Tra le boscose montagne di Kalos risaltava un altopiano…spoglio di ogni forma di vita con i pochi alberi presenti completamente privi di foglie, in mezzo ad esso vi era un enorme pokèmon, la sua forma ricordava un uccello due grandi ali artigliate e con un’altrettanto grande coda che dava al pokemon una forma a Y, il suo colore nero, grigio e rosso erano state le ultime cose viste in vita da molti esseri... ma soprattutto risaltavono i suoi occhi celesti apparentemente prividi emozione in grado di congelare ogni essere mortale; l'incarnazione della distruzione e morte osservava l’orizzonte mentre le lacrime scendevano ininterrottamente dai suoi occhi.
“Fratello…” una cerva blu e nera comparve alle sue spalle.
”Cosa vuoi Xerneas!”
”So come ti senti …devi parlarne con qualcun altro”
“ No! Io sto bene …e non ho acuna intenzione di parlare con il primo pokemon che passa!”
“Parla con me allora … ho provato anche io il tuo dolore…so come ti senti…impotente…triste…la tua luce non brilla più…anche io ho visto morire il mio allenatore”

Il pokèmon volatile si voltò a guardare la sua controparte “La cosa è molto diversa cara sorella…io sono la morte…la mia esistenza permette la morte…è come se io stesso l’avessi uccisa!”
“Smetti! Lei non avrebbe voluto vederti così”
“ Sai la cosa buffa? Noi non moriamo…sarò condannato all’eternità a soffrire pensando a lei! Sai cosa vuol dire!”
La cerva si avvicinò all’uccello e lo abbraccio “Ho visto morire molti miei cari amici…e qualche decennio fà ero proprio come te...ma poi trovai una ragione per andare avanti”
“Quale?”
“Il ricordo…magari il corpo muore ma lei vivrà sempre nei tuoi ricordi…tu devi vivere per mantenere vivo il suo ricordo e conoscendola vorrebbe che tu ti facessi altri amici”
“Lei era la mia unica vera amica, l’unica che non era spaventata dal mio potere…l’unica che mi ha trattato come gli altri…l’unica che mi amava ”
“Andiamo… ci sono io,Arceus,Darkrai e tutti gli altri leggendari che ti vogliono bene”
Yveltal girò la testa verso l’orizzonte “Non è la stessa cosa ...e tu lo sai”.

L'incarnazione della vita lasciò l'abbraccio e si sedette accanto al fratello ”L’amavi vero?”
“Non lo so…sono sempre stato solo tranne le riunioni con i leggendari…poi quegli strani umani mi catturarono e lei mi salvò e mi sconfisse in una lotta, nonostante tutto… il periodo che ho trascorso con lei è stato il migliore della mia esistenza”
“So che è dura la prima volta…io schiarii la mente andando a far visita ad altri leggedari che avevano avuto esperienze simili…prova a chiedere a Giratina…nessuno conosce meglio di lui cosa significhi perdere le cose che ti stanno a cuore”
“Se proprio vuoi sorella…ci proverò”
“Sai mi è venuta in mente quella volta che i nostri allenatori si scontrarono…”
I due stettero lì vicini a ricordarsi le loro avventure fino all’alba e ormai stanchi si addormentarono.

Non so voi ma i leggendari per il fatto di non poter morire a causa del tempo li rende i personaggi più costretti a soffrire che io abbia mai visto …specialmente quelli che vengono catturati.Scusate per la versione precedente…credo che scrivere alle tre del mattino non sia il massimo per la mia attenzione.