Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    13/09/2016    1 recensioni
Sequel de "Il principe illegittimo e altre storie", ambientato cinque anni dopo la fine. Helge, Aurora ed Emma sono oramai cresciuti, mentre Jack, Elsa, Anna e Kristoff vivono felicemente le rispettive vite coniugali. La trama si baserà principalmente su una cosa in particolare: gli amori impossibili. Un amore impossibile per Helge e Aurora, ed un amore impossibile per Emma, che si ritroverà ad amare qualcuno di impensabile, con il rischio di scoprire il segreto che giace, a sua insaputa, dentro di lei.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Capitoli:
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I terrori notturni, gli incubi, in genere colpiscono i bambini, per poi scomparire con la crescita.
Di solito, perché in realtà Emma era stata un'eccezione. I suoi sogni, erano costituiti  per lo più da spiacevoli incubi che la facevano svegliare nel cuore della notte. La cosa più strana non era questa però. La cosa più strana, la cosa più inquietante, era che Emma non provava affatto paura. Sembrava avere un buon rapporto con gli incubi. Quando la notte si svegliava aveva l'impressione che qualcuno la stesse osservando. La sua curiosità però avrebbe battuto mille paure umane. Alle volte si metteva seduta sul proprio letto, aspettando che quel qualcuno venisse fuori. Ma ciò non accadeva mai, e così poi, delusa, se ne tornava a  dormire. Non sognava morte o cose del genere, piuttosto buio, tanto buio, buio che divorava la luce, l'abbracciava. E poi c'era una farse che aveva per la mente sin da quando riusciva a ricordare, soltanto non sapeva chi glie l'avesse insegnata. Suonava un poi come una macabra poesia.
"La luce è un attimo, l'oscurità è per sempre. Perché attaccarsi alla luce per un solo istante, quando puoi eternamente abbracciare l'oscurità?"
Le capitava spesso di canticchiarla e ciò faceva inquietare non poco i suoi genitori. Nonostante la magia nera della figlia fosse incatenata, ella aveva mostrato, con il passare degli anni, certe sfumature del suo comportamento, opposte alla sua vera persona. Elsa e Jack pensarono che ciò fosse dovuto alla sua indole di magia oscura, non doveva dimenticarsi che inizialmente, Emma avrebbe dovuto essere cattiva. Ma loro erano stati in grado di deviare la cosa, sperando che l'oscurità rimanesse silenziosamente lì dov'era nascosta. Quella notte però ad Emma accadde qualcosa di diverso. Niente incubi, più che altro un sonno senza sogni. Si risvegliò nel cuore della notte, verso le due o tre. Tuttavia il suo corpo non reagì. La sua mente era vigile,  ma il suo corpo pareva non reagire. Le palpebre infatti erano ancora chiuse, come se stesse dormendo. Avrebbe voluto muoversi, parlare, ma in verità non riusciva nè a fare l'uno nell'altro. Ed inoltre poteva udire quanto il suo respiro fosse flebile. Era come paralizzata, come se qualcuno la stesse bloccando. Se avesse dovuto trovare un paragone, avrebbe sicuramente detto che quella sensazione era simile ad un abbraccio soffocante, che le gravava sul cuore. E poi udì dei sussurri nel buio, proprio vicino al suo orecchio. A quel punto fu per lei naturale tentare di muoversi. Mosse un braccio, con violenza, e a quel suo gesto l'intero corpo sussultò, svegliandosi finalmente del tutto. Con il cuore che batteva a mille, Emma si guardò intorno: non vi era nessuno, come sempre. Eppure era strano, era la prima volta che le accadeva una cosa del genere. Ciò non l'aveva impaurita, l'aveva soltanto un po' scossa. Dopo quell'evento si rigirò da un lato, ma non riuscì a riprendere sonno.
Si svegliò qualche ora dopo che era già l'alba. Era stanca, ma anche volendo non sarebbe riuscita a chiudere occhio. Aspettò che si facesse l'orario per andare a fare colazione. Quando ciò avvenne, indossò un abito blu e uscì dalla sua camera. Ovviamente, tutti i suoi familiari notarono la sua strana espressione.
"Mia cara Emma - le disse Elsa - cosa ti è successo? Non hai una bella cera"
"Ho dormito poco - sospirò sedendosi - ho avuto di che pensare"
"E quali pensieri ti turbano?"
La principessa si portò la testa fra le mani, con fare pensieroso.
