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Autore: Sakkaku    14/09/2016    0 recensioni
Ciao a tutti! Ci tengo solo a precisare che in questa storia non troverete il "classico" caso di disturbo dissociativo dell'identità, assolutamente no, è qualcosa di molto diverso, di certo non posso svelare tutto in queste poche righe, altrimenti che divertimento ci sarebbe a leggere i vari capitoli e scoprire la verità man mano che la storia prosegue? Vi ho incuriosito almeno un pochino? Se le cose stanno così, smetto di scrivere e farvi perdere altro tempo e vi auguro una buona lettura ^_^
Dal testo, capitolo 5: Una volta aperto gli occhi, tutto sembrava accecante. Perfino quelle specie di pallini neri dalla forma indefinita. Shyla si sentiva gelare, come quando anni prima, il Comandante l'aveva obbligata a restare per un giorno intero dentro una caverna di ghiaccio in Siberia, con addosso degli abiti estivi e senza un parka a riscaldarla.
"Questi..." iniziò a dire Shyla.
"Sì" affermò Trudy "Sono dei ricordi. Uno è sicuramente il tuo, ma l'altro...?"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10


La luce del sole era troppo forte per gli occhi celesti di Trudy. Dopo quasi 15 anni, era di nuovo in grado di vedere luci e colori, tutti apparivano troppo accecanti e luminosi. Sentiva le gambe deboli, faticavano a tenere il gracile corpo in piedi, così si sedette su una panchina. Fissò il verde intorno a lei, la natura e i paesaggi visti dagli occhi di Shyla erano diversi. La sua percezione era attenta ai pericoli che potevano celarsi, Trudy invece osservava tutto con una meraviglia quasi ingenua.
"Shyla non riuscirò mai a perdonarti per essere stata così egoista! Lasciarmi da sola dopo tutti questi anni passati insieme... è davvero crudele, anzi meschino. Mi sento come se non sapessi più chi sono. Mi ritrovo di nuovo in questo corpo che mi appartiene, eppure mi sento spaesata, sento di non essere in grado di sopravvivere in questo mondo pieno di insidie..." sospirò "Sono qui a parlarti, sebbene tu non ci sia più."
Udì un fruscio alla sua sinistra, si voltò, però non vide nulla.
- La tua anima ricorda troppo. Ho fatto una promessa e se dovessi lasciare le cose come stanno, rischierei di scatenare la sua ira - l'indovino si era seduto alla sua destra. Parlava con lo sguardo dritto, rivolto verso il lago che luccicava sotto i raggi del sole.
- Ti stai riferendo a Shyla, vero? Dimmi la verità, sei ancora in grado di comunicare con lei? - lo esortò Trudy.
- No. Una volta che l'anima sparisce non esiste una via di ritorno - scosse la testa, la realtà era diversa, ma rivelarla gli era proibito, aveva fatto una promessa. - Mi ha fatto un dono immenso lasciandomi i suoi poteri, le sono debitore, per questo motivo porterò a termine la sua ultima richiesta. Probabilmente ciò che sto per farti è imperdonabile. Un lato positivo c'è... non sarai in grado di ricordare e in te non ci sarà straccia di rabbia o odio.
Trudy si alzò in piedi. Aveva intuito cosa stava per accadere, doveva scappare il più lontano possibile da lui. Iniziò a correre.
"Sono troppo lenta" pensò "Maledetto corpo debole!"
Martin l'avvolse con la sua aura e divorò avidamente ogni traccia di Shyla, la consapevolezza di aver vissuto nel Lab, l'esistenza delle creature mistiche, annullò anche il dubbio che vi fosse qualcosa di oscuro nel mondo.

 

