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Autore: Ziamlostmyfeelings_    14/09/2016    1 recensioni
La proposta è semplice: fingere di uscire con l’umano più spaventoso della terra per far si che Todoroki Shouto possa uscire con suo fratello. Il punto è che oltre Bakugou, Kirishima pensa abbia accettato qualcosa che non si sarebbe aspettato.
[Katsuki Bakugou/Eijirou Kirishima]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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N.B. Questa storia è stata scritta da theroyalsavage (http://theroyalsavage.tumblr.com/che mi ha permesso gentilmente di tradurla e di postarla.
 
Kirishima era spesso avvicinato da parecchie cose strane durante le sue giornate.
Come ad esempio, quell’incidente in cui per settimane era costretto a fare da tramite tra Kaminari e Jirou, finchè i due non si accorsero che il Game Boy non fosse rotto, ma semplicemente scarico.
Poi ci fu la “catastrofe”, come ai suoi compagni di classe piaceva chiamare, che coinvolgeva Mineta, dei pennarelli colorati e il bagno al piano superiore delle ragazze.
Ci fu anche quella volta, lo scorso anno, dove aiutò Sero a seppellire tredici pounds di caramelle Gushers sotto una montagna di concime.
Kirishima era abituato alle stranezze, a questo punto quasi se le aspettava, ad essere sinceri.
Quello che non si aspettava, però, furono le parole “Ho bisogno che inviti Bakugou Katsuki ad un appuntamento” uscire dalla bocca di Todoroki Shouto.
Kirishima posò l’hamburger che aveva in mano lentamente, e sospeso a metà tra il piatto e la bocca “Um..” disse “Cosa?”
Todoroki abbassò gli occhi sul tavolo di fronte a loro e portò una mano a tirare la frangia che gli cadeva sulla fronte “Prendilo come un favore personale, come un pagamento per quella volta che ho fatto laboratorio di chimica al posto tuo” disse, la voce bassa e calda.
“Si, ho afferrato quella parte” disse il rosso “Ma…cosa?”
Todoroki semplicemente si spostò in avanti e in dietro sulla sedia alzando le maniche del suo magione.
“Ascolta” disse Kirishima prendendo una patatina e puntandola verso l’altro come una spada. “Quando hai fatto il laboratorio per me, ho detto che ti avrei ripagato. Pensavo mi avresti chiesto qualche idea per dei progetti AP di Letteratura, oppure di aiutarti a scegliere dei vestiti che non ti facessero sembrare un modello di J. Crew sperduto.”
“Non te lo avrei mai chiesto se avessi avuto altra scelta” assicurò Todoroki, prima di guardare in basso verso il suo colletto e dire “Cosa intendi per ‘un modello di J. Crew sperduto’?”
Kirishima non rispose alla domanda, si portò una patatina alla bocca e chiese “Perché ti interessa con chi esce Bakugou?”
Le orecchie di Todoroki diventarono rosa e Kirishima alzò un sopracciglio.
“Conosci Midoriya Izuku?”
Kirishima diede un morso al suo panino e rispose “Sì, è il fratello adottivo di Bakugou, giusto? Midoriya è tranquillo, mi fa sempre fuori a doge ball per poi scusarsi”
“Sì” l’espressione di Todoroki cambiò, diventò più gentile e le linee delle sue labbra sembrarono più morbide. “Sono innamorato di lui.”
Senza trovare una risposta migliore, il rosso disse semplicemente “Oh, okay”
La faccia di Todoroki tornò neutrale, poi alzò lo sguardo e finalmente incontrò gli ochhi di Kirishima. “Ti starai chiedendo cosa c’entri tutto questo con Bakugou”
Kirishima gli lanciò un’occhiata, perché, si, ovviamente.
“Non so se sai questo, ma Bakugou è stato adottato dopo di Izuku, molti anni dopo, per questo si vede come una seconda scelta e pensa che Izuku sia il favorito di loro padre. Quello che riceve tutto.”
