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Autore: Nick Wilde    07/09/2016    3 recensioni
[Red e Toby - Nemiciamici]
“Oh no” mormorò osservando il corpo esanime dell'amico.
Si guardò attorno, per poi trovare Red sporgersi al di sopra della ferrovia, intento a guardare la scena terrorizzato.
Una terribile consapevolezza si impadronì di Toby, che cominciò a ringhiare contro la volpe.
“Red! Fosse l'ultima cosa che faccio, questa te la farò pagare!” urlò nella notte.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Friends Forever


Toby fiutò con foga il terreno intorno, nella speranza di trovare Red. Era imperativo che ci riuscisse prima del padrone e di Fiuto. Sapeva che l'amico si trovava lì vicino, riusciva a sentirne l'inconfondibile odore, difatti lo trovò nascosto dietro una pira di carbone nelle vicinanze, il volto terrorizzato dalla paura.

“Toby!” sentì chiamare il padrone.

Si volse e lo vide correre lungo la salita che conduceva alla ferrovia, imbracciando il fucile nella mano destra, il volto infuriato, se avesse trovato Red, sarebbe stata la fine per lui. Sconcertato tornò a guardare l'amico, sul volto gli stava passando uno sguardo di puro terrore. Toby ebbe un attimo di esitazione, poi si rivolse all'amico.

“Red, non voglio che tu venga ucciso. Ti, ti lascio andare questa volta”.

Così cominciò ad abbaiare, correndo dall'altra parte della valle, lontano dal punto in cui si trovava Red, il padrone giusto dietro di lui. Erano quasi arrivati al limitare del bosco, quando all'improvviso un ringhio perforò la notte. Voltò la testa in contemporanea con quella del padrone, un pensiero agghiacciante gli attanagliò le viscere, a cui il cacciatore diede subito voce con un sorriso di trionfo “Fiuto deve averla trovata”.

Red uscì dalla tana dopo che Toby e il vecchio Amos si furono allontanati, ormai certo di trovarsi al sicuro. Corse quindi verso la vecchia ferrovia, sua unica via di fuga, era imperativo tornare a casa al più presto, una volta arrivato la signora Tweed l'avrebbe certamente protetto.

“Red, quel tempo è finito, sono un cane da caccia ora”.

Le parole di Toby lo tormentavano senza lasciargli alcuna tregua, che fosse davvero tutto finito? Aveva davvero rinunciato alla loro amicizia?

Fiuto sbucò improvvisamente, saltando da un masso posto sopra una piccola curva, ringhiava minacciosamente, convinto di averlo messo in trappola. Di contro Red si volse, cominciando a correre dalla direzione opposta, mentre il vecchio cane da caccia seguitava ad inseguirlo, abbaiando instancabilmente. La volpe cominciava a sentire la stanchezza, abituato agli agi di un animale domestico, non aveva mai avuto bisogno di correre così tanto e a una tale velocità in tutta la sua vita. Fiuto era sicuramente più veloce, ma non poteva lasciare che lo raggiungesse, non poteva, anzi non doveva farsi catturare.
Improvvisamente un assordante fischio metallico, e due enormi occhi gialli squarciarono la notte.


Poco distante, Toby sentì l'inconfondibile fischio del treno, e gettando un'occhiata alla ferrovia vide Red e Fiuto a poca distanza dal veicolo.

“Salta Fiuto, salta!” urlò il padrone incitando il vecchio cane.

Toby vide un'enorme sagoma scura ruzzolare lungo la parete rocciosa ai lati del ponte , cadere di peso sul ciglio dell'acqua e infine rimanere immobile. Un misto di ansia e panico gli afferrò lo stomaco, cominciò quindi a correre alla massima velocità consentitagli dalle sue quattro zampe.
Una volta arrivato sul luogo dell'incidente, vi trovò Fiuto steso sul pelo dell'acqua, le zampe appoggiate in una strana posizione. Toby gli corse incontro, cercando di calmarsi. Non doveva essere successo nulla di grave, in fondo era di Fiuto che si stava parlando, quel vecchio bastardo sapeva tirarsi fuori da guai ben peggiori …

“Fiuto” lo chiamò una volta avvicinatosi.

