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Autore: Fata_Morgana 78    10/09/2016    2 recensioni
[Matrimoni e altre follie]
Ho conosciuto questa fiction italiana per caso e mi sono lentamente appassionata, soprattutto grazie alla presenza di due artiste italiane che mi piacciono molto: Nancy Brilli e Chiara Francini. La storia è ambientata in una palazzina di nuova costruzione: Parco Paradiso, dove si sono trasferiti alcuni personaggi fantastici. Tra le varie coppie, c'è Rocco Rispoli (Giulio Berruti) che fa il cuoco nudo del web. La mia storia è ambientata prima della pseudo storia tra Rocco (Berruti) e Giusy (Francini). La definisco "pseudo", perché (per chi ha visto la fiction fino alla fine ed è rimasto un po' deluso/a come me) gli autori non sviluppano bene la loro relazione lasciando in sospeso se tra loro ci sarà qualcosa di serio o meno... Forse stanno pensando ad una seconda stagione? Nel frattempo, io ho dato via alla fantasia, creando quando sto per condividere con voi...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo Uno:
Nuovo arrivo a Parco Paradiso

La vita scorreva tranquilla nella palazzina numero uno di Parco Paradiso; le famiglie che si erano trasferite lì per sfuggire alla confusione della città stavano iniziando a prendere confidenza con l’ambiente e, tra piccole incomprensioni e nuove amicizie, i rapporti tra vicini si andavano consolidando.

Nella palazzina, c’era ancora un alloggio vacante e tutti si chiedevano chi prima o poi, sarebbe andato ad abitare in quell’appartamento.
- Spero vivamente che sia un bell’uomo… distinto… affascinante… - iniziò Giusy preparando la colazione.
- Sì, e gay magari. – rispose dal bagno il suo coinquilino Luciano.
- Ooooh Luciano! – gemette alzando gli occhi al cielo lei – No, gay no.
- Perché no, scusa! – la raggiunse in cucina – Per voi etero, c’è quel fusto di Rocco all’ultimo piano. – sospirò lui – Vorrei provare su di lui le ricette che mette online.
- Lucianooooo! – squittì fingendosi contrariata lei – Però… In effetti tu hai ragione. – si morse le labbra carnose – Rocco è veramente bellissimo.
- Sì, ma è fuori dalla tua portata cara. – la redarguì bevendo il caffè.
- Ma perché, scusa?!
- Perché tu vuoi il grande amore. Lui vuole solo farsi una scopata e poi via. Amici come prima.
- Mmmmmhhhh. – mormorò sconsolata lei – Sono destinata a restare single per sempre allora?
- Ma no… - le prese una mano lui – L’uomo giusto per te c’è, è là fuori. Datti tempo.
- Sì sì… tempo… - borbottò continuando a fare colazione.
I due coinquilini continuarono a mangiare in silenzio, ascoltando la palazzina svegliarsi lentamente.
- Certo che qua si sta proprio bene… - disse Luciano osservando fuori dalla finestra – Mi piace Parco Paradiso.
Giusy stava per rispondere, quando un rumore di freni interruppe la quiete della mattina.
- Dio che fastidio! – gemette alzandosi fluida – Ma chi è che… - iniziò aprendo la porta, era in babydoll e vestaglia trasparente quando si scontrò con Rocco che stava andando a correre.
- Hhmm… - le sorrise sornione lui – Buongiorno anche a te… E’ un invito il tuo?! Invece che correre facciamo un altro tipo di ginnastica?
- Ma che dici, sei scemo?! – urlò lei arrossendo – Non hai sentito che rumore infernale?
- Sì, è un camion che ha frenato qui davanti. – rispose – E tu vuoi uscire così? – le domandò avvicinandosi pericolosamente a lei, il suo odore di maschio invase le narici della giovane donna che restò per un attimo come ipnotizzata dal suo magnetismo.
- Giusy! – la richiamò alla realtà Luciano uscendo in corridoio – Ma cosa… - e si interruppe, rendendosi conto di aver rotto l’incanto tra i due.
- Lucy! – squittì correndo in casa – Grazie…
- Guastafeste! – ghignò Rocco sistemandosi l’asciugamano attorno al collo.
- Puttana. – rispose Luciano entrando in casa.

Rocco, ridendo, uscì dalla palazzina e trovò fuori a discutere la famiglia Guerra e il camionista appena arrivato.
- Ma dico io!!! – si lamentava il signor Guerra – Le sembra questo il modo di parcheggiare?
- Signore. – sospirò il camionista asciugandosi il sudore dalla fronte – Dove dovrei parcheggiare secondo lei? Sono qui per lavoro, se ha notato con che mezzo sono arrivato, sono qui per un trasloco, non sono venuto in culo al mondo per piacere. – guardò l’ometto con cipiglio duro, Guerra sobbalzò facendo un passo indietro, andando a sbattere contro la moglie.
- Andrea, ma lasci in pace il signore? – lo redarguì – Anche a chi sta lavorando devi rompere le balle?
- Cinziaaaa! – si girò ferito – Ma… Ma… Ma… Ha chiuso il nostro ingresso e…
- Non ha intenzione di stabilirsi qui. Sta facendo un trasloco, Andrea. – ripeté sbuffando – Ooh Rocco, buongiorno.
- Buongiorno famiglia Guerra, già a combattere di prima mattina? – sorrise – Signor Guerra, - continuò – lasci in pace questo “camionaro”. – lo indicò con la testa – Non vede che è il quadruplo di lei? Se le dà una pizza, gira una settimana.
- Parole sante… - sospirò Cinzia spingendo via il marito – Signor camionista, ci scusi per la perdita di tempo.
- Ma si figuri signora… - sorrise sincero l’uomo.
- Forza Andrea, saluta il signore e andiamo.
- Uffa Cinzia… - tentò di protestare lui ma, davanti all’espressione dura della moglie, borbottò dei saluti e la seguì fino al garage per prendere l’auto.
- Inquilino nuovo? – chiese Rocco osservando il camion.
- Sì, signore. – annuì il camionista aprendo lo sportello posteriore – Dovrebbe arrivare tra qualche minuto. Ma perché un tipo come lei è venuto ad abitare qui?
- Per tenere lontano le fan. – rise Rocco – Sa chi sono?
- Eeeh, come no. – annuì – Mia figlia è una delle sue… come le chiama?
- Carotine? – domandò distogliendo lo sguardo, un movimento alle spalle del camionista lo aveva distratto: gli era sembrato di vedere un cane correre.
- Esatto sì, signor Rispoli… - sorrise l’uomo iniziando a lavorare – Adesso, se non le scoccia, io inizio a scaricare.
- Mi scusi. Buon lavoro. – lo salutò il giovane uomo iniziando a correre sullo stradello che portava al parco dello stabile.
Rocco correva con la mente libera da tutti i pensieri. Si sentiva soddisfatto, la sua vita era quasi perfetta. Il suo programma di cucina era tra i più seguiti del WEB; nel suo letto c’era ogni sera una donna magnifica e diversa.
Era libero. Libero da legami e da impegni. Faceva ciò che più gli piaceva, senza inibizioni.
Certo, abitare a Parco Paradiso non era il massimo; ma poteva girare le puntate del suo programma di cucina in casa sua, senza spese aggiuntive, sfruttando il fratello come cameramen dato che lo aveva “costretto” a comprare l’attico di Parco Paradiso per farsi pubblicità.
Sorrise al ricordo dell’impacciato fratello e aumentò il ritmo degli esercizi di cardiofitness che stava facendo: lui era il “cuoco nudo”, non poteva certo avere grasso superfluo o un fisico molliccio.
Ne andava del suo lavoro e del suo buon nome di “Casanova”.

