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Autore: JeiBieber_Smile    08/09/2016    2 recensioni
Non importa da quanto state insieme, da quanto soffrirà. Lo ami? No?
Allora segui il tuo cuore.
E scegli la persona che ti prenderà se mai dovresti cadere.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pattie Malette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia
»Fall«

Non avrei mai pensato di poter provare qualcosa, qualcosa che non fosse per lui, che non fosse per quel ragazzo con cui stavo insieme da quasi tre anni. Mancava poco al nostro terzo anniversario, eppure non mi sentivo più felice come prima. Prima di conoscerlo ero una ragazza attiva, forse un po' troppo, allegra e amichevole con tutti. Mi avevano addirittura soprannominata Sunny.

Molto strano, dato che mi chiamo Andromeda.
Quando, invece, tre anni fa conobbi Jessie, tutto cambiò. Lui era il mio opposto, in tutto. Io croccante, lui cremoso. Io il salato, lui il dolce. Io il mare, lui la montagna. Ma forse, fu proprio per questo che m'innamorai. Era tutto così bello, così nuovo per me. Restare stesi sul letto anziché uscire o mangiare davanti alla TV erano cose che non avevo mai fatto, mi attiravano. All'inizio mi piaceva stare con lui pomeriggi interi a parlare. Di cosa non si sa, parlavamo praticamente di tutto.
Ma col tempo, gli argomenti finirono.
E stare stesa a letto a non fare nulla non era proprio nel mio DNA.

E si cominciava a litigare.
A piangere.
A lasciarci e a rimetterci insieme.
E cominciavo a non voler più fare niente, volevo solo stare con lui.
Sembra un controsenso, lo so. Ma per quanto la sua compagnia mi facesse male, era una delle cose che in quel momento mi faceva più bene.
O almeno, così credevo.

E quel giorno, quel sedici novembre, era uno di quei giorni in cui non volevo far nulla.
Pensavo e ripensavo alla nostra storia. Al mio stato d'animo. Mi chiedevo se quella che stavo prendendo fosse la strada giusta o l'ennesima che mi avrebbe portato fuori pista.

Finché..mi squillò il cellulare.
E un sorriso illuminò il mio viso.

-"Hei Justin! Ma sei pazzo?"- sorrisi, girandomi a pancia in su sul letto.
-"Perché, scusami? Non posso parlare con la mia best?"- sentii
una risatina dall'altro capo della cornetta, che riuscì a contagiare la mia.
-"Se Jessie lo venisse a scoprire mi ucciderebbe. Lo sai, vero?"- cercai
di fare la seria, ma ripeto: cercai.
-"Finché non vi sposate non può dire nulla della nostra amicizia"-
mi scappò un sorriso, la sua voce era così bella. -"Allora, cosa fai?"-
-"Niente, sono sul letto"- 
mi girai a pancia in giù, girando e rigirando una ciocca dei miei capelli tra le mani.
-"Lo vedo"-
aggrottai le sopracciglia e mi alzai di scatto, salutando dalla finestra il mio migliore amico.

Io e Justin eravamo amici da praticamente tutta la vita. Forse ancor prima che nascessimo.
Abbiamo le stesse passioni, gli stessi interessi, gli stessi obiettivi, gli stessi momenti di pazzia.
E' l'unica persona che mi riesce a capire meglio di chiunque altro, anche meglio di Jessie.

E devo ancora capire il perché.

-"Sunny, che ne dici, vieni a casa mia?"- aggrottai le sopracciglia, il che mi portò a fare una strana smorfia sul mio viso. Di stupore.
-"Ti ho appena detto che Jes-
-"Ma tu, vuoi?"-
m'interruppe il mio migliore amico. Anche se a dividerci c'erano due vetri e un vialetto, la sua espressione era seria.
-"Sì"- ammisi, il che lo spinse a sorridere.

Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere, che attaccai il cellulare e lo misi in tasca.
Avevo ancora i vestiti con cui ero andata a scuola, ma non mi andava di tenere quel maglioncino rosa sottile che poteva rovinarsi ancora per molto. Così mi cambiai, indossando una maglietta con le righe bianchie e nere con le maniche a tre quarti e una felpa bordeaux, come le mie converse.
Un po' lo avevo fatto a posta a vestirmi così.
Sin da quando eravamo piccoli, a Justin piaceva un sacco toccarmi la pancia e farmi il solletico, sopratutto quando mi si alzava la maglietta fin sopra l'ombelico.
Erano mesi che non lo faceva più a causa di Jessie, volevo ricordare un po' i vecchi tempi.
In cui ero davvero felice.

-"Mamma, vado un po' da Justin"- spuntai in cucina, facendo sussultare mia madre che era intenta a leggere delle carte.
-"Oh,oh, e come mai?"- mi chiese, con uno strano sorriso. -"Jessie non dice niente?"-
-"Jessie è a lavoro. Ed io mi scoccio. Ciao vecchiaccia"-
le diedi un bacio sulla fronte, come mi era solito fare, per poi uscire.

Ebbene sì. Da come avrete capito, Jessie era estremamente geloso.
All'inizio non sembrava poi così geloso, ma dopo un po'.. mi fece allontanare da tutti, anche da Justin. Erano poche le volte in cui il e il mio migliore amico stavamo insieme, solitamente ci sentivamo di nascosto o non ci vedevamo per giorni a causa del mio fidanzato. Ho visto tra di loro le peggiori litigate. Jessie non voleva che io vedessi JustinJustin invece sosteneva che la nostra era un'amicizia troppo forte per interromperla così di punto in bianco.. E io?
Non sapevo a chi dare ragione e a chi dar torto.

Amavo Jessie.
Ma amavo anche Justin.

Quello per Jessie era l'amore che provano due fidanzati.
Quello che Justin un'amore fraterno incondizionato.

Volevo stare con Jessie, ma volevo vedere Justin. Mi mancavano i nostri momenti di pazzia, le corse e le escursioni. Ma allo stesso tempo amavo troppo Jessie per lasciarlo andare.

Figo, eh?

-"Ciao Pattie!"- salutai con un bacio e un abbraccio la mamma di Justin, la consideravo la mia seconda mamma.
-"Ciao piccolina. Justin ti aspetta di sopra"- annuii e corsi di sopra, impaziente.

Non appena vidi la testolina castana del mio migliore amico, gli saltai letteralmente addosso. Avvolsi le mie gambe al suo bacino e le mie braccia al suo collo, stringendo più che potevo.
-"Sei diventata un koala?"- scoppiai a ridere, stringendomi ancora di più a lui.
-"Sì"- farfugliai, poggiando la mia testa sulla sua spalla. -"Mi manchi"-

Confessai inconsciamente, socchiudendo gli occhi.
In tutta risposta, il mio migliore amico si sedette sul letto, stringendomi forte.
Era vero, mi mancava. Mi mancava un sacco. Eravamo abituati a vederci tutto il giorno tutti i giorni. A distanza di tre anni, ancora non mi ero abituata alla sua assenza.

-"Anche tu mi manchi"- mi staccai un secondo, portando il mio sguardo sul suo viso.

Non era mai stato così serio, la sua espressione non era mai stata così espressiva e inespressiva allo stesso tempo. Riuscivo a leggere sincerità, nostalgia, dolore. Ma c'era qualcosa, qualcosa che non riuscivo a comprendere di molto più profondo e nascosto. C'era quel qualcosa, che in diciotto anni non avevo mai capito.
Dietro al suo sguardo era sempre celato quel mistero, che ancora dovevo riuscire a comprendere, a scoprire. Mi ero ripromessa di riuscirci prima o poi, ma niente da fare: per quanto potesse per me essere una carta conosciuta, sotto certi aspetti non lo conoscevo affatto.

