Lunghezza: 350 parole (W)
Disclaimer: Charlie e Amita non sono roba mia perché se così fosse passerebbero molto più tempo insieme e la pianterebbero di mollarsi e rimettersi come i bambini delle elementari è__é
Note: Scritta per il Festival del cocomero di fanfic_italia prompt “solitudine”
Variabile
casuale
Le certezze di
Amita, per quanto riguarda Charlie, si contano sulle dita di una mano.
Innanzitutto
è un genio: basta ascoltarlo due minuti di fila per capire
che quello
che si ha davanti non è un semplice professorino con una
predilezione
per i completi di tweed e le parole difficili, ma un vero e proprio
Einstein moderno, con tanto di pettinatura indomabile al seguito.
È
un dato di fatto anche che, nonostante possieda
un’intelligenza capace
di elevarlo un paio di piani al di sopra dei comuni mortali, Charlie
sia una persona fondamentalmente buona, gentile con il prossimo,
affettuoso con gli amici e molto legato alla famiglia.
Un’altra
cosa piuttosto ovvia, però, è quanto Charlie sia
poco predisposto per
una relazione sentimentale. Non che lui non ci provi a far funzionare
le cose, ovviamente.
Il
fatto è che il mondo del professor Eppes è fatto
di tante, troppe, variabili e Amita non è che una di
esse: una semplice X con un valore incostante e il più delle
volte incognito, forse anche per lo stesso Charlie.
Amita
sa di essere importante per lui, sa che è veramente
innamorato di lei e
che preferirebbe sbagliare di proposito un’equazione
piuttosto che
ferirla, e sa anche che pretendere di essere sempre in cima ai suoi
pensieri sarebbe davvero troppo, soprattutto considerando tutte le cose
di cui lui deve occuparsi, dall’università al
lavoro con l’FBI.
Eppure,
nonostante tutto, non può fare a meno di sentire un vuoto
nello stomaco
nel constatare che anche quando sono vicini, anche quando lavorano
insieme ad uno dei casi di Don o ad una qualche nuova e bizzarra
dimostrazione di Larry, la sensazione più forte che prova
è la
solitudine: Charlie non è mai veramente
lì con lei perché
quando la sua mente si concentra su qualcosa, qualsiasi cosa, anche se
Amita è lì a pochi passi, nell’enorme
equazione che lui ha in testa lei
non esiste.
Valore
nullo.
E
se la sua parte razionale lo comprende o, perlomeno, lo accetta, quella
meno razionale non può fare a meno di desiderare qualcosa di
profondamene diverso.
Amita
vorrebbe essere una costante.