Anime & Manga > Loveless
Ricorda la storia  |      
Autore: Miss_Coffin_Maker    01/05/2009    5 recensioni
“Perdonami. Non volevo disturbarti. Ti amo, Ritsuka”
Smettila di dirmi che mi ami. Smettila di farlo come se lo volessi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ritsuka Aoyagi, Soubi Agatsuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Soubi And Ritsuka: An Unpretentious Act

 

 

 

 

 

“Ritsuka”

Il ragazzo teneva gli occhi fissi sul foglio bianco davanti a lui. Non avrebbe risposto a quella voce che chiamava il suo nome. Non lo avrebbe fatto, non questa volta.

“Ritsuka”

Strinse forte la matita appuntita nel pugno chiuso. Era qualcosa di pericoloso. Un oggetto così semplice, così comune, eppure così pericoloso.

“Ritsuka”

Era semplice e pericolosa, esattamente come quella voce.

“Smettila di parlarmi. Sto cercando di concentrarmi”

Ed era la verità, stava veramente cercando di concentrarsi, ci stava provando da almeno un quarto d’ora. Ma una consapevolezza terribile e confortante gli riempiva la mente: Aoyagi Ritsuka aveva capito ormai da tempo che sarebbe stato inutile. Lo aveva capito quando Agatsuma Soubi aveva bussato alla finestra della sua camera e ne aveva varcato la soglia, per l’ennesima volta.

“Se non vuoi che mi rivolga a te, ti basta ordinarmelo. Non ti parlerò più, se è questo che vuoi”

“Che differenza c’è tra il parlarmi e lo stare seduto sul mio letto a fissarmi?”

“Come fai a sapere che sono seduto sul tuo letto e che ti sto fissando?”

Ritsuka arrossì violentemente. Non si sarebbe voltato verso di lui, non avrebbe permesso che lui vedesse quell’imbarazzo e capisse.

Capire cosa, poi?

“Lo sento. Il tuo sguardo è fastidioso”

“Mi dispiace”

Il ragazzo respirò a fondo. Non avrebbe voluto essere così duro con Soubi. Solo che saperlo lì, così vicino a lui, gli dava una strana sensazione. Lo irritava, perché lo faceva sentire vulnerabile. Protetto dal mondo esterno, perfettamente al sicuro da qualunque pericolo concreto, eppure così indifeso di fronte a se stesso.

“Che cosa stai facendo?”

Quella voce calda lo faceva trasalire ogni volta. Lo spaventava, e gli ricordava che non era da solo.

“Un compito per scuola”

“Di che cosa si tratta?”

Ritsuka si piegò sulla scrivania, evitando ancora di alzare gli occhi verso l’uomo che sapeva essere alle sue spalle. Sbuffò. Perché andava avanti ad assillarlo con tutte quelle domande? Eppure, sarebbe bastato ordinargli di tacere, e Ritsuka era certo che Soubi lo avrebbe fatto.

E allora…perché  continuava a desiderare di sentire la sua voce?

“Devo…fare un disegno”

Gli sembrò di avvertire chiaramente il sorriso di Soubi. Anche se non poteva vederlo.

“Vuoi che ti aiuti?”

Ritsuka scosse la testa.

“Non ti fidi? Ti assicuro che sono bravo con questo genere di cose”

“Ti ho detto di no!”

Si voltò verso di lui all’improvviso, incontrando i suoi bellissimi occhi azzurri. Soubi sorrise della sua reazione, piegando leggermente la testa. I suoi capelli chiari scivolarono lievemente da un lato, sfiorandogli appena il viso e le spalle. A Ritsuka parve quasi di poter distinguere quei fili argentei uno per uno, muoversi con eleganza su quella creatura così forte e misteriosa. E li odiò, per questo. Perché la loro bellezza era così splendente che chiunque avrebbe potuto vederla. E lui, Aoyagi Ritsuka, sarebbe stato geloso degli sguardi altrui.

“Che cosa stai fissando?”

Il ragazzino arrossì di nuovo, e questa volta non avrebbe potuto nascondere il suo volto imbarazzato.

“Niente. –esitò- Solo…vorrei che ti legassi i capelli”

Soubi lo guardò interrogativo per qualche istante. Poi sorrise nuovamente.

“Va bene. Lo farò, se sei tu a chiedermelo”

Ritsuka si sentì immensamente stupido. Stupido per quella richiesta del tutto priva di senso, stupido per le motivazioni che l’avevano causata, stupido per il solo fatto di aver potuto pensare una cosa simile. Si morse il labbro.

