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Autore: ailene    03/09/2016    2 recensioni
Sono passati due anni da quando Hannah se ne è andata da Londra, lasciandosi alle spalle una situazione familiare critica e un mare di problemi. Ora però è costretta a tornare in città, ma non sa che tutti gli scheletri che ha nascosto nell'armadio torneranno a perseguitarla.
Le cose si complicano ulteriormente quando nella sua vita irrompe il bassista Jamie Bellamy. Fin dal loro primo incontro non andranno esattamente d'amore e d'accordo, ma mentre il resto della sua vita continuerà a sgretolarsi sotto ai suoi piedi, Hannah scoprirà che non tutti i musicisti squinternati arrivano per nuocere.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo
 

Il sole splendeva inaspettatamente nel cielo. Un evento davvero eccezionale a Londra, eppure il mio umore era nero come il cielo in tempesta.
Vidi la folla che gremiva la piazzola antistante la chiesa mentre il mio taxi si avvicinava. C’erano visi familiari segnati dal dolore e persone che non avevo mai incontrato prima che però erano altrettanto tristi. 
Per un momento fui tentata di chiedere al tassista di invertire la marcia e di tornare da dove eravamo arrivati ma non potevo, nonostante quello fosse il secondo funerale a cui assistevo nell’arco di neanche due mesi. Ho sempre odiato i funerali e quello a cui dovevo partecipare mi era ancora più insopportabile.
Il taxi si accostò al marciapiede ma aspettai qualche istante prima di scendere. Non ero pronta. Le lacrime continuavano a minacciare di scendere e non ero sicura di riuscire a fermarle una volta che avessero cominciato. Stavo male. Avevo un vuoto nel cuore e non ero sicura che si sarebbe mai riempito di nuovo. 
Mi feci coraggio, pagai il tassista e scesi. Subito venni accolta da saluti mogi di persone che conoscevo, persino di gente che non avevo mai visto prima, ma li degnai appena di un cenno del capo. Dovevo cercare Jane. Avevo bisogno di lei.
La vidi stringersi tra le braccia di sua madre. Era a pezzi. La donna le sussurrò qualcosa all’orecchio e Jane si voltò verso di me, mi corse incontro e mi strinse così forte da mozzarmi il fiato. Cercai di essere stoica, almeno per la mia amica, ma vederla con il cuore a pezzi mi fece crollare e mi ritrovai, esattamente come invece non avrei voluto, a piangere a dirotto, incapace di trattenere le lacrime che avevo frenato fino a quel momento.
“Non è giusto” cominciò a biascicare Jane tra un singhiozzo e l’altro. “Non doveva morire, non così!”
“No, non doveva morire in quel modo. E’ così ingiusto!” 
“Ragazze, dobbiamo entrare” ci disse gentilmente il padre di Jane, passandoci una mano confortante sulle spalle.
Io e la mia amica ci separammo da quell’abbraccio, ma non ero pronta ad affrontare la funzione da sola, così la presi per mano e cominciammo a seguire la folla che si incamminava all’interno di Christ Church. Mentre ci muovevamo, intravvidi una figura appoggiata contro il muro della chiesa. Dietro al velo delle mie lacrime lo riconobbi senza problemi. Era bello come sempre, con i suoi capelli biondi scarmigliati e il suo fisico da modello, ma la sua espressione era sfatta esattamente come la nostra. 
Jane lo vide e gli si avventò contro come una furia. “E’ colpa tua, brutto idiota. E’ colpa tua se è morto!”
“Jane, andiamo. Non è colpa sua”
“Non è colpa sua? Tu sei pazza. Se questo cretino non avesse avuto quella brillante idea, ora non saremmo qui e lui sarebbe ancora vivo” 
“Jane, non immagini nemmeno quanto io sia devastato da quel che è successo. Era anche il mio migliore amico…” ribattè il ragazzo con lo sguardo triste e il cuore in mano.
“Vai al diavolo. Non ti voglio qui! Se non te ne vai subito ti caccio via a calci!” gli inveì contro la mia amica, con una rabbia che non le avevo mai visto addosso.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa, poi se ne andò con passo lento e mogio. Il suo viso segnato dal rimorso e dal rimpianto. Una parte di me avrebbe voluto seguirlo, abbracciarlo, confortarlo, ma il mio dovere mi imponeva di restare dov’ero e così ricominciai a seguire la folla ed entrai infine nella chiesa gremita.

 

   
 
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