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Autore: Stellalontana    01/05/2009    5 recensioni
________Postato l'ultimo capitolo_________ Siamo giunti alla fine.
-Capisco- replicò Briseide. [...]-Allora è meglio se per questa volta sono io ad occuparmi di te- ridacchiò lei, baciandogli la fronte -sei d’accordo?-
-Come potrei non esserlo?- chiese allora Will, cercando di non perdere la presa sulla realtà.
Ma poi, non riuscendoci, la lasciò andare, e scoprì che in quel momento non importava poi così tanto.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo quindici



Capitolo quindici



Quando Briseide si alzò dalla poltrona il sole era ancora alto nel cielo. Doveva essere ancora presto. Depose sulla poltrona il libro che stava leggendo e uscì dalla stanza. Percorse il corridoio centrale del castello e uscì fuori, all’aria aperta. Non era molto caldo quel giorno, ma ancora, alcuni dei raggi autunnali del sole riscaldavano l’aria, che andava via via raffreddandosi. Si stava avvicinando l’inverno, e gli alberi erano quasi del tutto privi delle loro foglie. Briseide passeggiò per il parco per alcuni minuti. Ormai il giorno del suo matrimonio era vicino, ma ancora Will non la degnava della sua compagnia. Le sfuggì un sospiro, mentre si appoggiava ad un albero. Avrebbe voluto che lui fosse lì, in quel momento. Dopo la morte di Seth, Will si era fatto ancora, se possibile, più taciturno. Aveva imprigionato Guy e ben presto lo avrebbe esiliato nel Grande Deserto. Briseide non sapeva quanto a lungo sarebbe sopravvissuto. Per quanto Will odiava il fratellastro, non avrebbe mai pensato che potesse mandarlo a morte certa. Ripensandoci, però, Guy sapeva badare a se stesso, e Will non voleva certo averlo fra i piedi, ora che era diventato re. Suo zio avrebbe deposto sulla sua testa la corona, il giorno delle nozze, perciò era probabile che Will volesse eliminare qualunque ostacolo. Briseide non conosceva quella parte calcolatrice del ragazzo, ma non le piaceva molto la piega che aveva preso il suo carattere. Sorrideva poco, anche se adesso i suoi genitori erano lì con loro, e rideva molto di rado. Era più ostile nei confronti di tutti, oltre che in quelli di Astro. La ragazza passava moltissimo tempo assieme a Fedric, perciò non aveva nessuna intenzione di trovarsi da sola con Will. Briseide non sapeva quale fosse il motivo, ma sperava che la coppietta se ne andasse al più presto da Desra.
-Che cosa ci fai qui da sola?-
Briseide alzò la testa. Will si avvicinò a lei a grandi passi, fino a fermarsi a circa un passo da lei. Il suo volto sembrava calmo, ma Briseide sapeva che bastava un niente per irritarlo in quei giorni.
-Niente, volevo solo fare due passi- rispose staccandosi dall’albero. Will la fissò per un tempo che le parve infinito.
-Mancano cinque giorni al matrimonio- disse -sei pronta?-
Briseide si morse il labbro inferiore. No, non era pronta. -Se solo tu mi dimostrassi un po’ di affetto- sussurrò, così piano che pregò che Will non avesse sentito. Ma evidentemente il suo udito era ben sviluppato, perché ridacchiò.
-Affetto?- chiese. Si avvicinò a lei e le alzò di forza la testa, per costringerla a guardarlo. -È ben strano detto da te. Vorrei sapere se è davvero questo quello che vuoi. Sposarmi, vivere con me per sempre... se non mi avessi incontrato sarebbe stato tutto molto diverso, non credi?-
-Già- Briseide si divincolò dalla stretta di Will e si allontanò da lui, la rabbia che le arrossava le guance -Avrei sposato Guy, e non sarei mai diventata regina, ma forse Seth mi avrebbe rapita ugualmente- ringhiò -E forse sarebbe stato Guy a salvarmi, ma- si voltò di nuovo verso Will, che la ascoltava con le braccia incrociate sul gilet di velluto rosso -questo non è successo. Siamo qui-
-Non hai risposto alla mia domanda: vuoi davvero sposarmi?-
-Non sarei qui se non lo volessi- sibilò alzando il mento -quello che mi chiedo io è se tu vuoi veramente sposarmi. O preferisci qualcun altro a me-