"Stanotte mi è capitato di avere una paralisi. Ero sveglia, ma non riuscivo a muovermi né a parlare. Era come se qualcuno..."
"Ti stesse soffocando con un abbraccio?" - domandò immediatamente Jack, che aveva teso l'orecchio per ascoltare le parole della figlia.
"Sì, è esatto! - esclamò - ho sentito un grande peso su di me. Poi però, quando mi sono svegliata, è sparito tutto. Dici che mi ricapiterà ancora?"
"Sono sicuro che non accadrà - rispose prontamente il padre - e se dovesse capitarti, ignora questa sensazione. A certe cose non bisogna dare retta"
"Oh - rispose l'altra - d'accordo allora, farò come mi hai detto"
Emma non ci aveva fatto caso, ma Elsa sì. Il tono e l'espressione del marito nascondevano qualcosa, molto probabilmente preoccupazione.
Quando la principessa finì di fare colazione, si precipitò immediatamente verso le colline, era intenzionata a passare l'intera giornata fuori. Corse così tanto che, quando arrivò, i polmoni avevano preso a bruciarle. Riconobbe quasi subito il sentiero che dal bosco portava dritto alla grotta. Senza alcuna esitazione vi entrò. Dentro era tutto terribilmente umido, silenzioso, fatta eccezione per il rumore delle gocce che cadevano sul suolo roccioso. Si guardò intorno.
"Pitch Black? - domandò - sei qui?"
Dopo qualche attimo di silenziò, avvertì una presenza alle sue spalle.
"Non posso crederci, sei tornata veramente" - rispose lui.
"Certo che sono tornata! - esclamò sorridendo - io mantengo sempre le promesse! E poi anche tu sei venuto"
"Giusto" - rispose scostando lo sguardo. Pitch era sicuro di non aver mai incontrato una ragazzina più scostante di così. Al contrario della maggior parte degli esseri umani, Emma non aveva affatto paura di lui, anzi, lo trattava come avrebbe trattato chiunque. Ma ciò non lo meravigliava affatto. Nonostante i suoi modi di fare inquietanti e indisponenti, la principessa prese a parlare per dei minuti interminabili. Mentre faceva ciò, si lasciava andare al suo potere, sollevando la neve e giocandoci. Pitch aveva fatto caso a ciò, per questo, quando ebbe l'occasione, cominciò a fare domande.
"Vedo che sei dotata di un potere straordinario" -  le disse.
"Oh sì, in famiglia lo siamo tutti. E tu? Tu hai qualche potere particolare?"
Pitch non rispose, si limitò solo a compiere un gesto con la mano, da cui ne fuoruscì una rosa intrisa di oscurità. O magari era l'oscurità stessa che aveva assunto quella forma. Emma rimase a bocca spalancata.
"Wow - sussurrò - che tipo di magia è?"
"Magia oscura - rispose - sai, non è ben vista dal resto del mondo"
"Ma perché no? Dopotutto non stai facendo nulla di male - rispose fissando la rosa - chi l'ha deciso che l'oscurità è malvagia?"
"Ribadisco ciò che ho già detto, parli troppo per essere un ragazzina" - rispose l'altro seccato. La principessa però non lo stava neanche a sentire. Parlando di oscurità, le era venuto in mente ciò che le era successo la notte precedente. Non seppe perché, ma ebbe la sensazione che probabilmente Pitch l'avrebbe capita.
"Ti è mai capitato di... rimanere paralizzato?" - domandò.
"Beh, questa è davvero una domanda curiosa"
"Intendo la notte. Mi è successo di recente. Io volevo svegliarmi, volevo reagire, ma era come se qualcuno... mi stesse tenendo stretta a sé e non volesse lasciarmi"
Soltanto dopo Emma si rese conto di come l'altro le si fosse avvicinato.
"E ciò ti ha spaventata?"
La principessa rimane con il fiato sospeso per qualche attimo.
"No - sussurrò - ed è proprio questo il punto. Quella sensazione mi piaceva, ma normalmente non dovrebbe terrorizzarmi?"
"Credimi, per te è normale che sia così" - rispsoe. Poi ,prima che la ragazza potesse dire altro, le porse la rosa che aveva poco prima creato. Con gli occhi che brillavano e le guance leggermente arrossate, afferrò la rosa, guardando negli occhi quel misterioso individuo che aveva un certo fascino in grado di catturarla. Emma era giovane ed era una sognatrice, e da brava divoratrice di libri di favole e storie d'amore, interpretò quel gesto come qualcosa di romantico. Doveva essere per forza così, poiché il suo cuore aveva preso a battere un po' più forte.

