Prologue
L’altra si
voltò di scatto e la fissò con gli occhi sbarrati
per la paura e la bocca
semiaperta per lo stupore. << Lo so, Janet, lo so!
Dannazione…>>
disse poi riprendendosi dallo shock momentaneo.
Attorno a
loro si diffondeva una luce pallida e debole, ma sufficiente a
illuminare i
loro volti fermi in un’espressione preoccupata. Il suono
secco e ritmico di un
orologio appeso alla parete scandiva il tempo e alimentava
l’ansia.
<<
Senti, io…>>
<<
Stai zitta! >> la ammonì Grace, presa da un
improvviso scatto d’ira
<< Lo so cosa vuoi dire, che ti dispiace, che hai paura e
che te ne vuoi
andare. Credi che io non me ne voglia andare?! Non è mai
stato uno dei miei
sogni proibiti restarmene chiusa qui, non ho mai desiderato trovarmi in
questa
situazione!>>
<<
Lo so. Nemmeno io lo volevo…>> disse Janet in
un soffio, mentre il labbro
inferiore cominciava a tremare pericolosamente e gli occhi azzurri
divenivano
rischiosamente troppo lucidi.
Vedendola,
Grace le puntò un dito contro, aggrottando la fronte e
piegando la testa da un
lato con fare minaccioso. << No! No, no, no, cara mia.
Non sperare di
risolverla con un bel piagnisteo come tuo solito fare! Non è
davvero il
momento, credimi, e non ti sarà nemmeno d’aiuto!
Perciò vedi di piantarla.
>>
Lei, manco
farlo apposta, si lasciò andare n un disperato singhiozzo,
accompagnato da una
piccola lacrima che, dall’occhio sinistro, scendeva
giù per la guancia
stranamente pallida.
<<
Ti ho detto…no, ti ordino di smetterla. >>
proseguì la ragazza,
avvicinandosi con fare intimidatorio verso l’altra
<< Smettila di cercare
di impietosirmi, smettila di aspettare che la soluzione ci cada dal
cielo e smettila
di singhiozzare, cazzo! >>
Janet
emise singulti ancora più terribili del precedente, sotto lo
sguardo confuso e
al tempo stesso arrabbiato di Grace. Ormai era evidente che il pianto
era
decisamente cominciato.
<<
Alla fine…Ti voglio bene.>> disse tra un
singhiozzo e l’altro.
Grace
sbuffò, leggermente rabbonita. << Anche io.
>> disse poi guardando
fisso davanti a lei.
E proprio
lì, dove era puntato il suo sguardo, vide quello che non
avrebbe mai voluto
vedere.
Sgranò gli
occhi, mentre la mandibola tremava incontrollabile.
<<
Jan…Janet...>> balbettò confusa
<< Io…C’è. Un. Problema.
>>
Janet
cercò lo sguardo dell’altra, puntandolo poi nella
stessa direzione. Anche lei
spalancò gli occhi, alzandosi in piedi di scatto.
<< Quello…Quello non è
mio! >> disse doppiamente sconvolta.
<< Ho
sbagliato…Ho sbagliato! Cazzo, cazzo, cazzo!
>> fece Grace a denti
stretti, correndo disperata verso l’oggetto del loro attuale
incubo.