Questo non avrei dovuto dirlo, si accorse immediatamente dopo, quando lo sguardo di Will si caricò di rabbia.
-Credo di avertelo già spiegato a dovere, Briseide. Io non amo Astro- sillabò le ultime parole, sputando fuori il nome della ragazza come fosse veleno -Vedi di ricordartelo-
Briseide abbassò la testa. -Non volevo dire questo. È solo... io vorrei passare del tempo con te, Will- sospirò, -ma sembra che tu voglia tenermi fuori dalla tua vita-
Sentì i passi leggeri di lui avvicinarsi. Si scostò e lui si fermò, vicino a lei. Passarono alcuni minuti in silenzio, rotti soltanto dal fruscio del vento.
-Non voglio tenerti fuori dalla mia vita, Briseide, ma non ci siamo soltanto noi in questo momento-
-No, certo, ma si direbbe che tieni di più ai tuoi affari... Will, la guerra è finita, Guy è in prigione, Seth è morto, Ashat è in esilio...- esclamò lei -è finita-
-Sono re- replicò lui -Ho i miei doveri-
-Sarò tua moglie- sospirò allora Briseide, sfiorandogli una spalla -hai dei doveri anche verso di me-
Will si allontanò da lei con uno scatto, come se lo avesse bruciato. La guardò per un momento, poi le prese le braccia con forza e la baciò. Briseide vide gli occhi celesti di lui chiudersi per un momento, ma subito dopo riaprirsi, dopo che l’ebbe lasciata. Will fece scivolare la mano fino al polso di Briseide, trattenendola quando lei tentò di divincolarsi.
-Anche questi sono doveri, Briseide- sussurrò al suo orecchio. Le appoggiò la mano sulla guancia, accarezzandole la pelle con il pollice. Non aveva mai fatto un gesto così dolce, prima. Briseide non rispose. Aveva paura di quello che poteva uscire fuori dalla sua bocca. Will le baciò una tempia.
-Non sei mia moglie... ma non posso stare lontano da te nemmeno un minuto. Devo, comunque. Vorrei non allontanarmi mai da te, ma devo. Capisci?- la obbligò a guardarlo negli occhi. Occhi più belli dei suoi Briseide non credeva di averli mai visti. -Capisci perché devo starti lontano?-
Will tolse la mano dalla guancia di Briseide, ma non si allontanò. Fu lei a farlo. Indietreggiò fino a sbattere contro l’albero dietro di lei. Appoggiò la testa al tronco, e osservò Will. Era taciturno, ma era sempre lo stesso. Non rideva tanto spesso, ma era lo stesso simpatico con i bambini di corte e i paggetti. Briseide aveva riconosciuto molti tratti di Will in Aleck e Lavinia. Si assomigliavano molto. Lavinia era molto bella, e Aleck da giovane doveva essere la copia esatta di Will.
-Sì, capisco- sussurrò. Will non diede segno di averla sentita, perché si voltò e rientrò nel castello. Briseide sospirò, passeggiò ancora per il giardino fino a quando il tramonto non la obbligò a tornare dentro. Non era ancora passata l’ora del vespro e le campane della chiesa di Desra suonavano richiamando la gente dalle campagne e i bambini in casa. Briseide si chiuse nella sua camera, sedendosi alla finestra. Poco dopo sentì bussare alla porta.
-Avanti-
Lavinia entrò nella stanza di Briseide. Vide la donna sorridere benevola. Indossava un lungo vestito verde scuro, e aveva i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle magre.
-Come mai sei così taciturna oggi, bambina?- chiese. Briseide la fissò per un momento.
-Sono un po’ triste- rispose.
-Per l’inverno che viene o per qualche altra cosa?- Lavinia si sedette accanto a lei, sorridendo. Briseide non sapeva che cosa dirle. Alla fine sospirò e decise di dirle la verità.
-Will mi evita. Cerca di starmi il più lontano possibile. E per me è uno strazio. Ho così tanto voluto questo momento-
-Avrai Will per tutta la vita, Briseide-
-Per caso state parlando male di me?-
Briseide voltò la testa verso la porta. Will indossava la tunica rosso sangue che una volta era stata di Lyone. Andò incontro alle due donne e sorrise. -Devo uscire con mio zio- disse rivolgendosi a Briseide -vuoi venire?-
La ragazza sgranò gli occhi. -I tuoi cambiamenti d’umore mi fanno girare la testa*- sussurrò. Will scoppiò in una lunga risata.
-Dovrai abituartici- rispose tendendole le mani -Allora?-
Briseide prese la mano che lui le porgeva, senza chiedere altro.