Intanto, poco distante dalla grotta, il principe Helge si trovava a caccia, in sella al suo cavallo, mentre reggeva un fucile tra le mani. Lo aveva ribadito continuamente, odiava andare a caccia e odiava uccidere gli animali, ma in quanto principe, c'erano delle cose che andavano fatte! Non era però molto portato, infatti non aveva ancora catturato nulla. In genere non si spingeva mai sulle colline, certo che non vi fosse nulla di interessante, ma quella volta i suoi amici avevano deciso di avventurarsi. Helge precedeva gli altri, per questo si era un po' distanziato. Dopo aver attraversato il bosco, il principe arrivò nei pressi di una grotta. Si sorprese parecchio quando udì i segugi iniziare ad abbaiare senza un apparente motivo, proprio in direzione della grotta. Decise quindi di scendere da cavallo, armato, e di andare a costatare di persone cosa ci fosse che non andava.

"Ti ringrazio - sussurrò Emma - la custodirò"
"Quel tipo di rosa non muore mai - le disse poi Pitch  - è come l'oscurità, esisterà sempre"
Un'altra frase parecchio lugubre che rappresentava però per la principessa, il massimo del romanticismo. A distrarla dai suoi pensieri fu solo l'abbaiare dei cani.
"Accidenti! - esclamò - questi devono essere i cani di mio fratello! Se mi vede con te si farà strane idee. Mi dispiace Pitch, ma devo andare prima di quanto pensassi. Sai, penso che qualche volta dovresti venire a trovarmi. Sarei felice di ciò". Gli donò un sorriso, dopodiché, senza aspettare una sua risposta, uscì dalla grotta. Pitch rimase a guardarla, con un ghigno stampato sul viso.
"Oh, so bene che ti fa piacere, me l'hai già dimostrato stanotte - sussurrò - e se ti rende felice, tornerò tutte le volte che vuoi"

Prima che Helge potesse raggiungere la caverna, Emma uscì, tenendo la rosa ben nascosta dietro la schiena.
"Emma! - esclamò Helge - sei tu? Accidenti, credevo fosse un animale feroce! Cosa ci facevi lì da sola?"
"Niente, stavo solo... facendo una passeggiata..."
"Non dovresti andare in giro da sola, potrebbe essere pericoloso - disse sorridendo malignamente, con l'intento di farla spaventare - l'Uomo Nero potrebbe rapirti"
"Ah, ancora con questa storia? - sbuffò - non sono più una bambina, lo so che l'Uomo Nero non esiste"
Quella fu una buona scusa per Helge per interrompere la sua battuta di caccia. Riportò la sorella al castello. Quest'ultima, quando arrivò, si precipitò a conservare la propria rosa dentro un cassetto, poiché immaginava che non avesse bisogno né di acqua né d luce. Quello sarebbe stato il suo piccolo segreto da custodire gelosamente.

