Pairing: Hints David/Colby se proprio volete vederle XD
Lunghezza: 424 parole (W)
Disclaimer: David, Colby e Numb3rs in generale, non sono roba mia. Non mi hanno dato nemmeno un centesimo per scrivere questa storia.
Note: Scritta per l’ormai concluso pimp fest di fanfic_italia e più precisamente per faechan . Il prompt era “vetrata” con riferimento all’episodio finale della season 3, ovvero “The Janus List”.
Look out across this glass wall
C’è
lui, la vetrata e poi Colby. Per la mente di David questo è
un ordine
profondamente sbagliato. Quello esatto è: lui e Colby, poi
la vetrata,
e dietro la vetrata qualcun altro, chiunque. Forse è strano
ma anche
adesso, e nonostante la voce della segreteria che ancora gli risuona in
testa, David non riesce a non pensare che Colby si trovi dalla parte
sbagliata del vetro.
L’illusione
travestita da speranza continua ad essere forte, ed attende solo che
l’altro dica qualcosa, un qualcosa che possa discolparlo o
giustificarlo, un qualcosa che metta fine a tutta quella situazione di
merda.
Ma poi Don
inizia ad urlare -non è mai stato molto bravo a controllare
la rabbia-
e Colby si decide a parlare. Ed ovviamente non c’è
nessun frainteso,
nessuna giustificazione. Solo un tradimento che fa troppo male per
essere sopportato ancora in silenzio.
David
si slancia verso l’ingresso della stanza degli interrogatori,
senza
curarsi né di Don né di Megan che gli urlano di
stare indietro, di calmarsi – e come
cazzo dovrebbe fare a calmarsi?
Sono faccia a faccia adesso,
e la voglia di sapere da quanto tempo
va avanti questa cosa, giusto per stabilire quanto di sé ha
buttato via
con un uomo di carta e bugie, è superiore perfino alla
voglia di
prenderlo a pugni.
David
non riesce ad interpretare la smorfia di Colby – strano,
visto che fino
a quattro ore fa avrebbe detto di poter leggere quel volto come un
libro aperto – ma percepisce il tono vagamente ironico delle
sue
parole, quando dice fin dall’inizio.
- È questo che
fanno le spie, David.
Il
pugno non va a segno solo perché Don lo afferra in tempo,
trascinandolo
quasi di peso fuori dalla stanza. Attraverso il vetro, David continua
ad osservare Colby mentre china la testa, sposta gli occhi da un lato
all’altro del tavolo, risponde a mezza bocca ad una domanda
di Megan,
si passa una mano sulla fronte sudata. Gesti che, nella loro
semplicità, rivelano la verità su quello che
considerava il suo
migliore amico.
Quando
Don esce dalla stanza è stanco, quasi svuotato. Nel fissare
David negli
occhi, esita un po’ troppo prima di comunicare i nuovi
ordini, ma
quando lo fa l’agente Sinclair si limita ad annuire in
silenzio; sempre
in silenzio ammanetta Colby e lo conduce all’auto su cui
salirà anche
Dwayne Carter.
Durante
il tragitto i loro sguardi s’incontrano solo una volta e,
anche se i
suoi occhi sono inespressivi, David sa che Colby coglie perfettamente
la battuta.
È questo
che fanno gli agenti dell’FBI, Granger.