Originale: fantasy o sci-fi
Coppia: possibilmente slash o femslash altrimenti nessuna coppia
Avvertimenti: angst
Rating: a piacere.
Prompt: "È la mia vita, posso sprecarla come mi pare."
My life
Quanti anni
erano passati? Dieci?
Dodici? Lemuel non lo sapeva più. Ogni parola che Adeline pronunciava
si
sentiva più distante da lei. Era venuta a chiedergli aiuto, così aveva
detto.
Rick, il terzo del loro gruppo di amici dei tempi della scuola, era
sparito e a
quanto diceva Adeline c’era un assoluto bisogno di Lemuel per
ritrovarlo.
«Non verrò» disse Lem con semplicità, dopo che Adeline ebbe concluso il proprio discorso.
«Perché no?»
«Perché mi sono allontanato dal mondo degli addestratori di draghi una dozzina di anni fa e non ho intenzione di ritornare come il figliol prodigo solo perché tu sei piombata qui a dirmi che avevi bisogno di me»
«Hai di meglio da fare?» chiese lei, scettica.
«Ho una vita e un lavoro normali. Esistono, lo sai?»
«E dimmi, sei contento? Ti senti soddisfatto ogni singolo giorno che la sveglia suona per annunciarti che se non ti alzi farai tardi in officina?» Lemuel fece per risponderle, ma lei non lo lasciò parlare «Tu non sei un meccanico, Lem, non lo sei mai stato. Questa vita è un ripiego, un modo per evitare di ammettere con te stesso che in realtà tu appartieni al nostro mondo»
«Appartengo?» ripeté Lemuel.
«Sì, appartieni, sei un domatore di draghi. Niente di ciò che farai potrà mai cambiare questa situazione, non importa quante auto riparerai, non importa quante volte girerai la testa dall’altra parte vedendo un drago che si libra in aria. Non potrai cambiare ciò che sei. Questo non è vivere, è rinnegare te stesso, è starsene nascosto sperando che la vita ti passi accanto senza notarti»
«Sai che ti dico?» Lemuel era veramente infuriato «Non riesco proprio a capire che cosa ti abbia spinta a venire fino a qui a dirmi cosa devo fare della mia vita. Sapevi che ti avrei detto di no, eppure eccoti qui. È la mia vita, posso sprecarla come mi pare»
«Hai proprio ragione» Adeline si alzò e fece qualche passo in direzione della porta «Scusa se ti ho interrotto mentre sprecavi la tua vita in modo stupido e inutile. Scusa se ho cercato di darle una nuova direzione. Scusa se ho pensato che ancora potesse importarti di me o di lui. Addio»
Senza lasciare neanche un attimo a Lemuel per risponderle, Adeline se ne andò sbattendo la porta. Dalla finestra, l’uomo la vide salire in groppa al proprio drago e volare via sollevando una nuvola di polvere. Per un momento pensò di fermarla e di dirle che aveva cambiato idea, ma poi si trattenne. Non voleva davvero avere più nulla a che fare con quel mondo che lo aveva trattato così.
Note: I due personaggi della storia (e la situazione stessa) fanno parte di questa long originale sui draghiche sto scrivendo. Come tutte le altre storie che pubblicherò in questa raccolta, si tratta di estratti ed episodi, molto spesso ispirati da prompt trovati su Internet. Spero di riuscire a rendere il tutto comprensibile anche a chi non ha ben presente che cosa abbiano vissuto i personaggi e quale storia si stia sviluppando. In caso non ci riesca, vi pregherei di farmelo sapere perché vorrei sistemare questo genere di problemi il prima possibile. Grazie mille.
«Non verrò» disse Lem con semplicità, dopo che Adeline ebbe concluso il proprio discorso.
«Perché no?»
«Perché mi sono allontanato dal mondo degli addestratori di draghi una dozzina di anni fa e non ho intenzione di ritornare come il figliol prodigo solo perché tu sei piombata qui a dirmi che avevi bisogno di me»
«Hai di meglio da fare?» chiese lei, scettica.
«Ho una vita e un lavoro normali. Esistono, lo sai?»
«E dimmi, sei contento? Ti senti soddisfatto ogni singolo giorno che la sveglia suona per annunciarti che se non ti alzi farai tardi in officina?» Lemuel fece per risponderle, ma lei non lo lasciò parlare «Tu non sei un meccanico, Lem, non lo sei mai stato. Questa vita è un ripiego, un modo per evitare di ammettere con te stesso che in realtà tu appartieni al nostro mondo»
«Appartengo?» ripeté Lemuel.
«Sì, appartieni, sei un domatore di draghi. Niente di ciò che farai potrà mai cambiare questa situazione, non importa quante auto riparerai, non importa quante volte girerai la testa dall’altra parte vedendo un drago che si libra in aria. Non potrai cambiare ciò che sei. Questo non è vivere, è rinnegare te stesso, è starsene nascosto sperando che la vita ti passi accanto senza notarti»
«Sai che ti dico?» Lemuel era veramente infuriato «Non riesco proprio a capire che cosa ti abbia spinta a venire fino a qui a dirmi cosa devo fare della mia vita. Sapevi che ti avrei detto di no, eppure eccoti qui. È la mia vita, posso sprecarla come mi pare»
«Hai proprio ragione» Adeline si alzò e fece qualche passo in direzione della porta «Scusa se ti ho interrotto mentre sprecavi la tua vita in modo stupido e inutile. Scusa se ho cercato di darle una nuova direzione. Scusa se ho pensato che ancora potesse importarti di me o di lui. Addio»
Senza lasciare neanche un attimo a Lemuel per risponderle, Adeline se ne andò sbattendo la porta. Dalla finestra, l’uomo la vide salire in groppa al proprio drago e volare via sollevando una nuvola di polvere. Per un momento pensò di fermarla e di dirle che aveva cambiato idea, ma poi si trattenne. Non voleva davvero avere più nulla a che fare con quel mondo che lo aveva trattato così.
Note: I due personaggi della storia (e la situazione stessa) fanno parte di questa long originale sui draghiche sto scrivendo. Come tutte le altre storie che pubblicherò in questa raccolta, si tratta di estratti ed episodi, molto spesso ispirati da prompt trovati su Internet. Spero di riuscire a rendere il tutto comprensibile anche a chi non ha ben presente che cosa abbiano vissuto i personaggi e quale storia si stia sviluppando. In caso non ci riesca, vi pregherei di farmelo sapere perché vorrei sistemare questo genere di problemi il prima possibile. Grazie mille.