Mentre si allenava osservando il panorama circostante, fu raggiunto da Federico, uno dei suoi vicini più o meno suo coetaneo, compagno di Alice e padre del piccolo Emanuele.
- Giorno vicino. – lo salutò Federico con il suo spiccato accento romano.
- Giorno Federico. – sorrise Rocco continuando il suo allenamento.
- Come… Come ti trovi con gli esercizi che ti ho dato?
- Benissimo. – annuì – Sei bravo, sai?
- Grazie. – mormorò imbarazzato.
- Visto che sono arrivati dei nuovi inquilini?
- Hm? Sì sì. – annuì – Sono amici di Alice. O meglio, lei è amica di Alice.
- È un’altra coppia? – domandò mascherando a stento la delusione.
- No Rocco. È una famiglia. Padre, madre e una figlia della stessa età di Alice.
- E bella anche solo la metà di lei?
- Aaah Rocco! – si innervosì Federico – E mo’ basta. Alice è mia.
- Ehi. – sorrise a mezza bocca – Sta calmo, volevo solo sapere.
- Comunque sì, lei è forse anche più bella di Alice. – sorrise - E che vorresti fa. Una spunta nuova sul muro? – lo guardò – Elisa non è la ragazza giusta per una scopata e via.
- È maggiorenne. – si strinse nelle spalle – Lascia che sia lei a decidere. Nessuna resiste al mio fascino ed ai miei magnifici occhi. – rise davanti alla faccia scettica di Federico.
- Se ‘o dici te… - borbottò troncando il discorso.
I due continuarono ad allenarsi in silenzio Rocco, alla fine del suo ciclo di esercizi, salutò Federico e tornò verso casa.

La ditta di traslochi era a metà del lavoro, i facchini stavano lavorando instancabili e, mentre il cuoco del WEB rientrava, arrivò un SUV bianco con rifiniture nere che si fermò davanti all’ingresso, poco dietro il camion.
Dall’auto scesero un uomo ed una donna di una certa età, vestiti in modo sobrio ma distinto che furono raggiunti dal cane color cioccolato che il cuoco aveva notato correre felice per il giardino del Parco poco fa. Rocco li salutò con un sorriso ed osservò curioso la parte posteriore del SUV dal quale stava uscendo una giovane e bellissima donna, seguita a ruota da un altro Labrador color cioccolato dall’espressione serena e assonnata.
- Elisa, amore… - iniziò la donna.
- Sì, mamma… - sospirò lei facendosi baciare dal sole.
Rocco la guardò sentendo la bocca diventare improvvisamente secca, Elisa era alta e slanciata, con un fisico da modella “curvy”, era fasciata in un paio di jeans a vita bassa color navy ed un top color amaranto.
Aveva i capelli corti e sbarazzini, biondo oro; gambe lunghe e il sedere sodo e ben tornito; fianchi morbidi e un seno importante, ad occhio e croce una sesta, messo in risalto dalla scollatura del top.
Rocco la guardava nascosto dietro lo sportello del camion, soffermandosi ora sul sedere fasciato dai jeans ora sul seno prosperoso, ora sul viso seminascosto da un paio di occhiali da sole molto grandi e scuri che coprivano il colore degli occhi.
Ingollando a vuoto, eccitato dalla vista di lei vestita, Rocco scese a guardarle le labbra: erano piene e carnose, perfette per essere mangiate da baci.

