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Autore: Zagras94    16/09/2016    1 recensioni
L’incontro tra un grande maestro e un promettente allievo.
La storia di un vecchio e di una spia.
Il racconto di un largo cappello e di un piccolo stregone.
E ciò che li ha portati a conoscersi.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1 : UN INCONTRO INASPETTATO.
 
 
 
 
Regnava il silenzio, limpido come il cristallo, nelle sale e nei corridoi grigio-marmo e lignei della Scuola del Drago di Vinheim, una muta quiete assai conosciuta ed incoraggiata da tutti i maestri e dalla maggior parte degli allievi che lì apprendevano le antiche e rinomate, a livello mondiale, “Arti dell’anima”: la stregoneria.
D’altronde, la Scuola stessa, istituzione millenaria fin dai tempi dell’alba dell’Era del fuoco, era stata edificata proprio in vista del garantire, a chiunque volesse (e ne fosse in grado) studiare le vetuste e consunte pergamene di incantesimi ed incantamenti, una pace così pura, che si sarebbe potuto udire un bisbiglio da un capo all’altro di un’ala della struttura (e coloro che praticavano le magie di supporto sonoro, questo, lo sapevano molto bene).
E dire che per chiunque avesse guardato l’imponente complesso dall’esterno, magari dalla cima d’uno dei tanti colli in mezzo a cui Vinheim sembrava essersi insediata come una chioccia sulle uova, la visione sarebbe stata ben più promettente di attività: avrebbe scorto subito l’ala sud-ovest, dai cui comignoli si innalzavano quotidianamente nubi di fumo dalle tinte azzurrine, causati dalle intense forge magiche manovrate da chi aveva deciso di dedicarsi alla Forgiatura Arcana, e quindi a studiare come infondere con la magia armi, scudi ed armature d’ogni sorta tramite la segreta e fine arte di battitura sui tizzoni incantati, realizzati con l’avorio, il marmo bianco o legno pregiato di frassino; immediatamente a fianco, nell’ala ovest, avrebbe notato la massiccia e ben più “militaresca” Caserma, ove guerrieri e cavalieri provenienti da ogni angolo del mondo conosciuto venivano ad apprendere e mettere in seria pratica la curiosa arte della Scherma magica, ossia il convogliare le energie arcane per potenziare le loro già elevate capacità belliche, divenendo col tempo un famoso gruppo di spadaccini sia elogiato per le continue e numerose evoluzioni e scoperte magiche, sia deriso dai cosiddetti maghi “puristi”, i quali credevano che la stregoneria dovesse riguardare solo ed esclusivamente il lancio di incantesimi e la magia fine a se stessa (superfluo aggiungere che questa fosse la fazione più xenofoba ed isolazionista); guardando ad est, invece, avrebbe visto la cupa e alta Torre dei Silenti, uno spoglio e malinconico chiodo di pietra vulcanica dove stregoni di ogni provenienza sociale imparavano, sovente nella segretezza e nell’anonimato, le subdole stregonerie basate sul suono, come l’azzerare il rumore dei loro movimenti o l’ampliare la loro ricezione di quelli altrui, come il falsificare la propria voce per ingannare il prossimo o il produrre suoni vari per attirare potenziali vittime in trappola; e si sarebbe anche ricordato delle sinistre voci in giro, secondo cui proprio in quella Torre venisse addestrato un ordine di spie ed assassini magici, pronti ad eseguire missioni su commissione per chiunque avesse il borsello abbastanza gonfio da poter assumere i loro costosi servigi; poi, spostando finalmente lo sguardo verso nord, avrebbe ammirato la lucente di vetro e bronzo dorato Casa della Ricerca, il dipartimento della Scuola dedito alla ricerca archeologica e allo studio delle forme di magia più antiche, quali le perdute magie dorate di Oolacile (le pochissime pervenute), e le ancor più rare tracce del lavoro del padre stesso dell’Arte dell’anima, Seath il Senzascaglie.
Ed era proprio attraverso uno dei vari corridoi, ampliamente illuminati e colleganti questa sezione al resto del complesso, che il silenzio tipico di Vinheim veniva rotto dal suono soffuso di quattro piedi su di un tappeto ricamato.
<< Non mi sono mai capacitato di quanto sia illogicamente lungo questo collegamento. Fa perdere inutilmente tempo prezioso. E quando la Casa compie una nuova scoperta, bisognerebbe consentire ai maestri di accorrere il più celermente possibile! >>.