-"Scriviamo?"- abbassai imbarazzata lo sguardo, scendendo dalle sue gambe e sedendomi al suo fianco.
-"Certo"- lo sentii sospirare, mentre si alzava e prendeva una penna e un foglio per lui e la chitarra per me. -"Senti qui"-

Cominciai a strimpellare le corde della chitarra, producendo una soave melodia: letteralmente musica per le mie orecchie.
Suonare la chitarra mi era sempre piaciuto, sin da quand'ero piccolina. Erano ormai quindici anni che coltivavo questa passione, ero diventata talmente brava da scrivere canzoni mie già all'età di quattordici anni e ultimamente davo lezioni ai bambini. Suonare era la mia passione e desideravo tanto che diventasse anche il mio lavoro.
Sul viso di Justin si leggeva concentrazione, ascoltava con attenzione ogni singola nota e ogni tanto scriveva qualcosa sul suo block notes.
Ebbene sì, la scrittura era invece la sua passione. Scriveva poesie, romanzi, testi bellissimi, in cui metteva tutto il suo cuore. Si impegnava al massimo sopratutto quando ci mettevamo in testa di comporre una canzone: o capitava che lui scriveva i testi ed io adattavo la musica al testo; o capitava che io scrivevo la musica e lui adattava il testo alla musica; o scrivevamo insieme la musica e il testo.
Quel lunedì pomeriggio, avevo portato io la musica, e lui doveva adattare il testo.

-"Che ne pensi?"- chiesi speranzosa, cercando di trovare qualcosa nel suo sguardo.
-"Ho già qualche idea!"- esclamò, entusiasta. -"Fammi sentire il primo pezzo"-

Cominciai a suonare, mentre lui cominciò a canticchiare.
Well let me tell you a story,
About a girl and a boy.
He fell in love for his best friend,
When she's around, he feels nothing but joy.
Sospirò, per poi fermarsi.

-"Mi piace!"- esclamai -"Scrivi, scrivi, scrivi"-
Ordinai saltando -da seduta- sul letto del mio migliore amico. Il che suscitò la sua risata.
Altra musica per le mie orecchie.
-"Okay, continua con la seconda strofa"-

Annuii, ricominciando a suonare. E ad emozionarmi, mentre ascoltavo la sua voce.
But she was already broken, and it made her blind,
But she could never believe that love would ever treat her right.
Si fermò un attimo per appuntare queste due frasi, per poi farmi segno di continuare. Ubbidii.
But did you know that I love you? or were you not aware?
You're the smile on my face
And I ain't going nowhere
I'm here to make you happy, i'm here to see you smile
I've been wanting to tell you this for a long while..

Sentii un brivido lunga la spina dorsale mentre pronunciava cantando quelle parole così profonde, e così belle.
Riusciva a trasmettere miriadi di emozioni quella voce meravigliosa, emozioni che non riuscivo a provare altrimenti.
E non riuscivo a capire come faceva, perché non si trovava sempre nelle situazioni che descriveva.

-"Adesso c'è il ritornello, sei pronto?"-
-"E tu?"-

Alzando in su gli angoli della bocca, ricominciai a suonare.
Who's gonna make you fall in love,
I know you got your wall wrapped on all the way around your heart.
You're not gon' be scared at all, oh my love.
But you can't fly unless it lets ya,
You can't fly unless it lets ya, so fall.
La sua voce si affievolì un po' mentre pronunciava le ultime due parole.

Abbassò lo sguardo, per poi riagganciarlo al mio.
Bloccò le mie mani con le sue, prendendo poi con delicatezza la chitarra e poggiandola sul letto. Corrugai le sopracciglia mentre vidi le sue mani stringere le mie e farmi alzare.
Dopodiché cominciò a cantare.
-"Well I can tell you're afraid of what this might do,
Cause we got such an amazing friendship and that you don't wanna lose"- ancora un volta corrugai le sopracciglia, mentre lo guardavo stranita. Per quanto fossero belle, non riuscivo a capire il senso di quelle parole.
-"Well I don't wanna lose it either
I don't think I can stay sitting around while you're hurting babe
Come take my hand"- mi lasciò per un attimo la mano per poi stringermela sempre più forte. Dopodiché, poggiò le sue grandi mani sui miei fianchi.
-"Well did you know you're an angel? who forgot how to fly"- fece forza sulle sue braccia, facendomi salire sempre più su come se volesse farmi volare.
-"Did you know that it breaks my heart everytime to see you cry"- mi poggiò a terra, poggiando il polpastrello sotto il mio occhio come per asciugarmi una lacrima. 
-"Cause I know that it pains if he's gone everytime he move over on the shoulder you crying
And I hope by the time that i'm done with this song that I figure out"- si bloccò un attimo, poggiò la sua fronte alla mia e mi strinse a sé, forte.