Preso com’era dallo studio della ragazza, non si rese conto che i nuovi arrivati si stavano muovendo proprio verso di lui.
Per non farsi scoprire, finse di avere appena finito dello stretching e li accolse con il suo migliore sorriso dicendo:
- Buongiorno vicini! Ben arrivati al Purgatorio!
- Buongiorno. – rispose l’uomo con un sorriso appena accennato.
- Purgatorio? – fece eco la donna – A me sembra un paradiso.
- Ma se fino a cinque minuti fa stavi dicendo che questo posto non è adatto a me. – la zittì Elisa. – Ti basta una presenza maschile prestante per cambiare idea? Ancora speri che qualcuno mi sposi?
- Elisa! – la donna arrossì deliziosamente e Rocco sorrise, felice di aver fatto colpo sui nuovi arrivati.
- Non voglio trattenervi oltre, signori. – intervenne il cuoco suadente – Io sono Rocco Rispoli, abito all’attico.
- L’avevo riconosciuta, sa… - mormorò la donna arrossendo durante il suo baciamano – Io sono Nicoletta De Marco, lui è mio marito Antonio De Marco e lei è nostra figlia Elisa.
- Onorato di fare la vostra conoscenza. – replicò galante Rocco sfoggiando il suo sorriso migliore.
Nicoletta sospirò, il marito alzò gli occhi al Cielo e la giovane donna non fece una piega.
Il sorriso sul volto di Rocco si gelò, non gli era mai successo che una donna non rispondesse al suo magnetismo maschile.
Con un colpo di tosse e qualche parola di scusa, il giovane uomo entrò nella palazzina e raggiunse il suo attico. Ad aspettarlo in casa trovò suo fratello Dado.
- Ehilà atleta! – lo salutò con il suo accento napoletano, i due fratelli erano completamente diversi: per quanto Rocco fosse bello, atletico e “sciupafemmine”; il fratello era mingherlino, brutto e collezionava “due di picche” come se piovesse.
- Ehilà scroccone. – sorrise con affetto – Già qui di mattina?
- Sto aspettando l’arrivo di una famiglia. I De Marco.
- Sono arrivati. – rispose togliendosi la maglia Rocco, Dado lo guardò sospirando e chiedendosi perché Madre Natura non fosse stata tanto generosa con lui.
- Aah sì? – si riscosse – E come sono?
- Educati ed eleganti. – disse entrando sotto il getto della doccia – La figlia una fica fredda.
- Non ci credo. – rise – Con me è sempre stata gentile.
- Non mi ha neanche guardato. A me. – borbottò indignato – Il famoso “cuoco nudo”.
- Aaaahhhh! – rise di gusto Dado – E ci credo che non ti ha considerato, frate’! – disse raggiungendolo – La ragazza è…
La frase si interruppe così, perché suonarono alla porta. Dado, borbottando, andò ad aprire.
- Oooohhhh signorina De Marco! – la annunciò sorridendo a trentadue denti – Siete arrivati, eh?
- Signor Borgia. – rispose lei, e la sua voce risuonò soave alle orecchie di Rocco che, con indosso solo un minuscolo asciugamano sui fianchi, raggiunse di corsa il fratello dicendo:
- Dado, non essere maleducato. Lascia entrare la signorina. – e gonfiò il petto davanti a lei, mostrandosi in tutta la sua mascolina bellezza.
- Grazie. – mormorò compita lei senza degnarlo d’uno sguardo.
- Ma… - balbettò sconsolato Rocco.
- Vatti a vestire fratellino, alla signorina non interessa la mercanzia. – rise Dado accompagnandola ad una sedia.
- È lesbica? – domandò sarcastico.
- Ma noooo… Che dici… - bofonchiò Dado – La signorina è… Cièca… - rivelò cercando di parlare a voce bassa.
Rocco aggrottò le sopracciglia, poi si girò a guardare la giovane donna seduta rigidamente al suo tavolo. Indossava ancora gli occhiali da sole e sembrava a disagio.
- La smettete di parlare come se non fossi in stanza? – domandò d’un tratto – Sono cieca, nel senso di non vedente. – spiegò togliendo gli occhiali – Ma ci sento benissimo.
Il cuoco spalancò la bocca davanti agli occhi vacui e senza vita della giovane donna.
- Sono un demente. – mormorò a mo’ di scusa Rocco – Non volevo offenderti.
- Sono abituata. – sorrise – Bella, intelligente e cieca. – elencò sulle dita – Immagina la mia scarsa vita sociale.
- Io… - lui distolse lo sguardo – Posso offrirti qualcosa per farmi perdonare?
- Non prenderla come un’offesa, ma no, grazie. – rispose con un sorriso sincero – Sono passata per invitarvi nel mio appartamento a prendere un rinfresco. Lo avevo accennato al signor Dado che deve essersene dimenticato.
- Giustoooo! – si batté una mano sulla fronte Dado – Me n’ero scordato! Scusi signorina.
- Ma si figuri… - sorrise ancora lei e Rocco la trovò bellissima, con suo fratello era così a suo agio mentre con lui era tesa ed allerta.
- Mi vado a vestire. Due minuti e arrivo.
- Ok. – annuì lei facendo scintillare la chioma bionda.
Rocco scomparve in camera e si vestì, dopo aver indossato biancheria pulita prese dei jeans ed una T-Shirt, infilò le scarpe e raggiunse il fratello e la ragazza in cucina.