Un anno dopo
 

- Mi sento vuota. Ho delle conoscenze strane, come se avessi letto milioni di libri, sebbene non ricordo quando sia successo. So che sembra un controsenso, eppure mi sento così. Sono insensibile alle emozioni e di quello che accade in questo mondo, perché la verità è sempre celata, ho questa sensazione. Sono certa che prima o poi troverò la soluzione e probabilmente sparirò per sempre dalla circolazione. In caso contrario ci incontreremo alla prossima seduta.
- Grazie per il tuo intervento, Trudy - disse con un sorriso stanco la terapista della clinica - Per oggi abbiamo finito. Ricordatevi di tornare domani.
Si alzò un brusio di voci che confermavano la presenza per il giorno successivo e rumori di sedie che strusciavano contro il legno del pavimento. Ogni giorno era la stessa storia, le stesse persone, le medesime parole. Oramai conosceva a memoria le vite delle persone del suo gruppo, però non poteva lamentarsi, perché anche lei faceva esattamente come loro.
- Che cosa stai facendo Trudy? - le domandò un uomo dai capelli corvini avvicinandosi.
Aveva appena finito di scendere le scale dell'entrata della clinica, lo guardò di sbieco. Le sembrava di conoscerlo, forse le ricordava qualcuno che aveva incontrato in passato.
Scrollò le spalle - Stai sbagliando persona - dopo quella frase si voltò, incamminandosi verso casa.
- Ho ucciso tua padre anni fa, credi davvero che non riconoscerei il volto di quella bambina? Senza contare che mia sorella Shyla ha dato la sua vita per te? - quelle parole erano taglienti e il tono dell'uomo era carico di rabbia.
"Perché mi ferisce quest'affermazione?" pensò Trudy "Devo tornare a casa prima di avere una crisi e finire di nuovo nei guai."
Ignorandolo riprese a camminare, ma stavolta lui l'afferrò per un braccio.
- Shyla sarebbe triste nel vederti vivere così. Ti ha liberato dal Lab, voleva evitare che facessi una fine del genere. Non ti permetterò di gettare quest'occasione al vento!
- Non ho idea di chi sia tua sorella!! Lasciami in pace!! - gridò istericamente Trudy, battendo i piedi per terra.
L'uomo sbatté le palpebre incredulo e sembrò rivalutare la situazione.
- Ora capisco. Quando l'indovino ti ha incontrato nel parco deve averti fatto dimenticare... ecco perché sei sparita! - il tono si era addolcito, ora era comprensivo - Hai passato un brutto periodo. Forse non dovrei farti ricordare però... sei l'ultimo ricordo di mia sorella. Mi strazia il cuore ritrovarti dopo un anno, dopo numerose ricerche e vederti vivere così. Tua madre non ne sarebbe felice. Hai un pezzo del cervello di Shyla dentro di te. Concentrati e vedrai che riuscirai a ricordare.
"Questo è più folle di me e degli altri pazienti della clinica" pensò Trudy "Shyla... mai conosciuto qualcuno con questo nome."
All'improvviso sentì pulsare qualcosa dentro il cranio. Faceva male, le procurava un dolore lancinante. L'immagine di una bambina dai capelli corvini e occhi verdi che sparava a un uomo.
Le mancò il fiato.
"Quando ho assistito a un omicidio?" era confusa.
Altre immagini di una donna dai capelli biondi come i suoi e un rossetto rosso, che la guardava dolcemente da sopra gli occhiali da vista. Una contrazione muscolare prese di mira lo stomaco. Stavolta ci furono molte immagini in simultanea. Scienziati, fiale, siringhe, sangue, violenza, ferite, prigione, fuga, creature mistiche, addestramenti stancanti, scritte in diverse lingue, morte.
- Josh... - lo guardò con uno sguardo abbattuto - Shyla è... - lui annuì e l'abbracciò.
- Lo so. Ha agito di testa sua, pensando di fare la cosa giusta per il bene di tutti.
- Io... sono un disastro... ho rovinato tutto... - Trudy iniziò a singhiozzare.
- No - la rassicurò lui - Ti aiuterò e lei sarà orgogliosa di quello che riuscirai a realizzare. Ne sono certo. Lei credeva molto in te, più di quanto credesse in se stessa.

 

