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Autore: Alessia Krum    17/09/2016    1 recensioni
Acquamarina aveva continuato a vedere immagini, immagini brutte e spaventose, che non avrebbe mai voluto vedere. Acqua poteva pensare e vedere quelle figure, ma non stava né dormendo, né era svenuta, non era sveglia e non poteva svegliarsi. Voleva vedere e capire che cosa stava succedendo. Vide un villaggio, un piccolo villaggio sormontato da un castello. Il paesino sembrava tranquillo, ma fuori dalle mura si stava svolgendo una feroce battaglia. Persone con la pelle blu e le pinne combattevano con tutto quello che avevano e una grande speranza contro eserciti interi di mostri viscidi, squamosi e rivestiti da armature pesanti che mandavano bagliori sinistri. La battaglia infuriava. Per ogni mostro abbattuto, morivano almeno due uomini. Poi Acqua vide un uomo, protetto da un cerchio di mostri, che sembravano i più potenti e i più grossi. Quell’uomo aveva un qualcosa di sinistro e malvagio. Indossava un pesante mantello nero e continuava a dare ordini e a lanciare fiamme ovunque.- Avanti, Cavalieri, sopprimete Atlantis e l’oceano intero sarà mio! –
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21
Cora la Terrestre
 
Passò una intera settimana, e poi un'altra ancora, ma da Atlantis pochissimi miglioramenti. Max andava a trovare Acqua e Corallina, ribattezzata Cora, appena poteva, ma le sue visite si fecero progressivamente sempre più rare. Le ragazze comunque non lo biasimavano per questo, anzi capivano perfettamente. Il tempo sembrava dilatato, le lancette dell'orologio giravano talmente lente che una giornata non finiva più. Acqua avrebbe veramente voluto far conoscere bene a "Cora" il suo mondo, e impazziva dalla voglia di portarla al lago dove andava sempre con Max, tuttavia il suo umore non era dei migliori, e quello di Corallina men che meno. Così passavano il tempo chiacchierando di cose inutili, come i vari pettegolezzi di scuola e aneddoti della loro infanzia, tranquille e rilassate in modo che chiunque, ascoltandole, non avrebbe potuto sospettare nulla. Ma in realtà i loro animi erano molto più agitati. Corallina raccontò ad Acqua che faceva fatica a dormire la notte, un po' per quello che avevano chiamato fuso orario tra i due mondi, un po' per la tensione e un po' per i sogni terribili che faceva.
- Sto cominciando ad avere degli incubi di notte...- aveva infatti raccontato ad Acqua tre giorni prima.
- Raccontameli. - disse Acqua sedendosi vicino alla cugina.
-  Allora, hai presente quell'incantesimo che ti ha colpito due mesi fa?- dopo aver ricevuto conferma da Acqua, Corallina proseguì - Beh, due anni fa anche Max se lo è beccato, solo dieci volte più forte, e in pieno petto. - Acqua rabbrividì pensando al dolore che doveva aver provato - Stava per morire, cugina, ti rendi conto? Sentivo le sue urla di notte e anche di giorno. E credimi, è una cosa molto rara sentire Max urlare. La mamma mi ha raccontato che per farlo stare calmo ha dovuto legargli le braccia e le gambe al letto. Io non ho avuto il coraggio di andarlo a vedere per tre settimane, e quando sono andata era ancora in preda al dolore... Per fortuna che la mamma lo ha trovato in tempo quando gli hanno scagliato l'incantesimo ed è riuscita a curarlo... Beh, fin qui è filato tutto bene, o almeno al meglio possibile. Invece stanotte ho sognato che lui era... Beh, era... era morto! So che potrebbe sembrarti una cosa banale. Insomma, è solo un sogno, però sembrava così reale che, ti giuro... mi sono spaventata moltissimo. -
 