*

Will si sedette sull’erba, mentre osservava Fedric e Astro camminare lentamente attorno al giardino. Increspò le labbra, tentando di essere felice per loro. Ma non era semplice. Astro era una ragazza strana, forte, ma al contempo fragile. Erano rimasti più di un mese a stretto, strettissimo, contatto, e Will, per un momento era stato quasi convinto di amarla, ma quando aveva visto gli occhi ambra di Briseide, il suo viso contratto dalla rabbia e dal dolore, non aveva potuto fare a meno che ricredersi. E così era stato anche per Astro. Fedric era troppo importante, occupava un posto d’onore nel suo cuore e così adesso erano di nuovo insieme. Will sentiva spezzoni delle loro frasi, ma non vi si soffermò, lasciandoli alla loro intimità. Fedric non indossava più il saio dell’ordine, segno evidente che aveva deciso di lasciare l’ordine monastico, ma una semplice tunica di velluto azzurro e pantaloni chiari, dentro gli stivali di cuoio. Sorrideva, i ricci capelli castani che si muovevano con lui quando si voltava verso Astro. Sembrava molto più giovane della prima volta che Will l’aveva visto, serio, austero nel saio dell’ordine. Briseide gli aveva raccontato che aveva affrontato il viaggio dalla Solea all’Aschart, e viceversa. Will capiva perché Astro si era innamorata di Fedric. La sua espressione saggia, il suo volto calmo e la sua voce pacata ispiravano in tutti fiducia e protezione. I suoi ventiquattro anni erano la sicurezza di un uomo adulto e per Astro che aveva solo sedici anni, era un bene. Li vide abbracciarsi. Poi si diressero verso di lui. Will si alzò, spolverandosi i vestiti.
-Ce ne andiamo- gli rivelò Astro, con un mezzo sorriso. Will arcuò le sopracciglia.
-Tornate in Aschart?- chiese. Fedric scosse la testa.
-No, abbiamo deciso di andare a Hemra- sorrise -là i laici come me sono visti di buon occhio, e potrei anche rimediare un posto nella società come interprete. E Astro potrà studiare. Ci sposeremo- aggrottò la fronte -così potrò riabilitare il suo nome-
Will vide Astro arrossire. Ne aveva passate tante, aveva il diritto ad un po’ di felicità.
-Sono contento- ebbe la forza dire -quando partirete?-
-Dopo il matrimonio- rispose Fedric -Non voglio perdermelo- gli strizzò l’occhio.
-Già- proruppe Astro -nemmeno io- fissò Will per un minuto, poi lo abbracciò, e lo tenne stretto a sé per un tempo infinito. Will ricambiò l’abbraccio. -Vado dentro- disse poi Astro. Will sapeva che anche lei era triste. Fedric e Will rimasero in silenzio per qualche minuto, poi cominciarono a camminare.
-Astro è forte- cominciò Will -se la caverà dovunque andrete- sentì Fedric sospirare.
-Sì, lo so- ridacchiò appena -Quando partii per la guerra credevo di veder il suo cuore andare in frantumi, invece non pianse nemmeno. Mi salutò da lontano, senza volermi nemmeno abbracciare. Dovevamo sposarci un mese dopo, e io... beh, l’amavo- scrollò le spalle -ma la guerra cambia tante cose, e tu lo sai meglio di me. Mi ferirono, e dei monaci mi soccorsero. Rimasi al loro convento e presi i voti-
-Fu una decisione coraggiosa- commentò Will appoggiando la mano sul tronco di un ciliegio.
-Non volevo tornare in guerra, Will. Tu disertasti, io decisi di farmi monaco- rise, con la sua risata roca e calda -volevo smettere di farmi problemi. Ma poi, quando seppi che avevi disertato... dovevo fare qualcosa. E poi arrivò la lettera di Briseide- Fedric squadrò Will -e tutto coincideva. Andai da lei. Per fortuna ero in Aschart quando il messaggero del mio monastero mi venne a cercare, altrimenti non sarei mai arrivato in tempo- alzò le spalle -il resto lo sai, suppongo-
-Supponi bene- sorrise Will. Ma il suo sorriso si spense, vedendo l’espressione seria di Fedric.
-Tu ami Briseide?- chiese -Perché lei è molto innamorata di te. Credo che solo questo le abbia concesso di andare avanti per tutto il tempo che è stata prigioniera di quei briganti-
-Sì, lo so- rispose Will a denti stretti -avrei dovuto ucciderlo prima, ma Briseide...-
-Rispondi alla mia domanda, senza divagare, Will- la mano di Fedric si posò sulla sua spalla -So che è difficile amare, e te lo dice un uomo che l’ha imparato a sue spese-
-Io...- Will distolse lo sguardo dagli occhi castani di Fedric -credo di sì. Ma... dovrei... vorrei passare del tempo con lei prima del matrimonio, anche se non posso-
-Lo so- Fedric rilassò il volto in un espressione di comprensione -è un passo difficile per te. Me ne rendo conto. Sei il re e devi comportanti come si comporterebbe un re-
-Già, ma a volte è difficile-