Kirishima trattenne una boccata d’aria “Accidenti”
Todoroki annuì e prese una patatina all’offerta dell’altro. “Loro padre vorrebbe davvero che si sentissero sullo stesso piano. Fratelli. Il punto è che, Izuku è Izuku. Tutti quelli che incontra si innamorano di lui. Mentre Bakugou è… beh, ad essere onesti è davvero difficile farselo piacere. Quindi, loro padre ha deciso che Izuku potrà uscire con qualcuno solo quando Bakugou inizierà ad uscire e ad incontrare gente. Non vuole che si senta ancora inferiore.”
“Caspita” disse Kirishima, anche se a doverlo ammettere, quella non era una risposta appropriata alla situazione.
Todoroki aggrottò le sopracciglia.
“Sarò onesto con te. Bakugou è un completo stronzo, penso che dia fastidio a chiunque guardi nella sua direzione di proposito, solo perché non vuole me ed Izuku insieme.” Sospirò dando un’altra strattonata alla sua frangetta. “Kirishima, sei l’unico che potrebbe andare d’accordo con lui. Ti prego. Sarà solo per convincere suo padre che adesso sono di pari passo”
Todoroki fece un piccolo inchino, la fronte quasi a toccare il tavolo, le mani di fianco “Ti supplico, aiutami”
Kirishima aveva rifiutato un sacco di assurde richieste in passato.
Questa volta, però, disse si.
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Bakugou era nella classe di Francese insieme al rosso. Si sedeva alla fine dell’aula con i piedi sul banco, guardando male chiunque si sedesse troppo vicino a lui.
Kirishima fece il punto della situazione: grandi stivali da combattimento, jeans strappati neri come la pece, occhi come un’esplosione nucleare.
Non aveva mai realmente guardato Bakugou. Non aveva mai davvero avuto occasione di farlo.
I loro occhi si incrociarono quando Kirishima raggiunse il suo banco e lasciò cadere lo zaino vicino a Denki. Lo sguardo di Bakugou era come una sfida, come se stesse aspettando il miglior modo di portarlo giù.
Kirishima gli sorrise.
La faccia di Bakugou si allentò con sorpresa.
Vicino a lui, Denki lo tirò dal braccio sussurrando “Amico, che cazzo stai facendo?” Kirishima mantenne il contatto visivo ancora un po’, poi si girò e prese posto.
Denki gli diede un pugno sulla spalla “Stai cercando di iniziare una lotta? Quello ti ammazza amico. L’ho visto picchiare qualcuno così forte da mandarlo all’ospedale.”
En français,s’il tu plaît” disse Kirishima in modo cerimonioso. Le sopracciglia di Denki si aggrottarono mentre cercava di ricordare la parola in Francese di lotta.
Quando la campanella suonò la fine dell’ora, Bakugou fu il primo ad alzarsi. Si trascinò vicino al banco di Kirishima e gli lanciò un’occhiata; Kirishima sollevò la sua borsa e la mise sulle spalle. Fu solo quando decise di lasciare l’aula che notò una penna sul banco di Bakugou.
La prese ed uscì avviandosi verso di lui.
“Bakugou!” chiamò una volta raggiunto il corridoio. Le spalle del biondo s’irrigidirono, ma non si girò. La corrente di ragazzi intenti a raggiungere le loro successive classi spinse Kirishima tanto da permettergli di arrivare abbastanza vicino e poter toccare un braccio di Bakugou.
Lo fece.
Bakugou si girò a guardarlo con un ringhio, i suoi occhi sorprendentemente vicini. Rosso-oro.
“Hai dimenticato questa” disse allungandogli la penna.
Bakugou la strappò via dalle sue mani dicendo “Vaffanculo” per poi andare via.
Okay, pensò Kirishima.
Tutto ciò sarebbe stato più difficile di quanto avesse pensato all’inizio.
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Una settimana passò così: Kirishima sorrideva a Bakugou ogni volta che entrava nella classe di Francese, e Bakugou lo guardava in un modo che probabilmente avrebbe dimezzato la sua vita. All’inizio era quasi spaventoso, ma poi si trasformò quasi in un gioco.
Come poteva far cadere quella facciata che Bakugou mostrava a tutti?
