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Autore: _Crizia_    06/09/2016    0 recensioni
Dedicata ad Allison, al suo rapporto con Scott e al suo coraggio.
< C'è molta più irrazionalità di quanto si possa pensare. [...]
Ne percepivo la presenza, ne era rimasto solo uno. [...]
Non di quel rosso tipico del suo essere un' Alpha [...]
Lui viene prima di tutto. [...] > -tratto dalla storia-
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come se servisse più a Lui che a Noi
 

Ed eccola lì, dove neanche nei suoi sogni più sfrenati poteva immaginare di trovarsi, dopotutto la situazione in cui si trovava non sembrava essere cosa di questo mondo.
Eppure chi può affermare con certezza cosa sia di questo mondo.
Si è certi che la razionalità, suprema governatrice di questi tempi - declinata in tutte le sue applicazioni - , sia il giusto metodo di rapportarsi alla realtà?
C'è molta più irrazionalità di quanto si possa pensare. L'irrazionalità è l'anima del mondo, la sua forza motrice, la sua essenza più vera.
Ora, scesa a patti con ciò, non mi dovrei sorprendere più di tanto nel ritrovarmi qui, in un bagno di sudore, l'adrenalina al massimo, il corpo pronto a scattare ai minimi rumori, la balestra incoccata nelle mani coperte dai guanti e il pugnale di scorta nel fodero ben saldo al polpaccio sinistro.
Gli occhi sono fissi a scrutare intensamente il vuoto in cerca di quelle bestialità che sorgono dall'ombra.
Sono demoni, spiriti diventati malevoli in quanto evocati e quindi strappati al loro luogo d'origine. É l'azione dell'uomo a renderli tali in quanto se la loro venuta fosse una loro decisione, la loro natura non muterebbe.
Ne percepivo la presenza, ne era rimasto solo uno.
Ad un tratto sentii un soffio gelido all'altezza del collo, mi ricomposi e feci ridiscendere la maschera determinata del cacciatore, feci alcuni passi in avanti per poi girarmi di scatto. La balestra, salda nella mia presa ferrea, dritta di fronte a me e al click dello scocco, il fiotto di luce abbagliò i miei occhi ormai abituati alle tenebre.
Anche per quella sera era tutto finito, forse poteva concedersi un po' di tempo pseudo normale ora.
Anche se di normale c'è veramente poco considerando che il mio ragazzo è affetto da licantropia.
Se non conoscete il termine, ma vi sembra familiare, e nonostante ciò cercate ancora di allontanare quell'idea che giudicate assurda, tranquilli, è esattamente come state pensando: il mio ragazzo è un lupo mannaro.
Sono sulla via di ritorno a casa, sto cercando di pulire le ferite, causate dai graffi che quell'adorabile bestiolina mi ha lasciato come ricordo, con un lembo della maglia che Scott ha lasciato a casa mia dopo la fantastica notte passata insieme. Basta il ricordo a riscaldarmi un po' da questa gelida sera; ammetto che forse non è stata una delle migliori idee andare a caccia con maglia a maniche corte, giubbetto in eco pelle e leggins al ginocchio.
Come finisco di salire la rampa di scale, apro la porta di camera mia con l'intenzione di fiondarmi sotto il getto caldo della doccia, ma mi blocco immediatamente quando vedo Scott seduto alla mia scrivania. I gomiti appoggiati per trovare la forza di non cadere, le mani fra i capelli e quelle che sembrano scie di lacrime ormai asciutte sulle guance.
Mi avvicino con la preoccupazione alle stelle e appoggiandogli una mano sulla spalla cerco di farlo voltare verso di me per guardarlo negli occhi: sono rossi.
Non di quel rosso tipico del suo essere un' Alpha, ma il rossore e il gonfiore di chi ha pianto e a lungo.
"Allison..." mi chiama come per accertarsi che non sia un miraggio.
"Sono qui Scott. Che è successo? Cosa ti è successo?". Non mi risponde, semplicemente allunga una mano che afferro prontamente, mi attira a sé, mi fa sedere sulle sue ginocchia e mi avvolge in un abbraccio poggiando la sua testa sul mio petto.
Non è uno dei nostri soliti abbracci, non è per trasmettere affetto, é qualcos'altro: come se servisse più a Lui che a Noi, come se fossi la sua ancora alla realtà.
Cerco di avvolgergli le grandi spalle con un braccio, ma non basta, così lo circondo con entrambe.
Ora come ora le parole sono superflue. Lui viene prima di tutto.
Alza per un momento lo sguardo verso di me e io gli accenno il letto su cui ci stendiamo rimanendo abbracciati, concordando silenziosamente che fosse più comodo della sedia. 
   
 
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