I due stavano parlando serenamente, Dado le stava chiedendo del suo lavoro e suoi hobbies; e lei, pazientemente, gli spiegava che aveva molte passioni tra cui suonare al pianoforte e che aveva avuto la fortuna di trovare un lavoro, pur con la sua disabilità, come insegnante in una scuola per ragazzi non vedenti.
- Eccomi. – si annunciò, anche se Elisa sapeva che era arrivato, ne aveva sentito il profumo ed il suo cuore aveva perso qualche battito.
- Ottimo profumo, signor Rispoli. – gli sorrise voltandosi verso la voce.
- Ti prego, chiamami Rocco e diamoci del tu.
- Hmmm… Ok… - annuì lei, Dado guardava sghignazzando ora l’uno ora l’altro: suo fratello le aveva rivolto il suo sorriso più sexy dimenticandosi della cecità della giovane e bella donna.
Elisa prese dalla tasca posteriore dei suoi jeans una specie di piccola torcia e, avvertendo gli sguardi curiosi degli uomini, spiegò:
- I ciechi con il bastone bianco non sono più di moda. – sorrise – Questa è l’innovazione del classico bastone. – lo accese, mostrando un lettore di oggetti/ostacoli ad infrarossi – Andiamo signori? – domandò.
- Prego signorina… - le aprì galante la porta Dado.
- Grazie signor Borgia… - sorrise lei gentile.
- Elisa… - la raggiunse Rocco – Posso offrirti il braccio?
Un sorriso sghembo incurvò le labbra di Elisa che accettò l’offerta annuendo.
- Che braccio muscoloso, cuoco nudo. – gli disse mettendolo in imbarazzo – Sei un patito del fitness?
- Patito, patito no. – rise – Mi piace tenermi in forma.
- Com’è che si dice… - si intromise nel discorso Dado – Mens sana in corpo resano. – disse fiero, stroppiando tutto il proverbio in latino.
Elisa non riuscì a trattenere un moto di stizza davanti a quell’abominio letterale, Rocco se ne accorse e le sussurrò all’orecchio:
- Sei una professoressa di Italiano?
- Ooppssshhh… - arrossì deliziosamente – Mi hai scoperta.
- Mio fratello è una causa persa. – ridacchiò il cuoco – Dove insegni? – le domandò.
- In una scuola speciale, per bimbi e ragazzi speciali. – rispose con una dolcezza tale che a Rocco mancò il fiato per alcuni secondi.
- Scusa, non volevo essere curioso. – balbettò a disagio, lei si strinse al suo braccio scuotendo la testa.
- È una domanda lecita, è una scuola privata non molto lontano da Parco Paradiso. Ora sono in ferie per un paio di settimane per via del trasloco. – spiegò stringendosi nelle spalle.
- Abiterai qua con i tuoi genitori?
- Mio Dio, no! – scosse la testa inorridendo – I miei torneranno in città, non vedo l’ora che sia lunedì.
- Quindi… - mormorò sensuale – Lunedì primo giorno in casa da sola?
- Ma io non sono sola! – rise Elisa, erano arrivati al suo appartamento, dal quale provenivano voci soffuse.
- Sei sposata…? – domandò mal celando la delusione nella voce, quella ragazza gli stava iniziando a piacere.
- Ma figuriamoci! – rise aprendo la porta – Chi vuole una come me? – domandò mandando la testa di lato, ma Rocco non poté rispondere perché Elisa era stata rapita da Alice.
In silenzio, Rocco e Dado entrarono nell’appartamento trovando già presenti il resto dei condomini.
- Buongiorno a tutti. – parlò Elisa dopo i baci e gli abbracci con Federico, Alice e il piccolo Emanuele – Grazie per essere venuti qui oggi.
- Grazie a te per l’invito tesoro! – le prese la mano Alice – Sono felice che hai deciso di venire a vivere qui.
- Parco Paradiso non è lontano dalla scuola dove andrò a lavorare, - spiegò con un sorriso Elisa – Comunque… Lasciate che mi presenti… Sono Elisa De Marco e sono la nuova inquilina di Parco Paradiso.
Un mormorio di voci e frasi di benvenuto si affollarono dentro la sua testa, lei sorrise ai presenti continuando:
- Vi ho invitato qua per parlare con voi… - sospirò – Signor Borgia, siamo tutti?
- Ad occhio e crocie sì, signorina. – rispose l’amministratore nel suo pesante accento napoletano – Forse manca solo la famiglia Guerra.
- Forse no, signor Borgia. – parlò il figlio dei Guerra – Hanno mandato me.
- Ok… visto che ci siamo tutti, vorrei parlarvi di me.
- Elisa. – la interruppe la madre – Ne sei sicura?
- Sì, mamma. – annuì risoluta lei.
- Io non sono d’accordo. – borbottò la donna alzando le mani in segno di resa.
- Poco importa mamma. – sospirò.
- Nico, - intervenne il padre – lasciala fare.
- Va bene. Va bene! – si arrese.
- Bene… - sbuffò – Scusate questa interruzione… Stavo dicendo… Ah sì… Grazie per essere venuti qui, mi fa piacere la vostra partecipazione a questo incontro. Vi ho invitato per un motivo semplice… Vedete… - era più difficile del previsto, avrebbe tanto voluto avere il suo fidanzato (o meglio ex) di fianco ma lui aveva preferito lasciarla per una relazione più “normale”.
Rocco, intuendo la sua difficoltà, le andò vicino sfiorandola. Solo sentire la sua presenza e il suo profumo, fu sufficiente ad Elisa per sbloccarsi e riprendere a parlare.
- Ho richiesto questo incontro, sia per conoscere i miei vicini, sia per permettervi di conoscere me e la mia coinquilina… - facendo un fischio basso e modulato, Elisa chiamò al suo fianco una coppia di Labrador color cioccolato che Rocco aveva incontrato la mattina.
Un mormorio concitato si diffuse nella stanza, le persone presenti non sembravano molto contente dall’idea di avere “dei cani” come coinquilino.
- Ma i peli… e lo sporco… - diceva una voce femminile.
- E abbaierà giorno e notte. – si intromise una voce maschile.
- Mi dispiace aver creato tanto scompiglio. – sorrise – In realtà il cane che abiterà con me sarà soltanto uno, la mia Perla. – e la cagnolina scodinzolò sentendosi chiamare – Dante, l’uragano, tornerà in città con i miei. – sospirò sentendo ancora un borbottio contrariato – Ero stata avvertita che avrei potuto riscontrare dei pareri contrari, ma spero di riuscire a farvi cambiare idea e farvi accettare la presenza della mia piccola. – sorrise a tutti e a nessuno in particolare – Dovete stare tranquilli di una cosa: non permetterò a Perla di fare i suoi bisogni per le scale, siamo molto educate e pulite. Lei è una cagnolina speciale…
- Oooh andiamo. – la zittì secco l’uomo che aveva parlato prima – Per voi proprietari, tutti i cani sono speciali! Soprattutto i vostri.
- Giusto. – mormorarono altre voci.
- Bravo Lucy. – gli batté le mani la donna preoccupata per i “peli”.
- Statevene zitti! – intervenne arrabbiato Federico, Elisa sobbalzò – Lasciatela parlare.
- Grazie Fede. – gli sorrise grata.
- Ma de che… - borbottò a disagio lui.
- Prima di attaccare briga, - si intromise Rocco geloso del sorriso che la giovane donna aveva rivolto al geometra– lasciatele spiegare le cose.
- Ohmaquestaèbella! – scoppiò a ridere la donna che aveva parlato per prima – Tu prendi le sue difese perché è una gnocca da paura.
- No, perché sono cieca. – urlò Elisa togliendosi gli occhiali e zittendo così le proteste – Rocco era a conoscenza della mia… situazione… - disse mimando con le dita le virgolette sul termine “situazione” – Volevo parlarvi di me in modo meno brusco; ma poi… - si strinse nelle spalle – Ci sono sempre le solite lamentele su Perla ed io perdo la pazienza. Lei è un cane molto speciale, caro signor Lucy. E questo lo dico non solo perché è mia. Di Dante potrei dire che è un amore di cane, ma un uragano di vivacità e non l’ho mai trovato così speciale, pur amandolo come un figlio. – grattò con amore la testa di entrambi i cani e continuò – Perla è i miei occhi. È un cane guida per ciechi. Abbaia pochissimo ed è davvero ben educata. – sorrise – Molto più educata di tante persone “per bene” che ho conosciuto io.
- Siamo stati tutti quanti prevenuti, maleducati e indelicati. – mormorò un’altra voce femminile – Scusaci. Io sono Luisella ed abito al primo piano con il mio futuro marito, Ivan, e le mie tre figlie Letizia; Livia e Luna.
- Piacere di conoscerti Luisella. – sorrise sincera Elisa – Per favore… Non state lì impalati… E’ una specie di festa questa… Divertiamoci… - li pregò.
Alice la prese per mano dicendo:
- Elisa è una delle mie più care e vecchie amiche. Ha un carattere tosto. È testarda. Ma è una persona meravigliosa. Lavora come insegnante. E… - indicò una foto con un cenno del capo – Prima del suo incidente, era una grandiosa ballerina.
- Grazie Alice per aver addolcito la mia presentazione. – le due amiche si abbracciarono.
- Io mi sono occupato dei cambiamenti della casa di Elisa. – spiegò Federico – Ha fatto in modo di insonorizzare il possibile le pareti. Così che non siate disturbati dai suoi movimenti o quelli di Perla.
- Ecco… - balbettò la voce contrariata dai peli di prima –Io sono Giusy e… - la ragazza osservò Rocco, trovandosi gelosa – Mi dispiace per la tua situazione, ma non cambio idea.
- Quale situazione? – domandò duro Rocco.
- Che voglia impietosirci con il suo problema per farci accettare il cane. – sibilò a denti stretti facendo sobbalzare i presenti.
- Signorina Giusy, sarei disposta a rinunciare al mio lavoro o al poter camminare per poter tornare a vedere. – rispose ferita Elisa – Lei non può immaginare cosa significhi dovermi affidare agli occhi di altre persone o a quelli di un cane per fare cose banali come attraversare la strada o andare al supermercato a fare la spesa. – con dignità, la giovane donna aprì la porta dicendo – La festa è finita. Uscite tutti per favore.

