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Autore: lisa_malfoy_potter    07/09/2016    0 recensioni
ho deciso finalmente di scrivermi la storia della mia vita. non riuscivo a trovare ispirazione in passato ma ora ho avuto un lampo di genio e anche il coraggio di raccontarvela. spero vi piaccia .
e spero che leggendola capirete il motivo per cui l'ho scritta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1.

 

questa storia parla di una ragazza di nome Lisa. Un' adolescente come tante,ma con un piccolo difetto: era sfortunata.

Lei era alta,bionda,occhi azzurri tendenti al grigio e aveva curve formose, però lei non si piaceva. Si definiva una grassona,una sfigata orribile.

Era una persona molto chiusa in se stessa ma non lo era di suo, bensì lo diventò a causa dei suoi genitori che,quando era ancora bambina,si separarono togliendoli quella sensazione che si prova ad avere una famiglia completa e unita che ti vuole bene.

Il padre se ne andò di casa per andar a vivere con un'altra donna, che aveva già da anni prima, in un paese abbastanza lontano da quello dove viveva la piccola con la mamma ormai disoccupata a causa degli elevati costi che la costrinsero a chiudere il suo negozio che aveva curato per anni grazie alla sua passione: i fiori.

In pratica la ragazzina era come se non avesse più ne un padre,ne una vita,ne una famiglia. Non sapeva più come si faceva a sorridere, non sapeva più cosa era la felicità.

Partiamo a parlare di lei dal principio,da quando la sua vita prese una brutta piega, cioè dall'inizio delle scuole medie.

A quei tempi era ormai chiusa in se stessa,molto timida,insicura su tutto.

Era la più alta della classe,ma era anche l'emarginata della classe: non conosceva nessuno a parte una persona che però non la guardava nemmeno sebbene avesse passato con lei tutta l'infanzia, non aveva il coraggio da andare dagli altri e dire “ehi ciao, possiamo essere amiche?”, passava i cambi dell'ora e la ricreazione seduta in un angolo della classe ascoltando musica(l'unica cosa che ormai la consolava),mangiando qualcosa e guardando gli altri sorridere e ridere in compagnia mentre ridevano e scherzavano. Era in quei momenti che si chiedeva ”perché loro si e io no? Come fanno a ridere?” per poi andare nei bagni a piangere in solitudine e in silenzio fino al suono della campanella.

Non era molto considerata forse anche per come si vestiva: essendo un periodo schifoso e sentendosi già quell'anno una balena ,si vestiva con vestiti larghi per esempio le felpe larghe e i jeans larghi, scarpe simili alle globe ma ovviamente di sottomarca. Teneva sempre i capelli legati in una coda fatta un po' alla cavolo e per tenere i ricciolini al proprio posto usava un cerchietto nero. In pratica era un maschiaccio al femminile.

Durante le gite si sedeva nelle prime file da sola aspettando e sperando che qualcuno si sentisse male ma non per cattiveria,ma perché così i professori portavano davanti della persona per evitare il vomito sparso per il pullman. Ma niente,nessuno. Allora si rannicchiava ,si metteva le cuffiette e guardava fuori dal finestrino guardando il mondo andare veloce .

Solo alcuni professori avevano un po' di compassione per lei visto che a scuola andava bene e faceva pena a vederla sempre triste e sola tanto che la professoressa di italiano un giorno la prese fuori dalla classe per parlarle:

-lisa vorrei chiederti una cosa.- disse la professoressa guardandola preoccupata -ho fatto qualcosa che non va prof?se è per i compiti che non ho fatto le giuro che il motivo che le ho detto,che mia nonna è stata male ,è vero- la professoressa la guardo -no nulla del genere,volevo solo sapere perché stai sempre sola e non con i tuoi compagni?- Lisa abbassò lo sguardo per non far vedere gli occhi lucidi alla professoressa, non voleva mostrarsi debole ma la sua voce la tradì perché tremava – io non ho amici,io non piaccio,sto bene da sola – ma in realtà mentiva, non stava bene da sola, anzi,quando era sola si tratteneva dal urlare a tutti che esisteva anche lei, che non era un fantasma ne un alieno e potevano anche chiederle qualcosa anche di stupido.

L'insegnante le accarezzo la testa e le diede un leggero abbraccio e in quel momento la ragazza scoppiò il lacrime e chiese subito di andare in bagno per calmarsi,infatti ebbe il consenso di star fuori fino a che voleva.

Negli ultimi giorni del primo anno di medie una ragazza faceva foto ai compagni di classe per poi fare un video ricordo,ne faceva a vagonate a tutti e l'ultimo giorno quando lo fece vedere alla classe tutti erano commossi e abbracciati,tutti i bei momenti erano stati immortalati: quanti sorrisi ,quanti scherzi,quanta luce negli occhi di tutti.

Solo una persona era stata fotografata una volta sola..ed non c'era anima viva a parte lei in quella foto...era la foto di lisa durante una gita mentre mangiava era seduta in una panchina che teneva un tramezzino; sguardo abbassato,nemmeno un sorriso, solo serietà.

Quando la vide le salto il cuore in gola al vedere che qualcuno aveva visto che esisteva anche lei nella classe. Pochi secondi dopo essere apparsa la foto apparve una piccola scritta,solo tre semplici parole che la fecero sentire sollevata, parole che nessuno le diceva da moltissimo tempo...”ti voglio bene”

alcuni vi voltarono per vederla e lei era rimasta a bocca aperta con impressa nella mente quella semplice frase che la scombussolò, che le fece sentire il cuore in gola. Una cosa che non ricordava più di provare.

In quel momento la sua bocca fece un leggero movimento all'insù negli angoli. Stava sorridendo, e forse non sarebbe stato l'unico sorriso che avrebbe fatto d'ora in poi.



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ecco a voi l'inizio della mia vita, non ho nulla da dire in compenso spero solo vi piaccia come storia. leggete in tanti mi raccomando commentate pure se volete. vi adoro ragazzi al prossimo capitolo :*

   
 
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