersi sempre più d'azzurro e hai saltato.

Uno, due secondi di pura libertà.

Un'altro di paura.

Quello dop-.

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Okay, finalmente l'ho pubblicata :D
Allora, credo che debba darvi delle spiegazioni *si schiarisce la voce con fare molto professionale* Emh okau u.u
Prima di tutto spero che si capisca che la frase è spezzata a metà perché lui muore. Ho deciso di fare così perché in un certo
senso la persona che narra, racconta della vita del ragazzo, quindi se questa finisce, il narratore non se ne interessa più, no?

…

Umh si, è molto contorto come ragionamento e probabilmente non ha senso, ma vabbè ahah
E niente, spero che la piccola storia vi sia piaciuta, fatemi sapere se avete consigli o critiche nelle rencensioni ;D
..sono brava. *scompare all'orizzonte mentre cavalca un delfino*