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Autore: Dante Vail 1911    08/09/2016    2 recensioni
Quando la guerra ti guarda negli occhi, ti fa a pezzi, e quindi gioca con essi.
In the skies above the isle, Aces in exile prevail.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rainbow Dash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paths of Hate
Quando la guerra ti guarda negli occhi, ti fa a pezzi, e quindi gioca con essi.
 
In the skies above the isle, Aces in exile prevail.
 
Un istante, una raffica di almeno 12 colpi mancò l'aereo di Rainbow Dash di pochi metri. La pegaso strinse ulteriormente la cloche con gli zoccoli rollando verso sinistra facendosi superare dal Messerschmitt Bf 109 della sua avversaria, riuscendo a posizionarsi sopra di lei e a spararle qualche colpo che traforò solo parti non sensibili delle ali, quindi posizionò il suo Supermarine Spitfire dietro l'aereo tedesco nel tentativo di colpirlo in coda.
 
Dal suo aereo Lightning Dust cercò l'avversaria nello specchietto evitando le continue smitragliate delle 8 Browning calibro .303 fino a che non riuscì a cabrare e a passare dietro all'aereo inglese e ad aprirgli qualche buco sulla coda tramite le 6 MG 17 nel muso e nelle ali.
 
Le due iniziarono un inseguimento aereo avvitandosi nel cielo scambiandosi l'una con l'altra nel colpirsi a vicenda puntando entrambe a non uscire vinte dallo scontro, mentre correvano con le loro ali metalliche in mezzo alle grigie nubi del cielo, sopra quelle lande gelate di un paese estraneo ad entrambe. Colpendosi l'una con l'altra ed evitando di esporsi tramite leggiadre manovre nel cielo creando degli otto con le scie lasciate dalle ali, interrotti solo dalle scie di fumo dei traccianti incendiari, le due pegaso si inseguivano in una lotta furiosa mirata a non lasciare che l'altra avesse la possibilità di uccidere altri propri compagni.
 
Secondi passarono, forse minuti interi, mentre le due si affrontavano nel cielo trapassando le nuvole concentrate solo sul mirino di fronte a loro e sull'aereo avversario.
 
Rainbow Dash per prima fu attratta da una luce intermittente rossa, che fino ad ora aveva ignorato, calcolandola solo come un indicatore di overheat dettato dallo stress a cui stava supponendo il suo motore per tenere testa alla potenza del Messerschmitt, se non direttamente un frutto della sua immaginazione o ancora del sangue che le colava dalla fronte. Solo spostando lo sguardo notò che non era nessuno di questi, ma che era invece una spia rossa accanto ad un indicatore a lancetta con scritto FUEL sotto un cartellino che diceva RESERVE mentre la lancetta dell'indicatore entrava ormai nella parte rossa di esso. La puledra si accorse di star esaurendo il carburante e strinse i denti sotto la maschera per l'ossigeno dando un'ultimo sguardo alla foto della puledrina che aveva sul cruscotto. Voltò lo sguardo osservando la sua avversaria che non le stava sparando nonostante fosse in posizione di tiro.
 
Lightning Dust spostò lo sguardo dallo Spitfire attraverso gli occhiali da aviatore osservando un indicatore dritto con scritto BENZIN dove una freccia rossa si stava pericolosamente allontanando dalla parte bianca con scritto MAKSIMUM entrando inesorabilmente in quella rossa con scritto NULL sul fondo. Quindi alzò lo sguardo stringendo i denti e premendo il grilletto sulla cloche sparando all'aereo di fronte a se, che con agilità cabrò evitando di farsi colpire.
 
In fretta Rainbow pensò ad un modo per uscire da quella soluzione, quindi spinse in avanti la barra di comando a "badile" e mandando in picchiata il caccia seguita a ruota dalla tedesca che ancora le sparava. Immediatamente la velocità raggiunse e superò il massimo del motore Rolls Royce Merlin Mk. 45 mentre trapassavano la coltre cinerea delle nuvole ritrovandosi sopra ad un lago di montagna. Il sangue che usciva dal muso di Dash cominciò a gravitare in alto tracciando un segno rosso sconnesso sulla sua guancia oltre la maschera fino a sotto l'occhio sinistro. A meno di 150 metri dall'acqua del lago, la puledra iniziò a tirare indietro la cloche, resa durissima dall'attrito dell'aria sui flap, a tal punto che dovette puntellarsi con uno zoccolo sulla postazione degli strumenti di navigazione per riuscire a raddrizzare l'aereo che sfiorò appena l'acqua con l'elica metallica a tre pale mentre i proiettili da 7,9 millimetri ancora finivano nell'acqua mentre la tedesca si raddrizzava per non schiantarsi nel lago, cosa che le fu più facile data la manovrabilità superiore del suo aereo. Ma non smise di sparare, anzi continuò a tener premuto il grilletto cercando di posizionarsi in linea di tiro usando solo il timone di coda per non rischiare di toccare l'acqua con un ala e andare in frantumi, mentre invece Dash eseguiva dei larghi movimenti con l'aereo per non farsi colpire.
 
