Capitolo 9.
Sorpresa!
È
trascorso un mese da quando Skan è partito ed io ho
incontrato Aidan; ogni giorno è diventato per noi un
appuntamento fisso quello
di vederci al lago e incontrarci per trascorrere il tempo assieme
nonchè il mio
momento preferito della giornata.
All’inizio
ero ancora sospettosa e un po’ diffidente ma
con il passare del tempo ho imparato a fidarmi di lui come di nessun
altro
raccontando segreti che non avrei mai rivelato a nessuno, persino ad
Anna. Parlare
con lui è semplice e spontaneo, Aidan mi ha lasciato quello
spazio di cui avevo
bisogno, del tempo affinché poco a poco potessi diventare
sicura di quel che
provavo, ma sono convinta che questo importi poco visto che ci
sarà sempre un
intralcio alla nostra “storia”;
Il mio
fidanzato
e ovviamente,
tutto il
contorno della mia famiglia.
Skan ha
tentato di tenere vivo il suo ricordo scrivendomi
quasi tutti i giorni, io non sapevo proprio cosa fare, non volevo
rispondergli
e in cuor mio lo volevo ignorare facendo finta che quel problema non
esistesse,
rifugiandomi nel mio posto sicuro con la persona che amavo.
Ma le sue
lettere si fecero insistenti ed io ero sempre
più turbata così, anche se avevo deciso di non
parlarne con Aidan, alla fine
gli chiesi consiglio.
Quello fu
l’inizio della mia fine.
*
“Sei pensierosa in
questi giorni”
É
una fresca giornata estiva
e mi trovo al lago più precisamente accoccolata nel mio
solito angolino con
Aidan che mi spruzza con le dita l’acqua fresca sul viso.
È un invito ad andare
a nuotare con lui, lo so bene visto che ormai conosco i suoi
trucchetti, ma non
ho molta voglia di nuotare in questi giorni, penso troppo spesso alle
lettere
che continuano ad arrivarmi ed ai toni di Skan che iniziano ad alzarsi
diventando sempre più irritati non ricevendo le mie
risposte.
“non
ho voglia di nuotare
oggi. Scusami.” Abbassò la testa sulle ginocchia
nascondendomi, ho il terrore
che con una sola occhiata possa leggermi dentro.
“se
non me ne vuoi parlare
non te lo chiederò.”
Non riesco a
guardarlo in
viso perciò butto fuori quello che devo dire nascosta come
una vigliacca. “Skan
mi scrive delle lettere”
Silenzio.
Forse non ha
sentito perché
ho parlato troppo piano.
Dopo qualche
minuto arriva
però la sua risposta, non abbiamo più parlato di
lui da molto, molto tempo.
“e cosa vuole?”
Non riesco a
trattenermi, il
suo tono è talmente aspro che solo vedendo la sua
espressione dura riesco a
comprenderne il motivo.
“ultimamente
vuole soltanto
che gli risponda” il suo sguardo si fa interrogativo e allora
decido di proseguire
“non gli ho mai scritto.
È più di un
mese che continua a mandarmi lettere ogni giorno e credevo che si
sarebbe
stancato di farlo se non gli avessi risposto…ed invece
è sempre più seccato. Lo
percepisco da cosa mi dice.”
Abbassa le
mani nell’acqua togliendole
alla mia vista, i suoi muscoli contratti mi dicono che non è
così calmo come
vuole farsi vedere.
“sei
arrabbiato?” gli chiedo
dopo alcuni minuti di ennesimo silenzio.
“No, per
nulla” si volta dall’altra parte per
non mostrarmi la sua espressione, so che sta mentendo.
“dopotutto
io sono solo l’altro, non
ho nessuno diritto di
avanzare delle pretese.” È triste mentre lo dice.
“ma dovresti scrivergli.” Lo
guardo meravigliata dato che mi aspettavo mi dicesse il contrario.
“tu
dici?”
