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Autore: Piuma_di_cigno    01/09/2016    0 recensioni
Tic Tac, fa l'orologio di Wendy. Ha ormai 17 anni e ogni giorno le sembra che crescere la renda più triste. Non si può fermare questo treno in corsa, e quel che è peggio è che non ricorda nemmeno che, per un attimo, ne ha persino avuta la possibilità.
Ma cosa succederebbe se, infine, gliene venisse concessa una seconda? Una seconda possibilità per rimediare, per scegliere meglio, per valutare e, soprattutto, per mettere in conto anche gli occhi di Peter, in cui si perde continuamente?
Partirebbe all'avventura una seconda volta?
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Darling, Michael Darling, Peter Pan, Wendy Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Nuovi incontri

 

Nei giorni successivi l'isola divenne straordinariamente affollata: arrivarono Emma, Cassidy, Jack ed Alexander. Il primo ad arrivare fu Jack e il mio incontro con lui fu alquanto rocambolesco; stavo raccogliendo qualche frutto dagli alberi, quando avevo visto qualcosa nel cielo. Sulle prime mi era sembrato un volatile, ma non stava affatto sbattendo le ali e sembrava indossare una camicia, così ero scesa e avevo messo la frutta in un cestino prima di mettermi ad osservarlo lontana dalle cime degli alberi.

Non capivo cosa fosse. Come avrei scoperto poco dopo, Jack indossava un mantello nero con cappuccio oltre alla camicia bianca e portava sulle spalle uno zaino, tutte cose che mi avevano confusa non poco, e che mi fecero pensare a una nuova creatura dell'isola.

Per essere un volatile era straordinariamente veloce, stava scendendo dal cielo come un proiettile … Dritto verso di me. Non feci nemmeno in tempo ad urlare o a scansarmi che la creatura mi investì demolendomi letteralmente e cadendomi addosso con un tonfo. Accidenti se era pesante!

Dopo essermi tolta i capelli dal viso -con non poca fatica- vidi che si trattava di un ragazzo dagli occhi verde smeraldo che mi fissava esterrefatto.

“E tu chi saresti?”

“Ma … Chi sei tu semmai! Sono forse io ad esserti caduta addosso dal cielo!? E vorresti scansarti, per favore??”

Non accennava a farlo; il suo peso mi schiacciava le costole.

“Non è che per caso sei Wendy?”

Sorpresa, annuii.
“Come fai a saperlo?”

“Peter mi ha parlato di te.” Peter aveva parlato di me!? Con questo qui!?

“Fantastico. Tu chi sei?”

“Jack.”

“Grandioso Jack, vorresti toglierti da qui o hai intenzione di rendere conto a Peter del soffocamento di Wendy?”

“Oh, certo, scusa.”

Jack finalmente si alzò ed ebbe la buona grazia di tendermi una mano per aiutarmi. La accettai, anche se con esitazione, e una volta in piedi presi il cestino della frutta.

“Allora, cerchi Peter?”

“Sì. Puoi accompagnarmi da lui per favore?”

“Ovvio.” cominciai a fargli strada “Come mai sei qui?”

“Vacanza” rispose scrollando le spalle; già, avrei dovuto aspettarmelo visto che Peter mi aveva avvertita, ma come si fa ad aspettarsi che uno arrivi dal cielo e ti metta k.o.? Perché io non me l'aspettavo proprio. Di sottecchi mi misi ad osservare lo straniero. Era più robusto di Peter e non trasmetteva il suo stesso senso di velocità e agilità, i suoi lineamenti erano piuttosto affilati anche se il colore degli occhi smorzava l'insieme. Erano di un verde molto raro, particolarmente acceso.

Sembrava molto interessato a quello che vedeva nella foresta e guardava tutto con grande attenzione, come a memorizzare i dettagli o a vedere se tutto fosse al suo posto. Quasi di sicuro era già stato sull'Isola perché anche se mi aveva chiesto di accompagnarlo sapeva esattamente dove mettere i piedi e questo senza nemmeno farci caso.