In imbarazzato silenzio, gli inquilini di Parco Paradiso uscirono dall’appartamento di Elisa. In casa restarono Rocco, Federico, Alice e il bambino ed i genitori di lei.
- Elise’… - la abbracciò Federico – Me dispiace che sia andata male.
- Ho voi. – mormorò trattenendo un singhiozzo – E questo basta.
- Non piangere tesoro. – borbottò il padre.
- Sono arrabbiata.
- Se vuoi saperlo anch’io. – parlò Rocco serrando minacciosamente gli occhi – E lo chiami rinfresco questo? Forza, portami nella tua cucina. Vediamo di fare qualcosa di commestibile.
Rocco la strappò con dolcezza dalle braccia di Federico e si lasciò guidare in cucina parlando con lei serenamente. Era la prima volta che vedevano il giovane cuoco comportarsi in modo tanto altruista, Alice si sarebbe aspettata una fuga con gli altri ed invece era rimasto ed aveva trovato il modo di distrarre Elisa dal suo dolore e dalla sua rabbia. Gli altri si guardarono sgranando gli occhi; Alice sorridendo disse:
- Mai visto Rocco comportarsi così.
- Sarà buon segno? – domandò Nicoletta preoccupata.
- Boooohh! – scosse la testa Federico.
- Adesso non iniziate a fare strane congetture. – sbuffò il signor De Marco – Nicoletta togliti dalla testa strane idee. Quel tipo è gentile ma sembra provare pena per nostra figlia. – indicò la cucina con la testa – Elisa non ha bisogno di una persona che provi pietà per lei; ma amore e rispetto.
- Hai ragione Tonio. – annuì la donna – Dai… Iniziamo a ripulire.
- Vi diamo una mano noi. – si offrì Alice mettendo Lele a terra.
- Nico, Perla e Dante sono pazienti? – chiese Federico osservando il figlio che li guardava interessato.
- Sopportano Elisa. – rise la donna coinvolgendo gli altri.

