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Autore: Rose Wilson    04/09/2016    1 recensioni
Ormai da tempo, la City ha conquistato l'America, distruggendo le insulse città e metropoli e devastando la vegetazione. Il motivo? Il Progresso, ovvio.
L'America è adesso priva di regioni o stati; ricoperta totalmente di cemento, è diventata un'unica enorme città, la City, che ora si appresta a invadere il resto del mondo e a portare il Progresso ovunque.
Col tempo però, un gruppo di ribelli terroristi ha fondato la Lega Anti-Progresso, votata a ostacolare i nobili progetti del Sindaco, la massima autorità della City.
Non si conosce l'identità del capo della Lega, ma senz'altro si conosce il suo agente migliore: l'esperimento 929, una ragazza con un passato ancor più oscuro del mantello che indossa…
Ora, è nelle mani della City. Ma nessuno, neppure lei, sa che le cose stanno per cambiare per sempre.
Genere: Angst, Dark, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raven, Red X, Slade, Terra, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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A grande richiesta (seh, ora non esageriamo), ecco a voi il seguito di ~CITY~ Prologue!
Ci tengo subito a ringraziare di cuore tutte le persone che hanno messo la storia tra le preferite/seguite (appena capirò la differenza vi chiamerò), tutte le persone che hanno recensito, ma anche tutti i "lettori fantasma" che non hanno recensito nè messo una preferenza ma che comunque hanno speso cinque minuti del loro tempo per leggere, grazie davvero a tutti.
Per ulteriori chiarimenti, ci rivediamo più sotto a fine capitolo.
Bene, non ho nient'altro da dire, a parte augurarvi buona lettura e... sigla!

https://www.youtube.com/watch?v=iovwYQ7I2QU







 




~CITY~






CAPITOLO PRIMO

L'APPRENDISTA




 
< Apprendista Markov? Markov? Ma dove- Si puo sapere cosa stai facendo?! >

L'apprendista sussultò alle grida del superiore. Aprì di scatto gli occhi, ritrovandosi davanti il viso rosso di rabbia di Ainsworth. Non ebbe il tempo, però, di rispondere che il suo capo si rimise a sbraitare.

< Ti sei di nuovo addormentata durante le ore lavorative! E' incredibile! Credevo avessi imparato la lezione l'ultima volta, dopo che ti ho spedito nelle fucine, e invece no! >

< Non stavo dormendo, capo, giuro! > ribattè la ragazza, agitando la paletta polverosa che aveva in mano per enfatizzare le sue parole. < E se anche fosse, la colpa è solo tua a darmi questi orari. Ma chi si sveglia alle 9:30 di mattina? >

Se a dirlo fosse stato un qualsiasi altro degli Apprendisti, Ainsworth, membro da più di trent'anni della Corporazione Ingegneristica, non avrebbe esitato un secondo di troppo a buttarlo in pasto ai Meccanici, gli androidi con sembianze bestiali che si occupavano dei lavori tecnici, ad esempio fondere i materiali non più utili alla City e a cui una mano umana faceva sempre comodo.

Ma quella non era un qualsiasi altro apprendista.
Era Markov. Ainsworth si passò una mano sul viso, rischiando di far cadere l'immancabile parrucchino bianco, esasperato.

< Cosa devo fare con te, Markov? Fila subito ad aiutare Atwood con quelle ceramiche del ventisettesimo secolo >

Il viso della ragazza si illuminò. < Grazie capo! Volo capo! > e, gettati a terra scopa e paletta, corse via in direzione della Zona Museo, accompagnata dalle grida di Ainsworth che urlava: < Ti ho già detto di non chiamarmi capo! >

La City era suddivisa in dodici aree, ognuna con uno specifico incarico, che si dividevano a loro volta in ventiquattro Distretti, che a loro volta erano composti da vari Settori e migliaia di Zone.

Markov era nata e cresciuta nella City, o meglio, in quel Settore della City e lo conosceva a memoria. Non si trovava nelle Aree più grandi, come l'Area Sperimentale, anzi tra tutte e dodici era la più piccola, ma di certo era tra le più utili. Si trattava infatti dell'Area Rifornimento, incaricata di fornire alla City viveri e materie prime, sebbene gli Apprendisti dovessero svolgere praticamente ogni sorta di lavoro, prima di poter entrare a far parte di una Corporazione o diventare impiegato.

Quella più importante tra tutte, però, era sicuramente l'Area Capitale, dove risiedeva il Sindaco assieme a tutti i suoi alleati.

Per passare dalla Zona Apprendisti alla Zona Museo avrebbe dovuto attraversare una decina circa di corridoi lunghi e freddi e, a detta della ragazza, "noiosi", per poi prendere un'ascensore, salire di quattro piani, imboccare il corridoio principale e raggiungere la porta contrassegnata Z. Museo, dove per entrare fuori orario, come in quel caso, avrebbe dovuto utilizzare il tesserino degli Apprendisti.