Aspetta
qualche istante poi
mi risponde deciso. “certo, se non lo facessi si
insospettirebbe, poi parlare
del più e del meno non costa nulla, no? Non gli devi mica
raccontare che ti
vedi con me tutti i giorni…” mi porge una mano ed
io a scanso di quanto avessi
in programma entro lentamente in acqua accanto a lui. Sento quasi che
devo
farlo visto quest’aria improvvisamente tesa che si
è creata nel giro di qualche
istante.
“ma
non sei…come dire, geloso?
Dopotutto è una cosa piuttosto
intima scriversi…” Aidan si siede sulla battigia
accanto a me, l’acqua ci
lambisce dolcemente fino alla vita, per oggi niente lezioni di nuoto.
“Beh,
considerando che sono
io che passo tutti i giorni con te,” si avvicina e mi
accarezza con le dita
bagnate le labbra disegnandone il contorno “e rubo tutti i
baci che dovrebbero
essere suoi,” sorrido a quella frase “qualche
piccola concessione gliela posso
pure fare…”
Mi bacia e rimaniamo
così per un po’. “a patto
che”
Lo interrompo
subito posando
un mano sulla sua guancia “non sei nella posizione di poter
dettare condizioni”
rido pensando a tutto quello che già sto facendo per stare
con lui.
“ah
– ah” scuote la testa
facendo cenno di no, mi imprigiona fra le sue braccia e mi trascina
verso il
largo, ancora non so nuotare così bene da avventurarmi in
zone dove non tocco,
ma il brivido del momento mi fa stringere di più a lui, sono
sicura che non mi farebbe
mai nulla di male.
“adesso,
posso dettare io le
condizioni” mi sorride con quel suo volto angelico.
“domani sarà un mese che ci
conosciamo. Voglio che passiamo tutta la giornata insieme. Niente
scuse”
In questo
periodo ho passato
meno tempo con Aidan perché molte volte dovevo sbrigare
delle cose per il
matrimonio o solo dare una mano nei campi, mi sento in colpa per averlo
trascurato e aver dimenticato addirittura che giorno fosse domani!
“va
bene” dico
semplicemente. Sul suo volto compare un’espressione stupita.
“ma
come? Non ribatti? Non
dici che hai qualcosa di importante da
dover fare a tutti i costi?”
Ignoro lui e
la sua
imitazione di me… “porto il pranzo, ok?”
Il mio tritone
diventa
serio.
“Dici
sul serio allora?”
sono quasi scioccata! Non mi credeva!
“certo
che dico sul serio!
Perciò guai a te se mi fai affogare oggi!”
Mi guarda
divertito e il suo
sguardo mi scioglie come solo lui sa fare. “nel caso non lo
sapessi, amore, sono un ottimo
nuotatore”
È
la prima volta che mi
chiama in quel modo e non posso fare a meno di arrossire e anche dopo
esserci
salutati, continuare a pensare al suo sguardo dolce e a quella parolina
che ha
scacciato tutte le mie angosce.
*
Cammino nel
bosco, percorro
la solita strada come ogni giorno, nel cestino ho portato qualche cosa
per il
pranzo visto che oggi è un giorno speciale per noi.
Trascorrerò tutta la
giornata con Aidan sperando che nessuno faccia troppe domande su dove
sono
andata, oggi è una specie di anniversario visto che
esattamente un mese fa ci
siamo conosciuti.
Il bosco
è più rumoroso
degli altri giorni, solitamente sono sempre attenta ai rumori nel caso
venissi
seguita da qualcuno ma temo ormai che gli animali si siano talmente
abituati
alla mia presenza in quelle parti che quasi si divertano a fare tutto
quel
baccano e spaventarmi. Un rumore di ramo spezzato mi fa voltare
terrorizzata,
poi un tenero batuffolo grigio un coniglietto piccolo e tenero,
saltella via da
un cespuglio e come sempre mi do della stupida per essermi preoccupata
per una
bestiolina innocente.