EPILOGO - Sei mesi dopo
 

Trudy si era impegnata molto negli ultimi mesi. Aveva smesso di frequentare le sedute di terapia di gruppo e aveva messo anima e corpo nel progetto. Finalmente il risultato era arrivato, grazie all'aiuto e al supporto di Josh. Si comportava come un fratello maggiore nei suoi confronti, iperprotettivo come lo era stato in passato con la sorella minore.
- "Rifugio Shyla" perché deve avere il nome di quella vecchia scorbutica? - commentò in tono aspro un ragazzino le labbra erano leggermente socchiuse e un paio di canini sfioravano il labbro inferiore.
- Nascondili subito!! - lo rimproverò la sorella - E il nome è bello.
- Non si capisce che è un posto sicuro per noi vampiri - obiettò il fratello.
- E' per tutti, non solo per quelli della vostra razza - lo corresse Trudy giocherellando con il ciondolo a forma di stella che portava al collo. - Il rifugio è per chiunque è perseguitato dagli umani o è in difficoltà, qui troverà un posto sicuro in cui riposare o vivere se preferisce. L'unica regola è che devi essere disposto a dimenticare i dissapori con un'altra razza e convivere in modo pacifico.
- E' una noia - borbottò ancora il vampiro.
- Tu puoi sempre andartene, io rimarrò ad aiutare la signorina. Ci ha salvati ed è giusto ripagare il favore.
- Sai che non sei obbligata - le disse Trudy sorridendole.
- Lo so, ma è la cosa giusta. Se non ci aiutiamo tra di noi, la nostra estinzione è vicina.
Josh parcheggiò la macchina nel vialetto. Dal lato del passeggero uscì un ragazzino dagli occhi marroni e i capelli arruffati sul castano chiaro-biondo.
- E' un licantropo - sibilò il vampiro mostrando i canini e lasciando la bocca semiaperta.
- Smettila! - la sorella lo colpì con forza - E' nostro ospite e non creare problemi o ti farò cacciare!!
Trudy nascose un sorriso con il dorso della mano "E' un ottima collaboratrice."
- Piacere, io sono Stacie - disse porgendo la mano al giovane licantropo.
- Su, presentati - lo incoraggiò Josh spingendolo, da sotto la manica uscì un pezzo di stoffa arancione. - Nessuno ti farà del male qui.
- Sono Carl, piacere - strinse titubante la mano della vampira.
- Ti troverai bene qui e per qualsiasi cosa io, Trudy e Josh siamo a disposizione - gli sorrise - Vieni ti mostro la struttura. Quella persona poco garbata che neanche si è presentata è mio fratello Timothy. Se ti causerà disturbo, lamentati pure, anzi ti autorizzo a colpirlo.
- Stacie!! - le gridò dietro il fratello - Stai lontana da lui.
- Smettila di essere paranoico, è esattamente come eravamo noi qualche mese fa. Dovresti essere più comprensivo e gentile.
Il giovane vampiro borbottò qualcosa, prima di allontanarsi.
- La vita diventerà movimentata da oggi in avanti - disse Josh - Mi auguro che non distruggano mezzo istituto.
- Non succederà. Stacie è molto autoritaria, ci penserà lei a far rispettare le regole - Trudy sorrise guardando negli occhi verdi l'uomo accanto - Ti devo ringraziare, so di averlo già fatto, ma senza il tuo aiuto ora sarei ancora agli incontri a ripetere ogni giorno le stesse cose.
- Sai benissimo che non è necessario. Ti ho aiutato a esaudire il tuo e il desiderio di Shyla. Ovunque lei si trovi in questo momento è sicuramente felice di sapere che hai realizzato una casa rifugio.
- Sì, ne sono convinta anch'io - annuì Trudy alzando lo sguardo e osservando le nuvole.

 