Rainbow non guardava nemmeno di fronte a se, ma invece cercava insistentemente di mantenere la sua visuale sull'avversaria guardando prima a destra e poi a sinistra calcolando in fretta la sua posizione mentre intanto allungava uno zoccolo verso una levetta alzata su GEAR UP e pronta per ciò che stava per fare, sapendo, di avere un solo colpo. Fu un attimo, vide il Messerschmitt nella posizione ottimale e quindi abbassò la levetta su DOWN.
 
Immediatamente il carrello di atterraggio si abbassò e la ruota sinistra entrò in contatto con l'acqua. Per l'enorme velocità, e la scarsa resistenza del pignone metallico esso si spezzo facendo rimbalzare la ruota sull'acqua.
 
Lightning Dust sgranò gli occhi vedendola arrivare, e con un movimento secco mosse la cloche lateralmente evitando che la ruota finisse nell'elica ma facendole colpire il cupolino di vetro che andò in frantumi aprendole vari tagli sul muso e sulla fronte. Ormai non sentendo quasi il dolore però la pegaso si lanciò in un grido di guerra spingendo il suo aereo all'inseguimento del Spuermarine sparandovi contro ora determinata più che mai ad'abbatterlo infischiandosene del carburante in esaurimento.
 
Le due iniziarono nuovamente ad inseguirsi, ora sopra le innevate cime delle montagne che sovrastavano, ricominciando a colpirsi a vicenda con violenza crescente, determinate a non farsi abbattere ogni qualvolta sparavano un colpo ed iniziando a stringere di più le barre di comando, eseguendo virate più strette e sempre più vicine ai picchi di quelle formazioni rocciose.
 
Dash si tolse con un gesto secco la maschera dal muso, ormai utile solo ad'intralciarla.
 
Dust stringeva negli zoccoli un semplice rosario di legno su una cordicella mentre premeva il grilletto facendo scorrere i nastri di munizioni nelle MG 17.
 
Per primo il motore di Dash iniziò ad emettere fumo colpito da un proiettile che ne aveva anche rimosso la copertura, ma in fretta anche lei riuscì ad assestare un colpo al motore avversario traforando le lastre colorate di giallo del muso del Messerschmitt.
 
Seguite entrambe da una lunga colonna di fumo nero continuavano comunque ad inseguirsi, scambiandosi continuamente di ruoli e passando da lepre a volpe nel giro di semplici secondi per poi capovolgere nuovamente la situazione ma nel mentre scorrendo e sparando interi nastri di munizioni che passavano per le mitragliatrici quasi senza tregua venendo sparati verso uno dei due uccelli di metallo strappandone piume e continuando a non essere letali in quel brutale scontro fra bestie che cercavano di uccidersi a vicenda dove anche il suono dei pensieri veniva obliterato dal fracasso assordante dei motori danneggiati, unito al vento che trapelava dei buchi nei vetri ma sormontati comunque dal brutale e incessante frastuono delle mitragliatrici. Così combattevano insieme scrutandosi attraverso il vetri sporchi di sangue e olio mentre nel frattempo i numeri giravano assieme verso un inesorabile fine assieme alle lancette mentre parti volavano in giro miste a gocce di sangue e sudore in quello scontro che si leggeva tutto negli occhi delle due guerriere, rossi e assetati di sangue, che ormai quasi vedevano tutto rallentato, riuscendo a contare i colpi delle 2 MG 17 che passavano con precisione l'elica dell'aereo, o i bulloni ed i pezzi di vetro che gravitavano nell'abitacolo senza peso, mentre ormai quella serie di numeri arrivava quasi al termine facendo iniziare a suonare allarmi ed illuminare luci. Fino a che, di colpo, tutto fu più silenzioso, tranne che per il rumore del motore, un incessante segnalatore acustico e un click continuo.
 
Dust abbassò lo sguardo sull'indicatore con scritto AMMUNITION osservando che tutti e quattro i numeri erano degli 0. Quindi, mollò il grilletto spostando lo sguardo dietro di lei, da dove ormai non arrivavano più proiettili.
 
Dash osservò anch'essa un indicatore circolare che recitava ROUNDS dove ormai la lancetta era arrivata su EMPTY. Semplicemente lasciò andare la cloche, lasciando che l'aereo volasse in linea retta autonomamente affiancandosi al Messerschmitt. Il vento sferzava da molto la foto di quella puledrina figlia di Rainbow Dash, che infine si staccò volandole sul muso, ormai fisso e senza espressioni, finché non scivolò via anche da esso volando fuori dall'aereo.
 
