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Autore: zulemli    15/09/2016    1 recensioni
Una visione della vita del diverso e ciò che solo lui vede.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prima di lasciare questo mondo penso a quanto la vita sia sbagliata.
Nonostante io stesso dubiti della mia veridicità non capisco come la gente mi abbia sempre trattato con poca fede e insufficienza.
Mi accingo a legarmi il foulard al collo, perchè questo è ciò che mi rimane, qui, in manicomio. Era di mio nonno, tanto lo ambivo quando era in vita e ora rimpiango che non sia al suo collo.
Ho tanta fretta di lasciare questo mondo che però non riesco a fare a meno di tralasciare i miei pensieri ed esperienze in questo taccuino. Io penso che durante la vita il pensiero cambi innumerevoli volte , piu' di quanto la gente credi. Non sono le grandi svolte che cambiano una persona, ma quelle piccole che riescono a far dubitare l'esistenza stessa.
Sono qui alla Santa Agostina perchè io ho visto qualcosa che altri non hanno mai visto. Il mio pensiero mi fa dubitare, o meglio dire la mia mente. Sono stato in diversi luoghi: un deserto incandescente, un prato con creature atipiche e un fiume con colorati e splendidi pesci.
Semplicemente dovevo dormire. Dicono che io viva nei sogni , ma ciò che vedo e sento è reale.
La vita in quel piano dimensionale è vivida, nera.
Come in tantissime esperienze di vita so che il male arriva sempre, questo non esclude i sogni.
Posso vedere le paure piu' impensabili, cose che vanno oltre l'immaginario collettivo cose che molte persone non possono nemmeno vedere.
Io lo chiamo il Dio Lupo, un'entità dai mille volti e dal ferale respiro.
E' come un cancro, arriva quando meno te l'aspetti.
Inquina i miei sogni piu' belli e so che fare molto di piu', lo sento. Molto tempo fa vivevo cose meravigliose assaporando ogni angolo del mio mondo, capivo cosa mi aspettava e cosa mi appassionava.
Dopo poco questo alone nero si schiariva sempre di piu' e ciò che ora temo come il Dio Lupo è entrato nella mia mente e non.
Io lo sento respirare, qui di fianco a me, e credo che sia qui perannerire completamente il quadro della mia vita.
Non sto sognando, almeno credo, e sento che ormai è giunto il momento, è qui.
La porta della stanza mi sbatte addosso un alito rovente e inquietante. Salgo sulla sedia e mi attorciglio il foulard al attorno al collo e penso tra me e me: "Sperando che la prossima vita sia migliore".
E calciai la sedia.
Mi risvegliai in quel momento nello stesso posto e con la porta che sbatteva a ritmo di ringhi.
   
 
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