<< Devo dissentire, mio esimio collega Corax. Questo passaggio dalle dimensioni, come dice lei, “illogiche”, consente a chi lo percorre di avere tempo per riflettere sui suoi pensieri, cosa affatto irrilevante nella carriera di un mago. Oltre a permettere di deliziarsi del paesaggio esterno, s’intende. >>.
L’individuo che rispondeva al nome di Corax di Carim fece un verso insolito, tra l’annoiato e lo stizzito: costui era un uomo sulla settantina, alto, dalla corporatura segaligna e la pelle rugosa come l’increspatura delle onde marine; la sua testa, secca e piccola sproporzionatamente al resto del corpo, era totalmente glabra, non presentando la benché minima traccia di peli né sul cranio né dove normalmente ci sarebbero dovute essere le ciglia e le sopracciglia; il suo naso, aquilino all’inverosimile, si arricciò insieme alle labbra sottili come lame in un ghigno di sufficienza, mentre voltava lo sguardo blu ghiaccio verso il suo interlocutore alle sue spalle.
Il quale, tenendo le braccia intrecciate all’indietro, nascoste dal mantello verde scuro e dalla veste color giallo e mogano usurata dal tempo, gli sorrise furbescamente da sotto i suoi baffi e la folta barba bianca; o almeno, tentò di farlo, ma come al solito il suo cappello dall’enorme falda gli copriva completamente il volto, impedendo al suo collega di cogliere il luccichio divertito nei suoi occhi e vedendo solo ciò che chiunque vedeva sempre: un grande cappello a punta.
<< Maestro Logan, la prego di serbare il suo sarcasmo da cattedra per i pochi allievi al suo seguito: quando due veri stregoni si parlano, non- >>
<< “Non scadono nella facezia e prosperano nella serietà.” Conosco oramai a memoria i cento motti del suo circolo di “puristi”, caro Corax, e lei dovrebbe saperlo. >>.
Lo stregone secco emise un alto sospiro di rassegnazione, mentre con un semplice incantesimo spalancava l’imponente portone di legno e bronzo che faceva da ingresso per la Casa della Ricerca: oltre di esso si aprì una vasta sala piena di scaffali di tomi antichi e nuovi, cosparsa in ogni dove da svariati tavoli da lavoro, su cui si affaccendavano nei più diversi compiti una massa di persone dall’età mista, dal più giovane e sbarbatello di un mago al più anziano ed esperto maestro.
Scendendo i pochi gradini verso il pavimento inferiore, Corax continuò imperterrito a parlare. << Comunque sia, il motivo per cui siamo qui entrambi è decisamente serio. Orsù, mi segua fino al tavolo B4. >>.
Zigzagando tra una maga intenta a trasportare fra le braccia ben dieci libri mastri di “Compendi di storia dei regni umani, dall’Accensione ad oggi” e pesanti ciascuno qualche chilo (Logan le castò sopra, di nascosto, un incantesimo di alleggerimento per pietà) e un fabbro magico intento ad analizzare con un complesso macchinario uno strano medaglione d’argento (su cui Logan individuò ad occhio la bellezza di tre maledizioni), arrivarono finalmente alla loro meta: un lungo tavolo di legno scolpito con le gambe a guisa di drago e sopra cui appoggiava, srotolata, una missiva di carta-pergamena dai caratteri eleganti e riportante un sigillo di un falchetto che reggeva nel becco un catalizzatore d’incantesimi. Il sigillo della Torre-succursale sui Monti Gelati.
Un’inserviente lì vicino, una ragazza sui vent’anni dai capelli ramati, si voltò a salutarli, evidentemente attendendo il loro arrivo da un po’.
<< Oh, Maestro Corax, Maestro Logan, ben arrivati! Sono Helen, maga apprendista di Maestro Dalamos e responsabile dell’archivio. Vi attendevo per coadiuvarvi nello studio dell’interessante messag- >>.
<< Sì, sì, sì, abbiamo capito, che diamine! Piantala coi convenevoli e veniamo al sodo della questione, giovanotta! >> replicò spazientito l’uomo di Carim, interrompendo la presentazione della ragazza con appena un gesto della mano e senza nemmeno degnarla di un secondo sguardo.
La giovane, abbastanza mortificata, annuì, mostrando con una certa titubanza il documento sul banco. << E’ arrivata stamattina presto, appena prima dell’alba, tramite un corvo messaggero. Viene dalla Succursale Nord: dicono che abbiano rinvenuto degli importanti testi antichi su pelli conciate, riguardanti… >>.
