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Autore: Lucky_Didi    03/05/2009    1 recensioni
Frankie si sente cambiata, quella mattina. E ciò che la convince ancora di più che non si è addormentata e svegliata nella stessa persona, è la strana luce sotto cui vede Aaron, all'improvviso...
date un'occhiata e recensite per favore!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frankie, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This morning
Piccola fic Aaron/Frankie che spero vi piacerà! Recensite per favoree!

Un debole raggio di sole filtrava dalle persiane e illuminava un pezzo di stanza di un colore aranciato. Frankie schiuse gli occhi, sentendo la luce in faccia; era l'alba, le 5 di mattina.
"Già mattina?" mormorò l ragazza, la voce impastata dal sonno. Era distesa su un lato, il piumone bianco tutto ammuchiato sulle ginocchia; fece per richiudere gli occhi e lasciarsi andare ad ancora un'ora e mezza di beato pisolino, ma qualcosa la fermò nel riaggrappare le coperte. "Naah, non ho sonno" pensò.
Frankie si mise a sedere e si guardò intorno: Stacey e Daisy dormivano ancora; sorrise nel sentire la bionda che mormorava nel sonno, come sempre. E come sempre mormorava: "Calvin...". Frankie scosse la testa, pensando "è completamente cotta".
Decise di alzarsi, ormai la stanchezza se n'era andata, cosa stava a fare là seduta? Infilò le pantofole a forma di coniglietto, stando attenta a fare piano... "Al diavolo! Quelle due non le sveglierebbero nemmeno un branco di rinoceronti!" si disse, riacquistando la disinvoltura.
Ciabattò fino in bagno e si lavò il viso e l'acqua fresca la risvegliò ancra di più. Tastò intorno a sé per trovare l'asciugamano, poi si guardò allo specchio: i capelli bruni e lisci erano appena scompigliati, la carnagione olivastra, gli occhi scuri. La Frankie di sempre! Ma qualcosa la trattenne: si guardò e notò che c'era qualcosa di diverso. Cosa? "Boh!" concluse alla fine, finendo di lavarsi.
Era in piedi di fronte al guardaroba da circa un quarto d'ora, e non sapeva cosa mettersi. Meravigliandosi di tutta quella superficialità, la diede vinta al buon senso di ragazza semplice, e non fece troppe storie nel pescare qualcosa a caso. Jeans chiari, maglietta rossa.
Gettò sul letto sfatto i pantaloni del pigiama e si infliò i jeans, poi passò alla t-shirt e a tutto il resto. "Le sei meno venticinque!" pensò sconsolata, facendo una smorfia. "Che scatole, ancora un'oretta buona prima che quelle due si alzino!" così si diede una mossa, e riassettò in silenzio la sua erte di stanza.
Frankie era perfettamente vestita e pettinata, aveva persino messo un filo di matita sugli occhi, tutto pur di fare qualcosa in quella mattina presto. Però era ancora presto.
Diede un'altra panoramica alla camera: il suo letto era in ordine, la tracolla dei libri sulla sedia, il comodino ripulito dal caos. Non rimaneva nient'altro da fare. "Io me ne vado a fare una passeggiata fuori, se resto qua dentro mi viene una crisi!" pensò rassegnata, chiudendosi la porta alle spalle.

Persa fra i suoi pensieri, raggiungeva l'atrio per sgattaiolare in giardino a godersi un po' di tranquillità; aveva portato il quadernetto dove scriveva le sue canzoni, sperando che quella pace infinita di fine giugno le concedesse un po' di ispirazione per finire la canzone che aveva cominciato la mattina precedente, visto che era capitata nella stessa situazione. La scuola le sembrava deserta: proprio non si era accorta di Aaron... e gli andò addosso.
"Cavolo, scusa!" esclamò Frankie, chinandosi a raccogliere il suo notes, ma il ragazzo fu più veloce.
"Tieni" disse il moro
"Uhm, grazie" rispose la ragazza, riprendendosi alla svelta il quadernino. Si scambiarono un'occhiata per un attimo, poi Frankie arrossì e abbassò lo sguardo.
"Che fai in piedi così presto?" le domandò Aaron, rompendo il ghiaccio
"Beh, sono un po' di mattine che mi sveglio all'alba!" ridacchiò la ragazza, di nuovo a suo agio, "e tu?" chiese poi
"Ho sbagliato a regolare la sveglia!" sorrise il ragazzo
stettero là impalati per una manciata di secondi, poi Aaron chiese, spiazzato dall'imbarazzo:
"Che hai in quel notes?" fece, ammiccando alla quantità di foglietti impressionante che debordava dalla copertina
"Uhm, scrivo... canzoni" mormorò la ragazza, sentendosi colpita nel punto debole
"Ehi, ti è scivolato anche questo!" la ammonì Aaron, raccogliendo da terra un pezzo di carta arancione, tutto scarabocchiato
"This morning" lesse il moro, ad alta voce
"Fatti gli affari tuoi!" ridacchiò Frankie, riprendendosi il testo
"Ok, ok! Ti va di fare una passeggiata? Manca un quarto d'ora alle sei!" propose il ragazzo, sorridente. In quel momento Frankie si rese conto che il suo compagno non era affatto male, e si stupì di sé stessa a non averlo mai considerato troppo. Erano due settimane che erano lì agli Avalon, e tutto il tempo si era guardata intorno: aveva notato Felix, Jay, Calvin, Ollie... ma non aveva mai fatto molta attenzione a quel ragazzo dalla pelle chiara e i capelli tanto scuri, dal sorriso buono e dal carattere strano. Pensò che era carino. Così rispose volentieri di sì, meravigliandosi delle coincidenze.