Dopodiché ricominciò a cantare il ritornello, ma non ero tanto presa dalle parole quanto dal suo sguardo intenso, che mi aveva completamente ipnotizzata. Era così dolce, avvolgente, talmente caldo da farmi sciogliere. Avete presente le cosidette farfalle nello stomaco? Mi sembrava di sentire proprio quelle farfalle, non sapvevo cosa mi stava succedendo. Erano emozioni che non provavo da tanto, troppo tempo. E la cosa che più mi faceva paura, era che con lui non le avevo mai provate. Lo conoscevo da diciotto anni, diciotto. E mai, nella mia vita, avevo provato certe sensazioni. Erano talmente forti, che nemmeno con Jessie le avevo mai provate. Mi sentivo strana, avvolta, presa, completamente dipendente da quegli attimi di assoluta frenesia, basati su incognite, tante incognite a cui non riuscivo a dare risposta.
Perché aveva scelto quelle parole?
Perché mi stringeva così forte?
Perché mi sentivo così presa da quello sguardo?
Perché provavo con lui quelle emozioni?
Perché quelle sensazioni erano così forti?
Ma sopratutto, perché..lui?
Ero fidanzata, eppure in quel momento mi sentivo più presa dal mio migliore amico che dal mio fidanzato.

-"I will catch you if you fall
I will catch you if you fall
I will catch you if you fall"-
sussurrò più volte al mio orecchio, sottolineando che Lui mi avrebbe presa.

-"If you spread your wings
You can fly away with me
But you can't fly unless it lets ya
Let yourself fall"-
 mi portò la mano in alto, per poi far combaciare perfettamente i nostri palmi.

Nell'aria, si sentivano solo i nostri respiri. Il suo, calmo. Il mio, affannato.
Sentivo il cuore che batteva, sempre più forte, sembrava quasi voler uscire dalla cassa toracica.
Smisi di guardare le nostre mani solo nel momento in ci Justin fece combaciare i nostri bacini, diminuendo così la distanza che c'era tra di noi.
Non appena sentii il suo corpo caldo, un fremito corse lungo tutto il mio corpo e mi venne quasi istintivo stringermi a lui ancora di più e allacciare le mie braccia dietro al suo collo.

E il tutto, senza mai smettere di guardarci negli occhi.

I suoi occhi marroni mi ipnotizzavano, sembrava quasi che non volessero mai smettere di guardami. Ma infondo, anche i miei non volevano porre finire a quel legame indissolubile che si era creato tra i nostri sguardi.
Fu in quel momento, che mi misi a pensare.
Che stavo facendo?

-"Justin.."- sussurrai, senza mai smettere di guardare i suoi occhi.
-"Sunny.."- sussurrò anche lui, accennando ad un sorriso.
-"Non..non dovresti scrivere il testo della canzone?"- chiesi, balbettando titubante.
-"Vuoi che mi stacchi?"- chiese a sua volta, corrugando le sopracciglia.
-"No, vedi, io.."- provai invano a formulare una frase, l'imbarazzo si stava facendo sentire. -"Io non lo so, a dire il vero"-

Ammisi, procurando il suo sorriso.
Mentre col braccio sinistro mi teneva stratta a sé, con la mano destra mi accarezzò piano il viso e si avvicinò, sempre di più, stampandomi un lieve bacio sul naso, come faceva sempre.
E ancora, brividi.

Fu in quel momento la porta si aprì.

-"Ragazzi.."- Pattie ci guardò sorpresa, non penso si aspettava di vederci in quella posizione e, be', nemmeno io.
-"Mamma!"- esclamò Justin, staccandosi subito da me. -"Cosa c'è?"-
-"Volevo semplicemente chiedervi se volevate scendere per la merenda, ma dato che siete occupati.."-
-"Puoi portarcela qui? Stiamo scrivendo una canzone"-
chiese Justin alla madre, che annuì ancora un po' scossa, per poi andar via.
-"Ci sediamo?"- tossii un paio di volte a causa della voce stridula che mi ritrovavo,facendo ridere il ragazzo al mio fianco.

