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Autore: MaryFangirl    12/09/2016    2 recensioni
Ian scopre che Mickey è uscito di prigione ma non vuole vederlo. Potrà continuare a fingere che Mickey non sia stato importante per lui?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Titolo originale: All you had to do was stay
 
 
 
 
 
Mickey guardò la sorella attraverso il vetro. "Ehi, come stai? Te la fai ancora con quello stronzo del tuo ragazzo?" chiese nella cornetta. Lei scosse il capo.
"Nah, quella merda è finita da un po'. Sono tornata adesso. Allora, ho sentito che esci presto?"
Lui annuì. "Un paio di giorni" rispose.
Lei annuì leggermente.
"L'hai visto?" chiese Mickey riferendosi al suo ex ragazzo che non vedeva quasi da un anno.
Mandy fece di no con la testa. "Non ancora"
Lui fece un cenno. "Puoi farmi un favore, Mands. Non dirglielo, okay"
Lei sollevò lo sguardo. "Cosa? Perché no?" guardò il fratello confusa.
"Perché non voglio che lui sappia che sono fuori, okay, non ha bisogno di questa roba nella sua vita. Da quello che so è felice, prende le medicine e tutto il resto, Svetlana dice che ha un fidanzato e un buon lavoro e non manderò tutto a puttane, non tornerò in quella merda, lui ha voluto farla finita, e ha ottenuto ciò che desiderava" fece scrollando le spalle. Mandy rimase zitta per un minuto.
"Vorrebbe sapere che sei fuori, Mick"
Lui scosse il capo. "Se gliene fosse fottuto qualcosa di me, sarebbe venuto a trovarmi, ma non l'ha fatto. Aveva chiuso con me ancora prima che mi rinchiudessero, lasciamo le cose come stanno"
Mandy sospirò. "Mick..."
Lui scrollò di nuovo la testa. "No, non posso farlo, essere coinvolto nella sua vita, okay, odio vederlo con altre persone, mi conosco, farei qualcosa di stupido come prendere a calci il suo ragazzo e cosa ne ricaverei? Niente, sto alla larga da lui, che continui a vivere la sua vita. È l'ultima volta che parliamo di lui, okay? A meno che non succeda qualcosa che devo sapere, qualcosa di importante, tipo che smette di prendere le medicine, o qualcuno della sua famiglia è malata o roba simile. Non voglio che nessuno sappia che sono fuori, okay?"
Mandy annuì.
"Per quanto intendi tenerlo nascosto, Mick, è il South Side, dove starai? Non a casa nostra, se nessuno sa che esci"
Lui annuì leggermente. "Sì, ho già un appartamento, sempre nel South Side, ma non è proprio la stessa zona. Se scopre che sono fuori, non ti mettere a rivelare il mio indirizzo. Se te lo chiede, e intendo per davvero, puoi dirglielo, ma non voglio che lo fai di tua spontanea volontà, okay?"
Mandy annuì prima di alzarsi. "Ti voglio bene, stronzo" disse allontanandosi.
 
 
 
Ian era seduto alla stazione dei pompieri a parlare con alcuni ragazzi quando udì una voce dietro di sé.
"Gallagher, oh, Ian Gallagher!"
Riconobbe quella voce senza girarsi. Vide Caleb sollevare la testa e improvvisamente lui sobbalzò.
"Mandy?!" esclamò girandosi verso di lei. La sollevò e la fece roteare. Aveva un aspetto davvero fantastico e gli sorrideva luminosa. "Ehi...che ci fai qui?"
Mandy scrollò le spalle. "Ero in giro, dovevo vederti" gli sorrise. "Mi sei mancato!"
Lui le sorrise abbagliante.
"Oh, merda. Uhm, gente, lei è la mia migliore amica, Mandy" disse indicando i ragazzi.
"Chi di loro è il tuo ragazzo?" sussurrò Mandy. Ian si gelò per un secondo.
"Oh, uhm, sì, Caleb" fece cenno al ragazzo di unirsi a loro, lui lo fece.
"Mandy, questo è Caleb, il mio ragazzo"
Lei annuì osservandolo. "Piacere di conoscerti" disse col tono più gentile che le riuscì.
 