Le due iniziarono a volare una affianco all'altra, fino a che non girarono una a destra e l'altra a sinistra.
 
Dash estrasse con lo zoccolo la cartina e gli ordini che aveva nel pantalone, dandoci un'occhiata inespressiva per poi chiudere gli occhi e appoggiarsi allo schienale del sedile.
 
Dust osservò un pezzo del rosario che le era rimasto in mano dopo che lo aveva stretto a morte durante lo scontro precedente. E quindi si appoggiò allo schienale chiudendo gli occhi.
 
Rabbia. Una rabbia irrefrenabile iniziò a crescere dentro entrambe. Non potevano accettarlo. Non accettavano che l'altra fosse ancora in volo, o che loro non fossero morte nel tentativo. E quella rabbia cresceva. Cresceva senza ritegno, corrompendo e bruciando ciò che incontrava.
 
Dash iniziò a stringere gli occhi, mentre delle vere e proprie spaccature si dilungavano sul suo muso solcando il suo manto.
 
Le spaccature si susseguirono fino al mento di Dust, diventando più profonde e marcate, mentre ancora quell'odio cresceva, divorando ogni altro sentimento.
 
Fino ad arrivare al punto di rottura.
 
Dash si passò uno zoccolo sull'occhio, dove il suo manto celeste si sgretolò come cenere, lasciando spazio solo ad un manto nero e corrotto.
 
Poi di colpo entrambe serrarono i denti in un'espressione di furia omicida disintegrando completamente il loro manto e rimanendo solo nere e corrotte.
 
Con furia afferrarono le cloche girando immediatamente gli aerei e puntandosi l'una con l'altra, urlando furiose mentre spronavano i loro destrieri devastati a compiere un ultimo sforzo oltre le loro capacità.
 
Per prima Dust diede una violenta botta al cupolino infranto e facendolo aprire, così che il vento lo strappasse e lei potesse alzarsi slacciando la cintura e afferrando la Luger P08 Parabellum nella cintura.
 
Dash fece lo stesso alzandosi e afferrando la Webley Revolver mentre si appoggiava al parabrezza distrutto dello Spitfire.
 
Ed in quel momento gli aerei collisero l'uno con l'altro intersecando le ali e accartocciando assieme le carene.
 
Le due puledre spiccarono un salto in quell'esatto momento osservandosi negli occhi devastati e puntandosi a vicenda con le proprie armi fino a premere il grilletto.
 
Fu un attimo.
 
I pezzi degli aerei si allontanarono gli uni dagli altri, fino a non lasciare più niente in quel piccolo arco di cielo.
 
Eppure. Non era abbastanza.
 
Il primo paracadute ad aprirsi fu quello di Dash, seguito poi da quello di Dust a pochi metri di distanza.
 
Non ci vollero che pochi secondi, prima che le nuvole venissero illuminate da lampi di luce in una o nell'altra direzione.
 
La sola idea che nessuna delle due uscisse vincitrice dal conflitto non toccava le menti corrotte di nessuna delle due, mentre Dust premeva ripetutamente il grilletto della pistola sparando verso Dash che faceva lo stesso con il suo revolver, fino a che il tamburo non iniziò a girare a vuoto mentre il cane colpiva dei bossoli vuoti. Dust non si fermò fino al decimo click a vuoto ottenuto dall'arma, che ormai da troppo aveva il particolare sistema di scarrellamento fisso in posizione arretrata. Non potendo fare null'altro, le due lasciarono cadere le pistole mentre scendevano trasportate dai paracadute.
 
Arrivata a terra Dash cadde in ginocchio, esausta e divorata da quel combattimento, ma nuovamente non si arrese. Alzò lo sguardo vedendo Dust che atterrava, quindi afferrò il coltello che aveva nel fodero con i denti, ed iniziò a trascinarsi nella neve, spinta dalla sua furia omicida. Così come Dust che si trascinava nella neve con una baionetta in bocca.
 
Secondi, minuti, forse ore, trascorsero. Eppure continuavano ad'avanzare.
 
Ma per primo, il corpo di Dust. Distrutto dallo scontro, e bruciato dalla corruzione, cedette accasciandosi a terra.
 
Dash alzò lo sguardo vedendo l'avversaria cadere esausta, e vi allungò uno zoccolo, cercando di avvicinarsi il più possibile, nonostante i 10 metri che le separavano, ma inesorabilmente, anche la sua zampa cedette, cadendo nella neve ed iniziando a diventare cenere così come il corpo di Dust, fino a che non rimasero solo due segni di trascinamento nella neve e due baionette.
 
Ma ancora non bastava a quei due spiriti. Come se vi ci fosse stato un corpo in mezzo, i due segni iniziarono ad'allungarsi, cercando disperatamente di raggiungersi a vicenda.
 
Fino a che non si toccarono.
 
Fermandosi a vicenda.
   
 
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