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Autore: Hiroshi84    08/09/2016    5 recensioni
Le cattive abitudini, si sa sono proprio dure a morire, tutti ne siamo vittime, nessuno escluso.
C’è chi fuma ,c’è chi beve e si ubriaca, c’è chi dorme troppo, c’è chi è pigro, c’è chi si mangia le unghie e c'è chi... bestemmia e impreca.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cattive abitudini, si sa, sono proprio dure a morire, tutti ne siamo vittime, nessuno escluso.
C'è chi fuma, c'è chi beve e si ubriaca, c'è chi dorme troppo, c'è chi è pigro oppure chi si mangia le unghie...
Le mie quali erano? Presto detto.
Mi vergogno nel fare questa confessione, ciononostante voglio vuotare il sacco, dal momento che fortunatamente ho risolto.
BESTEMMIARE e dire PAROLACCE risultavano il mio cruccio.
Non ero un tipo dalla bestemmia facile, ma che bestemmiavo facilmente, ahimè questo sì. Stesso discorso con le parole scurrili.
Ogni qualvolta che qualcosa andasse storto, puntualmente mi uscivano a raffica, come una mitraglietta, in certi contesti le sparavo a colpo singolo.
Mi capitava persino nelle situazioni meno spinose, più futili insomma.
Esempi? Ah, ne potrei fare bizzeffe!
Un giorno, mentre stavo montando un ventilatore, mi cascò a terra una piccole vite, e non riuscendo più a ritrovarla… et voilà, giù i santioni a go go.
Oppure una mattina, in ritardo cronico per andare al lavoro, la macchina non voleva proprio saperne di partire, però le imprecazioni e i bestemmioni, beh... quelli invece partirono eccome e per giunta di gran carriera.
Un'altra volta ancora, per strada pestai una escremento di cane, lì ci fu solo una bestemmia. Perlomeno fu a tema.
Ok mi fermo qui, credo di aver reso l'idea.
La questione esasperava amici, colleghi e familiari, in particolar modo quella povera donna di mia moglie che non si stancava mai di ammonirmi.
«Smettila di bestemmiare e di dire brutte parole come un dannato, non siamo all’inferno, hai capito?»
Capivo perfettamente la situazione, sapevo che era una brutta cosa, tra l’altro mi promettevo e mi ripromettevo di non farlo più. Purtroppo immancabilmente ci cascavo.
Ero comunque deciso a trovare una soluzione.
Le avevo sperimentate tutte, comprai addirittura un saggio di 400 pagine dal titolo “Come non imprecare più e vivere felici.” e nonostante mi prodigai a leggerlo con estrema attenzione, i risultati furono assai deludenti.
Questa fu ed è la prova tangibile che i saggi molto spesso vengono scritti da persone che magari pur avendo affrontato o vissuto direttamente problemi di questo genere, vogliono far credere ai lettori l’esistenza di una specifica cura efficace, e allo stesso tempo desiderano nonché sperano di intascare più soldi possibili con la vendita dei loro libri.
Praticamente dei finti e furbi ottimisti, che dietro una ben nascosta frustrazione, cercano di iniettare dosi di positività condite di speranza, per poi alla fine non cambiare assolutamente nulla, se non far buttare inutilmente al vento una quindicina di euro.
Successivamente provai con lo Yoga, fondamentalmente un’altra inutile perdita di tempo. Non sapendo più cosa fare, mi ero praticamente rassegnato.
In maniera inaspettata, fu Marta la mia amata figlioletta a risolvere la mia condizione e per giunta sotto Natale, precisamente una settimana prima delle feste.
Tanti anni fa un caro amico mi disse:
«I bambini ne sanno più dei grandi!»
Confermo la veridicità di queste sue parole.
In quel risolutivo pomeriggio di Dicembre, io e la piccolina stavamo allestendo l'albero di Natale, ovviamente l'occasione di dare il meglio di me non mancò affatto poiché con le maledette palline bastava un movimento errato col braccio, con la mano, con la gamba, col dorso o con un fianco che tendevano a cadere e a rimbalzare in ogni angolo del soggiorno.
Un paio si sbrecciarono e a causa della stizza altre due palle andarono in frantumi. Le mie!
Marta con fare tranquillo e paziente mi aiutò a raccoglierle dal pavimento per rimetterle nell'albero, finché alcune ore dopo, completammo l’addobbamento.
Il risultato fu eccellente, la decorazione ci apparve addirittura meglio dell'anno prima. Mia moglie avrebbe visto il tutto in serata appena tornata dal lavoro.
«Martolina, ce l'abbiamo fatta!» esposi con ritrovato buonumore.
«Ora vieni qua che ti do un bel bacio.» soggiunsi.
«No, questo no!» protestò mia figlia con un faccino serio serio.
«Ma sono il tuo papà, perché non ti posso dare un bacino?» le domandai incredulo.
Quella sua riluttanza mi spiazzò letteralmente.
«Lo so che sei il mio papà, semplicemente non mi puoi baciare!» mi rispose prontamente.
Perplesso e sempre più turbato le chiesi nuovamente il perché.
«Perché hai la bocca sporca con tutte le parolacce e con tutte le bestemmie che hai detto e che dici sempre.» affermò candidamente.
Restai impietrito ed alcuni istanti dopo mi accorsi che finalmente ero “guarito”.
Con poche semplici frasi, unito a quel suo tipico atteggiamento innocente e sincero, la piccola Marta aveva smosso il mio cuore tanto da farmi diventare immediatamente una persona migliore.
Da quel pomeriggio in poi non bestemmiai più, e diedi un taglio persino con le parolacce. Anche se… ogni tanto, un porco zio mi scappa!


 
   
 
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