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Autore: Mail Keehl    01/09/2016    0 recensioni
La missione in Edonia e la perdita di molti dei suoi uomini, sconvolgono la vita del capitano Chris Redfield che colto da un'amnesia scappa dal suo passato, abbandonando la BSAA; Piers Nivans compreso, la sua spalla destra, il suo miglior soldato.
Il giovane si ritrova a farne le veci e con il resto della squadra si impegna nei mesi successivi a ricercare e trovare il loro capitano. Ma quei mesi di assenza hanno cambiato quest'ultimo, che si mostra loro completamente diverso dall'uomo valoroso che li ha allenati e per cui hanno sempre messo in discussione la vita.
Piers ripercorre in prima persona gli avvenimenti di Edonia, quando ancora era al fianco del suo capitano; per poi descriverne il ritrovamento, e scoprire infine che lui è stato l'unico sopravvissuto della sua amnesia. L'unico uomo che nonostante la lontananza Chris non ha mai dimenticato.
Il giovane, scoprirà infine anche un altro segreto a lui completamente ignoto, che però Chris sembra ricordare molto bene...
Genere: Guerra, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Chris Redfield, Piers Nievans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
{ REMEMBER OF EDONIA }



Sono trascorsi sei mesi dalla missione nella Repubblica di Edonia, in Europa.
Questi centottanta giorni circa, sono stati davvero duri.
La BSAA si è sentita persa, senza un punto di riferimento. Mi sono ritrovato, alla giovane età di ventisei anni, una marea di compiti sulle spalle che oserei definire più ardui di quelli che mi tocca svolgere quando sono in missione. Affari burocratici, responsabilità… la squadra è passata quasi totalmente nelle mie mani. Ho dovuto risolvere ogni loro problematica perché era a me che gli altri uomini si sono rivolti. Ero diventato il loro unico punto di riferimento. Per questo, a volte ho quasi rischiato di cedere.

E’ stato strano, difficile dover allenare e guidare quelli che una volta erano solo i miei compagni di squadra, alcuni giovani militari, altri uomini adulti più grandi di me. Da un diverso punto di vista, però ne sono stato in parte fiero. Ho fatto del mio meglio per improvvisarmi “capitano” o meglio, per fare le sue veci.
Ma in tutto questo tempo noi della BSAA non abbiamo mai smesso di cercare la nostra guida. Colui che ha fondato e che tutt’ora per noi porta avanti questa famiglia. Il nostro capitano: il capitano Chris Redfield.
Non ho mai conosciuto uomini valorosi come lui. Potrei pensare che sia unico al mondo. Un grande capitano, un forte condottiero, pieno di grinta. Un tipo che sa il fatto suo. Non molla mai l’osso, non getta la spugna nemmeno nei momenti più tragici. E negli anni si è trovato più in situazioni drastiche che non; ha decisamente un gran carattere. E’ un uomo segnato dal suo passato, marchiato dal bio-terrorismo contro cui è in lotta da un'intera vita.
Ma dopo la missione di Edonia abbiamo perso le sue tracce. E' sparito completamente. Credo che la tragica e ingiusta morte dei suoi uomini in quell’occasione sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Finn… lui rimase coinvolto e ucciso. Era in servizio da poco. E io, al fianco del capitano sapevo che lui credeva moltissimo in quel cadetto. Era davvero un bravo ragazzo, con ottime doti combattive; devo riconoscerlo. Le cariche esplosive erano il suo forte. Difatti era nelle sue mani che la BSAA riponeva fiducia quando c’era qualche lavoretto del genere da compiere in missione.
Quella giornata fu indimenticabile, negativamente parlando. Io e il capitano fummo gli unici sopravvissuti. Venimmo divisi dal resto della nostra squadra e agli altri venne somministrato il Virus C dinanzi ai nostri occhi. Assistemmo a tutta la scena. Mentre quelle immagini mi scorrevano davanti, cercai di pensare di essere solo costretto a guardare un film horror. E avrei desiderato uscire all'istante da quel cinema. Ma non potevo.
Indietreggiai, mentre vedevo i miei compagni, Finn compreso, trasformarsi in quelle orrende creature. Avrei voluto fare qualcosa per salvarli, ma nonostante lo shock, mi resi conto subito che per loro non c’era più speranza. Nel giro di pochissimi istanti erano diventati nient’altro che delle armi. Maledette armi bio-organiche, vittime del devastante Virus C.
Mentre assistevo alla trasformazione, incredulo di aver perso i miei amici e i miei compagni di squadra, notai lo sgomento del capitano. Lui si lanciò contro le sbarre che ci dividevano dagli altri. Le percosse con la sua forza, ma buttarle giù era praticamente impossibile anche per la sua perfetta muscolatura. Allungò una mano, cercando di afferrare quella di Finn che era proprio davanti a lui, preda di quell’iniezione che stava bloccando e mutando il suo corpo, intrappolando la sua mente.
Potetti vedere lo sguardo del povero Finn riporsi in quello del suo capitano; la persona che stimava più di qualunque altra e per cui stava morendo. Chris sforzandosi, allungò il braccio quanto poteva, senza riuscire a raggiungere la mano del giovane soldato che era ormai divenuto una crisalide, prigioniero di quel bozzolo solido e terrificante.
Il capitano imprecò, preso dalla rabbia, e chiamò insistentemente il nome di Finn, ma fu inutile. Finn non c’era più. Per alcuni secondi calò un silenzio tombale; agghiacciante.
Ebbene sì, più che un deposito, quello dove ci trovavamo era divenuto luogo di morte, la tomba dei nostri compagni. E se non fosse stato per me, sarebbe stata anche la nostra.
Le sbarre che ci dividevano si sollevarono, permettendoci di ricongiungerci a quelli che solo pochi minuti prima erano membri della BSAA. Potetti vedere quei bozzoli schiudersi lentamente, in maniera raccapricciante. Speravo che il capitano prontamente facesse qualcosa, che mi guidasse, dandomi ordine di aprire immediatamente il fuoco. Ma rimase completamente impassibile, trumatizzato di fronte ai suoi uomini che si mostravano ora a lui come mostri con il solo intento di ucciderci; macchine da guerra pronte a distruggerci.
Io sapevo qual'era la cosa giusta da fare. Non c’era altra scelta. Chiamai forte il nome del capitano nell'intento di risvegliarlo dal suo “sonno”, per fargli aprire gli occhi al cospetto di quell'atroce realtà. Quelli che avevamo di fronte non erano più i nostri compagni e andavano sterminati prima che loro riservassero a noi quello stesso trattamento.
Capitano, dobbiamo muoverci.