Scoprì che ammiccare faceva il lavoro abbastanza bene. La prima volta che lo fece le orecchie di Bakugou arrossirono, e lui stritolò la matita così forte da spezzarla in due.
E poi, nel bel mezzo della seconda settimana della loro silenziosa guerra, il loro professore annunciò un progetto di gruppo, ognuno era libero di scegliere il proprio compagno. Quando disse loro di alzarsi e sedersi vicino alla persona con la quale avrebbero voluto lavorare, Kirishima diede un colpetto alla spalla di Denki e saltellò praticamente al banco di Bakugou.
“Che cazzo stai facendo?” domandò Bakugou quando Kirishima prese una sedia e si sedette vicino a lui, posando la borsa ai loro piedi.
“Sarò il tuo compagno” disse Kirishima “A meno che tu non voglia fare coppia con qualcun altro? In tal caso andrò via”
“Lo sai che di solito lavoro da solo” ringhiò il biondo.
Kirishima inclinò la testa e sbattè le palpebre “Lo so? Beh, c’è una prima volta per tutto, no?”
Bakugou torse le labbra, la sua espressione era un misto tra lo sconcertato, l’infuriato e l’inorridito. Kirishima gli fece il suo sorriso migliore.
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Quando Kirishima si presentò a casa sua quel weekend, fu Midoriya ad aprire la porta. Era ricoperto di sudore ed indossava una vecchia maglietta che diceva UA Varsity Boxing. Quando incontrò gli occhi di Kirishima qualcosa come delusione attraversò la sua faccia per qualche secondo, e poi il suo sorriso luminoso era di nuovo lì, si spostò per far entrare Kirishima.
“Sei qua per un progetto, giusto?” disse. Quando Kirishima annuì, Midoriya fece un largo sorriso “Grandioso! Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa, okay? Io sarò in giro”
“Aspettavi qualcun altro?” domandò il rosso togliendosi le scarpe all’entrata.
Gli occhi di Midoriya s’illuminarono “Oh” farfugliò “Oh, no, stavo solo- um. Todoroki-”
“Ah” disse Kirishima “Digli che lo saluto”
“È la prima camera appena salite le scale!” disse il moro dopo di lui.
Kirishima fece velocemente il segno della pace sulle sue spalle, prima di salire al piano di sopra.
La porta di Bakugou si aprì ancora prima che potesse bussare, le sue labbra si curvarono in cipiglio e uno snapback era abbassato sulla sua testa tanto da coprirgli gli occhi.
“Sei in ritardo” borbottò.
Kirishima alzò la scatola di ciambelle che aveva portato con se “Almeno ho portato qualcosa” e Bakugou gli rivolse uno sguardo omicida prima che potesse fermarsi.
Si sedettero sul pavimento prendendo il materiale per il loro progetto ed aprendo i loro computers. La sua stanza era sorprendentemente pulita; c’era una pila di vestiti sporchi nell’angolo e un’altrettante pila di libri a casaccio sulla sua scrivania, ma il suo pavimento era abbastanza pulito e il letto era accuratamente fatto.
Probabilmente non c’è molta gente che viene qua spesso, pensò Kirishima. E poi Mi domando se abbia amici.
Bakugou tirò un cuscino al rosso e disse “Iniziamo subito, cazzo”
Kirishima imparò alcune cose quel giorno, nulla a che vedere con la lingua Francese o la cultura.
Primo, imparò che Bakugou poteva mangiare sei ciambelle in meno di tre minuti senza battere ciglio. Secondo, realizzò che non solo Bakugou prendeva degli appunti molto ordinati, era anche… abbastanza bravo a parlare Francese, al punto che il suo accento faceva strane cose al suo stomaco. Terzo, imparò che Bakugou aveva visto i Fall Out Boy in concerto cinque volte. Quattro, scoprì che una volta passato il difficile guscio velenoso, Bakugou era abbastanza simpatico, imbarazzante e tagliente. Quinto, imparò che Bakugou Katsuki era in realtà bello.