E fu così, che finimmo stesi sul letto a parlare, di tutto tranne che di quel momento stupendo appena avuto. Per quanto io l'abbia trovato strano e insolito, era stato uno dei momenti più belli ed emozionanti che io abbia mai provato. E ne avevo provate di sensazioni belle in passato, sopratutto con Jessie, ma mai di quel calibro.
Con Justin, quel pomeriggio, fu tutto più bello. Anche la conversazione.
Finché..

-"Allora, con Jessie?"- mi rabbuiai per un secondo al suono di quel nome.
-"Non ne ho la più pallida idea"-portai il cuscino al petto, stringendolo forte. Guardavo il soffitto, così come lo guardava il mio migliore amico.
-"Ovvero?"- sentii uno strano movimento al mio fianco, capii subito che Justin si era messo su un lato com'era solito fare, poggiando poi la testa sulla sua mano.
-"Ovvero non mi sento più felice come tre anni fa. Non sento più gli stessi sentimenti di prima. Adesso con lui è diventata tutta monotonia. Non facciamo mai niente, non parliamo. Lui sa solo guardare la tv, stare a letto. O vuole baciarmi e toccarmi per sentirmi sua, o sta col muso tutto il tempo e non ne posso più. Sento come se io mi stia spegnendo. Non ho più voglia di fare nulla. Solo di stare a letto a pensare e pensare e pensare. E quando mai io pensavo tre anni fa? Eravamo peggio di Phineas e Ferb, insieme avevamo idee pazzesche e strane. Adesso invece, è tutto diverso. Non sa davvero cosa fare, sai? Ho paura.."- ammisi, sentendo un groppo alla gola che si intensificava sempre di più.
-"Non pensi che questa relazione ti stia distruggendo?"-
-"Eccome"-
-"E ti sta bene così?"-
-"No"-
-"E allora perché non dai una svolta alla tua vita?"-
-"Te l'ho detto, ho paura"-
-"Di cosa?"-
-"Di star male"-
-"Di stare male tu, o di far stare male lui?"-
-"Io.."-
abbassai lo sguardo, per poi rialzarlo. -"A lui"-
-"Andromeda, pensi sempre e troppo agli altri. Per una volta, pensa a te stessa e alla tua felicità. Lui se ne farà una ragione, ma tu non puoi star male a causa di una persona che non ti merita, che sa solo farti soffrire. Penso che più che amore, tu hai paura di stravolgere la routine, ovvero l'abitudine. Stare con lui ormai è diventata un'abitudine"-
guardai il mio migliore amico con le sopracciglie corrugate. Abitudine? Non ci avevo mai pensato.
-"Io so solo che non ne posso più"- mi girai di lato, facendo sì che la sua schiena combaciasse con la mia.
-"Adesso rilassati"-

La sua voce roca e quelle morbide labbra che sfiorarono il mio orecchio mi fecero per un attimo andare in estati.
Mi lasciai attirare a lui, proprio com'era successo poco prima.
Ma quella volta, senza imbarazzo.
Lasciai che le sue mani accarezzassero la mia pancia scoperta e che le sue labbra mi dessero teneri e dolci baci sulle gote, accaldate.

Delicatamente, portai la mia mano sul viso del ragazzo che mi stava coccolando come non aveva mai fatto. Ma non mi dispiaceva, anzi.
Era appagante.
In poco tempo, i baci cominciarono a spostarsi.
Tempia. Gota.Mascella. Mento. Collo.
Tanti, forse troppi, sul collo.

Chiusi gli occhi e cominciai a rilassarmi, mentre il mio battito accelerava e il mio respiro diventava irregolare.
Mi stesi con la schiena sul letto,stringendo tra le mani i capelli del mio migliore amico.
Piano piano salì sempre più su, sempre baciandomi, mentre io chiusi gli occhi e mi beavo di quella sensazione meravigliosa.

-"Guardami"- sussurrò al mio orecchio, ed io obbedii.
Quanto sei bello.. pensai.
-"Baciami"- gli dissi invece.