Will passò gli ultimi due giorni prima del matrimonio cercando di sopperire al tempo che aveva passato lontano da Briseide. Voleva chiederle che cosa le piaceva, che cosa odiava, di sua madre, della sua famiglia, del tempo che aveva passato con i briganti, ma tutto quello che poté fare fu sempre troppo poco per lui. Le passeggiate nel giardino del palazzo non gli davano altro che poche occasioni di conversazione, perché c’era sempre qualcuno che disturbava, sempre qualcuno che gli chiedeva di firmare delle carte, di ricevere degli uomini. E lui non poteva far altro che congedarsi da Briseide e andarsene. E i suoi occhi bellissimi lo seguivano in mezzo alla sala, mentre lui sedeva sul trono e lei se ne stava in piedi dall’altra parte, immobile come una statua aspettando che venisse la sera, per potergli parlare anche solo per qualche minuto.
E mentre Will si allacciava il mantello rosso porpora al collo, lisciando le pieghe della tunica bianca, si chiedeva se mai avrebbe potuto vederla felice. Scese nella sala del trono, dove aveva insistito per far celebrare il matrimonio e la seguente incoronazione di Briseide. Non voleva che nessun monaco o prete posassero la corona sulla testa di sua moglie o officiassero il matrimonio. Senza offesa per Fedric, lui la religione proprio non la sopportava. La porta venne aperta con uno stridore ormai familiare. All’interno due ali di folla riempivano la sala. Al centro era stato sistemato un tappeto di broccato che si fermava davanti ai troni. Will avanzò in mezzo alla folla. Riconobbe Ashat, la cui espressione era tutt’altro che felice, Oriana la moglie di suo zio, Sirio ed il piccolo Elias, sua madre e suo padre che si tenevano per mano, Astro e Fedric, che sorridevano. Si avvicinò a suo zio, che gli sorrise.
-Sei nervoso?- chiese. Will prese un respiro.
-Emozionato- rispose -più che altro-
-E fai bene. Briseide è bellissima- commentò Lyone. Will non rispose. All’improvviso gli sembrava di aver inghiottito una manciata di sabbia. Spostò lo sguardo sulla folla, finché, dal portone non entrò Briseide. Non portava nessun velo sui capelli, nessuna stoffa che le nascondeva il volto. I suoi capelli rossi erano stati lasciati sciolti, liberi sulle spalle, salvo per due ciocche a cui erano intrecciati nastri dorati e fiori. Indossava un semplice vestito di una tonalità azzurra, ricamato a grandi volute da un blu intenso, dalle maniche lunghe, ma che le lasciavano libere le mani, che reggevano un bouquet di fiori. Era davvero bellissima, bellissima e felice, come Will non aveva pensato di vederla.
Lyone sorrise ai due, mentre entrambi s’inginocchiavano dinanzi ai troni.
-Siamo qui- cominciò solenne -riuniti oggi, per sancire l’unione di due giovani, mio nipote William di Monte Argento e Briseide di Salazard, figlia del Governatore Pericle di Salazard. Si voglia in questo modo porre fine a questa guerra che devasta i nostri paesi e mina le basi di amicizia reciproca. In questo giorno due anime si uniscono per sempre e che le nostre due terre possano essere per sempre in armonia- su un cuscino offrì a Will l’anello d’oro che lui stesso aveva commissionato al miglior orafo di Desra: un cerchio di foglie di quercia scolpite nell’oro bianco, che mise al dito di Briseide.
-Io, William di Monte Argento, principe ereditario del Regno di Solea, figlio della principessa Lavinia di Desra e di Aleck di Monte Argento, prendo te, Briseide di Salazard, figlia del Governatore Pericle di Salazard e di Danae di Oscura, come mia sposa, in questo giorno. Possa la nostra unione restituire pace alle nostre terre- si alzò -Giuro sul mio onore e sulla corona del mio paese di amarti e rispettarti per ogni giorno della mia vita. Finché morte non ci separi-
-Finché morte non ci separi- ripeté a voce alta Briseide, rialzandosi dalla posizione accoccolata.
-Chiunque voglia impedire l’unione di queste due anime parli ora, o taccia per sempre- Lyone guardò oltre la folla. Nessuno parlava. Will non percepiva nemmeno un rumore. Fai in fretta, zio, ti prego, fai in fretta, pensò, sudando freddo.
-Quando è così... io , Lyone I, dichiaro William di Monte Argento e Briseide di Salazard marito e moglie- allargò le braccia con un sorriso -Adesso puoi baciare la sposa- disse rivolgendosi a Will.
Will vide Briseide arrossire. Si chinò su di lei e al suo orecchio esplosero le urla di giubilo della folla. Era sua moglie, per sempre. Will prese la corona dalle mani dello zio e l’appoggiò sul capo di Briseide. Lyone fece lo stesso con lui. Il peso della corona lo fece sentire un po’ meno felice. Voleva dire che era Re, Re della Solea.
Tutto quello che accadde dopo per Will non fu altro che un quadro un po’ sbiadito. Ballò con un sacco di donne di cui si scordò appena dopo nome e titolo, con Briseide, con Astro, con Oriana, e poi di nuovo con Briseide. Danze, balli, canti, storie, si protrassero fino a tarda sera. Will era stanco, i suoi piedi pulsavano dolorosamente quando si sedette sul trono, accanto a Briseide. La ragazza sembrava completamente a suo agio, radiosa, e sul suo viso apparve un sorriso raggiante quando Will le prese la mano.
-Ti amo, William- gli sussurrò all’orecchio. Will la guardò. Aveva gli occhi lucidi di felicità e sembrava ancora più bella di come l’aveva sempre ricordata.
