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Autore: Eilan21    12/09/2016    9 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Ma allora.. tu chi sei?”

La domanda di Arianrhod giunse tanto inaspettata che Gareth ebbe un sussulto. Ma avrebbe dovuto aspettarselo, lei non era affatto una sciocca.

Sono un membro della Guardia Bianca, l'ordine di cavalieri creati dalla stirpe degli Yngling, fedeli ai sovrani nella vita come nella morte. Il nostro compito è servire e proteggere la stirpe reale, in ogni modo ci sia concesso e finché le forze non ci vengano meno.”

Proteggete... me?” chiese Arianrhod scettica. Le sembrava ancora strano che un intero ordine fosse votato a lei, anima e corpo.

Soprattutto te. Devi capire che hai un valore inestimabile per il tuo paese e per il tuo popolo.”

Mi fai sentire alla stregua di una gemma... o di un qualche altro oggetto...” borbottò la ragazza, il tono velato da una punta di contrarietà.

Scusami, non so come meglio esprimere ciò che significhi per la Svezia, non sono mai stato un granché con le parole” sorrise Gareth. “Ma c'è un fondo di verità in quello che dici. Un sovrano è prima di tutto un simbolo per il suo popolo, una figura capace di unirlo sotto un'unica bandiera e guidarlo verso un obiettivo comune.”

Arianrhod batté le palpebre, perplessa. Le era difficile comprendere il concetto di un intero popolo che ubbidiva ad un unico sovrano indiscusso. La Britannia era divisa in tribù, ognuna con un proprio principe, o re. Li governava un Grande Re, una sorta di comandante in capo, soprattutto in tempi di guerra, ma ogni tribù rimaneva autonoma e custodiva gelosamente la propria indipendenza. Ed anche l'elezione del Grande Re era un costume recente: prima dell'attuale grande re, Ambrosio Aureliano, ce n'era stato solo un altro.

Dunque sei svedese?” chiese infine a Gareth, senza essere riuscita a ricavare molto da quella riflessione.

Lo sono per metà. Mia madre era britanna, e io sono nato e cresciuto a Leguvalium, su al nord. Mio padre era svedese ed era anch'egli un membro della Guardia Bianca. È per questo che io lo sono diventato.”

E perché hanno mandato proprio te a salvarmi? Dov'è il resto di questa Guardia Bianca?”

Quando ci è giunta notizia che stavi per subire un attacco era troppo tardi per mobilitare l'intero ordine. Io sono quello che è riuscito ad arrivare più in fretta... o dovrei dire appena in tempo. Il resto della Guardia Bianca è già in viaggio per raggiungerci, insieme ai nostri comandanti.”

Ma chi è che vi comanda? Chi è il vostro capo supremo?”

Il capo supremo, se così si può chiamare, è il Duca Fjölnir di Silverdalen, uno dei nobili più potenti in Svezia e grande amico del defunto re... cioè, di tuo padre” si corresse con un cenno del capo.

Cos'è successo dopo che la Guardia Bianca mi portò via dalla Svezia?”

Dopo che sei scomparsa il Trono del Drago è stato usurpato da tuo zio, il Principe Erik, il quale era manovrato dal Duca Aun di Skillingaryd, un altro dei nobili più potenti del regno. Infatti, appena un anno più tardi, il Duca ha fatto assassinare tuo zio e si è installato sul trono. Otto anni fa Aun venne sconfitto in battaglia e da allora sul trono di Svezia si sono succeduti altri due usurpatori, prima il Nobile Halfdan e poi il Duca Ale di Vingåker, che attualmente governa. Come avrai intuito, questi quattordici anni sono stati un periodo buio per la Svezia, governata da tiranni usurpatori, lacerata dalle lotte intestine e dalla guerra che le famiglie più potenti del paese stanno portando avanti per ottenere il trono.

