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Autore: Growl    15/09/2016    3 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita di Fazioni
in una classe disastrata



Non accettare caramelle dagli sconosciuti, soprattutto se sono piene di droga



 
Salgo nell’autobus con Elisa e lei non può fare a meno di raccontare cosa ne pensa dei social network.
«Hai visto?! Instagram ha di nuovo cambiato skin! Adesso è bruttissima! Perché fanno così?»
Io veramente mi chiedo come mai, ad intervalli di uno o due anni, certi siti cambiano la loro impostazione grafica, ma non mi lamento perché sinceramente non controllo ogni angolo in cerca di differenze come gli ossessionati della settimana enigmistica.
E no, non sto criticando Ester, Ester fa eccezione! Lei è una di quei bravi ossessionati della settimana enigmistica.
«Ti vuoi fare un selfie con me?» mi chiede Elisa.
«No! Non sia mai. Preferisco non farmi conoscere da nessuno, in particolar modo con voi della classe!»
«Vabbè, allora la farò da sola.»
Elisa alza il suo telefono in alto e storce la sua faccia in maniera innaturale, poi scatta. Nota che la guardo in modo enigmatico.
«Hai avuto qualche problema ai muscoli del viso?» chiedo.
«No, è la mia “faccia da selfie”. Tutti ne abbiamo una. Una faccia reale e una faccia da selfie, come le maschere! Pirandello l’aveva predetto molto tempo fa.»
Uno, nessuno e centomila. Un telefono, nessuno che non ti conosce, centomila like. 
«Perché non potete farvi delle foto con la vostra faccia reale?»
«Ma scherzi! A me servono i like! E quelli vengono tramite i filtri e le facce da selfie!»
«Sarà…»
«…E adesso inseriamo gli hashtag! #AutobusTime #missionesegreta #OppioTiStroppio #BelenARoma… invia!»
«OppioTiStroppio? Non se ne accorgeranno quelli dell’Anarachia?»
«Tsk, loro non usano i social network! Dicono che la maria li connette al mondo.»
«E… Belen a Roma? Cosa c’entra?»
«Filippo, ma devo spiegarti tutto?!»
Forse capendo come funzionano i social network capirò come funziona il mondo e come mai questa classe è diventata così stramba… dopotutto la gente passa più tempo lì che nella vita reale ormai…
Elisa capisce che sono confuso e inizia a parlare senza che glielo chieda.
«BelenARoma è trending! Così la gente penserà che parli di Belen e vedrà il mio post! Sono o non sono un genio?»
«Che esperta… certo…»
«Certe cose le impari con il tempo… all’inizio non sapevo nemmeno la posizione giusta per i selfie, ma dopo due anni ho imparato l’angolo dell’inclinazione, il filtro giusto, la posizione del braccio, il-
«Va bene, va bene… ho capito… farsi selfie a quanto pare è molto difficile…»
«Non sai, è un arte! Dovremmo studiarla a scuola insieme a Picasso e Andy!»
Per il resto del viaggio io ed Elisa rimaniamo per lo più in silenzio, io ascolto qualche canzone mentre lei continua ad alternarsi tra Pinterest e Reddit. Non posso crederci, li conosce tutti? Scambiamo qualche opinione, ma nulla di che. Io mi devo preparare a ciò che vedrò e devo stare in pace con me stesso.
Dopo una ventina di minuti d’autobus mi fa segno di scendere e ci avviamo per la zona pedonale. Fortunatamente sono arrivato in questa città dopo Capodanno, quindi in sette giorni sono più o meno stato capace di conoscere le vie più note… in men che non si dica, però, io ed Elisa ci troviamo in un vicolo buio, e lei accende la torcia del suo telefono.
«Com’è che non c’è più luce? E’ già buio?»
«No, l’Anarchia ha scelto questo posto perché qui non li può scoprire nessuno.»
«Beh, bella scelta…»
«Fai attenzione ai piedi, meglio se non calpesti le siringhe usate.»
Vorrei lamentarmi ma basta, ho capito che è meglio se sorrido e annuisco.
«Tu come fai a sapere di questo posto?»
«Sono l’investigatrice della Fazione… e con l’Aiuto dell’Hacker dei Moderati sono riuscita a capire dove si nascondono quando non sono in classe!»
«Chi sarebbe l’Hacker?» chiedo.
«Alessandro, quello che ci ha provato con sei ragazze in quest’anno scolastico..?»
«Sei ragazze? Come ha fatto in quattro mesi?»
«Beh… diciamo che le ha convinte ad andarsene in poco tempo… ma meglio che non parli di questo quando ti è vicino, potrebbe offendersi…»