 
 
Erano passati mesi dal ritorno di Mandy e qualcosa non andava, Ian sapeva che lei gli stava nascondendo qualcosa ed era abbastanza certo che avesse a che fare con il fratello.
"Mandy...dai, dimmi di cosa si tratta! Posso sopportarlo, sai?"
Lei scosse il capo. "Ian, te l'ho detto. Lui sta bene, va tutto bene, okay?"
Lui la imitò scrollando la testa. "Devo andare a trovarlo? È questo che vuoi? Lo farò, sai, se non me lo dici andrò a chiederlo a Mickey"
Mandy rovesciò gli occhi. "Non lo farai, se avessi voluto farlo lo avresti fatto molto tempo fa, Ian"
Lui scrollò le spalle. "D'accordo, va bene. Non vuoi dirmelo, è ancora orario di visita, mi faccio un giro" disse saltando giù dalla panchina e dirigendosi verso la macchina.
"Non puoi!" gridò Mandy inseguendolo.
"Perché no?"
Lei sospirò. "Perché non è lì, d'accordo"
Ian si fermò e si girò. "Cosa vuoi dire con 'non è lì'?"
"Non è lì, okay, è uscito" parlò piano. Ian si bloccò, tutto il suo corpo si ghiacciò. Non si mosse, non ci riusciva.
"Da quanto?" chiese senza nemmeno dubitare della sua informazione.
"Da un paio di mesi"
"E' uscito da tutto questo tempo? Da quando sei tornata?"
Mandy scosse il capo. "Non proprio, quando sono venuta da te la prima volta, aveva ancora qualche giorno da passare dentro"
Lui distolse lo sguardo per un secondo. Mickey era fuori...che diamine. Non lo aveva saputo, come era stato possibile.
"Perché non me l'hai detto?" fece, ferito.
"Perché non voleva che lo sapessi, okay. Non avrei dovuto dirtelo"
"Non avresti dovuto dirmelo?!? Mickey è fuori. Come diamine è possibile? Doveva rimanerci 15 anni, Mandy"
Lei annuì. "Senti, non conosco i dettagli, so solo che è fuori, è felice, ha un lavoro e degli amici. Tu sei felice, hai un lavoro, amici e un fottuto fidanzato. Voi due avete chiuso, quindi lui non voleva incasinare tutto, per te"
Lui non riusciva a respirare. "Dov'è?"
Mandy rimase zitta a lungo. "Non te lo dirò"
"Cosa? Non puoi dirmi neanche questo?" Ian sospirò frustrato.
"No, ha detto che avrei potuto se lo avessi chiesto, ma non lo farò comunque. Ascolta, Ian, cos'hai intenzione di fare, presentarti a casa sua, liberarti del tuo senso di colpa per averlo mollato lì a marcire col cuore spezzato. Professerai il tuo eterno amore per lui, vi picchierete, farete sesso? Tutto da capo, e poi cosa? Lascerai il tuo ragazzo, o tornerai strisciando da Caleb, piangendo e distrutto dal senso di colpa, dicendogli che è stato un errore, che ti penti, che Mickey non significa niente per te"
Mandy incrociò le braccia, e Ian non aveva una risposta a niente di tutto ciò che aveva detto, non sapeva come avrebbe reagito se avesse rivisto Mickey.
"No, non ne hai idea, e io ti voglio bene, Ian, davvero, ma non mi unirò alla tua idea di presentarti alla sua porta per gettare di nuovo le vostre vite in una fottuta spirale"
Ian stava camminando avanti e indietro, e infine Mandy sospirò ad alta voce. "Vado, Ian, ti voglio bene, devi saperlo, ma seriamente, lascia perdere. Lui non ti vuole vedere, e prima che tu sapessi che era uscito, di sicuro non volevi vederlo"
 
 
 
Ian era seduto sul suo balcone – beh, in realtà era quello di Caleb – per la sesta notte di fila. Lo faceva ogni sera ormai, Caleb si addormentava e lui andava fuori a pensare. Pensava a dove potesse essere Mickey, a come potesse stare, a come potesse essere il suo aspetto, se ancora avesse quel tatuaggio sul petto? Probabilmente no. A prescindere da cosa facesse, non riusciva a smettere di riprodurre la loro intera relazione nella propria mente, ancora e ancora. Sentì la porta scorrevole aprirsi ma non si mosse.
"Ian?" sentì Caleb chiamarlo. "Stai bene? Qualcosa non va, tesoro?"
Si sentì rabbrividire e non capiva. Caleb che lo chiamava 'tesoro' non lo turbava di solito ma all'improvviso lo fece.
"Sì, sì, mi sto solo godendo l'aria fresca. Penso ad alcune cose" disse onestamente.
"Di nuovo Mickey?" chiese Caleb e Ian non disse nulla. Rimase lì in silenzio finché Caleb finalmente sospirò e tornò dentro.
 