(I suoi occhi avevano macchie di onice al loro interno, quando i suoi capelli erano sotto la luce era come se avesse una corona, e i suoi avambracci erano davvero, davvero una distrazione quando si alzava le maniche)
Kirishima cercò davvero ardentemente di non pensare troppo a queste particolari rivelazioni.
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Ci fu questo momento, nei minuti prima che il sole tramontasse all’orizzonte di mattina, dove l’universo sembrava diverso. Cambiato. Dove guardi qualcosa in un modo, e subito dopo non è come prima.
Il mondo di Kirishima Eijirou era cambiato, e davvero, non era sicuro di ciò che era accaduto.
Lui e Bakugou iniziarono ad uscire di più, all’inizio solo per il progetto, ma era finito, e Kirishima continuava a presentarsi di fronte Bakugou a pranzo, o traballante vicino al negozio all’angolo dopo scuola, o sfidandolo a bere tutto il suo caffè in un colpo solo.
E poi, Bakugou iniziò ad istigare.
La prima volta che successe, Bakugou percorreva la sua solita linea retta fuori dalla classe di Francese, quando si stoppò vicino al rosso. A testa bassa e con riluttanza borbottò “Vado in palestra dopo scuola. Puoi venire, se prometti che non mi darai fottutamente fastidio” prima di andarsene.
Kirishima guardò dopo di lui, non si accorse di un libro che cadde finchè non sbattè sul tavolo di fronte a lui.
“Desideri morire, amico?” sibilò Denki vicino a lui.
Kirishima disse “Lui. Io. Um.”
Denki sbuffò.
I giorni passarono in fretta. Una settimana. Due.
Erano seduti fuori, vicino ad un chiosco ambulante, mangiando delle Gyros e cercando di non rovesciare il contenuto, quando Kirishima si domandò se quello fosse un appuntamento.
Sinceramente? La conversazione avuta con Todoroki era quasi interamente sfuggita dalla sua mente.
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Non sfuggì a nessuno il fatto che Bakugou Katsuki aveva ufficialmente annullato il suo stato da solitario. All’inizio la gente semplicemente li guardava camminare nei corridoi, Bakugou dietro, verso Kirishima, per mostrargli qualcosa al cellulare, mentre Kirishima cercava davvero, davvero tanto, di non essere distratto dal modo in cui profumava, come fuoco.
E poi, come una valanga di neve, altra gente iniziò a parlare con lui. Uraraka Ochako fu la prima. Poi altri. Iida. Asui. Denki.
“È okay” ammise Denki, un po’ riluttante “Voglio dire, rimane uno stronzo. Un enorme stronzo. Ma non è completamente orribile passare del tempo con lui.”
È più intelligente di quanto voglia farvi credere, Kirishima non disse.
Non gli piace quando le persone lo vedono sorridere, perché ha le fossette, Kirishima non disse.
Quando qualcosa accade nella sua vita, le percepisce tutte serrate ed enormi. Divoranti, come un’esplosione, Kirishima non disse.
I suoi occhi hanno il colore del tramonto, Kirishima non disse.
“Tutti pensano che vi frequentiate” buttò fuori casualmente Denki, gli occhi sul quaderno nella sua mano.
“Lo so.” Disse Kirishima.
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Un giorno di Maggio rimase a scuola per aiutare Momo Yaoyorozu con la preparazione del corpo studentesco per le elezioni del giorno seguente. Quando uscì pioveva, le luci che si estendevano l’ungo l’orizzonte, il cielo aveva il colore di un livido. Corse verso la sua macchina coprendosi la testa con la borsa, ma una volta seduto si accorse di essere completamente fradicio.
Giudò verso casa cautamente, guardando la strada con precisione, perché se fosse slittato o avesse rotto la macchina sua mamma lo avrebbe sicuramente ucciso. Anche se, quasi non notò Bakugou curvo vicino alla strada, i capelli biondi-marroni a causa della pioggia.
Kirishima si fermò immediatamente saltando fuori dalla vettura e coprendosi gli occhi in modo da poter vedere meglio; Bakugou non si sentì chiamare, non alzò gli occhi da ciò che stava facendo- e ciò che stava facendo era avvolgere il suo cappotto intorno ad un gattino che era stato abbandonato in una scatola sulla strada.
