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Autore: Eilan21    01/09/2016    11 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
Capitoli:
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Le poche ore di sonno di quella notte portarono ad Ainslee l'ennesimo sogno sulla donna bionda che credeva di conoscere. E per la seconda volta vide l'uomo dalla barba folta che le era apparso la notte prima del viaggio a Eburacum. Ma stavolta ai loro volti amorevoli si sovrappose quello insanguinato di sua madre Gwenael. Senza conoscerne la ragione, Ainslee si svegliò alle prime luci dell'alba con un forte senso di colpa. Un malessere diffuso la pervadeva, provocandole la nausea. Improvvisamente scoppiò a piangere in singhiozzi disperati che la squassarono da capo a piedi. Fu a malapena consapevole che Gareth le si era avvicinato e la stava stringendo a sé. Era come se assorbisse il suo dolore e l'alleviasse di parte del suo gravoso fardello. Il giovane cavaliere rimase in silenzio, non disse una parola: aspettò soltanto che il suo pianto si quietasse da solo; che da fuoco ardente divenisse una fiamma non certo estinta, ma dormiente sotto un cumulo di brace. Perché era ovvio che quel dolore non si sarebbe esaurito con un semplice pianto, non sarebbe stato possibile. Non un dolore di quella portata. Ma sfogarlo avrebbe comunque aiutato.

Ainslee rimase piegata su se stessa, accartocciata come una foglia autunnale, finché non ebbe esaurito completamente le lacrime. Quando i suoi singhiozzi cominciarono ad acquietarsi, la ragazza si rese conto che erano le prime lacrime che versava per la sua famiglia. Il giorno precedente non le aveva concesso nemmeno il tempo di un respiro, tanto era stato frenetico e denso di avvenimenti. Ma adesso che aveva avuto il tempo di fermarsi a riflettere, la consapevolezza che i suoi genitori e suo fratello erano davvero morti si era abbattuta su di lei talmente violenta da farla vacillare sotto il suo peso.

Un pensiero che non aveva previsto le attraversò la mente. Li vendicherò. Chiunque sia stato a fare questo, non la passerà liscia. Non so come, non so quando... non so chi... ma giuro su tutti gli dei che porterò a compimento la mia vendetta. Darò pace ai loro spiriti tormentati.

Stranamente fu un pensiero che ebbe il potere di calmarla e di darle un po' di nuova forza. Era riuscita a pensare a cosa avrebbe fatto dopo, al prossimo passo da compiere, evitando di continuare a girare dolorosamente intorno alle immagini di morte che le affollavano la mente. Il passato era passato, ed anche se sempre presente in lei, era stato momentaneamente messo da parte. Domani poteva essere un giorno diverso, poteva essere il giorno in cui la sua vendetta si sarebbe compiuta e lei avrebbe ucciso chiunque avesse ordinato la morte della sua famiglia.

Stai meglio?” la voce di Gareth le giunse come da un luogo remoto.

Sì, ti ringrazio” mormorò lei asciugandosi gli occhi gonfi e arrossati. “Scusami se mi sono lasciata andare in questo modo.”

Gareth si allontanò di un passo, ma le posò una mano sul braccio, come se avesse improvvisamente timore di toccarla.

Ne hai tutto il diritto. Quello che è successo alla tua famiglia è stato terribile. Erano brave persone, e non meritavano di finire così.”

E forse noi avremmo potuto fare qualcosa per evitarlo, pensò amaramente.

E’ stato terribile anche quello che sei stata costretta a fare. Immagino che sia la prima volta che uccidi un uomo…”

Ainslee annuì mestamente. “Già. L’uso della spada mi sembrava molto più romantico quando mio padre me lo ha insegnato. Tuttavia non ho rimorso per avere ucciso quegli assassini.”

Non devi averne. Ti avrebbero massacrato senza pietà… e anche peggio.”

Ainslee gli sorrise, grata per la comprensione. Per la prima volta, osservando il suo salvatore, si accorse che doveva essere molto giovane, forse di qualche anno più grande di lei.

Il volto appariva affilato ma proporzionato, e la bocca sottile, quando si incurvava in un sorriso come in quel momento, diveniva accattivante e irresistibile. Portava un accenno di barba, dello stesso colore castano dei corti capelli ribelli. Era di corporatura asciutta, con spalle larghe e, come Ainslee aveva già avuto modo di notare, era anche alto. Gli indomiti occhi grigi, contornati da ciglia chiare, rivelavano il carattere orgoglioso e fiero del giovane. Il suo sguardo così diretto e profondo, pensò Ainslee, aveva senza dubbio fatto battere il cuore di più di una ragazza.