Ci avrebbe impiegato all'incirca venticinque minuti, sempre che l'ascensore non fosse pieno, e lo era sempre. Ignorò le occhiate severe, sdegnose o semplicemente curiose dei vari superiori, quali Ingegneri, Mastri, Scienziati e tanti altri tizi col cappotto bianco sporco mentre si faceva largo nella cabina. A ogni piano altre persone entravano, spingendo e sgomitando e Markov ringraziava mentalmente di non essere claustrofobica.

Finalmente, l'ascensore si fermò al quarto piano, e la ragazza potè svignarsela.

Percorse il corridoio, cercando con lo sguardo la porta per la Zona Museo, finchè non la trovò ed inserì il tesserino degli Apprendisti nella fessura appena sotto la tastiera posta per inserire chissà quali codici.

Appena entrata venne investita da un forte odore di vecchio e polvere, che la fece tossire.
Ma come diamine faceva, Luke, a lavorarci lì dentro?

< Ehi tu, che cosa... Markov? >

La ragazza sbuffò mentre si voltava verso l'Apprendista Anders.
< Ciao Amalia > borbottò. La mora, con una pila che quasi la superava in altezza di enormi vecchi portatili risalenti probabilmente a qualche secolo prima tra le braccia, la fissò sospettosa.

< Si può sapere cosa sei venuta a fare quassù, scricciolo? > le domandò aspramente.

< Mi ha mandata Ainsworth. Devo aiutare Luke, sai per caso dov'è? > chiese lo "scricciolo" ignorando il nomignolo.

L'altra sogghignò. < Sicura che tu sia venuta fin qui solo per aiutarlo? Ultimamente vi vedo spesso soli insieme... >

Markov storse il naso. < Se ci ha visto significa che tanto soli non eravamo. Sai dov'è sì o no? >

L'Apprendista Anders accentuò il sorriso cattivo. < Sezione di Storia Naturale, sala degli uccelli imbalsamati >

La bionda ringraziò frettolosamente e se ne andò, con l'inquietante sensazione degli occhi violacei di Amalia incollati sulla schiena.

Amalia, comunque, non aveva mentito. L'Apprendista Atwood era infatti di spalle, intento a lucidare la teca in vetro contenente un'esemplare di rondine, un meraviglioso volatile estinto verso la fine del ventunesimo secolo. La ragazza sorrise, gli arrivò da dietro e, una volta raggiunto, gli gridò nell'orecchio con quanto fiato aveva in corpo.

< APPRENDISTA ATWOOD A RAPPORTO! >

Il poveretto sobbalzò, facendo cadere lo straccio. Si voltò, adirato.

< Ah! Bastardo, mi hai fatto prendere un c- Tara? > La rabbia svanì appena un poco dal suo volto. < Ma sei impazzita? Ho perso dieci anni di vita con quel salto >

< Adesso esageri > lo rimbeccò lei, alzando gli occhi al cielo.

< Ti odio > brontolò lui, poi sbattè le palpebre, confuso. < Ma tu che ci fai qui? Non dirmi che ti sei di nuovo addormentata sul lavoro >

Markov sorrise colpevole. < Okay, non te lo dico >

< Tara! > sospirò lui esasperato, mentre l'altra, ridacchiando, saltellava facendo slalom tra le innumerevoli teche contenenti corvi, passeri e pettirossi.

< Se proprio vuoi trasgredire alle regole, fai come me e frega il portafoglio ai tizi in ascensore, almeno ci guadagni. Si può sapere cosa diavolo fai la notte per addormentarti praticamente ovunque durante il giorno? >

La ragazza abbassò lo sguardo, fingendo di stare attenta a dove metteva i piedi quando l'unica cosa che voleva era evitare gli occhi azzurri di Luke. Oh sì, faceva delle cose la notte, ma erano cose vietate, che non poteva raccontare nemmeno all'amico. Sbuffò, andando quasi a sbattere contro il modellino meccanico di un falco.

< E' che mi annoio. Sono secoli che non avviene qualcosa di interessante, che so, una nuova conquista, una nuova battaglia, niente. Ci limitiamo a spargere cemento sopra... sopra... > si fermò a metà di un saltello, con una gamba sollevata, mordendosi il labbro per ricordarsi il termine esatto.

< La Terra? > indovinò Atwood, al che lei annuì. < Tara, so meglio di te come ti senti, e ti do ragione, il Sindaco e tutti quei suoi leccapiedi dell'Area Capitale sono dei bastardi fatti e finiti. Ma continuare così non ha senso. Piuttosto, ho sentito dire che abbiamo finalmente conquistato e cementato l'intero continente >

< Conticosa? > domandò lei, corrugando la fronte.

< Continente. E' il modo in cui gli antichi chiamavano le terre emerse > spiegò Luke. La ragazza sbuffò di nuovo.

< E che ci vuole? Qui continua a non succedere nulla >

In quel momento, lo schermo posto dietro l'Apprendista Markov si accese di colpo, facendola sobbalzare.

< Salve a tutti i cittadini > salutò formalmente la figura imponente del Sindaco, comparsa all'improvviso. < Tutti i Componenti della Corporazione Scientifica sono richiesti nell'Area Capitale. Grazie e buona giornata > lo schermo si scurì di nuovo.