<< LE STREGONERIE DEL GHIACCIO DEL POPOLO NOMADE DEI MONTI??? Ah!! Ahahah!! Ma è fantastico!! >> proruppe all’improvviso Logan, facendo sobbalzare la poveretta dallo spavento e venire alla mente di Corax almeno venti nuove imprecazioni. Grancappello, il quale evidentemente era già riuscito a leggere l’intero foglio, si chinò a raccoglierlo per rileggere tutto il testo di nuovo, onde essere sicuro di ciò che aveva capito. I suoi occhi brillavano come se non avessero mai avuto età. << Da secoli si cercano tracce di quell’antica tecnica posseduta dalle tribù Axar, capaci di repellere ogni forma di calore e di generare incantesimi freddi… E ora ci sono, qui, a portata di conoscenza! Ah, lode a Seath, che buon tempo per essere ancora vivi!! >> disse entusiasta, rivolgendo poi un caldo sorriso d’incoraggiamento alla ragazza, la quale riuscì a vederlo in grazia della sua bassa statura ed arrossì compiaciuta.
Corax di Carim tossicchiò rauco, riportando l’attenzione a sé. << Presumo sia implicito supporre che la missiva dica anche di recarsi in loco il più presto possibile, giusto? >>, disse con praticità verso la giovane Helen, la quale dovette riprendersi un attimo dal timore di quelle iridi glaciali prima di rispondere. << Sì, esatto: la lettera dice chiaramente che è richiesta la presenza di un maestro delle arti magiche direttamente sul posto, al fine di analizzare i ritrovamenti con una maggiore perizia tecnica e conoscitiva. >>.
Lo stregone quindi si voltò verso il collega, il quale aveva appena rimesso a posto il messaggio e pareva un arzillo ragazzino eccitato per la sua prima escursione, da quanto si muoveva; nonostante non ne vedesse il volto, intuì la sua espressione di supplica quando parlò. << La prego di perdonare la mia avidità, collega Corax, ma le chiedo di consentire a me l’onore di partire verso il sito archeologico! Quando vi è una nuova scoperta nel mondo della magia, non resisto al desiderio di essere lì a vedere tutto coi miei occhi… >>.
Inaspettatamente a quanto si sarebbe potuto prevedere, lo stregone secco scolpì sulla propria faccia un leggero sorriso di cartapesta, dai tratti divertiti. << Oh, conosco molto bene, ormai, la vostra sete inestinguibile di sapere, Maestro Logan, e avevo previsto un evento del genere. D’accordo… se smaniate così tanto di recarvi ad studiare quei pezzi di cuoio incisi vecchi di secoli, fate pure: io mi concentrerò su obiettivi più importanti. >>.
<< Magnifico!! Col vostro permesso, signore e signorina, vado subito a fare le valigie per- >> iniziò a dire Grancappello, dando già le spalle ai due per dirigersi a passo spedito verso l’uscita.
<< TUTTAVIA! >>. La marcata avversativa pronunciata da Corax immobilizzò il vecchio sul posto, con ancora un piede sollevato; la genuina gioia che c’era prima sul volto barbuto di Logan cedette il passo allo stordimento, quindi alla rassegnata esasperazione. << Col vostro permesso, signore, desidererei avere un mio personale resoconto delle scoperte che troverete là, sulle rocce innevate, pertanto mi sono preso la libertà di affidarvi uno scolaro come compagno di viaggio. >>. E, detto questo, batté veloce due volte le mani.
Da dietro una delle grandi librerie che circondavano e dividevano le varie sezioni della Casa della Ricerca spuntò fuori, con passo incerto e timoroso, un giovane mago di ventisette anni, vestito con la normale divisa scura dai bordi argentei degli apprendisti, e con in testa il tipico cappello piatto di Vinheim, il quale copriva appena i lunghi capelli neri che gli arrivavano alla base del collo, divisi da una riga in mezzo; il volto, dotato di un gran mento squadrato, era sormontato da una larga fronte espressiva, che in quel momento era tesa in una manifestazione di leggero disagio, mentre due occhi color cioccolato erano separati da un naso dallo spesso setto, circondato a sua volta da lunghe guance appena scavate e da una bocca semplice ed equilibrata. La quale fece un piccolo sorriso d’incoraggiamento, mentre il ragazzo avanzava a passi brevi fin davanti a Logan, al cospetto di cui si inchinò maldestramente colla schiena e la mano destra guantata sul cuore.
Infine, con voce titubante, disse: << L-Lieto di incontrarvi, Maestro Logan. Mi chiamo Griggs. >>
   
 
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