La cucina di Elisa era spaziosa ed organizzata molto bene, Rocco si complimentò con lei per la scelta dei mobili e degli elettrodomestici; lei lo ringraziò con un sorriso e prese posto su uno sgabello vicino alla penisola.
- Che fai, signorina, mi aiuti o stai lì a… - stava per dire “guardare”, ma si riprese subito – ascoltare le mie chiacchiere?
- Entrambe? – domandò con un sorriso, grata.
- Mmmh. – borbottò lui fingendosi pensieroso – Le mie chiacchiere sono costose, sai?
- Ahi, ahi… - stette al gioco – Sono in bolletta, come posso pagarti signor Rispoli?
- Una cena. – colse la palla al balzo – Io, te e Perla.
- Signor Rispoli… - si portò un dito sulle labbra, fingendo di pensare – Così lei mi confonde…
Lui la guardò sospirando, fosse stata una delle sue “carotine”, non ci avrebbe pensato due volte si sarebbe chinato a baciarla fino a farla sospirare di piacere; ma… quella ragazza era diversa… non voleva bruciarsi la possibilità di conoscerla.
Continuando a scherzare, Rocco iniziò a cucinare qualcosa di più commestibile, spiegandole che tipo di ingredienti stava usando; chiedendole dove trovare utensili o stoviglie; facendosi aiutare a tagliare.
- Se tua madre si affaccia, - le domandò – ti sgrida perché ti sto facendo tagliare le verdure?
- Dai… - rise – Non sono brava come te, ma so come non morire di fame o avvelenare i miei amici sai?
- Lo credo. – annuì facendo un sorriso sghembo.
- Rocco… - lo chiamò dopo qualche minuto di silenzio.
- Sì? – le si mise di fianco, osservando il minuzioso lavoro di taglio che aveva fatto – Dimmi.
- Posso… - iniziò, ma l’arrivo di Perla interruppe il discorso, perché si frappose tra i due mugolando sommessamente – Scusami… - sorrise al cuoco – Perla, hanno suonato? – la cagnolina appoggiò il muso in grembo ad Elisa come a voler dire “sì”.
- Elise’… - la chiamò infatti Federico – Hanno suonato alla porta.
- Ufh. – sbuffò – Scusami Rocco. Arrivo. – Elisa scese dallo sgabello e prese lo speciale guinzaglio di Perla, facendosi accompagnare alla porta.
Raggiunta la porta, chiese:
- Chi è?
- Sono Dado Borgia. – balbettò la voce dall’altra parte.
- Avanti… - Elisa aprì facendo entrare l’amministratore di condominio – Ha avuto problemi, signor Borgia?
- Sì e no. – rispose enigmatico – Perla bella, tu sei brava vero?
Il Labrador scodinzolò lentamente, poi guardò fuori dalla porta rimasta aperta irrigidendosi leggermente.
- Perla… Chi c’è? – domandò la giovane donna.
- Ehm… ci sarei io qua fuori… - rispose una voce di donna.
- Mi… mi dispiace signorina Elisa… - balbettò Dado – La signorina Giusy e Luciano mi hanno seguito.
- La signorina mi ha abbondantemente insultato poc’anzi. – rispose rigida Elisa, sentendo montare la rabbia – Non è gradita in casa mia.
- Elisa! – la rimproverò la madre.
La ragazza, sbuffando domandò a Perla di riaccompagnarla in cucina; non aveva motivi per stare lì.
Sentendola tornare, Rocco indossò il suo sorriso migliore che gli morì sulle labbra notando la faccia della giovane donna scura ed arrabbiata.
- Elisa? – la chiamò preoccupato – Cos’è successo?
- Lei è qui. – rispose battendo il pugno sul piano di lavoro.
- Le… Lei chi?
- Miss sporco e i peli del cane. – scimmiottò il modo di parlare dell’altra donna.
- Giusy. – rise lui, quella ragazza toscana gli piaceva era sexy provocante.
- Ooh Rocco, ancora qui? – si affacciò Giusy come evocata in cucina – Vedo che fai le due cose che ti riescono meglio: cucinare e fare il provolone.
- Stavo solo preparando qualcosa da mangiare. – si difese sobbalzando, ferito dalla cattiveria malcelata dalle parole di lei.
- Con me le sue moine non attaccano. – incrociò le braccia sotto al seno Elisa – Non vedo sorrisi o sguardi sexy.
- E nemmeno tette che scappano dalla scollatura. – borbottò Rocco sottovoce; ma lei lo sentì e si girò per mettersi a posto la scollatura.
- Grazie. – sorrise rossa come un pomodoro.
- Ma figurati… - il cuoco distolse lo sguardo dal seno di lei a disagio, poi si girò verso il forno estraendo il frutto del loro lavoro: una torta salata alle verdure dal profumo invitante.
- Mmmmhhhh… - mugolò Giusy facendo la gatta, gelosa – Rocco che profumino delizioso… - e gli si strusciò contro il braccio sensualmente.
Elisa restò rigida nella sua posizione, non poteva vedere con gli occhi; ma era molto empatica e certi comportamenti e situazioni la infastidivano molto.
- Vi lascio soli. – si congedò – I miei amici mi aspettano in salotto. – e, senza dare loro il tempo di rispondere, uscì dalla cucina.
Giusy sorrise serafica, si allontanò da Rocco sculettando e raggiunse gli altri in salotto con una scusa.
Il cuoco scosse la testa tristemente, non capiva il perché dello strano comportamento di Giusy; con lei non ci aveva mai provato e non comprendeva il perché del suo astio nei confronti della nuova arrivata.
Sospirando, il cuoco finì di impiattare le cose che aveva preparato con Elisa e sorrise quando notò che lei aveva intagliato delle stelle nei pomodori pachino.
- Frate’! – lo raggiunse Dado – Perché quel sorriso ebete? Tutto bene?
- Sì sì. – annuì – Com’è di là?
- Aria temporalesca. – sorrise – Non trovi che Elisa sia deliziosa? Che dici… Mi butto?
- Sì, dalla finestra. – rispose acidamente.
- Ma… Ma…
- Fratellino, ma ti sei visto? E hai visto lei? – troncò il discorso – Potrebbe mai accettare di stare con uno come te?
- Visto mai… - borbottò Dado deluso – Pensavo che… essendo cièca potessi avere una possibilità.
- Come sei cretino. – scosse la testa sconsolato Rocco – Forza, muoviti e portiamo queste cose di là.
- Agli ordini, capitano. – rispose Corrado, Dado, scattando sull’attenti.