Stupita dalla direzione che avevano preso i suoi pensieri, Ainslee distolse lo sguardo bruscamente, sperando che lui non notasse il rossore soffuso sulle sue guance.

Ma Gareth sembrò non notarlo, già intento a sellare il cavallo e a prepararsi per la partenza.

Facciamo bene ad allontanarci ancora un po'. Siamo ancora troppo vicini al villaggio per i miei gusti”, annunciò aiutandola a salire a cavallo dietro di lui.

Dove andiamo?”

Verso sud” rispose lui partendo al galoppo. “Sarà un lungo viaggio, perciò è meglio che tu sia preparata.”

Ainslee stava per porre un'altra domanda, ma si trattenne. Avrebbe aspettato un momento più propizio per chiedere tutto ciò che voleva sapere.

Cavalcarono per tutto il resto del giorno, nel silenzio quasi totale. Tuttavia ad Ainslee non dispiacque: poteva osservare con tranquillità i nuovi luoghi che incontravano. Raramente si era allontanata da casa sua, e non aveva mai lasciato il grande nord della Britannia. Il sud... le suonava così esotico da sembrare più un luogo narrato in qualche leggenda che un posto reale. Si chiese se fosse diverso dal suo nord, se città come Londinium* o Glevum**, di cui aveva sentito tanto parlare, fossero tante differenti dalla familiare Eburacum. Chissà se era proprio in una di queste città che erano diretti?

Si fermarono solo a metà giornata per raccogliere qualche frutto che avrebbero mangiato strada facendo. Gareth scherzò sul fatto che aveva una fame da lupi, ma Ainslee non aveva mai avuto un grande appetito e si limitò a piluccare qualche mora raccolta dai cespugli.

Attraversarono infinite distese di erba, valli meravigliose, interrotte solo saltuariamente da sparute macchie boschive e piccoli villaggi. Per ora niente di diverso a ciò a cui Ainslee era abituata. La Britannia sembrava ancora uguale a come l'aveva sempre conosciuta.

Presto il sole tramontò, e il buio oscurò implacabile ogni cosa.

Gareth giudicò che non fosse il caso di proseguire oltre e cercò un posto dove fermarsi. Purtroppo non trovarono boschi nelle vicinanze e dovettero accamparsi presso una casa in rovina, di cui sopravvivevano solo tre muri crollati per più di metà della loro altezza.

Erano troppo esposti alla vista per accendere un fuoco, così dovettero accontentarsi di mangiare della frutta e un po' di carne secca che Gareth teneva nelle bisacce. Nonostante la mancanza di un fuoco la notte era ben illuminata da una bella luna piena, che proiettava una luce lattiginosa sulla casa in rovina, e su di loro.

Ainslee sedette a gambe incrociate di fronte a Gareth, ma un poco distante, mentre lui appoggiò la schiena al muro di pietra. Lei lo osservò mangiare per qualche minuto, senza distogliere mai lo sguardo indagatore. Gareth cominciò a sentirsi a disagio, ma sapeva ciò che lei si aspettava da lui, e sapeva di dover onorare la sua promessa. La notte era giovane e aveva ancora molto tempo davanti a sé per raccontarle tutto.

Fece un respiro profondo e raddrizzò la schiena, guardandola a sua volta negli occhi. Un brivido lo percorse, perché lei era bellissima, ma nella luce della luna i suoi capelli sembravano quasi bianchi, il suo viso di un pallore mortale, e quegli occhi di ghiaccio lo guardavano come se potessero leggergli nell'anima. Gareth ebbe quasi la tentazione di allungare la mano per assicurarsi di avere davanti una donna in carne e ossa e non uno spettro.

Mi hai chiesto di raccontarti tutta la verità, ed ho intenzione di mantenere la mia promessa.”

Ainslee fece un cenno di assenso, ma non replicò.

Gareth afferrò con le dita la tunica bianca che indossava sopra la cotta di maglia. “Sai cosa significa questo simbolo?”

Ainslee lo scrutò attentamente, gli occhi ridotti a due fessure. Lo aveva notato prima, ma senza porvi particolare attenzione. Raffigurava un drago alato, in volo e nell'atto di sputare fuoco. Il suo capo era sormontato da una corona d'oro che sembrava retta da una mano invisibile. Sullo sfondo uno stemma a forma di scudo, che contava diverse stelle dorate.

Non lo conosco” disse infine.

Questo è il simbolo della stirpe reale di Svezia, gli Yngling. È a causa di questo simbolo che sono soprannominati la Stirpe del Drago.”

Non so niente dei sovrani di Svezia. Governano da molto?”

Da più di trecento anni. Si dice che il primo re della stirpe sia stato addirittura Odino in persona. O almeno gli Yngling amano far risalire le loro origini al re degli dei.”

