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Autore: Guardian of Sun89    31/08/2016    2 recensioni
Ci sono molte cose che le persone non riescono a dire. Sopratutto le persone orgogliose, persone come lei. Lei che era sempre stata circondata da colori chiari, quasi pastello, così come gli occhi di chi la guardava
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono molte cose che le persone non riescono a dire. Sopratutto le persone orgogliose, persone come lei. Lei che era sempre stata circondata da colori chiari, quasi pastello, così come gli occhi di chi la guardava. Gli occhi di suo fratello erano blu, esattamente come sua madre, occhi che le dimostravano amore e protezione e qualcos'altro che Sokka non aveva mai detto, non aveva mai voluto esprimere e che quindi lei non gli aveva mai chiesto. Quegli occhi erano di un colore diverso dal suo, ma sempre quel blu, quel blu che li distingueva dalle altre nazioni. Quel blu di chi è nato nei ghiacci e ha fatto dei ghiacci la propria casa,  il propio quotidiano, il proprio elemento. Poi di colpo un altro paio di occhi si erano aggiunti, come a ricompensarla dopo lunghissimo tempo dei molti che aveva perso. Erano occhi grigi, grigi come una tempesta in piena regola. Quelle tempeste invernali che ti bloccano a casa e un po' non ti piacciono, ma poi le perdoni perché mentre le guardi da dentro casa ti fanno apprezzare la strana danza che i fiocchi fanno con il vento.
Grazie a quegli occhi Katara aveva incontrato occhi dorati, occhi che le facevano battere il cuore più forte, perché non erano i soliti occhi gialli che incutevano terrore, occhi del nemico, occhi della nazione del fuoco. Quegli occhi erano oro, come se lo avessero colato dentro di lui per dimostrare la nobiltà di quel ragazzo. Ma non era solo quello, quegli occhi le parlavano di cose di cui lui non avrebbe mai fatto parola. Come la cicatrice sul suo occhio sinistro. Katara a volte si chiedeva quanto male avesse potuto sentire, male non solo fisico.  E poi gli ultimi, ma non ultimi. Occhi che avrebbero dovuto essere verdi, di un verde smeraldo. Occhi che però non lo erano. Occhi che si muovevano ma non vedevano. Occhi che non vedevano,  ma nonostante tutto Toph non ne aveva mai avuto bisogno. Katara chiuse per un secondo i suoiocchi facendo un enorme respiro, ripensando a come di colpo la sua vita pastello si fosse riempita di colori, colori che amava e che nonostante lei si ostinasse a non ammetterlo erano dipinti nel suo corpo come tatuaggi indelebili.

 

  
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