Dissi deciso. Ma era come se lui non mi sentisse. Teneva stretto in pugno il suo fucile, ma i suoi occhi si erano improvvisamente spenti e il suo corpo era immobilizzato. Compresi che non riusciva a sparare a quelli che un tempo erano gli uomini che allenava ogni giorno.
Ora! Dobbiamo andare!
Ripetei. Ma non ci fu tempo. Uno di loro si fiondò sul capitano, urtando anche me e facendo cadere entrambi. Mi ritrovai per terra, accanto a lui che fu preso di forza dalla bestia. Venne scaraventato contro il muro davanti a me, e pestato con una violenza tale da fargli perdere i sensi. Poi, venne scagliato nuovamente sul pavimento, un po’ più lontano dal mio corpo. Ero nient’altro che il prossimo bersaglio. Ma non potevo fuggire. Chiamai forte il nome del capitano mentre lo vedevo chiudere lentamente gli occhi. Per un attimo temetti il peggio. Ma non mi persi d’animo. Sparai qualche colpo, per impedire a quell’essere di avvicinarsi ancora, e afferrando il capitano per il colletto continuai a sparare, indietreggiando… riuscendo poi, dopo svariati sforzi in quella fuga disperata; salvando me e lui.
Così, fummo gli unici superstiti della squadra BSAA inviata in Edonia, per contrastare quell’attacco bio-terroristico.

Dopo la fuga, Chris venne ricoverato e io, nonostante le mie ferite, mi presi cura di lui. Ma lentamente venne colpito da un’amnesia che mi sembrò auto-indotta. Capii che voleva scappare dal suo passato e che avrebbe fatto qualunque cosa pur di dimenticare le tenebrose vicende in cui troppo spesso si era trovato coinvolto.
Ma un giorno… scomparve. Scappò dall’ospedale in cui era ricoverato, lasciando la BSAA e lasciando me solo, con troppe responsabilità sulle spalle che non ero pronto a gestire. Non mi sentivo in grado di sostituire il capitano. Ma dovetti farlo per cause di forza maggiore.
Da quando andò via, le cose cambiarono, molto. La BSAA restò ferma, poiché le nostre lotte contro il bio-terrorismo non potevano proseguire senza Chris Redfield a guidarci. Ci dedicammo interamente, tutti noi, alle sue ricerche. Completamente da soli.
D'altronde i suoi allenamenti servivano anche a situazioni di quel genere; a resistere e stringere i denti, a lottare anche quando la situazione è tragica o critica. Questa è la BSAA del Capitano Chris Redfield.

Abbiamo dunque impiegato tutte le nostre energie al fine di ritrovarlo e riportarlo al comando. Nell’unica famiglia, nell’unica casa che gli è rimasta: la Bioterrorism Security Assessment Aalliance.




 
{ N O T E }

Questa è la mia primissima pubblicazione su EFP.
Non è la prima fan fiction, né la prima storia che scrivo, ma non avevo mai avuto il piacere di renderne una pubblica.
Mi auguro che la lettura sia di vostro gradimento e che possiate gradire anche i capitoli successivi, ma spero anche di ricevere pareri e, eventualmente, anche critche costruttive, così da migliorare e avere un confronto con altri lettori/scrittori.
Resident Evil è una delle mie saghe preferite in ambito di videogiochi e Chris e Piers trovo siano una coppia affascinante. Benché non abbia adorato particolarmente la campagna nel gioco, non posso dire di averla del tutto disprezzata.
Mi scuso anticipatamente nel caso in cui avessi commesso qualche errore grammaticale e/o di battitura.
Buona lettura! >ω<
   
 
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