Al suo arrivo da Peter, dopo saluti e convenevoli, avevano avuto molto di cui parlare riguardo a cose di cui io non sapevo niente; provai una piccola fitta di gelosia sentendo parlare di quel periodo trascorso da lui sulla Terra e di cui però io non ero a conoscenza, ma poi mi convinsi che era ridicolo e uscii per una nuotata.

Quando arrivai nei pressi della spiaggia vidi che c'era qualcuno dall'aria completamente fradicia e furiosa che camminava sulla battigia. Il qualcuno portava un'elegante … Camicia da notte bianca. Ne fui incuriosita visto che era la stessa cosa che indossavo io da bambina quando ero arrivata lì, perciò mi avvicinai e scoprii che era una ragazza dai lunghi capelli neri legati in un'acconciatura sbilenca.

La camicia da notte era zuppa e le si era appiccicata tutta al corpo, facendo intravedere cose che forse non avrei dovuto vedere.

“Ehi!” attirai la sua attenzione. La ragazza si voltò di scatto.

“Ciao! Se di queste parti?”

“Più o meno.”

“Benissimo, allora sai dov'è Peter?”

“Certo. Vieni con me.” mi voltai e lei mi seguì, così ne approfittai per chiederle cosa le fosse successo.

“Purtroppo non è semplice ricordare sempre come volare, ogni vacanza che passa è più difficile. Mi sono praticamente schiantata qui; sono già fortunata ad essere finita in acqua e a non schiantarmi su qualche albero.” mi sorrise “A proposito, io sono Emma. Piacere.”

Strinsi la sua mano.

“Wendy.”

“Sei un'amica di Peter?”

“Credo di sì.” eravamo amici, giusto? Chissà perché ma Peter sotto la definizione di amico mi faceva pensare a quando Michael imparava a scrivere e scriveva la A al posto della B. Avevamo ballato insieme … Ma anche gli amici ballano insieme, no? Gli amici non vivevano insieme però. Anche se quella era una circostanza particolare perché avevamo un'isola tutta per noi, e tuttavia io avevo accettato di seguirlo …

“Allora?”

Alzai la testa, sorpresa.

“Uh?”

“Come mai se qui?”

“Ah, … Ecco, è complicato.” non avevo intenzione di spiegare il delirio totale della mia storia a una sconosciuta. “E tu?”

“Per colpa di una serata in un pub. E non mi interessa quello che blatererai sulle donne, sì ero da sola, sì ero ubriaca, sì indossavo abiti non particolarmente adatti alla mia circostanza. In ogni caso era una brutta serata.” le lanciai un'occhiata per capire quanti anni avesse. Forse uno più di me. “Non so come abbia agganciato te, ma con me sono bastate le chiacchiere di Peter su un'isola in cui non si invecchia mai e non ci sono adulti. Forse per disperazione gli ho creduto e sono arrivata qui.”

“Perché ti eri ubriacata quella sera?”

Scrollò le spalle.

“Non me lo ricordo e non voglio nemmeno ricordarlo. Vengo qui quando il lavoro me lo permette.”

“Dove lavori?”
“Su una nave mercantile. Travestita da ragazzo, ovviamente, o non mi avrebbero permesso di salirci; dicono che le donne portano sfortuna quando si va per mare.”

“Non sai come ti capisco ...” per un periodo, appena tornata dall'Isola, avevo pregato mio padre di lasciarmi studiare da apprendista per diventare capitano di una nave e salpare verso il mare aperto, anche se solo come mozzo, ma lui si era arrabbiato tantissimo e mi aveva fatto una lunga predica su quanto fosse disdicevole che una donna salisse su una nave da sola con un equipaggio interamente maschile. E poi lui voleva un futuro diverso per me: voleva che diventassi come mia madre, una brava moglie e una brava mamma, sempre bellissima e perfetta e sempre a fianco di suo marito. Ma non lo ero e non lo desideravo; io ero sempre stata un maschiaccio indipendente e orgoglioso, ecco cosa.

Era bella l'idea di amare qualcuno, tuttavia l'ultima cosa che volevo era che in virtù di questo sentimento mi ritrovassi a dipendere da lui o, peggio, a non poter fare un passo senza di lui.