La mia radura
è bellissima
come sempre, il lago è maestoso e mi avvicino nel mio punto
preferito, un
albero e una roccia che delimita i margini del fiume sono veramente
vicinissimi, giusto lo spazio per un corpo seduto, ed è
lì che mi piace accoccolarmi
quando non ho voglia di fare il bagno, Aidan si appoggia sulla roccia
ed io
all’albero; quasi non sento la differenza tra noi due.
Mi siedo e
sistemo ad arte
il mio vestito sulle foglie dell’erba, oggi ne indosso uno
giallo e mentre mi
preparavo volevo essere particolarmente carina…
Aspetto
qualche istante,
quando mi siedo sotto l’albero è il segnale che
non entro in acqua e che la via
è libera quindi tra un po’ dovrebbe arrivare
Aidan…
Un ennesimo
rumore alle mie
spalle mi fa agghiacciare, passi.
“e
così è questo il tuo posto
segreto…” quella voce, anche a
distanza di settimane sarei ancora in grado di riconoscerla.
“Skan…!?!”
spero con tutta
me stessa che Aidan non si faccia vivo. Scatto in piedi ed il mio
vestito a
balze ondeggia a quel repentino vento che ho generato.
“beh
sorpresa” sussurra
avvicinandosi. Non è cambiato di una sola virgola, sempre
alto e abbronzato, i
capelli sono un po’ più lunghi
dell’ultima volta e gli occhi azzurri sempre
attenti e vigili.
“ma
come…? Perché…?” non
riesco a parlare, vorrei solo andarmene dal lago, se Skan vedesse Aidan
non ci
metterebbe molto a capire che le cose non sono esattamente come
sembrano.
Mi abbraccia e
lo sento
parlare da sopra i miei capelli. “mi mancavi
troppo.”
Si allontana
ed io rimango immobile
pietrificata a quelle sue manifestazioni d’affetto.
“non ti ho scritto perché
volevo farti una sorpresa, sono arrivato questa mattina presto e sono
subito
andato a casa tua a cercarti, ti ho vista uscire, bellissima
più di quanto
ricordassi e così ti ho seguita. Non volevo spaventarti,
perdonami.”
“si,
sono solo molto sorpresa.”
“già,
non ami le sorprese,
me ne ricordo bene.” Sorride prendendomi la mano.
“porti ancora il mio anello”
Beh, come
potrei
sbarazzarmene… “no, in realtà
l’avevo gettato via in fondo al lago…”
lo guardo
seria e lui scoppia a ridere, ovviamente non ci crede per ben due
motivi, 1,
non potrei mai farlo, non mi reputa capace; 2 non so tecnicamente
nuotare
quindi non avrei mai potuto recuperarlo.
“non
hai perso il tuo umorismo
vedo…”
“eh
già… torniamo a casa,
preparerò un bel pranzo per tutti, papà
sarà sicuramente contento di vederti.”
Il mio unico pensiero adesso è farlo andare via di
lì!
“in
realtà anche mio padre
avrebbe piacere di rivederti,” ah già, mi aveva
avvisato che sarebbe ritornato
con suo padre, Armes se non sbaglio...
“bene,
non vedo l’ora di
rivederlo anche io!” prendo il cestino e quasi lo spingo
verso il sentiero di
ritorno, ma Skan si ferma e mi prende per mano.
“Ayla,
perché non mi hai mai
risposto?” Mi guarda serio e i suoi occhi azzurri mi
trafiggono,
improvvisamente sento freddo.
“io…io
non sapevo cosa
scriverti.” Quasi mi stupisco della sincerità
della mia risposta.
Pare pensarci
un po’ su.
“sai, ho iniziato a preoccuparmi davvero, così ho
deciso di ritornare”
La colpa era
mia, non gli
avevo risposto e avevo combinato un gran casino! Avevo rovinato il nostro anniversario e la giornata non
può che andare peggio…
Mi volto un
attimo, alle sue
spalle vedo dei capelli biondi brillare sotto la luce del sole,
è solo un
istante prima che si allontanino verso le cascate, all’ombra
e più al riparo.