-Anche io ti amo, Briseide- le rispose, abbassando la voce ad un sussurro. -Mi dispiace... io...-
-Sta’ zitto- lo interruppe Briseide, stringendogli la mano -non voglio sentire scuse. Il passato è passato, adesso pensiamo soltanto a noi-
-D’accordo- sospirò Will. Si alzò di nuovo invitando Briseide a fare lo stesso. L’orchestra si fermò, e un silenzio carico di brusii si intromise nella sala.
-Amici miei- cominciò Will con un sorriso -vorrei restare ancora con voi, qui a festeggiare, ma io e mia moglie adesso ci ritiriamo- spostò lo sguardo su suo zio, che teneva per mano sua moglie Oriana, -buonanotte e grazie-
Scesero dai gradini dei troni accompagnati dagli applausi. Will non ce la faceva più, dopo tutto il giorno in piedi aveva bisogno di sedersi e di togliersi mantello e baveri. Non appena entrò nella loro camera si slacciò il mantello dal collo e lo lanciò in un angolo, ringhiando frustrato contro i nodi del bavero che gli imprigionavano la gola. Sentì la risata di Briseide mentre lo guardava.
-Non c’è niente da ridere!- sbottò lui -Odio questi baveri- si massaggiò il collo, guardandosi dentro uno piccolo specchio. La cicatrice che gli percorreva il lato della gola svettava bianca sulla pelle abbronzata. Si rabbuiò. L’ultimo degli interminabili segni della guerra. Si guardò le mani. Le cicatrici lo guardavano maligne. Sospirò. La guerra l’aveva cambiato, aveva capovolto tutto il suo mondo. Probabilmente sarebbe divenuto re ugualmente, ma cosa sarebbe successo se fosse morto in guerra? La Solea e l’Aschart avrebbero continuato a combattere fino a che uno dei due non fosse stato sottomesso dall’altro? O fino a che non avessero trovato un accordo? Forse la guerra sarebbe durata molto più di sei anni.
-Hai intenzione di stare lì impalato per tutta la notte?- la voce divertita di Briseide lo distolse dai suoi pensieri. Si voltò. Sua moglie, stava togliendo i fiori e i nastri dai propri capelli. Will non si era nemmeno accorto del vestito che giaceva inerme ai suoi piedi. Briseide era vestita soltanto di una sottoveste bianca. Will deglutì, prima di poter parlare.
-Sei bellissima-
Briseide si voltò. -Grazie- sorrise, arrossendo -Sai, una volta pensavo che non mi sarei mai sposata. A diciotto anni... mio padre era un uomo che non voleva che lasciassi la famiglia- rise -beh, se ne farà una ragione- scrollò le spalle, ravvivandosi i capelli ormai liberi dai nastri e dalla corona. Si avvicinò a Will e gli tolse la corona dalla testa. -Domani avrai tutto il tempo per indossarla- disse, sorridendo.
-Hai ragione- sospirò Will -anche se...- s’interruppe, vedendo il volto di Briseide rabbuiarsi.
-Anche se...- lo spronò lei -avanti, cosa stavi per dire?-
-... se non avrei voluto diventare Re- concluse Will sedendosi sul letto. Briseide incrociò le braccia sul petto.
-Sei il figlio di quella che doveva essere la legittima erede al trono- cominciò -è logico che tu ora sia re- sospirò, avvicinandosi a Will. Gli prese le mani, mentre lui alzava gli occhi su di lei. Era bellissima, come nessuna delle donne che aveva visto, molto più di Astro, quasi quanto sua madre.
-Ma voglio farti una domanda- riprese la ragazza -e voglio che tu mi risponda con sincerità- sospirò, quando Will annuì -Mi ami davvero? O è stato tutto dettato dal dovere verso il tuo popolo?-
Will s’irrigidì. Non aveva una risposta vera a quella domanda, e l’aveva temuta per tutto il giorno, gravava su di lui come un macigno. Sospirò.
-Non lo so- rispose. Briseide lo guardò arcuando le sopracciglia -Non... ho una risposta, Briseide. Io ti amo, ma forse non quanto mi ami tu... cioè, io...- non trovava proprio le parole. Forse aveva bevuto troppo vino, forse era la luce delle candele, forse il caldo del camino acceso, ma all’improvviso si accorse di avere mal di testa e di non riuscire ad articolare bene le parole. -Sono il re- riuscì a dire -dovevo comportarmi da re. Era quello che ci sia aspettava che facessi, ma io ti amo-
-Come amavi Astro?- chiese allora Briseide.
-Ti stai approfittando del fatto che io non sia così lucido- l’accusò allora Will.
Briseide sorrise maliziosa. -Allora mi rispondi o no?-
-No, non come Astro. Lei... non amavo Astro. Era... una cosa diversa, totalmente diversa. È stato tutto un enorme errore-
-Capisco- replicò Briseide. Will sentì le sue piccole mani fra i capelli. Una accarezzò per un momento la cicatrice che aveva sul collo. Scesero sui nodi della camicia, sciogliendoli uno per uno. Will non aveva la forza per fermarla, e forse nemmeno la voglia. -Allora è meglio se per questa volta sono io ad occuparmi di te- ridacchiò lei, baciandogli la fronte -sei d’accordo?-
-Come potrei non esserlo?- chiese allora Will, cercando di non perdere la presa sulla realtà.
Ma poi, non riuscendoci, la lasciò andare, e scoprì che in quel momento non importava poi così tanto.