“Mi spiace che tu capisca.” interruppe i miei pensieri Emma “Con tutte quelle che capitano sulle navi di trasporto merci, è davvero terribile che tu capisca; per un periodo sono persino stata ostaggio di una ciurma di pirati. Non so quante volte mi sono ritrovata sballottata da una parte all'altra dell'oceano in attesa di tornare a casa e senza sperare di farlo.”

Non risposi perché avrebbe significato spiegarle troppo di me, e certe cose non le volevo spiegare nemmeno a me stessa. Se sarei mai tornata sulla Terra era una di queste. Io volevo bene a Peter, anche se non sapevo ancora in quale senso, ma non ero pronta a tagliare per sempre i ponti con la mia vecchia vita. Sapere qualcosa sulla mia famiglia in quel momento sarebbe stato doloroso, perché avrebbe reso più forte la tentazione di tornare, eppure mi sarebbe piaciuto avere loro notizie; stavano bene? Avevano … Avevano celebrato il mio funerale? Se era così non mi avrebbero mai più accettata in famiglia, pensai, mio padre prima di tutti: lo scandalo sarebbe stato troppo grande e la gente avrebbe iniziato a mormorare. Se non ero stata uccisa da qualche mal intenzionato, allora dov'ero stata tutto quel tempo senza un uomo che mi accompagnasse? A quel punto avrebbero detto che mi ero segretamente innamorata di qualcuno e che ero scappata con lui e solo Dio sapeva chi avrebbero pensato che fosse quel qualcuno. Sicuramente non una persona per bene, o non avrei avuto motivo di scappare … Come se non bastasse, quelle domande le avrebbero fatte anche i miei genitori. E cosa avrei risposto? Dov'ero stata? Com'ero sopravvissuta da sola?

Guardai il cielo del pomeriggio, con il sole che splendeva dorato sopra di noi, e mi resi conto che ormai era passato troppo tempo. Potevo tornare, ma non dalla mia famiglia. Per la prima volta in tutto quel tempo capii che potevo averli lasciati per sempre senza averci pensato abbastanza.

“Ehi Wendy ci sei? Sogni un sacco ad occhi aperti, eh?”

Magari fossero sogni!

“Ci sono, come no. Peter è lì dentro.” dissi indicando il grande albero in cui fino a prima si trovavano Peter e Jack. Emma fece qualche passo nella direzione che le avevo indicato, ma si voltò quando vide che non la seguivo.

“Tu non vieni?”

“No … Ho delle cose da fare.” e prima che potesse replicare me ne andai nella foresta. Non avrei sopportato, oltre alla morsa che ora sentivo nel cuore, di vedere Peter immerso nell'ennesima conversazione che non capivo e di cui non sapevo niente.

Era giusto che lui avesse cose di cui non mi parlava; io stessa non gli avevo detto nulla degli ultimi anni, eppure mi sarebbe piaciuto che lui mi avesse raccontato qualcosa. Non potei evitare di sentirmi sola in quell'Isola, perché a parte Peter e gli ultimi arrivati non c'era nessun altro; la lingua degli indiani era incomprensibile, e in ogni caso non mi sopportavano, e a parte loro potevo contare solo su meloni, manghi e altri frutti non identificati se proprio volevo parlare.

Non che a casa fosse diverso … Lì c'erano alberi, a casa pareti. Nessuno dei due parlava.

 

Il sole stava ormai tramontando quando arrivai alla spiaggia e mi sedetti sugli scogli a guardare il mare e ad ascoltarne le onde. Io e i miei fratelli ci eravamo dimenticati di Peter Pan in quegli anni, anche loro si sarebbero dimenticati di me? Il mare non mi diede risposta, così appoggiai la testa contro uno scoglio e chiusi gli occhi. Rimasi lì per un tempo che mi parve infinito, quando una voce sorprendentemente vicina mi fece fare un salto per lo spavento:”Che ci fai qui?”