Aidan sussurra delle parole “vieni
stanotte” ed io annuisco debolmente, nei suoi occhi
vedo tanta tristezza,
l’uomo di cui non parliamo mai è venuto a
prendermi e mi sta portando via da
lui, ma la cosa che forse lo rattrista di più è
che non può lottare per me,
perché io non voglio che loro due lo facciano, per quanto mi
è possibile voglio
tenere separate queste due parti della mia vita.
“cosa
stai guardando?” Skan
si volta e Aidan scompare sott’acqua.
“nulla,
solo un riflesso
sull’acqua. Torniamo a casa.” tiro un sospiro di
sollievo e prendendolo sotto
braccio ritorno a casa con lui, questa notte sarà molto
difficile per me uscire
di casa, ma non mancherò all’appuntamento, te lo
prometto Aidan.
*
“Cara
Ayla, che piacere
rivederti!” Armes il padre di Skan mi saluta cordialmente,
quando rientriamo a
casa loro sono già tutti lì ad aspettarci. Anche
suo padre non è cambiato,
stessi capelli lunghi e striati di bianco abbronzatura di chi lavora
molte ore
sotto al sole e le stesse rughe da “comando” che ha
mio padre sotto gli occhi.
“buongiorno”
saluto tutti.
“ed
eccoli, non potevano che
essere insieme, questi due ragazzi sono proprio inseparabili”
Armes fa
l’occhiolino a mio padre.
“ancora
poco e sarete per
tutta la comunità la coppia perfetta da cui prendere
esempio” non lo ricordavo
così loquace e soprattutto così attento a tutto,
mi scruta come se dovesse
riportare la mia descrizione su qualche pergamena.
“la
prossima settimana
sarebbe perfetto” aggiunse mio padre. “la cerimonia
si potrebbe svolgere
proprio a casa dei novelli sposi, ormai è praticamente
terminata, poi potremmo
allestire un rinfresco…”
“la
prossima settimana??”
stringo le mani attorno al paniere per paura di lasciarlo cadere per
terra.
“Pensi
che sia troppo tardi
cara?” Skan mi rivolge un occhiata preoccupata.
“no…no.
Devo parlare con il
sarto per vedere il vestito… queste cose richiedono del
tempo…”
“ho
già fatto un salto io
questa mattina” continua papà,
“è tutto pronto, ti aspetta per l’ultima
prova”
Sono
scioccata, mi sento
tradita e pugnalata alle spalle davanti a tutti, vorrei correre tra le
braccia
di Aidan, tutte le persone in questa casa sono mie nemiche…
“ti
senti bene? Mi sembri
pallida” Skan mi sorregge mentre evidentemente stavo per
cadere per terra.
“non
è nulla, solo un
capogiro, vedrai che adesso starò meglio.” Mi
raddrizzo sulle mie gambe e mi
avvio verso la mia stanza, faccio cenno di voler stare un momento da
sola.
“ho
detto qualcosa che non va?”
Skan mi sussurra mentre arrivo davanti alla porta della mia stanza.
“credo
di aver preso troppo
sole oggi, mi distendo un momento e poi vedrai che
starò…meglio.”
“va
bene” mi risponde, ma
non sembra poi molto convinto… come dargli torto, credo di
avere una pessima
cera, quella notizia non ci voleva proprio.
*
Sono sola,
completamente
sola se non considero Aidan e il suo lago lontano anni luce dal mio
mondo, la
verità è che non so cosa fare, come poter
affrontare una cena con tutta la famiglia riunita
senza crollare in
lacrime e confessare tutto. I minuti passano e quando sento Skan
bussare alla
mia porta per assicurarsi che io stia bene capisco che è
giunto il momento che
io mi alzi e mi dia da fare.