Il vecchio cane non rispose, Toby tentò ancora una volta di calmarsi, probabilmente era solo svenuto. Si rifiutava categoricamente di pensare al peggio, quello era Fiuto dopotutto, insomma non poteva …

“Fiuto!” lo chiamò ancora, questa volta postosi di fianco al vecchio cane.

Solo allora si accorse con sommo orrore che un fiotto di sangue gli usciva dalla zampa posteriore sinistra e dalla testa. Cercò di sollevargli il capo, pur di farlo alzare, ma esso ricadde a terra con un tonfo. Quindi gli accostò l'orecchio sinistro al ventre, per poi ritrarsi sbigottito; era freddo come il ghiaccio, e non sentiva nessun battito.

“Oh no” mormorò osservando il corpo esanime dell'amico.

Si guardò attorno, per poi trovare Red sporgersi al di sopra della ferrovia, intento a guardare la scena terrorizzato.
Una terribile consapevolezza si impadronì di Toby, che cominciò a ringhiare contro la volpe.

“Red! Fosse l'ultima cosa che faccio, questa te la farò pagare!” urlò nella notte.

“Ecco fatto, così dovrebbe andare” disse Amos Slade tirando su col naso.

Toby era rimasto ad osservare il suo padrone appoggiare ad una ad una le pietre che avrebbero decorato la bara di Fiuto.
Si era svegliato presto quella mattina, anzi sarebbe meglio dire che non aveva dormito affatto. Dopo quanto era successo sul vecchio ponte, il padrone aveva portato di peso il corpo di Fiuto fino al cottage, teneva lo sguardo infuriato, mentre Toby che lo seguiva poco distante. Dopo essere arrivati l'aveva visto uscire di casa furiosamente, per poi dirigersi all'ovile della signora Tweed, la loro vicina di casa, nonché padrona di Red. Il padrone l'aveva minacciata, assicurandole che non avrebbe potuto proteggerlo per sempre, per poi andarsene ancora più furiosamente di com'era arrivato.
Così dopo un paio d'ore e con il favore delle tenebre, la signora Tweed aveva preso il vecchio furgone per condurre Red da qualche parte nella foresta, pensava così di tenerlo al sicuro, quanto si sbagliava.
Toby aveva osservato il suo padrone lavorare senza sosta fin dalle prime luci dell'alba, brandiva una pala con entrambe le mani, nel tentativo di allargare una fossa di per sé già abbastanza grossa. Un sacco di patate appoggiato proprio accanto a lui.
Dopo un po' Toby gli si mise di fianco, osservandolo lavorare, il padrone scavava con sempre maggiore foga, senza fermarsi un attimo, rivoli di sudore gli imperlavano il volto, arrivandogli fino alla canottiera, ma non sembrava farci molto caso.
Una volta deciso che la buca fosse abbastanza profonda, vi getto all'interno il sacco di patate, in seguito la ricoprì con il cumulo di terriccio ricavato poco prima, per poi ornarla con delle pietre, precedentemente raccolte là attorno.
Quando ebbe finito, il padrone gli si mise di fianco, osservando insieme a lui ciò che rimaneva del suo vecchio cane da caccia. Ma Fiuto non rappresentava solo questo per Toby, e sospettava che fosse così anche per il suo padrone. Non era solo un cane da caccia, ma anche un amico, un padre, quasi un fratello, questo per il segugio ovviamente, poiché per Toby egli rappresentava la famiglia che non aveva mai avuto. Lo ricordava con infinita nostalgia, quando si erano incontrati la prima volta, Fiuto l'aveva subito preso in antipatia, non poteva sopportare quel cucciolo pestifero e ficcanaso, anche se in fondo, ne era sicuro, gli voleva già bene. Ricordava poi come l'aveva aiutato durante l'inverno, l'assidua dedizione che il vecchio cane aveva dimostrato nella caccia, mentre lui pensava solamente al divertimento, non era mai riuscito a dirglielo, ma era stato proprio Fiuto ad ispirarlo, a fare di lui un vero segugio addestrato, tutto ciò che era, ogni fibra del suo essere lo doveva a lui, un vecchio cane da caccia contenuto in un sacco sepolto a circa tre metri sottoterra. Lui ormai era scomparso, e tutto era svanito, e la colpa era di Red. Colui che considerava suo amico, che aveva difeso con tutte le sue forze. Fiuto era morto per colpa sua.
Il padrone gli si avvicinò, cominciando ad accarezzargli il capo “Non temere Toby” disse asciugandosi il naso con il dorso della manica “quella volpe ce la pagherà”.
Per tutta risposta Toby digrignò i denti, facendo uscire un flebile ringhio.
Poteva contarci, lo aveva lasciato scappare una volta, non avrebbe commesso di nuovo lo stesso errore.