I fratelli Borgia, portarono i rinfreschi preparati dal cuoco in salotto dove trovarono Giusy con Luciano; i genitori di lei, Federico e Alice e il bimbo ma di Elisa e Perla neanche l’ombra.
- Wueeeeeee… - sorrise Dado – Ecco i manicaretti dello chef…
- Che odorino… - squittì Alice – Rocco sei davvero bravo in cucina.
- Grazie Alice… - rispose con un mezzo sorriso guardandosi intorno – E la padrona di casa dov’è? – chiese.
- È uscita con Perla. – spiegò Antonio approfittando del cibo – Tornerà tra poco.
- Spero che raccolga lo sporco del suo cane. – borbottò Giusy masticando, parlando senza pensare a ciò che stava dicendo.
- La smetta. – si arrabbiò Nicoletta – Sta dando della sudicia a mia figlia. Come si permette di giudicarla, brutta maleducata. Nemmeno la conosce ed ha già deciso che è una persona sciatta, sporca e idiota. – guardò la donna – Solo perché, nella sua disabilità, è più bella di lei cosa teme che le porti via qualcosa o qualcuno? – Nicoletta guardò il cuoco e poi la giovane donna, Giusy non replicò – Lei è una persona tanto arida quando triste e sola.
- Nostra figlia è Laureata con il massimo dei voti. Insegna italiano in una scuola per non vedenti. – spiegò il padre – Era una ragazza normale dieci anni fa.
- Nico… Tonio… - li pregò Alice – Ora basta…
- Io… Io… - balbettò Giusy – Mi sono comportata da stupida… - grosse lacrime bagnavano le guance dell’astrofisica.
- La prego di uscire da questa casa. – la invitò Nicoletta, affatto impietosita dalla scena – Elisa ha bisogno di tranquillità. E lei e il suo amico siete tutt’altro che tranquillità.
- Sì sì… - singhiozzò – Vado… arrivederci…
- Oooooooohhhhhhhh… - gemette Alice – Povera Giusy, Nicoletta non è una cattiva ragazza sai…
- Con permesso. – si scusò Luciano – Vado a parlarle.
Non appena i due furono usciti di scena, Nicoletta sprofondò nel divano scoppiando a piangere. Antonio la strinse, facendola sfogare.
- Signora De Marco. – la chiamò dolcemente Rocco – La prego non faccia così.
- Sono stanca. – confessò con un sorriso amaro – Stanca della crudeltà della gente. – spiegò riferendosi a Giusy.
- Sai Rocco, - parlò Alice – Elisa è da sempre stata una ragazza bellissima e piena di vita. Era una ballerina di moderno e hip hop brava come poche. – sorrise – Ha partecipato anche ad alcuni video, sensuale come solo lei sapeva essere.
- Vedo le foto… - annuì con un sorriso.
- Uno stupido incidente d’auto ha cambiato tutto. – continuò Antonio – Stava per morire per colpa del suo fidanzato. E’ stata per un lungo periodo in coma. Durante il suo ricovero, il suo fidanzato era molto presente, non voleva che i giornali dicessero che l’aveva lasciata durante il coma.  – un sorriso amaro incurvò le labbra dell’uomo – Poi Elisa si è svegliata. Abbiamo da subito notato che qualcosa in lei non andava come doveva.
- Un grumo di sangue premeva in una zona del suo cervello. – spiegò la madre – E’ stata operata d’urgenza ma… - alzò gli occhi a guardarlo – La situazione era molto grave e per salvarle la vita, ha perso la vista.
- A quel punto, il suo innamoratissimo fidanzato, anzi ex-fidanzato, l’ha mollata perché ha capito che la sua cecità sarebbe stata permanente.
- Cazzo… - borbottò Rocco.
- Elisa si è dovuta reinventare. – spiegò con un filo di voce Alice.
- Ha imparato a leggere il Braille ed anche a scriverlo.
- Ha imparato a vivere al buio, portando la luce nelle nostre vite.
- Adesso basta frignà, - li pregò Federico – Elisa tornerà tra poco e sapete che non sopporta i piagnistei.
- Giusto. – annuì Antonio baciando la moglie – Forza Nico. Vai a darti una rinfrescata.
- Vi lascio qualche minuto. – sorrise Rocco – Vado ad intercettarla fuori.
- Ottima idea Rocco.
- Rispoli. – lo bloccò Antonio – Spezzale il cuore e sei un uomo finito.
- Ma perché siete tutti così prevenuti con me. Per una volta che non ho intenzione di fare niente. E’ una gran bella ragazza, vorrei aiutarla a ritrovare un po’ di fiducia in sé stessa e nella sua femminilità.  – rispose freddamente uscendo dall’appartamento.
Sbuffando per la pochezza di fiducia nei suoi confronti, Rocco scese rapidamente le scale e trovò Elisa e Perla al sole in giardino. Elisa stava piangendo e dai suoi occhi vacui scendevano grosse lacrime.
- Ehilà prof. – la chiamò Rocco facendola sobbalzare.
- Ro… Rocco… - mormorò pulendo gli occhi e rimettendosi in fretta gli occhiali.
- Tutto ok? – chiese mettendosi seduto vicino a lei, Perla che muoveva la coda con dolcezza.
- No. – rispose trincerandosi dietro un ostinato silenzio.
Rocco si stese sul prato sospirando beatamente, Perla lo imitò gemendo soddisfatta.
- Ma non sapete lasciarmi in pace voi? – chiese serrando le labbra.
- Perché, cosa stiamo facendo di male? – domandò Rocco aprendo un occhio – Questo è anche il giardino di casa mia. Sto rilassandomi all’ombra. Ti do fastidio, va pure via.
Elisa si morse le labbra, avrebbe voluto tenere il muso per più tempo ma non riuscì a tenergli il broncio; così capitolò e si stese appoggiando la testa al torace di Rocco.
Lui sorrise, si aggiustò in modo da farla stare più comoda, poi le accarezzò la nuca con movimenti lenti.
- Perché mi hai seguita? – chiese piano lei.
- Hai organizzato una festa e scappi. – le sistemò i capelli corti dietro l’orecchio, facendola fremere – Codarda.
- Ooh no… - ridacchiò – Arrabbiata.
- Gelosa? – le domandò accarezzandole il collo.
- Perché? – mormorò tremando alle sue carezze – Perché quella lì, Giusy, ci prova con te? Ma figurati… - si mosse a disagio -  Tu non mi piaci. – concluse con una mezza verità.
- E che c’entra questo. Ci conosciamo da due minuti e nemmeno tu mi piaci tutto questo granché. – rispose lui smettendo di toccarla e, reprimendo un moto di rabbia, continuò – Quindi, principessa, sei pregata di smetterla di usarmi come cuscino. – e rotolò via, facendole battere spalle e testa sul prato.
- Ahio! – mugugnò Elisa restando per un attimo senza fiato, Rocco si era alzato e, senza dire una parola, aveva raggiunto l’ingresso della palazzina – Non sono una principessa. – bofonchiò, ma lui non riuscì a sentirla.
Perla, sbuffando per la capacità degli esseri umani di complicarsi la vita, aiutò la padrona ad alzarsi non capiva il comportamento degli esseri umani: nel mondo canino era tutto molto più semplice.
- Ehi… - parlò una voce maschile che non conosceva – Tutto bene signorina?
- Sì, sì… Grazie… - si girò verso la voce – Tutto ok… - sorrise – Anche tu abiti qui? – chiese mentre il nuovo arrivato l’aiutava ad alzarsi.
- No, sono venuto a trovare la mia fidanzata. Mi chiamo Tony. – si presentò prendendole la mano – Lavoro al Club di Tennis di Ivan.
- Ho capito, ho conosciuto Ivan e la sua famiglia poco fa. – stringendo la mano di lui con un sorriso – Sono Elisa De Marco, nuova inquilina.
- Piacere Elisa. – sorrise sincero Tony – E questa meraviglia chi è? – domandò grattando la testa del cane.
- Perla, il mio…
- Cane guida, sì ho visto. – concluse il ragazzino senza peli sulla lingua – Hai bisogno di aiuto per tornare a casa?
Elisa stava per rispondere che no, non aveva bisogno di niente; ma fu interrotta dall’arrivo di una voce femminile giovane, seguita da quella di una bambina.
- Tony… Ehi… - chiamava la ragazza – Ciao… - si scambiarono un bacio a fior di labbra – E’ tanto che aspetti?
- Sono arrivato ora. – la abbracciò – Ciao Luna.
- Ciao Tony. – lo salutò la ragazzina concentrata a coccolare il cane.
- Stavo facendo due chiacchiere con la vostra nuova vicina. – spiegò – Elisa, lei è la mia ragazza Letizia.
- E io sono Luna.
- Piacere di conoscervi ragazze. – sorrise Elisa – Lei è Perla.
- Ti hanno concesso il permesso di tenere un cane? – domandò Luna arricciando il naso.
- Hanno provato a dirmi no. – sospirò Elisa – Ma davanti al mio avvocato hanno dovuto accettare.
- Mio papà è un avvocato, sai? – disse tutta fiera la bambina.
- Veramente? Ed è bravo?
- Uuh sì. – rise Letizia – Bravissimo, a fare casino.
- Tizia, non è vero! – si offese Luna gonfiando le guance.
- Ragazzeeee! – le chiamò una voce maschile – Allora, andiamo in casa?
- Arriviamo Ivan! – sbuffò Letizia – Ciao Elisa, noi andiamo a casa.
- Ciao ragazze, ciao Tony. Piacere di avervi conosciuto.