La cena
è il momento che
temo di più, ho avuto modo di incontrare Armes solo due
volte, quando sono
salita sul carro assieme a tutta la famiglia e quando è
venuto a casa mia per
il pranzo dello stesso giorno, ricordo fosse abbastanza tranquillo e
silenzioso
ma evidentemente in questo periodo ha pensato ad un lista di domande da
farmi
durante questa fatidica riunione.
“allora
tutto pronto per il
matrimonio? Sei emozionata Ayla?”
“suppongo
di si…insomma chi
non lo sarebbe” rispondo come dovrebbe o potrebbe rispondere
una ragazza
normale del villaggio.
L’uomo
guarda mio padre e
sorride. “questa unione era ciò che ci voleva per
consolidare il nostro potere…
faremo grandi cose assieme”
“ma
non dimentichiamoci
anche di questi ragazzi, senza di loro niente di tutto questo avrebbe
mai
potuto venire alla luce” papà alza un bicchiere
per fare un brindisi,
eccezionalmente del vino è versato anche nel mio giusto per
l’occasione, “ad
Ayla e Skan!”
“Ad
Ayla e Skan” ripetono
tutti in coro tranne me.
Questa serata
è una delle
più lunghe della mia vita, non vedo l’ora di
sgattaiolare via per andare al
lago e parlare con Aidan ma Armes sembra non perdermi
d’occhio un’istante e
sospetto che mi guardi con circospezione quando non presto attenzione.
Impossibile che sospettasse qualcosa, non avevo fatto scoprire quella
faccenda
ad anima viva!
Mentre tutti
gli uomini sono
presi a raccontarsi storie sulla guerra mi alzo da tavola per
tornarmene in
camera mia.
“vado a dormire si
è fatto un po’ tardi per
me” Skan mi si avvicina mentre sto per andare via e mi attira
a sé baciandomi
sulla guancia.
“buonanotte”
mi dice
teneramente, mentre io colpevole come una ladra scappo via in camera.
Forse non
dovrei andare,
tutti sono così buoni con me mentre io sono
un’ingrata, cosa dovrei fare? E se
non andassi al lago? E se non vedessi mai più Aidan? Potrei
davvero essere
felice con Skan?
E mentre
questi pensieri mi
si affollano in testa ho già scavalcato la finestra di
camera mia, diretta
verso il mio solito rifugio. Il lago.
*
Prendo un
respiro profondo
mentre l’acqua gelida inizia ad abbracciare la mia pelle come
affamata, non
posso correre rischi, devo andare dietro la cascata ad aspettare Aidan
nel caso
non sia già arrivato, quando oggi Skan mi è
spuntato davanti credevo sarei
potuta morire d’infarto.
L’acqua
è fredda e cerco di
non bagnare i capelli che rimangono legati con delle forcine tutti
attorno alla
nuca, avevo dimenticato però la cascata che
irrimediabilmente bagna quel che io
avevo salvato dal gelo dell’acqua.
Quando entro
ho appena il
tempo di scostare il sale dagli occhi che Aidan è
lì davanti a me, chissà da
quanto aspettava…
“mi
dispiace! Mi hanno
tenuta sotto stretta sorveglianza e non riuscivo a venire via
prima” mi scuso
prendendo posto accanto a lui, la sua espressione è cerea,
scuro in volto dalla
rabbia spero non ce l’abbia con me per il ritardo.
“quello
che ho visto
stamattina, accanto a te… è lui Skan
vero?”
Lo disse con
tale freddezza
che quasi mi venne la pelle d’oca.
“Si
è lui. Non so come abbia
fatto a non sentirlo nella foresta, ti giuro che non volevo portarlo
qui!” mi
bruciano gli occhi, non so se sia colpa del sale o altro.
“oh
ne sono sicuro, ma vedi
c’è un problema…”
guardò dietro di me, attraverso la cascata.