Red cominciò ad assumere la posizione d'attacco, pronto a saltare. I passi di Toby e del cacciatore a breve distanza, ormai era questione di secondi. Saltò dal masso non appena lo vide arrivare, cominciando a digrignare i denti, assumendo così l'espressione più minacciosa che gli riuscisse, il mastino stava facendo lo stesso, esattamente davanti a lui.
Ormai non erano più due amici inseparabili, ma nemici, avevano assunto il ruolo che la natura aveva progettato per loro fin dalla nascita. Avrebbero dovuto preparasi a questo fin dal loro primo incontro, ed infatti eccoli lì, faccia a faccia, una volpe e un cane, la preda e il predatore, pronti ad una lotta mortale.
Quello che Red aveva davanti non era più il Toby che conosceva, il dolce cucciolo con cui era solito giocare da piccolo se ne era andato, svanito nel momento stesso in cui Fiuto era morto, e questo lo sapeva perfettamente.
Ora poteva vederne il vero essere, davanti a lui si stagliava il vero Toby, un segugio addestrato, un demone assetato di vendetta. Se l'avesse raccontato al se stesso del passato, avrebbe faticato a credere alle proprie orecchie, eppure così stavano le cose, e nessuno avrebbe potuto tornare indietro.
Il segugio tentò di addentarlo, ma lui fu più veloce, lo schivò e in seguito gli si avventò al collo, il cane guaì, e quel breve istante di esitazione valse a Red come vantaggio. Corse nella foresta, seguito a ruota dal cane da caccia, quindi si rifugiò sotto la cavità dell'albero dove era sicuro si trovasse anche Vicky. Toby seguitava ad abbaiare proprio dietro di loro, il muso affondato nella tana, seguitava a muovere le zampe nel tentativo di scavarsi un varco, ancora poco e li avrebbe raggiunti.

“Presto Vicky, da dietro” sussurrò Red.

Così corsero dall'altro lato della tana, lui fu il primo ad appoggiare fuori la testa, cominciando a guardarsi attorno, seguito a ruota da Vicky stavano attenti ad osservare ogni angolo, pronti a scattare al minimo segnale di pericolo.

“Red!” urlò la sua compagna improvvisamente.