I due ragazzi si guardarono, scambiandosi occhiate sorprese.

< Il Sindaco mi fa venire i brividi > ruppe il silenzio la bionda, passandosi le mani sulle braccia, come colpita da un freddo improvviso. < Se solo si togliesse quella maschera agghiacciante dalla faccia ogni tanto... >

< Non dire idiozie. Se se la togliesse, poi Amalia non potrebbe più raccontare diavolerie sul suo conto e terrorizzare i novellini > sogghignò Luke.

< Però perchè il Sindaco ha richiamato tutta la Corporazione Scientifica? Solo gli scienziati si divertono, non è giusto! > fece Markov, mettendo il broncio come una bambina.

< Gli scienziati? Divertirsi? Ma ti ascolti quando parli? > il ragazzo scosse il capo e si chinò a raccogliere lo spruzzino e lo straccio che gli erano caduti. < Ma ora basta perdere tempo. Aiutami con quelle ceramiche antiche, o finirò col ricevere io stesso una punizione e, a ben pensarci, non mi va proprio >

La ragazza sbuffò mentre una ciocca dorata le cadeva davanti al viso. Dovette incrociare gli occhi in maniera piuttosto buffa per riuscire a vederla.

< Come vuoi. Uffa però >

E detto questo, i due Apprendisti si diressero verso l'uscita della sala.

 
~ ~ ~
 
Immerso nella più completa oscurità, un uomo con un occhio solo scrutava l'immagine che gli era appena apparsa davanti attraverso un piccolo arnese a forma di esse. A un comando vocale, questo aveva infatti preso a vibrare, per poi trasmettere un'ologramma della sua sottoposta più fidata.

< Lui l'ha traferita proprio tre giorni fa nella sala esperimenti. Come da ordini, abbiamo subito iniziato con le operazioni > stava concludendo la donna dell'ologramma, vestita di un'armatura nera e arancio. Portava i capelli bianchi sciolti sulle spalle e sul suo occhio sinistro spiccava una benda scura.

L'uomo annuì lentamente con il capo. < Avete rilevato caratteristiche anormali nell'esperimento, a parte ciò che già sappiamo? >

< Possiede un fattore di guarigione impressionante. Abbiamo fatto qualche test per esserne sicuri: risulta chiaramente che il soggetto è in grado di rimarginare quasi tutti i tipi di ferita, purchè non siano mortali e purchè il soggetto ne abbia le forze necessarie > rispose prontamente lei. < E, ovviamente, ci sono i suoi poteri >

L'uomo socchiuse il suo unico occhio. < Parlatemi di questi poteri. Cos'è in grado di fare? >

< Non siamo ancora certi di tutte le sue abilità. E' in grado di creare sfere di energia dalle mani, mutare il suo corpo in ombra e far comparire dal nulla scudi e rampicanti della medesima energia nera. Tuttavia potrebbe riservarci ancora delle sorprese > elencò la donna albina.

L'uomo annuì di nuovo. < Molto bene. Avete fatto un buon lavoro, Lady Rose >

La donna parve esitare un secondo, poi chinò il capo in segno di rispetto e l'ologramma svanì.






Probabilmente molti di voi adesso smetteranno di leggere la storia, la dispreferiranno (?) o disseguiranno (??) o cosa diavolo ne so io. Perché sì, ragazzi, ecco a voi una dei coprotagonisti di questa storia, Tara Markov, non esattamente il personaggio più amato del fandom.
Ma a me non importa un accidente! Don't like Terra? Don't read about Terra. Simple.
Vabbè, lasciamo perdere.
Piuttosto, per tutti quelli a cui Tara sta un po' sulle scatole ma che continueranno comunque a leggere la long, calmi (?) state tranquilli (?). Non voglio mentirvi, Terra sarà non fondamentale, di più, per l'esito della storia, però come ho già specificato lei sarà una coprotagonista, ovvero i punti di vista cambieranno molto spesso da capitolo a capitolo.
Per farla breve non ruoterà tutto intorno a lei.
E prima che qualcuno me lo chieda, no, il video non l'ho fatto io, e la canzone è City, degli Hollywood Undead. Dato che è stato proprio ascoltando questa canzone che mi è venuta in mente l'idea per la storia, ho pensato fosse doveroso inserirla nella long. Prendetela come, non so, una sigla iniziale.
E... Luke? Ma chi sarà mai questo misterioso ragazzo? ... Avanti questa non è difficile.
Poi... come potevo anche solo pensare di non mettere Rose? E il nostro amatissimo Sindaco?
Ultima cosa: purtroppo non potrò essere sempre il massimo della puntualità, anzi temo che sarà proprio poco il tempo per scrivere e postare. Perché, indovinate, tra una settimana ricomincio la scuola! Liceo scientifico, evviva... *tono altamente sarcastico*.
Cercherò comunque di essere il più costante possibile, promesso.
Bene, credo di aver detto tutto.
A presto, si spera, con il prossimo capitolo,

Rose Wilson
   
 
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