E chi era in realtà questo Odino?” chiese Ainslee in tono malizioso.

Gareth sorrise. “E' più probabile che si vera l'altra versione esistente: che fosse un nobile originario di qualche parte dell'Asia, giunto in Svezia dopo lunghi viaggi. In ogni caso, da allora gli Yngling governano sul paese, con governi più o meno stabili, ma quasi tutti con mano sicura e saggezza. L'ultimo re legittimo è stato Jörundr ed è morto quattordici anni fa. In gioventù fu un esule, insieme a suo fratello minore Erik e al loro padre Yngvi. I tre viaggiarono molto e i due fratelli si fecero una fama di indomiti guerrieri. I due principi erano stati costretti all'esilio perché il trono del loro cugino Hugleik era stato usurpato dal re norvegese Haki, che aveva sconfitto e ucciso Hugleik e i suoi due giovani figli nella sanguinosa battaglia di Fyrisvellir. Il trono di Uppsala*** era quindi in mano a uno straniero, un usurpatore. Ma appena tre anni dopo Jörundr ed Erik sbarcarono in Svezia con un esercito, e sconfissero Haki nella seconda battaglia di Fyrisvellir, riconquistando Uppsala.”

Perché mi racconti tutto questo?” lo interruppe Ainslee, perplessa. Ma in realtà quella storia di battaglie e gesta eroiche la stava appassionando. Sembrava una di quelle storie epiche che si raccontavano intorno al fuoco e che tutti ascoltavano con sguardo rapito. Re Jörundr doveva essere stato un uomo di grande valore e Ainslee sentì di provare grande ammirazione per lui.

Ho un motivo per farlo, fidati di me. Posso continuare?” e ad un cenno affermativo di Ainslee, proseguì: “Sul trono sedette quindi il legittimo successore, Yngvi, fratello del padre di Hugleik, re Alf. Alla morte di Yngvi, Jörundr gli succedette sul trono e governò con altrettanta saggezza e capacità di suo padre. Ma Erik cominciò a nutrire del rancore verso il fratello quando si rese conto che sarebbe sempre rimasto il figlio cadetto, che i figli di Jörundr gli sarebbero succeduti, non lui. Prima sperò che suo fratello non scegliesse mai una moglie, cosa che in effetti fece in non più giovane età. Erik fu deluso quando infine Jörundr, dopo una trattativa con il re di Danimarca, prese in moglie sua figlia Drott. E quando venne al mondo l'erede al trono, il principe Njöror, Erik cominciò a tramare apertamente contro il fratello, cercando anche l'appoggio di potenti nobili della corte. Si pensa addirittura che la morte prematura del principe Njöror sia stata opera di Erik.”

Deve essere stato molto triste per il re e la regina perdere un figlio così piccolo” commentò Ainslee. “Non ne avevano altri?”

Ne ebbero altri tre: due morirono alla nascita. Un'unica figlia arrivò all'età adulta e vive ancora oggi.”

E dove si trova questa principessa?”

E' qui, davanti a me.”


All'inizio Ainslee credette di aver capito male, di aver frainteso completamente quello che Gareth intendeva. Forse si era espresso con una metafora.

Cosa vuoi dire?” chiese confusa.

Gareth trasse un altro, profondo respiro. Si avvicinò a lei e le si sedette accanto. La guardò negli occhi.

Ti sto dicendo la verità, Arianrhod.”

Come...?” Ainslee aveva gli occhi spalancati, e scuoteva impercettibilmente il capo.

Lo so che questo è un grosso colpo per te, ma... tu hai insistito per sapere la verità.”

Ainslee lo guardò quasi con rabbia, poi prese a scuotere decisamente il capo. “No, no, no... NO!” urlò alzandosi di scatto e inducendo Gareth a fare altrettanto.

Nascose il viso tra le mani, ma senza piangere. Continuava a mormorare quella negazione tra se e se. Gareth allungò la mano e le sfiorò il polso con le dita. A quel contatto Ainslee scoprì bruscamente il volto e lo guardò con espressione dura.

No, tutto questo è assurdo! Cosa sarei io? Una principessa? Ma andiamo! Credi che sia così stupida?”

Gareth rimase calmo. “Non credo affatto che tu lo sia. E se avessi pensato che non fossi in grado di sopportare la verità, stai pur certa che non te l'avrei rivelata, promessa o non promessa. Ma tu sei forte, Arianrhod! Hai affrontato già molte prove dure, e ne affronterai ancora in futuro. Ma le supererai tutte... anche questa.”

Arianrhod...?”

E' il tuo nome. E per essere precisi non sei una principessa: sei una regina. La legittima regina di Svezia.”

Vuoi dire che Jörundr era mio padre?”