“che
problema?” mi giro per
capire di cosa stia parlando.
“nulla,
lascia stare, te ne
parlerò dopo. Adesso devo chiederti una cosa davvero
importante”
“che
cosa?”
“Quanto
tieni a me, Ayla?”
come quella volta sono intrappolata, le sue mani non mi sfiorano ma il
suo
sguardo si è incatenato al mio.
“noi
ci frequentiamo già da
un po’” inzia serio. “voglio sapere se
è cambiato qualcosa tra te è lui. Voglio
sapere la tua scelta AYLA, non posso più aspettare, non
chiedermelo.”
“no,
non si può” gli faccio
eco io pensando al matrimonio tra tre giorni.
“tra
tre giorni mi devo
sposare” e quelle parole gli arrivano come degli schiaffi in
faccia.
“Capisco….
a quanto pare mi
sbagliavo” sento che gli costa molto ammetterlo, allontana il
viso dal mio
facendo ricadere le punte dei suoi capelli ormai asciutte sugli occhi.
Vederlo
così ferito, mi fa
star male.
Lo amo. Ne
sono certa.
Questo tritone presuntuoso, irriverente, inquieto ha fatto crollare
tutto
quello in cui ho sempre creduto. La vita adesso vacilla, se lo fermassi
adesso
che cosa ne sarebbe di me? Del mio orgoglio? Della mia
onestà?
L’unica
cosa che so è che se
lo lascerò andare non me lo perdonerò per tutta
la vita, l’unico uomo che ho
mai amato.
“Aidan”
pronunciare il suo
nome a voce alta mi provoca un brivido. Gli afferro il braccio,
è ancora
abbastanza vicino da poterlo fermare.
“mi
hai chiesto quanto tengo
a te… ”
Il suo sguardo
si solleva,
sta cercando di capire dove voglio arrivare.
“Skan
non è spavaldo o
presuntuoso nè arrogante, impulsivo e” lo vedo
irrigidirsi mentre elenco
seccatamente tutti i suoi difetti ma mi fermo, sto per dire la
verità, per
quanto mi sforzi… “semplicemente non è
te.”
Mi guarda
negli occhi, leggo
nel suo sguardo la confusione, non capisce cosa io voglia dire.
Il mio tono si
addolcisce,
mai avrei pensato di dirgli quelle cose, “per
questo”
Mi avvicino
cercando la sua
mano “non lo amo.”
Trovo la sua
mano nello
stesso istante in cui lui l’afferra e me la stringe, vedo in
lui di nuovo
quella luce che prima si era spenta.
Mi stringe a
se, sento il
suo petto caldo, il suo cuore battere forte come il mio, i miei capelli
mi
ricoprono la schiena ed io sento le sue mani stringermi i fianchi,
avevo giurato
a me stessa di non ammettere mai i miei sentimenti, non prima che
l’avesse
fatto lui ed invece mi ritrovo a perdere questa battaglia,
perché è proprio
quello che sto facendo, ma quando ho visto i suoi occhi incupirsi ho
capito che
tutto l’orgoglio del mondo non vale nulla in confronto al suo
amore e che
questa battaglia è necessario che io la perda.
“perciò…”
Sento le sue
dita
intrecciarsi nei miei capelli, mi volto per rimproverarlo ma quando mi
trovo
quegli occhi contro, le mie lamentele si spengono ancor prima di uscire
dalla
bocca.
“dillo”
mi soffia contro.
“ti
amo Aidan.” E questa è
la mia sconfitta.
“ti
amo anch’io, dal primo
momento il cui ho preso tra le mie braccia il tuo esile corpicino pieno
d’acqua” sorride ricordando quando stavo rischiando
di annegare se non fosse
stato per lui…
“ed
eccoti la mia proposta,
Ayla della terraferma.”
Mi sfiora la
bocca con
l’indice accarezzando le labbra.
“Vieni
via con me. Vivremo
insieme per sempre.”