In tutti questi anni il tuo popolo ha atteso il tuo ritorno; ha atteso perché la legittima Regina di Svezia sieda nuovamente sul Trono del Drago e ponga fine alle lotte e ai disordini. Anche se alcune potenti famiglie hanno voluto questa era del caos tradendo la Casa Reale, il popolo è sempre stato estremamente fedele agli Yngling, la Stirpe del Drago.”

E’ stato questo Duca Ale a ordinare a quei sicari di uccidermi…” mormorò Arianrhod. “E' stato lui che ha assassinato la mia famiglia.” Senza rendersene conto strinse il tessuto del suo abito nel pugno, fino a farsi sbiancare le nocche.

Lo ucciderò” annunciò calma, il volto impassibile. “Giuro davanti agli dei che pagherà con il suo sangue per aver versato senza pietà quello di mia madre, mio padre e mio fratello.”

Gareth allungò la mano e la posò su quella ancora stretta a pugno di Arianrhod. Con dolcezza le sciolse le dita da quella stretta ferrea.

La vendetta ti aiuterà a dare pace al tuo cuore, questo è certo, ma non è tutto. Tu sei nata per uno scopo molto più alto di questo.”

Arianrhod deglutì, ricacciando indietro un fastidioso nodo che le si era fermato in gola.

Come... come sono arrivata dai miei genitori adottivi?” chiese con un filo di voce.

Ai tuoi genitori adottivi fu spiegata ogni cosa: chi eri, come avrebbero dovuto comportarsi con te. Per fare questo hanno ricevuto dalla Guardia Bianca una notevole somma di denaro, con la quale credo che abbiano comprato quella bella fattoria.”

I miei genitori lo hanno fatto solo per il denaro?” chiese Arianrhod.

Forse all'inizio fu un fattore decisivo nel guadagnare il loro consenso, ma puoi credermi quando ti dico che ti hanno amata come se fossi stata davvero loro figlia. Ma credo che tu questo lo sappia già”, rispose Gareth.

Arianrhod annuì. “Sono stati i migliori genitori che potessi avere.”

Se hanno accettato il denaro è solo perché sapevano il rischio che correvano nel prenderti con loro.”

E' anche colpa mia se sono morti, pensò la ragazza con lucidità. Se non fossi mai entrata nella loro vita a quest'ora sarebbero ancora vivi. Dovunque mi trovi porto la morte: prima i miei veri genitori, poi i miei fratelli e infine anche la mia famiglia adottiva. Sono maledetta.

Era un pensiero malsano, ma Arianrhod non riusciva a scacciarlo, per quanto ne fosse consapevole e per quanto tentasse.

Non angustiarti, mia regina” disse Gareth come se potesse leggerle nel pensiero. “Non è stata colpa tua. Nulla che sia successo fin'ora lo è stato. Forse quando sarai di nuovo sul trono e dovrai prendere decisioni difficili, magari anche apparentemente ingiuste, potrai sentirti, a buon diritto, in colpa. Ma non ora.”

Tra di loro cadde improvvisamente il silenzio. Arianrhod se ne stava a testa china, l'espressione indecifrabile. Per quanto tentasse Gareth non riusciva più a capire cosa stesse pensando. Infine decise di rompere quell'inquietante silenzio.

Tutti i predecessori di Ale hanno tentato di trovarti, ma per quattordici anni hanno fallito nel loro intento. La Guardia Bianca ti ha protetto bene; anche se eri affidata ai tuoi genitori, noi non ti abbiamo mai perso di vista.”

Allora come mai hanno massacrato la mia famiglia?”, chiese la giovane regina con voce tagliente.

Stava cercando qualcuno da incolpare, Gareth lo capiva. E non aveva nemmeno tutti i torti. Quei sicari erano passati sotto il loro naso come volpi astute, e solo per un soffio non erano riusciti nel loro intento.

L'unico modo in cui Ale poteva sapere dove ti trovavi” rispose conciliante, ”è che qualcuno vicino a te abbia scoperto chi eri veramente e ti abbia venduta all'usurpatore.”