 
 
Ian era seduto all'interno di un piccolo bar con Caleb e un gruppetto di ragazzi della caserma quando lo vide per la prima volta, alcune settimane dopo. Si gelò. Improvvisamente non poté più sentire niente di ciò che gli altri stavano dicendo, come se la sua mente si fosse diretta a un solo e particolare essere umano. L'essere umano era Mickey Milkovich. Era in piedi vicino al tavolo da biliardo, era stupendo. Era più muscoloso di quanto Ian ricordasse. Stava ridendo, una risata genuina. Ian chiuse gli occhi, eliminando tutto il resto per sentire quella risata.
"Ian! Porca puttana, Gallagher!" sentì uno dei ragazzi esclamare. Sollevò lo sguardo su quello che stava parlando.
"Uh?"
Quello rise scuotendo il capo. "Che ti prende? Sei sparito"
Ian scrollò il capo.
"Figlio di puttana. È per questo che volevi venire qui?" sentì la voce di Caleb.
"Cosa?" chiese, sinceramente confuso.
"E' lui, lo so. Beh, non rimarrò qui a osservarti mentre fantastichi sul tuo ex" Caleb praticamente stava gridando mentre usciva dal bar.
"Merda!" disse Ian alzandosi e inseguendo Caleb, ma prima lanciò un'occhiata a Mickey che ora lo fissava. Rimase immobile per un secondo prima di uscire dalla porta. "Che cazzo, Caleb!" urlò.
 
 
 
Mickey rimase di ghiaccio lì dov'era. La prima volta che rivedeva il suo ex avvenne quando sentì qualcun altro esclamare il suo cognome. Sentire 'Gallagher' non era qualcosa a cui era più abituato ormai, quindi automaticamente guardò nella direzione della voce per vedere chi di loro fosse presente. Ovviamente, doveva trattarsi di colui che stava evitando da quando era uscito di prigione. Ian era seduto a un tavolo con dei ragazzi. Finché l'uomo accanto a Ian non iniziò a guardare tra lui e Mickey per poi alzarsi gridando, non aveva capito chi fosse. Il fidanzato. Era l'unica spiegazione per una simile reazione. Dopo aver osservato Ian inseguire il suo ragazzo, ovviamente scalpitante di iniziare una rissa, aveva visto Ian guardare nella sua direzione, aveva visto quegli occhi, tristi e torturati, e aveva voluto inseguirlo ma non lo fece. Perché avrebbe dovuto? Ian era sconvolto di vederlo, ma non significava niente. Si riconcentrò sui suoi amici del lavoro e tentò di ignorare l'esigenza di cercare il rossino.
 
 
 