FINE

SPAZIO AUTRICE
*  per tutti coloro che hanno letto Twilight, lo dice Bella nel film ad Edward nella scena della mensa quando a lei cade la mela. Non ricordo se lo dice anche nel libro.
^^baci

Araluna: Ciao carissima!
Spero che l'utlimo capitolo ti sia piaciuto! Forse l'ho fatta un po' sbrigativa ma davvero avevo tante cose da dire e un solo capitolo a portata di mano. Spero di non averti deluso. Grazie per il tuo sostegno, per la tua pazienza e per i tuoi complimenti, e soprattutto per tutto il tempo che mi hai dedicato. Ti voglio bene.
ps: Ho già in programma un'altra fic originale, un po' diversa da questa, ma ancora devo definire i dettagli, magari ti manderò la bozza per sentire la tua opinione!^^ Un bacione e grazie ancora.

Caterozza: Ciao! Grazie per la tua bella recensione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. E spero anche che tutta la fic ti sia piaciuta. Will ormai è un uomo, ma come dice Mamma Row (La Rowling, di Harry Potter^^) lui sarà il mio bambino di carta e inchiostro.
Grazie per essere passata di qua!


E a tutti gli altri un enorme GRAZIE per il tempo che hanno dedicato a questo piccolo lavoro.
Grazie a: ELPOTTER, TVB, luxu2 e niacara07 che hanno messo la mia storia tra i preferiti.
Oltre a: Eilinn, Mana_chan, Quasiverde, Vale_Tvb che l'hanno messa tra le seguite.

GRAZIE A TUTTI


Vostra
Stellalontana*







   
 
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