“No. Lascia stare…non volevo veramente…”

Soubi gli tolse la matita di mano, prima ancora che Ritsuka potesse accorgersi del fatto che lui si era alzato dal letto. O forse, semplicemente, non aveva notato il suo movimento perché troppo preso dai propri pensieri. Non sopportava quella sensazione, quella netta percezione del pensiero di Soubi, giorno dopo giorno, immobile nella sua mente, sospeso come nebbia a mezz’aria. Offuscava tutto ormai, qualsiasi cosa. Offuscava persino quelle difese che avrebbero dovuto essere sempre vigili.

“Scusami, ma non avevo nient’altro che potesse andar bene”

Ritsuka lo osservò avvolgere i capelli intorno al bastoncino di legno, con abilità. Ed era un peccato, davvero un peccato, quelle ciocche ribelli ora costrette in una gabbia innaturale. 

Afferrò il braccio di Soubi, tirandolo leggermente verso di lui. L’altro lo lasciò fare, sospeso tra la curiosità e la sorpresa. Il ragazzino allungò la mano, e gli sfilò la matita dai capelli.

“Sei uno stupido. Non dovevi farlo per davvero”

“Mi dispiace, Ritsuka”

“E sei uno stupido anche per questo, non c’è niente di cui tu debba scusarti”

Soubi sorrise. Gli posò una mano sulla testa, accarezzandogli piano i capelli neri. Ritsuka voltò il capo. Non poteva guardarlo. E non poteva perché voleva vederlo, ma sapeva che era sbagliato. Era sbagliato, era un errore, era sofferenza e nient’altro. Dolore e delusione, perché non c’era altro modo di definire il loro legame. Era sbagliato, un vincolo sbagliato. Nato da una coercizione, sbocciato dal male di una vita negata. E nonostante tutto, Ritsuka non avrebbe mai potuto respingere la natura di quel rapporto.

Era un fiore.

Il calore della sua mano scomparve d’un tratto. Soubi gli voltò le spalle, raccogliendo il cappotto che aveva abbandonato sul letto.

“Perdonami. Non volevo disturbarti. Ti amo, Ritsuka”

Smettila di dirmi che mi ami. Smettila di farlo come se lo volessi.

“Soubi!”

L’uomo si voltò.

Ritsuka si era alzato in piedi, lo guardava con occhi fiammeggianti.

“Devi smetterla di dirmi che mi ami!”

Occhi bagnati di lacrime.

“E’ un ordine?”

Il ragazzo mosse alcuni passi verso di lui, continuando a fissare quella figura così alta, così imponente. E così bella.

“E’ un ordine, Ritsuka?”

“Io…”

Distolse lo sguardo.

E le braccia di Soubi gli cinsero le spalle, inaspettatamente.

Il volto di lui a pochi centimetri dal proprio. Di nuovo, tentò di evitare che l’altro notasse il rossore sulle sue guance. Soubi gli posò un indice sul viso, sfiorandolo con dolcezza, facendolo voltare lentamente verso di lui.

“Guardami, Ritsuka”

“No. Lasciami”

Di nuovo il peso leggero della sua mano tra i capelli, di nuovo il suo calore che gli attraversava il cuore.

“E’ un…”

“No”

Soubi posò le labbra su quelle di Ritsuka, in un bacio lieve, appena percepibile, appena palpabile. Lo strinse a sé, nella stanza immersa nella luce artificiale, nella notte immobile che incombeva fuori dalla finestra semiaperta. Sentì il suo cuore innocente battere un po’ più forte.

E Ritsuka chiuse gli occhi, con il volto posato nell’incavo del suo collo levigato, con quei capelli d’argento che gli sfioravano la pelle.

“Sei sicuro che non vuoi che ti aiuti con quel disegno?”

Un sussurro.

 “Forse…”

Soubi sorrise.

La verità era che Aoyagi Ritsuka non sarebbe mai più stato quello che era. Lo aveva capito ormai da tempo. Lo aveva capito quando Agatsuma Soubi era entrato nella sua vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

__________________________

 

Che dire? Lo si sarà capito già dal titolo...Un atto senza pretese, esattamente come questa one shot. La genesi della storia è molto semplice: ho praticamente divorato Loveless e me ne sono innamorata. Trovo che l'anime sia assolutamente affascinante, non riesco a pensare ad un' altra parola altrettanto valida per descriverlo, e la coppia composta da Soubi e Ritsuka è subito diventata una delle mie preferite in assoluto. Quindi ho pensato che dovevo scrivere qualcosa per loro, e così è nata questa semplicissima fiction in cui, lo so, non succede praticamente niente!

Quindi se l'avete letta vi ringrazio davvero, magari se vi va lasciatemi anche un commentino per dirmi cosa ve ne pare  :D

Ultima cosa, la colonna sonora della fan fiction è "Tsuki No Curse", la opening di Loveless, che ho ascoltato a ripetizione mentre scrivevo.

Ancora un grazie sentito a coloro che leggeranno e un saluto!

*Ilaria*

 

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Loveless / Vai alla pagina dell'autore: Miss_Coffin_Maker