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Autore: An13Uta    02/09/2016    0 recensioni
Inseguire gli altri è così divertente! Appena ti avvicini li tocchi sulla spalla dicendo “Ce l'hai” e ti allontani subito, ridendo per non farti prendere.
“Hai” cosa?
Non si sa, ma è questo il bello, perché è una cosa così brutta che non ti fa volere da nessuno, e chi “ce l'ha” è brutto e cattivo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Majora, Skull Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ce l'hai








-Mi dispiace- sussurri, -Mi dispiace.-.

Ti dispiace non essere maschio o femmina, ti dispiace non avere un corpo preciso, ti dispiace essere così lunatico, ti dispiace che il tuo volto sia così, ti dispiace dire così tante bugie, ti dispiace non parlare chiaramente, ti dispiace fare i sorrisi falsi, ti dispiace ma tanto, in fondo, tutto questo non ti dispiace affatto.

Da bambino in tunica bianca diventi un mostro dai cinque occhi, tre in volto e due sul petto.

Agiti gli arti a frusta a casaccio, in modo isterico, folle, e lo schiaffeggi forte, fortissimo, perché è divertente vederlo scappare nel nero per trovare un piccolo riparo e sapere che nulla lo può nascondere.

Lo afferri coi tentacoli sottili quanto dei capelli, te lo porti vicino, ora sei una maschera fluttuante.

Lo sbatacchi in giro, lui in fondo ha accettato di giocare in primo luogo, quindi è colpa sua se si fa male.

Torni di nuovo un mostro, meno spaventoso di quello di prima, e urli.

Si è divincolato, corre via.

Inseguire gli altri è così divertente! Appena ti avvicini li tocchi sulla spalla dicendo “Ce l'hai” e ti allontani subito, ridendo per non farti prendere.

“Hai” cosa?

Non si sa, ma è questo il bello, perché è una cosa così brutta che non ti fa volere da nessuno, e chi “ce l'ha” è brutto e cattivo.

Lo colpisci, ora dovresti scappare tu, ma lui piange e corre via, e allora cosa significa, sei ancora brutto e cattivo?

Ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora.

Lo hai preso mille volte, ma “ce l'hai” ancora tu.

Ma perché?

Appari davanti a lui e lo blocchi.

Questo è l'aspetto più umano, a parte per la pelle rossa e gli occhi completamente arancioni.

Te lo stringi al petto, ti raggomitoli imprigionandolo tra le tue gambe e il tuo petto, gli accarezzi la testa, sussurri dolcemente qualcosa che suona come la promessa dei due sposi alla fine del terzo giorno.

Lui singhiozza ancora più forte, ti tira pugni, vuole che lo lasci solo, e si stacca da te quasi ferocemente.

Lo riafferri per un braccio e lo forzi nella morsa di prima.

Adesso non “ce l'hai”, adesso non sei brutto o malvagio, lo stai coccolando, anche se nessuna di quelle parole affettuose è vera, pensata, sentita, provata, nessuno di quei gesti teneri ha un movente reale per quanto tu lo faccia sapere di more e zucchero.

Eppure ci ha creduto, una volta, ci ha creduto e ti ha voluto bene, quindi deve farlo ancora, no?

Sussurri qualcos'altro al suo orecchio, lo costringi a non muoversi, e sorridi con il sorriso falso che gli piaceva tanto mentre urla, piange e tenta di staccarsi da te.

Infine riesce a svegliarsi.

Rimani dietro i suoi occhi mentre si lancia dentro un lago per scordare il tutto e pregare che tu sparisca per sempre dalla sua mente.

Fluttui a mezz'aria, incroci le braccia e metti il broncio.

Vuoi solo che faccia tutto quello che dici tu.

Perché tu non “ce l'hai”.









 

-Majora, sa cos'è che non hai?-.

-Cosa, marionetta?-.

-Un cuore.-.

   
 
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