Arianrhod fece un gesto con la mano come a escludere tassativamente quell'ipotesi. “No, questo non può essere. Conosco la gente del mio villaggio da sempre, e mi fido di loro ad occhi chiusi.”

Gareth preferì non insistere. Sapeva che lei sarebbe comunque rimasta della sua idea, testarda com'era.

In ogni caso ucciderti per il Duca Ale è l’unico modo per legittimare la sua posizione. Finché tu sarai in vita lui rimarrà sempre un usurpatore e il popolo non l’accetterà mai.”

Arianrhod sentì un brivido percorrerle la schiena, e Gareth se ne accorse.

Non avere paura, farò tutto ciò che è in mio potere per proteggerti. E il luogo in cui ti sto portando è il più sicuro di tutta la Britannia.”

Dove siamo diretti?”

Conosci l'Isola Sacra di Avalon?”

Certamente. Qualche anno fa una ragazza che conoscevo ha scelto di prendere i voti come sacerdotessa. Ma molti si sono convertiti alla nuova religione e sempre meno famiglie accettano di mandare le loro figlie ad Avalon.”

Quello che dici è vero, i cristiani stanno divenendo sempre più numerosi. Ma l'isola è nascosta tra le nebbie, è separata da questo mondo dalla magia delle sacerdotesse, e nessuno può trovarla senza che loro lo vogliano. Non c'è posto in cui potresti essere più al sicuro.”

Ho sentito tante storie su Avalon, mio padre me ne parlava spesso. E ammetto di aver pensato anch'io alla vita sacerdotale, anche perché i miei genitori non sembravano considerare per me la via del matrimonio. Ho sempre sognato di vedere l'Isola Sacra...”

E' una fortuna allora, perché è lì che andremo e da nessun'altra parte” esclamò Gareth, battendosi la mano sulla coscia con uno schiocco sonoro.

Perché ora non dormi un po’? Dovremo ripartire alle prime luci dell'alba. Farò io il primo turno di guardia.”

Arianrhod annuì distrattamente e, senza dire una parola, si sdraiò su un fianco.

Gareth rimase a guardare la sua giovane regina dormire, fino a che il fuoco non si consumò del tutto e, con un ultimo guizzo, si spense.


Quando si svegliò Arianrhod ebbe l'impressione di essersi coricata appena qualche minuto prima. Non era abituata a dormire all'addiaccio e i suoi muscoli erano dolorosamente contratti. Inoltre sogni tormentati ancora agitavano il suo riposo, e il doversi svegliare per permettere a Gareth di riposare a sua volta non l'aveva aiutata.

Si stiracchiò con uno sbadiglio e quasi sobbalzò quando si accorse di avere un pugnale all'altezza dello sguardo. Gareth si era avvicinato silenziosamente e le stava porgendo un pugnale dalla parte del manico. Arianrhod lo prese, incerta.

So che avresti bisogno di una spada, ma per ora non ho niente di meglio da offrirti. Vista la tua abilità con le lame potrebbe tornarti utile. E mi raccomando, se se ne presentasse l'occasione, usalo senza indugi.”

Arianrhod gli sorrise, grata, infilandosi il pugnale alla cintura.

Dovremo procurarci anche un altro cavallo, o il mio da solo non riuscirà a portarci fino ad Avalon. Stramazzerà a terra morto prima, e siccome a lui ci tengo ci fermeremo al prossimo villaggio che incontriamo per comprarne uno.”

Sono la prima a esserne felice, Gareth” rispose lei con un sorrisetto canzonatorio, accettando la mano che lui le porgeva per alzarsi. “Dal momento che procederei molto più veloce se fossi io a guidare il cavallo.”

Non ne dubito” ribatté lui divertito.


Non passò molto tempo prima che si imbattessero in un villaggio e ancor meno ci impiegò Gareth a consegnarle un nuovo cavallo, dal lucido mantello nero e dai muscoli guizzanti.

