Era giunta l'ora di salutarci, era l'ora degli addii e dei ricordi stupidi ma stupendi e di tutto quello che io, David e la – ormai “ex” – nostra band avevamo passato insieme.

La nostra storia era stata fantastica. Ci siamo conosciuti per caso, io e Dave, ad un concerto in piazza alla quale nessuno dei due era seriamente interessato. Ma dopo svariate uscite sempre più frequenti e col passare del tempo abbiam capito di trovarci così bene insieme da poter formare praticamente una coppia stabile e serena. Così la nostra storia cominciò a prendere una forma.
Qualche mese più tardi lui venne contattato da un suo amico d'infanzia di nome Pierre che gli aveva chiesto di creare un gruppo, lui aveva accettato e tutti quanti avevamo passato dei bei momenti insieme.

Inizialmente andavo alle loro prove con fare quasi scherzoso, giusto per andare a trovare David e ascoltare quella musica che ogni giorno mi pareva migliorasse di bene in meglio. Poi un giorno uscii con gli altri ragazzi e iniziando a coltivare una buona amicizia, tanto che da un giorno partecipai attivamente alle prove come seconda cantante fino a diventarne quasi un membro fisso.
Tutto sembrava andare per il verso giusto, la musica che suonavamo mi piaceva, avevo degli amici fantastici ed un ragazzo tutto pepe di cui ero grata al destino per averlo potuto incontrare. Ma le cose non potevano solo che peggiorare e per un altro segno del fato mi ritrovai costretta a trasferirmi urgentemente in un’altra città, abbandonando tutto ciò in cui credevo e che mi era rimasto a cuore.

Ricordo che fosse una giornata soleggiata e assai calda per essere primavera. Il sole del tardo pomeriggio cominciava a scendere e io ero in piedi davanti alla fermata del bus, con tutti i componenti della band davanti e le lacrime agli occhi che sapevo di dover trattenere.
Passai ad abbracciare tutti: prima Jeff, che con il suo carattere giocoso finiva sempre che ci dovessimo prendere ad insulti amichevoli; poi da Seb, il più timido e buono che costituiva la parte razionale – per quanto lo potesse essere – del gruppo; infine Chuck e Pierre, che da bravi burloni estroversi facevano scherzi di ogni genere a tutti. Dunque venne il suo turno...David. Lui era lì davanti a me come c’era sempre stato, ma nessuno di noi sapeva cosa dire ne cosa fare e i nostri cuori erano troppo impegnati a battere all’unisono per poter permetterci di formare frasi di senso compiuto con la bocca. Non riuscii a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, poi sentii la sua mano intrecciarsi con la mia e i nostri visi si avvicinarono sempre di più, fino a quando non ci baciammo a lungo e con la forza, desiderosi di far durare quell’ultimo istante per sempre. Sentii Pierre dietro di me commuoversi e mi staccai, guardando il mio Dave profondamente per un’ultima volta, poi scappando davanti al pullman appena arrivato e piangendo calde lacrime in silenzio. David disse esplicitamente davanti al suo nuovo gruppo, ribattezzato "Simple Plan", che non poteva lasciarmi così, fece una corsa e mi abbracciò stretta, stretta sussurrando "Resta con me... potrei seguirti"
 "David il tuo futuro non sono io, vai con loro, vai! Sono loro il tuo futuro, forse diventerete famosi e un giorno ti dimenticherai di me.." gli risposi tra i singhiozzi.
 "No non accadrà mai! Ti amo troppo...!" esclamò lui esprimendo il suo sentimento con la massima convinzione possibile. Tirai su col naso e mi calmai un poco "Allora un giorno ci rivedremo? Verrai a trovarmi?” chiesi esitante “Ma che dico? Verrò io da te...I promise..."
 
Stavo lasciando il fidanzato di una vita, quello che riusciva sempre a farmi sorridere, anche nei periodi più neri… quello che consolava, chiacchierava, combinava casini e non si vergognava di nulla… il ragazzo che difficilmente si scosta dalla mia definizione di “perfetto”. Ma quello forse non era un addio, non poteva esserlo dopo tutte quelle premesse… e mi convinsi che era un arrivederci.
David guardò i suoi amici alle spalle che gli fecero segno di dover andare e l’autista del pullman cominciò a spazientirsi. Stavamo piangendo. Ad un certo punto mi aprì il palmo della mano, ci lasciò qualcosa e la richiuse in fretta esclamando "Ti prego non dimenticarmi...amore mio!" lo guardai tornare di corsa dai suoi amici senza voltarsi indietro. Io nel frattempo salii sul pullman e mi sedetti vicino alla finestra guardando il sole calare. Piangevo e piangevo, poi decisi di aprire la mano: David mi aveva lasciato come pegno il suo plettro preferito con un foglietto che recitava “Al mio più grande amore di ieri e di oggi, al più presto possibile… Dave”.
Il pullman partì e vidi David infondo sparire, diventando sempre più piccolo, finchè non divenne che un puntino, un piccolo puntino, che in confronto all’universo non sembrava nulla.



Ho scritto questa fan fiction moooolto tempo fa! Talmente tanto che mi ero quasi scordata che fosse mia xD... così ho deciso di riprenderla e l'ho un pochino modificata. Hope you'll enjoy!