I tre ragazzi raggiunsero Ivan sul portone, parlando Letizia chiese a Tony perché si fosse fermato a parlare con quella giovane e bella donna e lui, stringendosi nelle spalle, rispose:
- Ivan mi ha insegnato ad aiutare chi è in difficoltà. Tizia… - la abbracciò – Elisa è cieca.
- Cieca? – chiese Luna – Cosa vuol dire?
- Che ha gli occhi malati, Luna. – spiegò Ivan aprendo la porta di casa – E non vede niente.
- Poverina… - mormorò la bambina entrando in casa – Sarà molto triste allora. Senza poter vedere i colori. – con un sospiro Luna entrò in casa, cercando con lo sguardo la madre.
- Ben arrivati. – li accolse Luisella con un sorriso – Luna, amore… perché quel faccino triste?
- Pensavo ad Elisa. – spiegò – Lei non può più vedere il sorriso della sua mamma. O l’Arcobaleno dopo il temporale…
A quelle parole, i singhiozzi di Giusy divennero più forti: Luna le aveva fatto capire quanto fosse stata stronza con la nuova arrivata.
- Giusy! – la consolò Luisella – Piangere come una fontana non cambierà il fatto che sei stata indelicata con la nuova vicina.
- Avete ragione… - tirò su con il naso lei – È solo che…
- Hai ragionato con la vagina, tesoro. – concluse per lei Luciano a denti stretti per evitare che le ragazze e Tony sentissero.
- Tutto sto casino per un uomo? – rise Ivan – E chi sarà mai! Adone!
- Chi è Ado… Adone, Ivan? – domandò Luna trotterellando in cucina – Uno dei tuoi atleti?
- Ma cosa dici Luna! – la derise la sorella maggiore – Adone è un personaggio mitologico. Lo studierai a scuola.
- Nei libri è scritto che fosse bellissimo. – spiegò dolcemente Luisella – E quando un uomo, quello che ci piace e ci fa battere forte il cuore, per noi è bellissimo e lo definiamo un Adone.
- Per te, Ivan, è un Adone? – domandò scettica la più piccola di casa.
- Beh… - ridacchiò la mamma coinvolgendo i presenti.
- Era un Adone in gioventù. – spiegò Tony – Adesso è invecchiato.
- Ah ragazze’! – lo redarguì con un sorriso Ivan – Attento che domani ti spremo come un limone in campo.
- Scusa coach! – sorrise Tony, sentendosi per una volta parte di una vera famiglia.
- Ascolta Giusy. – parlò Luciano – Invece di stare qui a piangere, perché non vai da Elisa e le chiedi scusa?
- Chi? Io?! Oooh no… mi vergogno troppo… Però posso fare qualcosa per farmi perdonare. Oh sì… sì… Le parole di Luna mi hanno fatto venire in mente che lei non può vedere il sistema solare, ma potrei creare io qualcosa di molto speciale per lei.
Così dicendo, Giusy si alzò raccolse le sue cose in fretta e, salutando, raggiunse la porta borbottando che avrebbe studiato il modo di farsi perdonare, a costo di passare la notte in bianco.
Ivan e Luisella si guardarono, la donna si strinse nelle spalle e continuò ad apparecchiare la tavola per la cena. Luciano, scusandosi per lo strano comportamento della sua coinquilina lasciò casa Poletto e salì nel suo appartamento.

La prima sera a Parco Paradiso passò senza gravi incidenti, la famiglia De Marco si sistemò nell’appartamento di Elisa e Nicoletta notò che la figlia era tranquillamente in grado di gestirsi da sola. Grazie all’aiuto prezioso di Federico ed Alice, la casa era stata fatta apposta per lei e per rispondere alle sue esigenze.
Il fine settimana terminò senza altri incidenti. Gli altri inquilini di Parco Paradiso avevano accettato, con mormorii e bofonchi, la presenza di Perla e nessuno (anche il signor Guerra si era arreso) aveva detto che la cagnolina non poteva vivere lì.

I genitori di Elisa tornarono in città domenica mattina, lasciando finalmente la giovane donna libera di stare a casa sua come meglio credeva.
Dopo un’ora dalla partenza dei suoi genitori, qualcuno suonò alla porta. Elisa andò ad aprire trovando sulla porta Alice e Lele.
- Ciao tesoro, ti va di venire al Centro Commerciale con noi?
- Aly ciao… ciao Lele. – sorrise Elisa – Ma grazie no. E non ho intenzione di tenerti Lele. Sai che non lo vedo.
- Lo so. Ma volevo sapere se avevi bisogno di fare un po’ di spesa.
- Mmmh… - scosse la testa – No… Ci abbiamo pensato con mamma e per un paio di settimane sono a posto. Per la frutta e la verdura, potrò andare domani dopo il lavoro.
- Ok. – annuì – E’ che mi dispiace lasciarti qui da sola…
Fu in quel momento che dalle scale apparve Rocco, Elisa colse la palla la balzo dicendo:
- Ma io non sono sola. – Rocco si fermò a salutare – Ho ricevuto un invito a pranzo.
- Belle signore. Buongiorno a voi. – sorrise Rocco galante – Dove andate di bello?
- Io sto andando con Lele a fare compere. Avevo invitato Elisa ma ha detto di no.
- E lo credo bene. Un invito a pranzo è meglio che fare compere da casalinghe. – rispose strizzando l’occhio Rocco – Bene, io vado. – le baciò sulla guancia – Buona giornata ad entrambe.
- Anche a te, Rocco. – mormorò Elisa con un bel sorriso.
- Gra… Grazie… - arrossì Alice – Anche a te.
Elisa ed Alice si salutarono, la giovane professoressa chiuse la porta di casa sospirando: non aveva nessun appuntamento ma la punta di freddezza che aveva sentito nella voce di Rocco le aveva fatto bene al cuore.

Forse anche lui era attratto da lei quanto lei da lui; Elisa dove solo trovare il giusto modo per scoprirlo.

  
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