Martin stava passeggiando per i parchi di Yellowstone quando percepì una presenza al suo fianco. Rimase senza parole per lo stupore. Una figura femminile da capelli corvini e occhi verdi con striature di malva gli sorrideva.
- Come fai a...
- Sai, dovresti salutare in maniera più entusiasta un'amica che non vedi da parecchio tempo - borbottò Shyla - Sembra che tu abbia visto un fantasma - alzò gli occhi al cielo. - Lo ammetto questa non era divertente.
- I demoni di solito sgretolano l'essenza vitale di chi catturano, come fai a essere ancora tutta intera? - domandò l'indovino, poi si affrettò ad aggiungere - Non fraintendermi, sono felicissimo di vederti, se potessi ti abbraccerei.
- I miei poteri rigenerativi - spiegò lei - I demoni si sono stufati di torturarmi, probabilmente si sentono offesi, sono molto orgogliosi sai? Hanno provato di tutto pur di farmi gridare, l'unico risultato che ottenevano erano le miei risate. Il Comandante mi ha fatto di peggio del loro tagliuzzare pezzi di carne per poi darlo in pasto ai cerberi, poveretti e pensare che si credono dei sadici.
- Ti sei presa gioco dei demoni e loro ti hanno liberato? - domandò Martin incredulo - E' la prima volta che sento qualcosa del genere. E' anche vero che mai prima d'ora qualcuno si era azzardato a deriderli.
Shyla scrollò le spalle - Mi hanno promosso come cacciatrice di anime. Il mio compito consiste nel portargli le anime ancorate alla vita passata - notando lo sguardo contrariato dell'indovino, precisò - Cosa che farò soltanto con fantasmi di criminali, le altre anime saranno tue. Sono passata giusto per avvisarti e domandarti se...
- In passato mi hai chiesto parecchi favori - la fermò Martin sospirando - Vuoi chiedermi se voglio lavorare in coppia con te?
- Accidenti - lo spettro spalancò la bocca sorpresa - Allora non è soltanto un nomignolo che usi per vantarti, indovini davvero le cose!!
In quell'istante un lupo solitario si fermò a guardarli, incuriosito.
- Dici che mi vede? - domandò stupidamente Shyla.
- No, salvo se non è uno spirito divino - rispose l'indovino. - Per me va bene.
- Sul serio? - le striature malva parvero luccicare - Vedrai ci divertiremo!
"Forse mi sbaglio, ma ho il sospetto che in qualche modo vuole redimersi per aver sterminato la mia specie."
"Sì hai ragione" la voce di Shyla rimbombò nella sua testa "Oltre a farmi perdonare, è anche bello avere qualcuno su cui contare. Sei da solo da molto tempo, mentre io non sono abituata a non avere nessuno con cui discutere o scambiare opinioni."
L'indovino sogghignò – Potresti evitare di parlarmi mentalmente? Sai non sono abituato.
- Tu puoi parlare nella mente altrui, ma gli altri non lo possono fare a te?
- E' la mia unica regola.
- D'accordo, non lo farò più. Salvo nel caso di un urgenza e devo consultarmi con te per come procedere senza farmi sentire dai fantasmi.
Martin sospirò - Affare fatto. Mi chiedo come abbia fatto Trudy a sopportarti tutti questi anni.
- Come sta lei?
- Si sta riprendendo, sta cambiando la vita agli esseri soprannaturali dandogli un posto in cui vivere serenamente.
Shyla sorrise orgogliosa - Lei è sempre stata la parte migliore e altruista, sapevo avrebbe compiuto un azione simile.
- Se vuoi possiamo passare da lei, non ti vedrà, ma tu potrai osservare il suo operato.
- Sarebbe grandioso! - esclamò Shyla mettendogli d'istinto le braccia intorno al collo.
L'indovino percepì il contatto, come se lei non fosse un'anima, i suoi capelli gli pizzicavano il naso. Dopo qualche minuto si accorse del gesto impulsivo e si spostò bruscamente.
- Scusami, non so cosa mi sia preso - farfugliò evitando di guardarlo in faccia.
"Sembra diversa" osservò Martin "Questo deve essere il suo vero carattere. Prima era condizionata dall'altra personalità, mentre ora è solo lei."
In qualche modo avvertiva di doverla prendere sotto la sua ala protettiva.
- Ti sei incantato? - Shyla lo riscosse dai suoi pensieri.
- No, sto solo pensando se concludere quello per cui sono venuto o portarti da Trudy e tornare qui più tardi.
- Vuoi farmi affaticare a fare avanti e indietro? Finiamo qui e poi andiamo a vedere questo rifugio.
- Allora seguimi in silenzio.
Shyla annuì fissandolo negli occhi scuri.
Da quel momento scattò qualcosa. Si ritrovarono in perfetta sintonia, come se fossero collegati. Entrambi si accorsero di una presenza mistica che collegava i poteri dell'indovino nuovamente con Shyla.
- Siete legati, dovete fare affidamento l'uno all'altra - disse una voce - Dovete ristabilire l'ordine della magia e delle razze, eliminate gli altri esperimenti e potrete tornare a essere due entità separate.
- E' il lupo! - strillò Shyla.
- Noi lo siamo - proferì Martin.
- Ora non più - il muso del canide parve piegarsi in un sorriso - Sono una divinità potente, ora andate e sistemate i pesi sulla bilancia o tutto andrà perduto. Solo quando avrete portato a termine questa missione sarete nuovamente due persone separate.
L'indovino avvertì un senso di leggerezza, con i suoi poteri indagò per capire di cosa si trattasse.
- La mia anima è collegata alla tua. Puoi attingere alle tue vecchie abilità tramite me - spiegò Martin, mentre il lupo si allontanava silenziosamente.
- Bello - commentò Shyla sorridendo - E' come con Trudy, solo che al suo posto ci sei tu e sei una persona in carne ed ossa, non soltanto una voce nella testa. Ora sono più emozionata che mai di iniziare!
Il suo entusiasmo era contagioso e per qualche motivo pure l'indovino si ritrovò a sorridere.
"Questo viaggio sarà incredibilmente divertente!"
"Shyla smettila di parlarmi nella testa!" si lamentò Martin.
"Non l'ho fatto apposta! Ho solo pensato tra me e me" si difese lei.
"Vuoi dire che i nostri pensieri sono collegati anche se non lo vogliamo?"
- Ahahah - scoppiò a ridere Shyla - Ti lascio la scelta, preferisci che parlo o che penso?
- Parla, ti proibisco di pensare da questo momento in avanti - Martin si sentiva esasperato e stanco -
Spero di sopravvivere a tutto questo.


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Ciao a tutti! =)
Finalmente sono riuscita a terminare questa storia. Ci tengo a ringraziare di cuore chiunque ha avuto il coraggio di leggere tutti e 10 i capitoli (siete molto coraggiosi), ringrazio anche coloro che hanno letto un qualche capitolo per pura curiosità, grazie davvero! <3


 

  
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