Tieni” le disse porgendole le briglie. “E ora vediamo se riesci a provare quello che affermi tanto spavaldamente.”

In che senso?” chiese Arianrhod alzando un sopracciglio interrogativamente.

Non hai detto che sei capace di battermi in velocità? Andiamo, allora!” esclamò saltando in groppa al proprio cavallo e spronandolo al trotto, non tanto veloce però che Arianrhod non potesse avere il tempo di raggiungerlo.

Lei rimase sbalordita per qualche secondo, poi con una risata montò il suo cavallo e prese a rincorrere il cavaliere al galoppo giù per la collina.

Per la prima volta da quando tutto era successo, si sentiva spensierata e allegra. Era meraviglioso sentire il vento sferzarle il volto e gonfiarle l'abito. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, nella frenesia della galoppata a briglia sciolta, Gareth e Arianrhod sorridevano, come se non fosse esistito nient'altro al mondo che quel momento.

Avevano già coperto una considerevole distanza in direzione della loro meta, quando, esausti, frenarono i cavalli, procedendo al passo.

Non mentivi, dunque” commentò Gareth. “Sei un'abile cavallerizza.”

Arianrhod alzò le spalle gratificandolo con un sorriso sincero. “Non direi. Sei tu il cavaliere... io sono solo la figlia di un fabbro che tu tenti di far passare per regina.”


Trascorse un altro giorno di viaggio in quel modo. I due si fermavano soltanto il tempo necessario per far riposare i cavalli o mangiare qualcosa velocemente. La sera del terzo giorno si allontanarono dalla strada costeggiata da muretti di pietra e si inoltrarono nel bosco. Arianrhod era grata che avrebbero potuto accendere un fuoco, perché sentiva disperatamente il bisogno di un pasto caldo. Mangiare more e carne secca per due giorni poteva rivelarsi avvilente.

Furono tanto fortunati da non dover nemmeno preparare il posto per il falò, cosa che avrebbe portato loro via una buona parte del tempo. Al centro della radura c'era un vecchio falò abbandonato, composto di grosse pietre disposte in circolo, completamente ricoperte di edera rampicante e altre erbacce. Gareth si dedicò a ripulire il falò e raccogliere legna, mentre Arianrhod andò in cerca di radici, erbe, bacche e qualsiasi altra cosa commestibile con cui fare una zuppa. Poco lontano dal loro accampamento notò un cespuglio carico di lamponi grossi e succosi. Ne raccolse diversi, ma quelli migliori erano in alto, fuori della sua portata. Si fermò a riflettere con le mani sui fianchi, inclinando leggermente il capo: accanto al cespuglio cresceva un grosso albero, dal quale un solido ramo si protendeva proprio all'altezza dei lamponi che interessavano a lei. La ragazza raccolse le gonne e, agile come un gatto, si arrampicò sull'albero e aiutandosi con mani e ginocchia, percorse il grosso ramo fin quasi al suo estremo. Poi si sedette per avere le mani libere e cominciò a raccogliere i lamponi che stipava nella gonna, raccolta come fosse un canestro.

Mentre era intenta in questa attività, soddisfatta di se stessa per aver ovviato a quell'ostacolo, udì un rumore di passi poco distante da lei. Immediatamente vigile, si accovacciò sul ramo, aggrappandosi al tronco dell'albero per sporgersi e vedere meglio. Dopo pochi istanti sotto di lei passò un uomo. Da dove si trovava non riusciva a vederlo in faccia o notarne gli abiti. Capiva solo che si trattava di un uomo con i capelli biondi. Che fosse uno dei sicari che la cercava? Arianrhod deglutì. Non poteva chiamare Gareth ad aiutarla o quell'uomo si sarebbe accorto di lei. Se non altro stavolta non era impreparata, e poteva sfruttare l'effetto sorpresa. Sfilò silenziosamente il pugnale dalla cintura e, svelta come un fulmine, saltò a terra, proprio alle spalle dell'uomo. Fu questione di un attimo e lui non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa fosse piovuto dal cielo. Arianrhod lo afferrò per la tunica e gli puntò il pugnale alla gola, così forte da procurargli un graffio da cui stillò una goccia di sangue.