Avevano attraversato una parte di giardino, chiacchierando scambiandosi opinioni, e alla fine erano arrivati in aula di musica, chissà perché.
Aaron si sedette a terra, a gambe incrociate, e prese la chitarra elettrica dal piedistallo. Incuriosita, Frankie si accomodò accanto a lui, e non ci fu bisogno che chiedesse spiegazioni.
"Fa' vedere!" disse il ragazzo, riprendendo il foglietto arancione. Frankie non si oppose, forse perché era l'unico modo di stabilire un contatto che non fossero le solite chiacchiere di cortesia. Ad ogni modo, lasciò che il ragazzo sfilasse la canzone dal notes e aspettò per una considerazione, ma Aaron non la lesse nemmeno e cominciò subito a suonare.
"Ascolta.." disse il moro, guardandola per un nanosecondo negli occhi. Anche Aaron pensò che Frankie fosse carina. Le dive come Natalie non lo attiravano per niente...
Stirmpellò qualche accordo di sol e do, e in un minuto accompagnò le parole alla musica della chitarra senza amplificatore. Non era un suono aggressivo.

"...this morning..?" ripeté Aaron, guardando negli occhi Frankie e interrompendosi con il plettro. La canzone era incompleta, si fermava "I feel I haven't to hurry up; I feel different, this morning.."
"Beh, non è finita... speravo di terminarla stamattina!" ribatté la ragazza
"Capito... beh, ti posso aiutare?"
"Accomodati!"
"Beh, cosa provi, adesso?" chiese serio
Se te lo dicessi poi scapperei per una settimana dalla vergogna!" pensò Frankie.
"Credo... credo di essere cambiata! Anche stamattina, quando mi sono guardata allo specchio, non mi sembravo la solita Frankie! Non so, è una sensazione strana..." rispose la ragazza, improvvisamente sciolta. Non resistette e guardò ancora Aaron negli occhi, e intuì che la stava ascoltando e che in qualche modo la capiva. Il moro i pensò su un attimo, fissando la ragazza di fronte a lui per chiisà quanto. Silenzio. Aaron macchinava qualcosa, si disse Frankie, e presto sarebbe riuscito a finire la canzone. E come se avesse letto nei suoi pensieri, il moro riprese la chitarra e cantò da dove aveva smesso...

"I feel I haven't to hurry up;
I feel different, this morning...
I Believe I am changed, when this morning I woke up"


e Frankie restò a guardare il ragazzo fermo, con il plettro in mano, bloccato su un accordo di sol, che fissava il pavimento. Pensava a qualcosa. Frankie pensò che era un ragazzo strano, che forse lui pensava troppo, che la canzone era finita ed era bella... e pensò che Aaron gli piaceva. Rimasero per l'ennesima volta a guardarsi, persi ciascuno nei propri strani pensieri.
D'un tratto l'orologio digitale al polso della bruna squillò, e li risvegliò dallo scruto reciproco. Sussultarono entrambi al "bi-bip!", e risero imbarazzati.
Aaron aiutò Frankie ad alzarsi e ripose la chitarra.
"Ti piace, la canzone?" chiese il ragazzo
"Sì, a proposito, grazie!" rispose lei, schiaffeggiandosi i jeans, per scuotere la polvere della moquette.
"Felice di esserti d'aiuto!"
Entrambi intuirono che un altro silenzio imbarazzante stava per cadere, così, prontamente, Frankie proruppe:
"Beh, sono le sei e mezza, è meglio che torni in camera prima che qualcuno ci becchi qui!" ... voleva aggiungere anche e che cominci a pensare male!, ma si morse la lingua, ordinandosi di non esagerare.
"Certo, torno anch'io di là" confermò piano lui.
Non aspettarono troppo ad andarsene, e Frankie prese il corridoio di sinistra mentre Aaron partì a destra. All'unisono, involontariamente, entrambi esclamarono sottovoce: "che razza di mattina...!"
entrambi fecero per voltarsi, ma compreso che sarebbe ricaduto l'ennesimo silenzio pieno di sguardi, finsero di non aver sentito, e proseguirono, mentre tutta la scuola si risvegliava per una nuova mattinata.

  
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