Immediatamente si volse nella direzione in cui stava guardando, a poca distanza il vecchio Amos Slade puntava il fucile verso di loro, pronto a far fuoco.
Si ritrassero immediatamente all'interno della tana, giusto nel momento esatto in cui il proiettile li avrebbe certamente colpiti, correndo poi a tutta velocità verso l'altra uscita, rischiando di essere colpiti da altri tre o quattro proiettili.
Tuttavia ad attenderli dall'altro lato vi era Toby, lo stesso sguardo folle di prima, Red assunse la sua posizione di guardia, pronto a sfidarlo anche se ciò fosse stato inutile, ormai erano in trappola. Gli morse quindi la zampa in un tentativo disperato, il cane da caccia si lasciò andare ad un lungo guaito, per poi riprendersi subito dopo, l'intervallo di tempo risultò insufficiente per scappare.
D'improvviso una vampata di fuoco penetrò dall'altro lato della tana, il fumo e lo zolfo li travolse, tutto ciò era sicuramente opera del vecchio Amos, non potevano uscire da quella parte, mentre dall'altra avrebbero trovato Toby e il cacciatore ad attenderli. Ormai non vi era via di scampo, si trattava di scegliere tra morire soffocati e poi carbonizzati, o essere uccisi da un colpo di fucile, e quindi diventare soffici pelli per l'ovile di Amos Slade.

“Red!” esclamò Vicky seguitando a tossicchiare “Siamo in trappola!”.

Lui nel frattempo tentava di pensare ad un piano, doveva inventarsi qualcosa per uscire da quella situazione e alla svelta.
Un pezzo di trono carbonizzato cadde proprio accanto a loro, lo mancarono per un soffio, cominciava a fare sempre più caldo, il fuoco divampava attorno a loro, Red sentiva che i polmoni e gli occhi cominciavano a cedergli.

“Red, ho paura ...” mormorò Vicky proprio accanto a lui.

A questo punto vi era una sola possibilità di uscirne vivi, si trattava di un tentativo folle, ma non c'era altra scelta.

“Presto Vicky, è la nostra unica salvezza!” e dicendo così si precipitò fuori dall'uscita coperta dalle fiamme, seguito da Vicky.

Si precipitarono quindi verso il lato della foresta in cui si trovava la cascata, Amos e Toby li rincorrevano a breve distanza, nonostante ciò l'aver evitato la loro trappola li aveva lasciati increduli, facendo così guadagnar loro un po' di tempo prezioso.
Saltarono la parete di roccia che li divideva dalla cascata, una volta arrivati abbastanza in alto si fermarono, perlustrando la zona per capire dove fosse più sicuro andare, Red saltò sopra un masso lì vicino, decidendo che dall'altra parte del tronco che fungeva da ponte era abbastanza sicuro, così decisero di attraversare.
Seguitarono a correre senza mai fermarsi, Red cominciava ad essere stanco, ma doveva continuare, non poteva lasciare che facessero del male a lui o peggio alla sua compagna, ormai l'unica che gli rimanesse. Dovevano continuare, anche se erano sicuri di aver superato i loro aguzzini e di essere in salvo.
Un inconfondibile guaito ruppe il pacifico silenzio circostante, Red era sicuro di chi si trattasse, volse quindi la testa di scatto per vedere Toby combattere contro un orso, il bestione lo aveva appena atterrato, ma lui era pronto a ripartire all'assalto. Non aveva di che preoccuparsi, in fondo si trattava di Toby, poteva tirarsi fuori da cose ben peggiori … quindi si volse pronto a continuare la fuga, anche se un senso di paura continuava ad attanagliargli le viscere, quindi sentì un altro lungo guaito.

“Red!” lo chiamò Vicky.

