[danse macabre]
i
come with knives—and agony—to love you
-
M |
orire.
Verbo intransitivo, terza
coniugazione. L’atto del cessare di vivere,
perdere la vita, spirare.
Ryūnosuke ne è sempre
stato affascinato, sin da bambino; colmarsi gli occhi
con la brillantezza del momento in cui una persona si consuma,
assaporare l’estasi
di epinefrine che danzano nei suoi nervi mentre la spasmodica sinfonia
di urla
e sofferenza riempie le sue orecchie.
Perché Ryūnosuke è—morte,
veleno, coltello.
È il terrore primordiale negli occhi delle sue vittime, l’abilità e la
maestria
dei suoi movimenti, la grazia con cui fa sbocciare fiumi di vermiglio,
la
curiosità di comprendere a fondo l’animo umano.
È bellissimo
ed eccitante e cool allo stesso
tempo, come le sue mani possano lavorare sul
sangue, sagomare le ossa, levigare la pelle, trasformando tutto ciò che
è
corrotto e putrido dalle persone in una gloriosa opera d’arte.
Ryūnosuke è un artigiano
della morte e il suo tocco plasma, i suoi occhi
cercano l’apoteosi della perfezione, la linea sottile dove vita e morte
collimano
per creare un lavoro di assoluta compiutezza.
Le sue dita scorrono
sulla parete, dalle mani scaturiscono linee tortuose e raffinate che si
intersecano l’una nell’altra, creando una vasta morfologia artistica,
un angoscioso
disegno dei più magnifici. I suoi cadaveri sono incantevoli, abbigliati
nei
vestiti purpurei che lui, con tanto amore e dedizione, ha intessuto per
loro.
Le spirali si
incrociano in un incantevole capolavoro, e Ryūnosuke sente l’orgoglio
gonfiarsi
nel petto alla vista di quella blasfema estetica della violenza, a
quegli occhi
così vivaci, colmi di attaccamento
alla vita che perdono vitalità, mentre la loro vita viene spremuta via
da loro.
E, così come sono iniziate, le urla si placano, sfumando in
quell’innaturale
silenzio gravido di attesa.
Anche per oggi la sua
curiosità è stata saziata;
-
e se Dio è
l’architetto della sofferenza—
Ryūnosuke
è
il suo miglior allievo.