E non se lo fece ripetere due volte.
In un batter d'occhio, ritrovai le sue labbra incollate alle mie, impegnate in una danza soave che sapeva darmi sempre più emozioni.
Il fuoco dentro di me si riaccese, sentii un calore strano, vivido, che andava sempre più crescendo ogni secondo che passava. Andava sempre più crescendo, ogni secondo che le sue labbra si muovevano sulle mie.
Non avrei mai pensato di baciare lui, quel ragazzo a cui ho sempre voluto un bene enorme, che ho sempre considerato il mio migliore amico.
Eppure eravamo lì, avvinghiati l'uno all'altra, stretti in un abbraccio che ci avrebbe legato per sempre, uniti da un bacio che non avrei mai dimenticato.
Un bacio dolce come la cioccolata che avevamo appena finito di bere, caldo quanto il calore che avevamo dentro, puro come i nostri sentimenti, vero come noi.

Quando sentii le sue labbra staccarsi dalle mie, sentii che anche un pezzo del mio cuore era andato con lui.

Riaprii piano gli occhi, ancora scossa dall'accaduto.
Justin era caduto sul mio fianco e, come me, guardava il soffitto.
Sul suo viso si celava un espressione indecifrabile.

-"Perché mi guardi?"- mi chiese, girandosi verso di me. Sentii le gote infuocarsi.
-"Non so più niente ormai"- coprii gli occhi con le mie mani, sorridendo come una bambina.

Sentii la sua testa poggiarsi sul mio petto e accarezzare la mia pancia. Istintivamente sorrisi e cominciai anch'io ad accarezzargli i capelli.
Mentre la mia testa, cercava di collegare vari avvenimenti e momenti precisi. Dovevo capire cos'era appena successo, cos'avevamo fatto.
Da cosa era nato tutto ciò? Lui non si era mai comportato così con me, ed io mai con lui.
Eppure in quel momento, sentivo una strana attrazione.
Avevo una voglia matta di baciarlo ancora, ma non potevo. Dovevo prima mettere le cose a posto nella mia testa, poi tra me e Jessie.
Lo avevo appena tradito. Avevo appena tradito il mio fidanzato. La persona con cui stavo da tre anni. E con chi? Col mio migliore amico.E perché? Ancora non lo sapevo.

Fu in quel momento che collegai più fattori: la canzone, che parlava di parlava di due migliori amici; la sua gelosia nei miei confronti; la sua irritazione quando si parlava di Jessie; il suo strano comportamento, la sua voglia di sentirmi vicina. Strabuzzai gli occhi, quando mi resi conto che c'era qualcosa sotto.

-"Justin.."- lo chiamai.
-"Dimmi"- mi guardò negli occhi.
-"Sei innamorato di me?"- gli chiesi semplicemente, schietta e diretta.
E in tutta risposta, ricevetti prima un'occhiata intensa, e poi un bacio lento, che però fu abbastanza lungo da travolgermi.

Quando si staccò dal mio viso mi alzai dal letto velocemente, misi le scarpe e uscii di corsa di casa, guardando ogni due per tre l'anello che due anni prima Jessie mi aveva regalato.
Justin aveva provato a rincorrermi ma era troppo tardi ormai, ero già sul mio scooter che sfrecciavo tra le case di New York, in mezzo alla neve.
Sapevo già cosa fare.



Qualche ora dopo, libera da ogni peso e stranamente felice, tornai a casa del mio migliore amico.
Bussai più volte, prima che qualcuno mi aprisse.
Quando scorsi la figura del mio migliore amico, sorrisi.
Sul suo viso non c'era nessuna espressione, o almeno, non c'era prima che lo baciassi.
Rimase per un attimo impietrito, sorpreso.
Ma l'attimo dopo mi strinse a sé, con più calore e affetto delle volte precedenti.

