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Autore: Hairauhl    05/09/2016    0 recensioni
Eveline Lillian Miller non è esattamente una giovane ribelle. Anzi, preferisce restar nell'anonimato e cercare di non dare nell'occhio.
Ma per Justin Bieber, un giovane teppista che custodisce molti segreti, non sembra di certo di passare inosservata.
Cosa succederà tra i due? Sarà subito amore o le diversità si faranno sentire da subito?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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« Eve, mi stai ascoltando? » sbuffò la ragazza dall'altro lato del telefono, io negai col capo, con la consapevolezza che non mi avrebbe potuto vedere « No Sam, non stavo ascoltando» mi ero persa di nuovo nei miei pensieri, ultimamente capitava sempre, era un dannato vizio. «Eveline Lillian Miller - calcò prepotentemente il mio nome per intero, alzai gli occhi al cielo - ti ho chiesto se possiamo andar a fare un giro in centro tutto qua» il suo tono si era addolcito. « va bene, facciamo che alle 5 vieni a prendermi?» dissi, controllando l'orario. « Ottimo, a dopo, Eve!» chiuse la chiamata senza che io potessi risponderle, la solita.

Erano le 4 in punto, era meglio iniziarsi a preparare. Mi incamminai verso il bagno e chiusi la porta alle mie spalle, aprii l'acqua calda e mi spogliai di ogni mio indumento. Entrai nella doccia e mi insaponai con cura il corpo, i capelli li avevo lavati già al mattino. Sciacquai il sapone dal mio corpo e mi avvolsi in un asciugamano color giallo. Lavai i denti e il volto accuratamente. Mi diressi verso la mia camera e indossai l'intimo. Scelsi un paio di leggins di pelle, una maglietta che arrivava fino a metà coscia con dei disegni rossi e le mie amate converse nere. Presi il mio kit per il make-up e passai un leggero strato di fondotinta, misi dell'eye-liner, un rossetto rosa chiaro e fissai il tutto con un po' di cipria. Sciolsi i miei capelli neri e li lasciai morbidi sulle spalle. Presi la mia chanel - regalo del mio diciassettesimo compleanno, regalatomi con tanto amore dal mio papà. 
Scesi le scale, la casa era vuota. Mio fratello era in giro a cazzeggiare con i suoi amici, mia madre al lavoro e mio padre era partito per un viaggio d'affari. Afferrai il mio iPhone e inviai un messaggio a mia madre. 

A: Mami.
Mamma, io sto uscendo con Samantha, vado a farmi un giro in centro, non tornerò tardi. Promesso xx


Inviai il messaggio a mia madre e riposi il telefono nella mia borsa. Afferrai gli occhiali da sole, il mio portafoglio e le chiavi di casa e lanciai il tutto nella mia borsa. 
Il suono di un clacson interruppe i miei pensieri. Uscii di casa ed entrai nella BMV di Samantha.
« la signorina ce l'ha fatta!» si prese gioco di me, io finsi di ridere. 
« non sei divertente Samantha- incrociai le braccia al petto - adesso andiamo» le feci una linguaccia. 
Mise in moto e dopo dieci minuti fummo nella piazza dove la maggior parte dei ragazzi si riuniva. Era una semplice piazza, all'estremità c'erano dei muretti, di solito i fattoni o i tipi poco raccomandabili si sedevano là. Invece noi comuni mortali, ci accontentavamo delle panchine.
Era un posto molto accogliente, c'era una piccola edicola contornata da un po' d'erba e c'era qualche albero accanto le panchine e i muretti. Io e Sam ci sedemmo su una panchina. « Allora, Samantha Perez, raccontami un po' cosa hai fatto in queste vacanze?» eravamo appena rientrate dalle vacanze estive, tra un paio di giorni la scuola sarebbe ricominciata perciò io e Sam ne approfittammo per vederci. Lei picchiettò con l'indice sul suo mento. « È stato molto bello Eve. In Brasile ci sono un sacco di bei ragazzi e la mia famiglia è completamente pazza» gettò le braccia in aria e alzò gli occhi al cielo. Samantha veniva dal Brasile, si era trasferita a Los Angeles quando aveva appena tre anni e ricordo ancora quella gracile bambina con i capelli più grandi del corpo. « A te come sono andate?» io sbuffai, era stata una palla la mia estate.
« sai com'è andata. I miei non mi hanno fatto fare nulla. Né con loro e né senza di loro. Erano troppo presi dal lavoro ma non volevano lo stesso che io fossi una semplice ragazza di diciassette anni. Ho passato tutti i giorni sulla spiaggia a prendere il sole e ad evitare i ragazzi che cercavano di approcciare con me» incrociai -per la seconda volta- le braccia al petto e Sam rise. « I tuoi genitori sono così, troppo ma davvero troppo apprensivi e super protettivi» fece spallucce e io annuii senza proferir parola.
Ad un tratto un urlo provenne dai muretti chiamiamoli, poco raccomandabili. Io e la mia migliore amica alzammo gli occhi di scatto, un ragazzo sul metro e settantacinque stava prendendo a pugni un ragazzo dai capelli neri. Io portai una mano sul volto, non mi era mai piaciuta la violenza. Il ragazzo che stava massacrando -e non esagero- l'altro ragazzo aveva dei capelli biondi cenere, tirati su in una cresta e numerosi tatuaggi che coprivano le sue braccia. « dovremmo fare qualcosa?» guardai Sam. « no, non voglio andare in mezzo a quei pazzi» sembrò impaurita, lei di solito non aveva mai paura. Io annuii e guardai l'orrore che si presentava davanti i miei occhi. Il ragazzo dai capelli biondi tirò un gancio sinistro sul naso del povero malcapitato e fiotti di sangue uscirono dal suo naso. Il ragazzo, con una mano sul volto si allontanò dal 'luogo del crimine'.
Il biondo si girò, pulì la mano sulla sua t-shirt nera e venne verso di noi.. ASPETTA, verso di noi?
Io affondai le mie lunghe unghie nella coscia di Samantha. Lei non si mosse. Il ragazzo si fece strada ed arrivò esattamente davanti la nostra panchina, si chinò alla mia altezza. « piaciuto lo spettacolo, bambolina?» cosa dovrei dirgli? 'Ah sai, non molto, poco sangue'. Deglutii. « Ehm, io non sono esattamente a favore della violenza.» fissai le mie unghie laccate di rosso, ero incapace di guardarlo negli occhi. « peccato, con te io avrei molta  violenza da fare.» era un riferimento sessuale? Alzai lo sguardo e il respiro mi mancò. Due splendidi occhi color caramello mi scrutavano attentamente. Lui mi fece l'occhiolino e si alzò diretto verso dove solo Dio sapeva.  
« EVELINE! - squittì la mia migliore amica- ti sei appena resa conto di ciò che è successo?» io annuii, non avevo intenzione di parlarne. La guardai senza un minimo di emozione, cosa avrei dovuto dirle? Essere contenta perché un teppista ha cercato di abbordarmi dopo aver fatto pesantemente a botte? No grazie. 
« Non è stato niente, Sam. Cambiando discorso, cosa ne dici di mangiare qualcosa?» accarezzai la mia pancia che fece un leggero brontolio. Lei rise leggermente e ci alzammo dirette verso la gelateria.

Afferrai la mia coppetta rigorosamente fior di latte e presi il cucchiaino giallo. Oh diamine, tutto doveva riportarmi a quei bellissimi occhi color miele?

***** 

CIAO RAGAZZE! Questa è la prima fanfiction che scrivo qua su e mi piacerebbe sapere i vostri commenti, fatemi sapere al più presto! BACI

   
 
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