La principessa non aveva idea dei pensieri che stesse dando a Jack. A quest'ultimo non erano infatti sfuggite le parole di Emma. Meglio di tutti sapeva cosa volesse dire ciò che lei aveva detto. Incubi notturni, sensazione di soffocamento, erano tutte conseguenze dell'oscurità. E solo uno era l'essere in grado di controllare tutto ciò.
Elsa sapeva che qualcosa turbasse il marito. Per questo gli si avvicinò, abbracciandolo da dietro.
"E' da stamattina che sei strano in viso - le sussurrò - suppongo che qualcosa turbi anche te"
"E' per quello che ha detto Emma - ammise - Ho l'impressione che più cresca e più venga attratta dall'oscurità. Anche ciò che le è successo stanotte. Di solito è qualcosa che accadeva ai bambini quando ancora Pitch Black era in circolazione. Ma Emma non è più una bambina e teoricamente lui è stato imprigionato"
"Hey, non lasciarti andare a questi pensieri - gli disse - la magia oscura di Emma è celata, nascosta dall'immensa magia di luce che possiede. Quell'essere malvagio non avrebbe motivo di avvicinarsi a lei, e poi sono sicura che sia ancora intrappolato"
"Dico così solo perché so quanto la sua forza sia terribile - sospirò - già una volta io e gli altri guardiani abbiamo dovuto affrontarlo e  già allora non è stato facile. L'oscurità è affascinante, per questo è pericolosa"
"Non preoccuparti, tesoro - lo tranquillizzò Elsa poggiando il capo  sulla sua spalla - Emma è forte, saprebbe come affrontarla, in tal caso". Jack si lasciò stringere dalla moglie, non riuscendo tuttavia a scacciare i suoi pensieri. Decise che avrebbe parlato con sua figlia, quella sera.

Emma stava seduta sul proprio materasso. Quella sera non avrebbe letto, la sua favola si stava già  scrivendo da sola, dentro la sua testa. Con le dita accarezzava i petali della rosa, sospirando con aria sognante. Non avrebbe mai pensato di dirlo ma... forse si stava innamorando! E si sarebbe trattato anche del suo primo amore. Probabilmente si stava lasciando trascinare troppo, dopotutto non conosceva neanche Pitch... oh, ma non riusciva a pensare ad altro!
Il suo flusso di pensieri fu interrotto dal rumore di qualcuno che bussava alla porta. Prontamente la principessa posò la rosa dentro il cassetto, per poi afferrare un libro e gridare "Avanti!"
Poco dopo Jack fece il suo ingresso.
"Scusa, stavi leggendo?" - domandò.
"Oh, non preoccuparti, tanto ho già letto questo libro un mucchio di volte" - le disse.
Il padre le si avvicinò, sedendolesi accanto.
"Sai, mi hai dato molto da pensare con ciò che mi hai detto stamattina"
"Oh, padre, sono solo incubi, nulla più" - cercò di tranquillizzarla.
"Lo so Emma, ma tendo a preoccuparmi di certe cose, perchè io..."
"Perché tu sei stato un guardiano e il sovrannaturale lo conosci bene - cantilenò la principessa - lo so, ma non devi preoccuparti.Io sto bene"
"D'accordo - sussurrò l'altro - comunque vorrei darti una cosa, probabilmente può aiutarti"
Dopo aver detto ciò, Jack le mostrò un oggetto con delle piume colorate addosso.
"Che bello, che cos'è?"
"E' un acchiappa-sogni. Tieni lontani gli incubi, lasciando solo i sogni piacevoli. Questo ti aiuterò a dormire". Emma sorrise nervosamente. Non era sicuro che fosse necessario, anzi, non era sicura di voler fare a meno degli incubi. Tuttavia non se la sentì di farlo preoccupare ulteriormente.
"Grazie padre - rispose - sono sicura che mi aiuterà molto". Sollevato, Jack appese l'acchiappa-sogni proprio spora lo schienale del letto. Dopodiché si chinò, donandole un bacio in fronte.
"Buonanotte Emma, fai bei sogni - le sussurrò - e ricorda. Tu sei la luce"
La principessa sorrise, infilandosi poi sotto le coperte. "Tu sei la luce", glielo ripetevano sempre in tanti, quasi a volerla convincere. E poi  infondo, era davvero così pura come tutti pensavano? Quasi non ne era sicura neanche lei, per qualche strano motivo.
Lentamente sia addormentò, passando dai pensieri a sogni felici.




 






 


N.D.A
Credo che in questo capitolo mi sia sia un pò lasciata andare con la mia parte dark, ma dettagli XD Credo che a tutti nella vita ia capitata una paralisi notturna, in caso contrario vi assicuro che non è bella. Ammetto però che se la causa fosse Pitch magari potrei essere un pochino pù contenta. A parte ciò, Emma, adolescente e sognatrice, si sta già innamorando, ma dopotutto cosa c'è di più romantico di una rosa di oscurità che non muore mai? *-* Ho un gusto strano del romanticismo, ne sono cosciente :D


   
 
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