"Oh, adesso sei arrabbiato con me? Fanculo, Ian, siamo fuori con i nostri amici, ed eccoti a fissare il tuo ex come se fosse l'unico presente nella stanza. Pensi che per me sia divertente vederti così. Lo guardi in quel modo, di fronte a tutti, cazzo!" gridò Caleb.
"Oh, ero sconvolto, cazzo. Non lo vedo da più di un anno, ero sorpreso, maledizione!" ribatté Ian senza necessariamente negare l'attrazione verso Mickey.
"Lo eri davvero? O l'hai pianificato? Sei depresso da quando hai scoperto che era uscito. Quando ci siamo conosciuti ti comportavi come se fosse soltanto un ricordo lontano, ovviamente era una stronzata, Ian! Lo guardi da capo a piedi in quel modo? Lo hai cercato, così che potessi prendermi per il culo?!"
Ian serrò i pugni. "Oh, porca puttana. Ovviamente non sapevo che fosse qui. Che cazzo, Caleb?! Mi serve un drink, tutto questo è una stronzata!" disse tornando nel bar.
Mickey osservò Ian tornare nel locale, visibilmente incazzato. Poteva sentire il fuoco irradiato dal suo ex. L'uomo che stava dietro di lui era altrettanto incazzato. "Ian, che stai facendo?" lo sentì dire.
"Mi prendo un fottuto drink, Caleb"
Caleb, era quello il suo nome, sembrava quello di una fighetta. Sospirò, osservandoli, sentendosi un intruso.
"Non puoi bere, porca troia"
Mickey quasi rise, ricordandosi una conversazione simile. Tentò di riportare l'attenzione sui suoi amici, ma era difficile visto che tutto il bar fissava i due ragazzi.
"Cosa hai intenzione di fare? Chiamerai la mia mammina? Fai pure. Vuoi il suo numero?" scattò Ian, ordinando poi una birra.
"Okay, ragazzi, datevi una cazzo di calmata, okay" disse il loro amico Brad da dietro. Si stavano tutti alzando per stemperare la situazione.
"E tu!" gridò Caleb guardando dall'altra parte del bar, senza ascoltare gli amici. Ian alzò lo sguardo, lievemente irritato. "Cosa cazzo hai da guardare? Non è più affar tuo!" urlò a Mickey. Gli occhi di Ian si allargarono.
"Caleb..." iniziò ma si fermò quando vide Caleb avvicinarsi al suo ex. "Merda! Beh, volete andare a fermarlo, stronzi, si farà ammazzare" disse guardando gli altri pompieri che guardavano Caleb meravigliati.
Mickey guardò l'uomo che gli gridava addosso. Doveva essere uno stupido figlio di puttana. Aveva davvero intenzione di iniziare una rissa con lui? Aveva tentato di essere rispettoso. Non aveva contattato Ian, non aveva detto una parola durante quel litigio del cazzo.
"Torna indietro" fece Mickey preparando i pugni.
"Fottiti!" sparò Caleb.
"Senti, coglione, non so quale cazzo sia il tuo problema, ma ti avviso, girati e vattene" Mickey avvertiva la rabbia riempirlo. Niente gli sarebbe piaciuto di più che picchiare a sangue quella testa di cazzo. Tirare fuori tutta la rabbia, dirgli che aveva fatto lo stronzo con l'uomo sbagliato, che Ian era suo e lo sarebbe sempre stato. Invece guardò Ian.
"Gallagher, toglimi da davanti il tuo ragazzo prima che esploda!"
Vide Ian annuire. Bisognava ammetterlo, Ian ci provò. Andò ad afferrare Caleb dicendogli che era ora di andare, gli altri uomini finalmente iniziavano a fare lo stesso, poi Caleb si voltò e colpì Ian sulla guancia.
Ian sentì la fitta sulla mascella. Caleb lo aveva appena colpito? Aveva la sensazione che si sarebbe sentito male. Lo shock gli impedì di muoversi. Non si rese nemmeno conto di ciò che stava succedendo finché non vide Mickey volare verso Caleb. Lo spinse su un tavolo lì vicino, sollevandolo per la maglietta.
"Non lo toccherai mai più così! Mi hai capito, cazzo?" Mickey sputò rabbia mentre colpiva Caleb sul naso. Ian si lanciò all'azione.
"Mickey! Mick, fermati, è tutto okay" gridò, finché Mickey non sollevò lo sguardo e lasciò Caleb.
"Chiamo la polizia" sentì dire il barista.
"Non ce n'è bisogno, ce ne stiamo andando, giusto ragazzi?"
I ragazzi portarono via Caleb dal bar. "Visto, va tutto bene, non c'è bisogno della polizia" disse Ian facendo un cenno al barista, che annuì. Pagò la birra che non aveva mai toccato e sospirò, uscendo dal locale.
"Che spreco di birra" disse il barista.
"Già, dalla a quel tizio, offri un giro ai suoi amici, dì a tutti che mi dispiace"
Il barista annuì.
Mickey osservò Ian che se ne andava, sentendosi triste. Che coglione, il suo ragazzo. Guardò il barista che portava un vassoio di drink e porse a Mickey due birre.
"Che cazzo è, non abbiamo ordinato niente"
Il barista annuì. "Il rosso ha detto di dirvi che gli dispiace, questo giro lo offre lui"
Gli amici di Mickey esultarono.
"Sì, cazzo, sapevo che quel ragazzo mi piaceva" rise il suo amico Jake.
"Come ti pare, ti piace solo perché ti ha offerto da bere" ridacchiò Mickey guardando la porta. Jake scrollò le spalle. 
  
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