Mi voltai di scatto e trovai il viso di Peter a un centimetro dal mio, gli occhi verdi che mi scrutavano indagatori, e arrossii. Non ero preparata a mentire.
“Guardo il mare.” in fondo era vero.

“Certo. Lo guardi da sola e con gli occhi chiusi?”
Distolsi lo sguardo ma non replicai. Avevo le guance in fiamme e fu persino peggio quando si sedette accanto a me, la spalla che sfiorava la mia.

“Qual è il problema, Wendy?”

“Nessuno.”

“Dimmelo.” eccolo, il ragazzino testardo che conoscevo. Per mia sfortuna, quella sera non avevo né la voglia né il fegato di tenergli testa, perciò mi limitai a chiudermi come un riccio abbracciandomi le ginocchia e a rimanere in silenzio.

Rimanemmo così per qualche minuto senza dire nulla, poi Peter parlò.

“Quando sono arrivato sulla Terra non pensavo di rimanerci davvero. Sono andato avanti e indietro un paio di volte prima di decidermi, ma per me è stato facile perché non avevo nessuno da lasciare.” guardava fisso il mare “Sono stato da solo per un po' e come ogni bambino da solo in una città non ci ho messo molto ad attirare l'attenzione. È così che sono finito in un orfanotrofio e ho conosciuto Jack. Abbiamo fatto amicizia, grazie a lui ho scoperto quello che non sapevo su come ci si comporta a Londra di questi tempi e anche quali fossero le persone da evitare. Io gli ho raccontato la mia storia e del posto da cui provenivo. Mi ha creduto solo quando mi ha visto volare e da allora ci siamo ripromessi di scappare alla prima occasione, in modo che io potessi portarlo sull'Isola. Sfortunatamente dovevo trovare una fata per far volare anche lui, perciò abbiamo passato gli anni successivi alla sua ricerca quelle rare volte in cui uscivamo dall'orfanotrofio. Nel frattempo siamo cresciuti; in un pub, durante una delle nostre fughe, ho conosciuto Emma ed Alexander: scommettevano praticamente su qualsiasi cosa e tre quarti delle volte ci guadagnavano. Ho mostrato loro quello che sapevo fare e raccontato la mia storia, così ci hanno insegnato tutti i loro trucchi in cambio di un viaggio sull'Isola appena ne avessimo avuto la possibilità. Con i nostri guadagni io e Jack ci eravamo stabiliti in una locanda e le nostre ricerche, ora che non eravamo più all'orfanotrofio, duravano più a lungo e diedero i loro frutti perché trovammo finalmente una fata venuta sulla Terra. Così ho conosciuto Cassidy, con cui ho dovuto contrattare per la polvere di fata, e siamo venuti tutti sull'Isola. Ci siamo rimasti tutti per un po', ma poi siamo tornati tutti sulla Terra con una scorta di polvere ciascuno: io a cercare te, gli altri a cercare fortuna. Non ci è voluto molto a trovarti, e così eccoci qua.”

Fissai esterrefatta Peter, troppo sorpresa per capire tutto quello che mi aveva raccontato … Era assolutamente incredibile! Quante cose mi ero persa. Riuscì persino a distrarmi dal dolore per la mia famiglia e i miei fratelli.

“Ora tocca a te raccontare.” guardai i suoi occhi e il suo sorriso e improvvisamente mi sentii davvero grata del fatto che fosse tornato a cercarmi e felice di essere lì. Peter dovette vederlo nella mia espressione perché circondò le mie spalle con un braccio e mi attirò a lui mentre raccontavo gli ultimi anni sulla Terra.

Lì con lui sugli scogli al tramonto mi sentivo a casa.

Spazio autrice: eccovi il sesto capitolo! Non scrivo molto nello spazio autrice perché pubblico molto tardi e ho davvero un sacco di sonno ... Spero che questo capitolo vi piaccia e aggiornerò appena potrò con il prossimo. Mi piacerebbe finire la storia prima dell'inizio della scuola, anche se non so se mi sarà possibile. Nel frattempo, grazie a tutti i lettori che seguono la mia storia, aspetto le vostre recensioni!
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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