So che ti amava moltissimo.”

E... cosa è successo dopo? Come sono arrivata nella mia famiglia?” chiese Ainslee con voce incrinata. È assurdo! Davvero sto accettando la possibilità che tutto questo sia vero?

Gareth la prese delicatamente per il braccio e le fece cenno di rimettersi a sedere.

Poi andò a prenderle un po’ d’acqua, che Ainslee bevve a piccoli sorsi.

Ti ringrazio, ora mi sento meglio. E scusami se ti ho aggredito.”

Non hai nulla di cui scusarti. La tua reazione è più che comprensibile”, rispose Gareth, “vuoi che ti lasci un po’ sola?”

No. No, ti prego non farlo. Credo di avere bisogno di un po’ di compagnia… e voglio che mi racconti tutto”, disse Ainslee in tono malfermo.

Bene, allora... eravamo rimasti a tuo zio che tramava contro tuo padre.”

Zio? Padre? Ainslee sentiva che sarebbe potuta scoppiare in una risata isterica. Questa è follia!

Gareth le raccontò di come sua madre era morta, nel dare alla luce una bambina, e di come suo padre fosse morto poco dopo. Di come avesse provveduto a metterla al sicuro prima di morire, allontanandola dalla Svezia.

Mia madre?” fu una rivelazione che la colpì come un fulmine. “Drott... mia madre... era bionda? E bella?”

Gareth sorrise. “La ricordi?”

Da mesi faccio un sogno ricorrente. Una donna bionda, bellissima, dal volto e la voce stranamente familiari. E siamo in un castello... e c'è un uomo con noi... forse mio padre.” Fece una pausa e poi disse in un soffio, lo sguardo perso nel vuoto: “Lei è mia madre...”. Le lacrime le riempirono gli occhi, ed una scivolò lungo la guancia, lasciando una traccia salata sulla sua pelle. Mamma.

Ainslee si asciugò quella lacrima solitaria, ma per la prima volta era una lacrima di gioia.

Poi le venne in mente un altro particolare. “Arianrhod... così mi ha chiamato lei nel mio sogno. Non ero riuscita a ricordarlo fino a questo momento.”

E' il tuo nome: Arianrhod.” confermò Gareth con un sorriso.

E mio padre...” disse Arianrhod, freneticamente ora che i pezzi del puzzle cominciavano ad incastrarsi tra di loro. “Mio padre aveva una cicatrice sul viso?”

Come fai a saperlo?”

Era nel mio sogno... tutti loro erano nel mio sogno.”

Non era un sogno. Era un ricordo.”

Arianrhod sorrise, e quel sorriso le illuminò il volto. Non sapeva perché provasse tanta commozione, ma era come se un pezzo della sua vita, il pezzo mancante, le fosse stato restituito. Ora tutto aveva un senso, quella parte di lei che sapeva essere reale aveva ritrovato la sua famiglia.


*L'attuale Londra

** L'attuale Gloucester

*** Capitale e maggiore città svedese, sede del principale palazzo reale




Nota dell'Autrice: Ciao a tutti! All'inizio il capitolo doveva contenere anche la spiegazione di ciò che accade dopo che Arianrhod ha lasciato la Svezia, ma così si sarebbe probabilmente allungato troppo, rischiando di essere anche pesante da leggere. E quindi ho deciso di spostare quella parte al prossimo capitolo. Anche perché mi è parso più bello concluderlo con le lacrime di felicità della nostra principessa. Ho pubblicato un po' in anticipo come avrete notato, perché domani sono di nuovo in partenza e non volevo farvi aspettare altre due settimane per l'aggiornamento (e scusatemi se il prossimo capitolo arriverà con qualche giorno di ritardo :) ). E poi i nostri due mi imploravano di venire raccontati e l'ispirazione ha preso il sopravvento.


Volevo darvi qualche cenno storico: gli avvenimenti che Gareth racconta ad Arianrhod sono tutti realmente avvenuti. Mi sono permessa di modificare solo un particolare: il principe Erik in realtà muore proprio nella seconda battaglia di Fyrisvellir, combattendo coraggiosamente, come narrato nella Yngling Saga e nelle Gesta Danorum. Ho deciso di farlo sopravvivere e dargli il ruolo del “cattivo” solo ai fini della storia e devo riparare con lui, poverino, puntualizzando che è stata solo una mia invenzione. Una curiosità sul fondatore della stirpe degli Yngling, tale “Odino”. Oggi gli studiosi lo identificano con un nobile originario dell'Asia, che pare possa far risalire le sue origini addirittura alla mitica città di Troia. Un'ipotesi ovviamente, ma che trovo davvero affascinante.

Un abbraccio e alla prossima,

Eilan


   
 
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