Provo a dire qualcosa ma Elisa spegne la torcia e mi zittisce.
Ci nascondiamo dietro una lampada che convenientemente ha la nostra forma.
«Ma com'è pos-» cerco di dire, ma Elisa mi zittisce ancora.
«Eccoli!» sussurra.
Inizialmente non vedo nulla, ma poi i miei occhi si abituano al buio. Che poi, recentemente ho scoperto che le carote non fanno veramente vedere meglio nell’oscurità! Ovviamente mia madre me lo diceva sempre per farmi mangiare quegli orrori che preparava, e io ci credevo. Maledetto me bambino, se potessi andare indietro nel tempo prenderei ogni mio piatto con le carote e lo darei ai gatti della vicina… Anzi, ora che ci penso se fossi capace di andare indietro probabilmente farei in modo di darmi in affido a chiunque tranne mia madre.
Nella penombra vedo cinque figure attorno a una lampadina a forma di gatto, e subito riconosco Pietro grazie ai suoi lunghissimi capelli. Chiaramente sono lui e il resto dell’Anarchia, perché trovo impossibile che delle persone capaci di ragionare si andrebbero a ficcare in un vicolo senza luce. La conferma arriva pochi secondi dopo, quando sento il leader parlare.
«Fedeli di Oppio, ora che abbiamo completato il rito d’iniziazione è il momento di recarci dentro la base e innalzare un altare in suo onore!»
«Tutto per il grande Oppio!» esclama Vinello, entrando in una porta con i suoi compagni.
…E’ vero, ancora non so il suo nome.
«Scusa, Elisa, ma mi chiedevo, qual è il vero nome di Vin-
«Non è il momento per queste curiosità! Dobbiamo infiltrarci e scoprire di più!»
«Ma cosa possiamo scoprire? Non penso ci sia altro da sapere, è chiaro che hanno così tante rotelle fuori posto che ormai non possono essere più riparati.»
«Ma non dobbiamo ripararli, stupidino! Dobbiamo incastrarli!»
«Sì, vabbè… dobbiamo seguirli, quindi?»
Elisa fa una smorfia e dopo sorride.
Ma riconosco quel sorriso. E’ il sorriso che faccio ogni volta a mia madre quando voglio allontanarmi il più possibile da lei senza che mi butti in mare dalla rabbia.
«Che cosa hai in mente?» le chiedo scandendo bene le sillabe.
«Non possiamo andare lì insieme, capiranno che li sto spiando!»
«Con tutto l’alcool che hanno in corpo?!... E poi perché io sì!»
«Ehm… probabilmente penseranno che vuoi unirti alla loro Fazione…»
«Ma mi hanno visto mentre sceglievo voi!»
«E dopo hanno bevuto quel… coso in quella bacinella..! Sicuramente avranno scordato cosa è successo!»
«…Ma ammesso ciò, mi stai mandando in un covo di pazzi! Ti rendi conto di ciò che dovrò sopportare? Chissà cosa c’è dentro quel posto!»
«Devi essere coraggioso, Filippo, per tutti noi!»
«Sicuramente non è adatto alla vita umana! Mi aspetto di trovare un mostro radioattivo là dentro!»
«Ma pensa, saresti il primo ad entrare nel covo dell’Anarchia! Che onore!»
«Anche se sarò il primo ad entrare chi ti assicura che sarò il primo ad uscire?!»
«Ehm… ti assicurerò una posizione alta nei ranghi della Teocrazia?»
«MA CHI SE NE FREGA DELLA TEOCRAZIA! MI STAI CONDANNANDO A MORTE!»
Giusto dopo la parola morte –ma guarda te- sento una voce provenire dalla lampa-gatto.
«C’è qualcuno? Fatti avanti!»
Cazzo, è Roberta. Ci ha sentiti.
«Buona fortuna!» mi sussurra Elisa.
«Che stai dic-
Ma prima che termini la frase, lei mi ha già spinto e sono completamente visibile. E’ la fine.
«Filippo..?»
«Sì… Roberta… purtroppo sono proprio io, Filippo…»
Lei si ferma per qualche secondo, osservandomi
«Ci sei venuto a trovare! Sono così contenta!»
«Anche io…» dico roteando gli occhi.
«Scommetto che vuoi scegliere noi come tua Fazione, vero?»
«Sono venuto per… vedere come passate le giornate… ecco…»
«Allora entra, entra nella nostra base, sarà bellissimo!»
Senza che io possa contraddire, Roberta apre la porta e mi spinge dentro all’edificio, chiudendo la porta. Cerco di sospirare, ma l’aria è irrespirabile.
…Dove cazzo mi trovo?

 
Ecco i personaggi dell'Unione!
(in questo caso non ho fatto gli sprite, ma penso che li farò prima o poi. Comunque tutti i personaggi adotteranno questo stile e li posterò nelle prossime puntate)





Martino Fini, Alessandro Bruno, Matteo Farro, Giulio Penna, Antonio Giri



 
   
 
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