Kirishima guardò su, in cielo.
Lo stai facendo di proposito, pensò furiosamente, a Dio, al Fato, a chiunque stesse ascoltando.
Bakugou guardò verso di lui.
“Che cazzo..?” disse, ma Kirishima era troppo intento ad emettere il lamento più forte che potesse per poi levarsi la giacca, gettarla al biondo ed abbssarsi per prendere la scatola del gattino al suolo.
“Sali in macchina” disse Kirishima “Ti porto a casa.”
Bakugou guardò la giacca nella sua mano per un momento, prima di metterla sulle sue spalle con un broncio.
All’interno della macchina Kirishima accese l’aria condizionata e lasciò scegliere al biondo la stazione radiofonica sapendo che la scelta sarebbe ricaduta su qualche band rock. Arrivati di fronte casa, Bakugou non lo guardò, puntò solamente il mento verso la porta e Kirishima sorrise, prima che entrambi corsero al rifugio insieme.
Dentro, la casa era calda e tutto era colorato grigio-argento con la pioggia sui vetri. Bakugou lanciò un asciugamano sulla faccia del rosso, che iniziò ad asciugare il gattino.
I vestiti di Bakugou aderivano perfettamente al suo corpo ogni volta che si muovesse, la sua maglietta sembrava particolarmente oscena, linee d’acqua a scorrergli lungo la gola, il tessuto attaccato al suo busto. Gli occhi di Kirishima seguirono le linee dei suoi muscoli, il movimento del suo stomaco quando si piegò per togliere i calzini, le sue spalle larghe vicino alla curva dei suoi bicipiti.
Poi alzò gli occhi e con un’orribile sensazione realizzò che Bakugou lo aveva visto guardare, col viso serio e un po’ pensieroso. Kirishima decise che era pronto a morire. In qualsiasi momento. Immediatamente sarebbe stato meglio.
“Quindi” sbottò Kirishima “Sei una persona da gatti, huh?”
Il momento si frantumò e l’espressione di Bakugou tornò al suo solito, assassina.
“Non una fottuta parola” borbottò avvicinandosi alle braccia di Kirishima per raggiungere il gatto, le loro mani si sfiorarono. Le sue orecchie diventarono rosse.
“La chiamerò Baronessa delle esplosioni” annunciò lisciando il pelo del gattino all’ingiù.
Kirishima pensò di baciarlo.
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Il giorno seguente, dopo pranzo, prese Todoroki in disparte e lo trascinò nella biblioteca, bloccandolo tra gli scaffali e lui stesso. Todoroki lo guardò allarmato e con molta comprensione, per questo Kirishima pensò avesse già capito cosa stesse andando a chiedergli.
“Non so se riuscirò a farlo ancora” annunciò il rosso.
Todoroki chiuse gli occhi. “Pensavo avresti detto una cosa del genere” sospirò “Cos’è successo? Sembrava stesse andando tutto bene. Ha per caso detto qualcosa?”
“No” disse Kirishima mettendo su una smorfia “Mi… sto innamorando di lui?”
Todoroki aprì gli occhi immediatamente.
“Stai scherzando.”
“No.”
Bakugou?” disse Todoroki “Bakugou Katsuki? Quel Bakugou?”
“Si, lui.”
“Gesù” disse il ragazzo un po’ allarmato e un po’ incredulo.
“Parlamene.”
Todoroki scosse la testa infilando le mani tra i capelli. “Allora qual è il problema? Non è meglio adesso che ti piace effettivamente spendere del tempo con lui? Perché vuoi smettere?”
“Mi sento come se gli stessi mentendo.” Kirishima strinse i denti, aprendo e chiudendo le sue mani in pugni. “Per colpa del tuo accordo. È disonesto. Non mi piace.”
Todoroki disse “Oh” e annuì. Kirishima si sentì immediatamente terribile alla presunzione che non avrebbe capito. Probabilmente nessuno meglio di Todoroki avrebbe capito.