-"Temevo di averti persa"- sussurrò sulle mie labbra.
-"Non sono una traditrice"- sorrisi, accarezzando il suo viso.
-"Cosa significa?"- poggiai la testa sulla sua spalla, accanto al collo.
-"Significa che voglio che tu sia la mia pazzia"- gli baciai il mento -"significa che voglio uscire da questo periodo buio in cui mi trovo, che non ne posso più di stare con una persona che mi fa sentire solo uno straccio, con cui non condivido nemmeno una foto. Tu sei stato il mio ieri e sei il mio oggi, e voglio che tu sia anche il mio domani. Voglio uscire con te da questo tunnel in cui mi trovo, perché solo tu mi hai saputo dare amore, anche se siamo sempre e solo stati amici. Significa che tra te e lui, io ho scelto te. E non solo come migliore amico. Perché una persona come te non la troverò mai più, ed io voglio stare con te tutti i giorni della mia vita. Non voglio lasciarti andare, voglio che tu mi tenga stretta a te.. Voglio che tu, tu mi renda tua. Come nessun altro ha mai fatto, nemmeno Jessie. Voglio che sia tu ad amarmi per il resto dei miei giorni. Ed io, voglio amare te. Ma tu, vuoi?"-

Di tutta risposta, sentii le sue mani prendere dolcemente il mio viso e il suo sguardo penetrare nei miei occhi ansiosi, che aspettavano risposta.
Fu in quel momento che mi baciò ancora, come per dare una conferma alla mia domanda.

E fu in quel momento che capii che quello che provavo per Jessie non era amore, ma abitudine.
Mentre per Justin, be', per lui avevo sempre  provato amore.
Un amore puro e incondizionato, ma nascosto nel profondo nel mio cuore.

-"Dato che vuoi che io sia la tua pazzia, la facciamo noi una pazzia?"-
-"Ovvero?"-

E così mi ritrovai con un tatuaggio sul polso sinistro, un infinito formato dal suo nome e da una data che porterò sempre nel cuore: sedici novembre duemilaquindici.
Quella fu, forse, la scelta più affrettata che io avessi mai fatto.
Ma anche la migliore.

Con la sicurezza, che se avessi spiegato le mie ali avrei potuto volare via con lui.
In un mondo magico, dove per entrare la parola d'ordine è amore.


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Buonasera,
bella gente.
Allora, come va la vita a tutti quanti voi?
Come avrete ben capito, la vostra pazza Sharon è tornata all'una di notte con una nuova OS.
Oggi è stata una giornata un po' strana e ho finito solo adesso di scrivere queste quattro righe.
Per quanto riguarda alcuni aneddoti e sentimenti, mi rispecchiano in prima persona.
Certo, questa OS è molto diversa dalla mia vita.
Ma spero voi la apprezziate poiché è parte di me.

Mentre aspetto qualche parere, che mi raccontate di bello?
Ah, io al solo pensiero che quest'anno scolastico sarà l'ultimo mi viene l'ansia.
COME POSSO IO, ANSIOSA COME SONO, SUPERARE LA MATURITÀ??
Ah, meglio non pensarci.

Dato che è l'una passata, vi mando un grosso abbraccio e la buonanotte ragazze mie.
Vi ame così, così e anche un po' con così!

Fatemi sapere cosa ne pensate, ssssu. *fagliocchionidolcidacerbiatta*

PARLIAMO DI UNA PICCOLA GRANDE COSA. 
Se avete problemi o pensieri di qualsiasi tipo, o se volete solamente scrivermi, questoo è il mio numero --> 3398590877
Scrivetemi quando volete, non esitate a farlo. Io sono pronta ad ascoltarvi. 

VORREI, COME SEMPRE, RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE MI HANNO SEGUITO E CHE HANNO CONTINUATO A FARLO. 
GRAZIE A CHE HA MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE/RICORDATE/PREFERITE.
GRAZIE A CHI RECENSISCE. 
GRAZIE ANCHE A VOI, LETTORI SILENZIOSI. Perché sì, lo so che ci siete. 

Much love. 

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Se avete Fahlo o Shots, aggiungetemi pure, ricambierò. c: Sono @JeiBieber_Smile
E se volete leggere la mia prima FF, ecco 'Do you believe in love?'
E se volete con la mente teletrasportarvi a dicembre, 'We can fly to never neverland' farà al caso vostro.
 
   
 
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