Ma lui non la ascoltò, avrebbe potuto voltarsi e mettersi al sicuro, una nuova vita lo stava aspettando e non sarebbe rimasto mai più da solo. Invece decise di correre indietro, senza voltarsi a guardarla nemmeno per un istante, sapeva che se l'avesse fatto non avrebbe più trovato il coraggio di andare. Ma doveva farlo, in pericolo c'era la vita di Toby, il mastino che aveva appena tentato di ucciderlo, ma lui non vedeva quello, anzi vi trovava il cane che la notte precedente l'aveva lasciato andare mettendolo in salvo dal suo stesso padrone, quello con cui giocava spesso da piccolo, quello con cui aveva scambiato quella solenne ed eterna promessa.
Sfoderò gli artigli saltando in groppa al grizzly, il dolore provocato lo fecero allontanare da Toby, quindi raggiunse la sommità del capo per poi addentargli l'orecchio destro. L'orso per tutta risposta ruggì, sbattendolo poi a terra come un vecchio tappeto, tuttavia Red decise di non demordere, restando attaccato il più possibile, nonostante le zampate dell'altro.
Infine venne scaraventato verso una parete di roccia, tentò quindi di scappare, nonostante le forze cominciassero ad abbandonarlo, una volta arrampicatosi un po', le pietre cominciarono a rotolare, facendolo cadere proprio in prossimità dell'orso. Si nascose giusto dietro di lui, per poi tentare una via di fuga subito dopo. Tuttavia l'altro animale era veloce, gli assestò una zampata, che tuttavia fu prontamente intercettata dalla volpe, che cominciò quindi a scappare attraverso la parete di roccia. Gli mancava poco a raggiungere i pressi del ponte, quando una zampata lo scaraventò giusto di fianco al tronco, nelle vicinanze del burrone, dove sarebbe quasi certamente caduto. Il colpo lo tramortì per un breve lasso di tempo, l'orso ormai lo aveva raggiunto, tuttavia Red era decisamente più scaltro e furbo, tentò quindi un assalto, addentando dapprima la cavità facciale e poi il collo dell'animale, che si lasciò andare a terribili ruggiti. Riuscì però ad assestargli una zampata, e la volpe con un guaito di dolore atterrò proprio sopra il tronco che fungeva da ponte tra le due cavità, rimase immobile per un momento, riuscendo a riprendersi subito dopo, in tempo per vedere l'orso attraversare il ponte, vide il tronco cadere, frantumando una delle due estremità di rami, scivolò quindi nell'altra estremità, rimanendovi aggrappato. L'orso ormai lo aveva raggiunto, Red lo vide alzare la zampa un'ultima volta, gli occhi spietati e iniettati di sangue, in quel momento era sicuro di star osservando la morte faccia a faccia. Un'ultima zampata spezzò il ramo in cui si trovava la volpe, per poi spezzare il tronco, a causa del peso del grosso animale, così entrambi caddero nel vuoto.


Toby si precipitò il più in fretta possibile ai piedi delle cascate, ancora non riusciva a credere allo spettacolo cui aveva appena assistito. Arrivò ai pressi del piccolo stagno in tempo per vedere Red cadere sul pelo dell'acqua, faticava a reggersi in piedi.

“Red!” esclamò spaventato alla vista di quello spettacolo agghiacciante.

Per tutta risposta la volpe aprì gli occhi, sollevando appena la testa, lo sguardo terrorizzato e stanco, l'aspetto di chi era sopravvissuto a qualcosa di terribile e ora non aveva più alcuna voglia di combattere una battaglia inutile.

Un sonoro click metallico li riportò alla realtà, Red alzò il capo terrorizzato, trovando Amos Slade, la cui furia omicida e sete di vendetta non si era certo arrestata solo perché quella volpe gli aveva salvato la vita, egli era infatti intento a puntare il proprio fucile a breve distanza dall'odiato animale, pronto a far fuoco.

Toby guardò allarmato il proprio padrone, per poi tornare a guardare Red, quindi senza un attimo di esitazione si frappose tra il fucile e il suo amico.

“Andiamo Toby, togliti di mezzo!” lo incitò il suo padrone, ma lui non si mosse.

