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Autore: Viky_8    01/09/2016    0 recensioni
Madison.
Una semplice matricola universitaria alle prese con l'indipendenza e il futuro creato con le proprie mani.Con tante speranze e un sogno nel cassetto è pronta a cominciare il college,lontano dai genitori e dagli amici.
Carter non ha mai amato la compagnia.
A guidare la sua moto così velocemente è la rabbia che ha dentro.Un abbandono improvviso gli ha cambiato la vita,ed è diventato tutto ciò che lei non avrebbe mai amato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario
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Il rumore di passi si faceva sempre più vicino,mentre il mio battito accelerava.Ero nervosa,come lo ero stata per tutta la vita fino a quel momento.

"Si?" chiese una ragazza con dei bellissimi capelli neri dopo aver aperto la porta.

"Sono Madison,questa dovrebbe essere la mia stanza" spiegai sistemando lo zaino sulle spalle,cercando di sembrare più normale e tranquilla possibile.

"Ah certo!Piacere!" sorrise facendomi spazio per entrare.

Davanti a me si presentava una stanza enorme dalle pareti bianche pervasa da un dolce odore di vaniglia.Dopo tutto non era male,sicuramente superava le mie aspettative non molto alte su una normale stanza di college.

Il rumore della porta che si chiudeva mi fece distogliere lo sguardo vago.

"Io sono Holland!Piacere!" disse la mora porgendomi la mano.Anche la ragazza,come la stanza,mi fece subito una buona impressione.Le sorrisi di rimando ed andai a posare i bagagli al centro della stanza.

"Quello è il tuo letto".Indicò il letto opposto a quello sul quale si andò a sedere mentre pronunciava quelle parole.

"Di dove sei?" 

"Portland!" risposi.

"Non conosci nessuno?"

"Purtroppo" sorrisi amaramente mentre,seduta sul pavimento,prendevo i vestiti dalla valigia.

"Siamo in due allora!". La stanza silenziosa era inondata dalle nostre risate.

Per essere il primo giorno stava cominciando bene,e ne ero felice.Lasciare la mia città,la mia famiglia e gli amici era stato molto difficile,ma la prospettiva di un'indipendenza,una vita tutta mia mi allettava.Volevo studiare e avere un bel futuro,da sempre.

Non ero una persona troppo ambiziosa,o perlomeno lo ero solo su poche cose.Ero una ragazza poco sicura di se,ma certa dei suoi sogni.

"Quando hai finito ti va di fare un giro in città?".La voce di Holland mi destò dal dubbio di dove mettere i jeans.

"Certo!" risposi senza pensarci.Non vedevo sinceramente l'ora,credo ci sarei andata uno di quei giorni anche se lei non me lo avesse chiesto,ma andarci in compagnia era molto più piacevole.

Sistemai i pantaloni nell' armadio e accovacciandomi presi il restante dei bagagli.

Mi ero portata molte cose.Gli ultimi giorni a casa li avevo passati a discutere con mia madre per ciò che mi sarebbe servito,e forse era una sola la volta in cui ci siamo trovate d'accordo.Facevo parte di quella parte di adolescenti,ragazze soprattutto,che non partiva senza aver preso tutto.L'idea di lasciare a casa qualcosa che poi mi sarebbe servito mi terrorizzava,e io odiavo dimenticare le cose.Amavo avere tutto sotto controllo.

Le tempeste arrivano così senza preavviso,e le tempeste non portano mai nulla di buono.

Persa nei miei pensieri alzai gli occhi al cielo sedendomi pesantemente sul letto.

"Finito?" domandò Holland posando il cellulare sul comodino e alzando la testa dal cuscino.

Annuii silenziosamente sistemandomi i capelli.

"Tutto bene?" continuò.

"Si, sono solo un po' stanca" sospirai.

"Se vuoi facciamo un'altra volta" propose accigliandosi preoccupata.

"Assolutamente!Voglio uscire!" ripetei scuotendo la testa.

Le labbra di Holland si incurvarono fino a diventare un sorriso.

 

Pochi minuti dopo stavo seguendo Holland verso l'uscita e a seguire il parcheggio,fino a ritrovarci davanti ad un auto grigia che immaginai fosse la sua viste le chiavi che teneva in mano.

"Tu guidi?" iniziò la conversazione Holland accendendo il motore.

"Ancora no,mi resta solo l'esame pratico." spiegai allacciandomi la cinta.

La ragazza al voltante fece cenno di avermi capita con la testa,senza mai distogliere lo sguardo dalla strada.Questa cosa mi tranquillizzava parecchio,sembrava una persona seria al volante e non avrei dovuto avere preoccupazioni.

"Conosci già la città?".Mi incuriosii il modo in cui imboccava le strade con troppa sicurezza per essere in una città sconosciuta.

"Si" sorrise nostalgica.

"Sono nata a Vancouver,ma la famiglia di mio padre è di qui,perciò sono stata qui molto,molto spesso.L'estate,l'inverno.Ho deciso di venire a Seattle anche per questo motivo." aggiunse fermando la macchina.

L'enorme scritta "Fran's" appariva davanti a noi. Dall'esterno sembrava un locale molto interessante e il profumo che emanava non era da meno.Parcheggiammo vicino al locale e ci avvicinammo.Ispirai profondamente chiudendo gli occhi dopo aver chiuso lo sportello.

"Cioccolata" pronunciò Holland mettendo le chiavi in borsa.

"Davvero?!" quasi urlai dall'eccitazione.

Non aspettai altre conferme oltre al suo sorriso e mi affrettai ad entrare.Un odore delizioso pervadeva tutto il locale.

"Ti piace?" rise Holland arrivando di corsa dietro di me.

"Eccome !" risi prendendo posto.

"Cosa farai dopo il college?" chiese con i gomiti posati sul tavolino e gli occhi fissi nei miei.

"Scrittrice".Secca e pulita.Sin da piccola era quello che avrei voluto fare.

"Mi piace scrivere!" conclusi dopo aver lasciato la frase incompleta.<>

"Medico".

Non feci in tempo a dirle altro che un ragazzo ci portò le ordinazioni.

Immersi il volto nel vapore caldo che emanava la bevanda respirando a pieni polmoni.

"Delizioso" sentenziai dopo averlo assaggiato.

"Lo penso anch'io!" concordò Holland.

Era una ragazza bella,in tutti i sensi.Era intelligente e si poneva degli obiettivi da raggiungere.In certi aspetti mi assomigliava,e dire che mi trovavo bene con lei non era nulla.Poco dopo mi accorsi di aver dimenticato la borsa con il portafoglio nella macchina,così chiesi ad Holland se potesse darmi le chiavi.

"Tesoro!".Una voce troppo maliziosa si sentì a pochi metri dietro di me.

Mi voltai stringendo le chiavi nella mano.

"Che fai qui sola?Vieni con me!" sorrise beffardo facendosi sempre più vicino.

Quel contatto ravvicinato e quella persona poco raccomandabile vicina a me cominciarono a rendermi nervosa.Emanava uno sgradevole odore di alcol e fumo che mi nauseava.

"Allora?"

"Lasciami" ghignai voltando la testa quando poggiò la sua mano sul mio mento.

"Non ci penso proprio".Si stava chiaramente divertendo.

La sua voce diventava sempre più fastidiosa e stridula.

Lo guardai fisso negli occhi,con il maggior disprezzo e odio che avessi in corpo quando mi costrinse a voltarmi.

"Fai la brava!" alzò il tono.

L'ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi era la sua mano protesa verso di me.

   
 
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