Dimmi chi sei e cosa ci fai qui!” sibilò infuriata, “o non vivrai un attimo di più!”

Prima che l'uomo, che aveva alzato le mani in segno di pace - forse perché aveva riconosciuto una voce femminile - potesse parlare, arrivò di corsa Gareth trafelato.

Arianrhod lascialo! È un amico.”

Arianrhod spalancò la bocca dallo stupore, ma lasciò andare l'uomo, che si affrettò a voltarsi per trovarsela di fronte. Ora che lo vedeva bene, la ragazza si accorse che sopra la cotta di maglia indossava la veste con lo stemma degli Yngling, il drago coronato.

Questa è la nostra regina?” disse l'uomo ansante. “Allora possiamo ben sperare.”

Arianrhod, ti presento Ősten, un altro cavaliere della Guardia Bianca.”

Arianrhod chinò il capo. “Mi dispiace avervi minacciato” disse con cautela, spostando lo sguardo da un uomo all'altro.

Ősten s'inginocchiò. “Mia regina...” mormorò.

Tra lo stupito e il divertito Arianrhod, tutt'altro che abituata a simili formalità, gli chiese di rialzarsi.

Finalmente qualcun altro ce l'ha fatta a raggiungerci” commentò Gareth seccato.

Non prendertela con me. Quando sono arrivato alla fattoria eravate già partiti da un pezzo e ho viaggiato più veloce che ho potuto. Vi stanno seguendo. Dovete raggiungere Avalon il prima possibile, o la regina sarà in pericolo.”

Altri sicari?”

Sì, almeno tre. Ho fatto l'impossibile per seminarli ma non ci sono riuscito.”

Sicari?” s'intromise Arianrhod con una strana luce negli occhi. “Lasciateli a me, ci penserò io.”

No!” la interruppe secco Gareth. “E' troppo pericoloso.”

Ma..”

Ti prometto che vendicherai la tua famiglia, ma non ora e non con dei semplici sicari.”

Gareth le rivolse uno sguardo quasi supplichevole, memore di quanto lei poteva essere avventata e testarda. La tensione tra di loro si tagliava con il coltello. Arianrhod teneva ancora l'arma sguainata in mano. Poi rilassò le spalle. “D'accordo, hai ragione” disse con gran sollievo dei due cavalieri.

Allora dobbiamo raggiungere Avalon entro domani. Se ci fermiamo ora faremo solo un favore a quegli assassini. Quanto vantaggio abbiamo su di loro Ősten?”

Direi non più di una lega.”

Ripartiamo subito. Tu vieni con noi?”

Ősten scosse il capo. “Ora che so la vostra posizione devo avvertire il Duca e gli altri perché vi raggiungano il prima possibile. E cercherò di rallentare i sicari.”

Grazie” disse Arianrhod in un soffio. Ancora trovava incredibile che tutti quegli uomini si dessero tanta pena per lei.

Lei e Gareth ripresero i cavalli e continuarono il loro viaggio verso sud, salutando Ősten che prese la direzione opposta.

Mentre cavalcavano nel sole morente, stranamente Arianrhod pensò con rimpianto al pasto caldo che neppure quella sera avrebbero consumato.




Angolo Autrice: Eccomi qui con il nuovo capitolo e scusate il ritardo! Comunque ora che le ferie sono definitivamente e irrimediabilmente (sigh!) finite non dovrei avere più problemi ad aggiornare puntuale^^. Spero che questo capitolo vi piaccia. Grazie come al solito a chi recensisce/segue/legge.

Alla prossima,

Eilan

   
 
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