“Dovresti essere onesto con lui” disse “Puoi digli che sono stato io a chiedertelo, probabilmente sarà furioso con me, ma lo è sempre in ogni caso.” Fece una smorfia “Probabilmente sarà furioso anche con te.”
“Lo so.” Rispose Kirishima.
Todoroki gli diede una pacca sulla spalla. “Buona fortuna” disse “Spero tu non muoia.”
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Erano in palestra il giorno che le cose peggiorarono. A Bakugou piacevano le lotte- la violenza era qualcosa che aveva scolpita nelle vene, pensò Kirishima- e Kirishima era anche l’unico stupido abbastanza (e bravo abbastanza) ad essere disposto ad essere il suo partner nel pugilato.
Anche se, Bakugou era più bravo. Per questo Kirishima finì a tappeto, le ginocchia di Bakugou fra le sue gambe, le dita del biondo a circondargli i polsi.
Così vicini, Kirishima potè notare l’oro negli occhi di Bakugou, le leggere lentiggini sul ponte del suo naso, la cicatrice alla fine della sua bocca, il modo in cui le sue labbra si separavano ai suoi respiri, a fondo e veloci. Entrambi ansimanti.
Kirishima immaginò di poter sentire l’andamento dei loro cuori.
“Io” iniziò Kirishima, ma la sua gola era secca e la sua voce si spezzò. Si frantumò.
Gli occhi di Bakugou si posarono sulla sua bocca, lentamente e platealmente.
“No, no, nonono” disse Kirishima buttandosi verso l’altro lato del tappetino, finchè non ci furono parecchi passi di distanza tra loro. Bakugou lo guardò allarmato, il suo respiro continuava ad essere pesante, gli occhi sgranati e agitati.
“Scusami” sussurrò Bakugou “Cazzo. Mi dispiace. Vaffan-”
“Ho bisogno di dirti una cosa.” Disse Kirishima.
E lo fece. Disse tutto a Bakugou. Fin dall’inizio. Mentre parlava l’espressione dell’altro si fece fredda, mentre i suoi occhi si chiusero, Kirishima ebbe la dolorosa e distinta sensazione che il mondo stesse finendo, che si stesse sgretolando intorno a lui.
Voleva toccare il viso di Bakugou.
Con l’espressione dura, Bakugou lo lasciò parlare. E solo quando disse il nome di Midoriya che scattò. Il fuoco lampeggiò nei suoi occhi, l’espressione di odio si dipinse sulla sua bocca.
La voce gli morì in gola.
“Ovviamente” disse Bakugou, la voce bassa e profonda grondante di veleno. “Avrei dovuto saperlo. Nessuno vuole fottutamente parlare con me in ogni caso.” E dopo aggiunse, come una riflessione “Vaffanculo.”
Kirishima indietreggiò “Per favore, lasciami-”
Bakugou scosse la testa, i suoi occhi sembravano infiammati. Combustibile. “Vai fottutamente lontano da me” ringhiò “Non avvicinarti mai più a me, cazzo.”
“Bakugou” iniziò Kirishima.
Vai via” disse Bakugou.
Kirishima andò. Andò, aveva visto abbastanza film d’azione per capire cosa fosse questo? Era come uno scontro finale.
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“Perché Bakugou sembra prossimo a compiere un omicidio di nuovo?” gli chiese Denki.
Kirishima ficcò le mani nelle tasche e non rispose.
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Quel pomeriggio Kirishima guidò in cerchio. Faceva giri a caso, andò sulla superstrada, guidava troppo veloce e troppo a lungo.
Si girò quando raggiunse la città vicina, tornò indietro, ma quasi vicino alla sua uscita notò che la macchina era a corto di benzina e che stesse per piovere.
Kirishima sbattè la testa sul volante.
Il clacson suonò e lui fece un piccolo squittio di sorpresa.
Fece un altro miglio o due, prima che la macchina cigolasse e si fermasse, dandogli giusto il tempo di entrare in una strada secondaria. Fu solo fuori dalla macchina, alzandosi il cappuccio sulla testa, che realizzò dove si trovasse.