Lui era un cane da caccia, Red era una volpe, per definizione dovevano essere nemici naturali, ma questo chi l'aveva deciso? Quegli ultimi eventi gli avevano fatto realizzare un po' di cose, come era potuto essere così cieco? Red era il suo migliore amico, e l'avrebbe sempre aiutato, in qualsiasi difficoltà. Certo Fiuto era morto dandogli la caccia, ma solo ora realizzava che non si era trattato di qualcosa di volontario, non avrebbe mai fatto del male a nessuno di loro, anzi avrebbe sempre cercato di proteggerli, anche a costo della propria vita. La furia cieca che lo aveva animato fino a poco fa ormai era sparita. Ricordava con rimpianto e nostalgia quando da cuccioli si erano scambiati quella solenne promessa di eterna amicizia, la stessa che aveva rinnegato la notte scorsa davanti ad un attonito e confuso Red, lo stesso che aveva cercato di uccidere poco prima per colpa di uno stupido errore, non avrebbe più permesso che né Fiuto, né Amos, né nessun altro gli avrebbero fatto del male. Aveva sbagliato una volta, non l'avrebbe fatto di nuovo.
Il padrone continuava a puntare il fucile con fare minaccioso, Toby uggiolò nel tentativo di smuovere un sentimento di compassione.
Solo allora Amos Slade abbassò il fucile con fare risentito.

“Dunque stanno così le cose” e così dicendo assestò un colpo sul capo di Toby con il calcio del fucile.

Il segugio cadde tramortito poco distante, la testa gli doleva da impazzire, mentre il mondo tutto intorno vorticava furiosamente, ci mise qualche istante per tornare in se, ma ciò fu sufficiente per permettere ad Amos di ripuntare il fucile verso la volpe.

“No!” urlò Toby usando il residuo delle sue forze per alzarsi, svelto tentò di raggiungerli, ma era troppo tardi, il rumore di uno sparo ruppe la pacifica quiete del bosco.

“Red!” urlò disperato vedendo l'amico accasciarsi a terra, tentò di raggiungerlo, ma a sua volte cadde poco lontano, il dolore alla testa era troppo forte, le immagini cominciarono a farsi sfocate, i rumori lontani, cominciò ad avere freddo, inoltre sentiva due diversi odori di sangue, uno doveva sicuramente appartenere a Red, mentre non vi era alcun bisogno di indovinare di chi fosse l'altro.

“Red ...” mormorò tentando di protendere una zampa verso l'amico.

“Toby” rispose l'altro con una punta di sollievo nella voce “Sono contento che tu sia qui”.

Toby ridacchiò, non voleva dare a vedere di essere spaventato “Lo sono anch'io” rispose.

“Toby … tu sei il mio migliore … amico”.

Lacrime di dolore e di tristezza cominciarono a rigare le guance del cane “E tu il mio … Red”.

“E saremo amici per sempre ... vero?”

“Certo ...” confermò Toby, ormai cominciava ad avere sonno “Per sempre … sempre ...” e pronunciate queste ultime parole chiuse gli occhi, l'ultima cosa che vide fu il suo amico proprio accanto a lui, giaceva come addormentato, poi tutto divenne nero

Commento dell'Autore:
Scrivere questa fan fiction mi ha ucciso sia fisicamente che pubblicamente, ma alla fine ce l'ho fatta. Quindi posso finalmente dirlo "Finalmente sono riuscito a pubblicarla!"
Allora non scrivo/pubblico fanfiction da circa un anno, e finalmente un paio di settimane fa mi è tornata la voglia di farlo.
Un paio di note sul testo: l'idea mi è venuta in mente leggendo le differenze tra film e libro (nel libro infatti Fiuto muore, cosa che era in programma anche nella fase di produzione del film, il che avrebbe dato molto più senso alla minaccia di Toby). Ho poi voluto implementare la cosa dando al tutto un finale drammatico, in modo da rendere la storia più "inventata da me" dato che fino si tratta principalmente di una descrizione di quanto avviene nella seconda parte del film.
Nel finale ho reso il personaggio di Amos Slade molto OOC dato che non avrebbe mai fatto del male al suo cane, né avrebbe sparato a Red dopo che questi gli aveva salvato la vita. Tuttavia mi serviva un finale diverso, così ho optato per una conclusione drammatica, è stata una decisione sofferta, ma mi ritengo soddisfatto del risultato.
Spero possa piacere anche a voi.
Niky Ven
   
 
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