Le luci della casa di Bakugou sembravano d’orate attraverso la pioggia.
“Cazzo” borbottò Kirishima “Dannazione.”
Avrebbe anche potuto solo voltarsi, chiamare a casa, rientrare in macchina e aspettare che sua madre andasse a prenderlo. Ma aveva bisogno di aggiustare le cose. Sapeva di dover aggiustare le cose.
Non poteva vivere in pace con se stesso senza aver prima aggiustato le cose.
Così si trascinò vicino la strada e bussò alla porta, sfregandosi le braccia per cercare di mandare via il freddo. Fece qualche passo in dietro quando la porta si aprì e poi saltò in avanti prendendola quando Bakugou immediatamente provò di richiuderla.
“Lasciami spiegare” disse “Per favore”
“Pensavo ti avessi detto di lasciarmi in pace” sibilò a denti stretti Bakugou.
“Lo so, lo hai fatto, ma… per favore, Bakugou-”
“No. Vaffanculo-”
Katsuki.”
Bakugou rimase immobile.
“Sono innamorato di te” disse Kirishima. “Per questo ho voluto dirtelo, è questo quello che volevo sapessi. Perché sono innamorato di te.”
Con la voce debole e sottile Bakugou disse “Fermati.”
Kirishima scosse la testa, mandando le gocce di pioggia in tutte le direzioni “Lo sono.”
“Non mentirmi cazzo!”
“Non lo sto facendo! Sono serio. Sono davvero, davvero serio, sono serio come la peste, per favore, Katsuki-”
Gli occhi di Bakugou si illuminarono, si avvicinò e prese Kirishima dal colletto, per un momento il rosso pensò che lo avrebbe strozzato.
Invece premette insieme le loro labbra.
All’inizio non fu molto un bacio, era più come un urlo, un’altra lotta che insanguinava le loro labbra invece dei loro pugni. Kirishima dovette raggiungere e guidare la testa del biondo in una posizione migliore, in modo da far scivolare le loro bocche insieme. La lingua di Bakugou bruciava calda contro la bocca di Kirishima, le sue mani tracciavano linee infuocate contro la sua pelle.
Quando si staccarono entrambi ansimanti, Bakugou si colorò di una delicata sfumatura di rosa. Borbottò qualcosa di incomprensibile, guardando il suolo e Kirishima si inclinò in avanti nuovamente, baciando prima il suo labbro superiore, poi quello inferiore.
“Mi dispiace” disse il rosso “Mi perdoni?”
Bakugou disse “Stai zitto e fottiti” prima di attirare di nuovo insieme le loro bocche.
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“Kirishima”
Kirishima si fermò e si girò a guardare Midoriya appena corso lungo il corridoio per raggiungerlo. Schivò un professore con semplicità annunciando le sue scuse prima di avanzare per raggiungere Kirishima.
“Grazie” disse “per tutto. Ad essere onesti, non ho mai visto Kacchan sorridere come fa adesso. È carino.”
Kacchan” ripetè Kirishima felicemente, entrambe le sopracciglia alzate.
Midoriya andò via agitando una mano. Dietro Kirishima, la voce di Bakugou ringhiò un “Che cazzo voleva Deku?”
Kirishima si girò e gli sorrise raggiante.
“Per cosa sogghigni?” domandò il biondo “Sembri scemo.”
“Hmmm. Niente” disse, poi acccarezzò le guance di Bakugou e canticchiò “Kacchan.”
Bakugou diventò scarlatto “Ucciderò quel fottuto ragazzino” disse.
Kirishima rise e disse “Perché? Preferisci Katsu?”
Bakugou sembrò furibondo.  Kirishima lo tirò giù per un bacio.


Angolo me:

Prima di tutto mi scuso se qual'cosa è tradotto male ed è senza senso, ma ho cercato di seguire il più possible la storia originale.
Seconda cosa: io amo i Bakushima. E se tu hai letto questa storia vuol dire che hai capito quanto Kiri ami Kacchan.
Terza e ultima cosa, ringrazio ancora la scrittrice che mi ha permesso di tradurla e postarla.
 
  
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