***
Il giorno dopo andò nello stesso modo, con Corallina che raccontò alla cugina di aver visto morire Henri davanti ai suoi occhi e di non essere riuscita a fare niente per salvarlo. 
- Penso che il direttore dell'albergo sia cominciando a preoccuparsi: la sua stanza è poco lontana dalla mia e sono già due notti che urlo e mi agito nel sonno... - riferì. Così le due ragazze decisero che Corallina quel pomeriggio si sarebbe trasferita nella camera di Acqua. La contessa era al corrente della presenza di quella strana ragazza negli alloggi dei domestici, ma tenne il naso lontano dagli affari che non la riguardavano. Quelle che invece non riuscivano a farsi gli affari loro erano Janissa e Kate, che continuavano ad origliare e a seguirle. Acqua non poteva più svolgere le faccende con l'uso della magia, cosa che invece faceva sempre quando, per esempio, doveva lavare i pavimenti, e quindi ci impiegava sempre più tempo. Corallina le faceva sempre compagnia, ma il più delle volte stava zitta perché le due antipatiche sorelle erano sempre in agguato, con le orecchie tese. Due giorni dopo Corallina, sempre più stanca, si stese un attimo sul letto di Acqua e lì si addormentò. Essendo il giorno libero di Acqua, la ragazza prese uno dei libri che si era portata da Atlantis e lesse il titolo. “Storia della magia. Le origini e il dragone”. Non aveva mai finito di leggerlo... Inoltre tutti gli altri libri che aveva li sapeva ormai a memoria. Così si sedette su una sedia ai piedi del letto e iniziò a leggere.
 
***
- No. No!! -Acqua stava ancora leggendo il libro, quando Corallina iniziò a mugugnare nel sonno e a girarsi e rigirarsi nel letto. Acqua chiuse il libro tenendo il segno con le dita e si girò verso la cugina, chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare... In quel momento Corallina cacciò un urlo talmente forte che si decise a lasciar cadere il libro a terra e a tuffarsi sul letto per svegliare la cugina. Quando la prese per le spalle e cominciò a scuoterla stava ancora urlando.
- Coral… Cora! Cora, svegliati! - le gridò e la cugina si alzò all'improvviso, gli occhi sbarrati, il respiro corto e il viso imperlato di sudore.
- Noooo… - gemette, affondando il viso fra la mani - Ancora, nooo… non ce la faccio più, sono così stanca di questa situazione! - 
- Ti va di raccontarmi cosa hai visto? - le chiese Acqua, poggiandole la mano sulla spalla. Corallina rimaneva immobile, a gambe incrociate con le mani nei capelli e gli occhi stanchi.
- No, non ne ho voglia. - rispose lei, saltando giù dal letto e sistemandosi i vestiti spiegazzati  - Piuttosto, spero che Max si faccia vivo il più presto possibile, non posso più sopportare quest’ansia, devo sapere cosa succede là… Potrebbe anche essere che qualcuno che conosciamo sia… -  
- Non dirlo neanche! - strepitò Acqua, e corse ad abbracciarla. Le accarezzava leggermente i capelli, che profumavano di mare e la cugina, che aveva stretto i pugni attorno alla maglietta di Acqua, mormorò a bassa voce: -  Mi pizzicano gli occhi… - si sciolsero per un attimo dall’abbraccio e Acqua vide che agli angoli degli occhi si erano formate due piccole lacrime che brillavano d’azzurro.
- E’ normale, cugina: stai piangendo!  - 
***
 
Il giorno dopo, come se lo avessero chiamato, Max si presentò puntuale all’ora della posta. Quando Acquamarina lo vide percorrere il vialetto d’ingresso mollò la scopa e, insieme con la cugina, scorse a perdifiato fino a quando non finirono direttamente addosso a Max, rischiando di farlo cadere. Rimasero stretti l’uno all’altra per parecchio tempo e i loro tre cuori battevano così veloci che potevano essere scambiati per il battito delle ali di un uccellino di passaggio. Corsero tutti insieme verso la panchina più vicina senza fiatare, Corallina si sedette in braccio a Max come un cucciolo impaurito, lui la stringeva con tenerezza. Acqua notò che il ragazzo aveva l’aria veramente malconcia: in effetti sembrava uno zombie e aveva lividi, tagli e croste dappertutto. Particolarmente evidente era la cicatrice ancora non perfettamente rimarginata sullo zigomo destro, doveva aver preso un bel colpo…
- Ti prego, raccontaci qualcosa… coma vanno le cose là? - partì subito Corallina, in ansia.
- Beh, la battaglia vera e propria è finita oggi. Li abbiamo fatti fuori quasi tutti, la barriera ha retto e questo ci ha dato un grande vantaggio. I rifornimenti di Darcon sono finiti e lui ha bisogno di tempo per rigenerare completamente il suo esercito. Ora viene la parte più difficile; dobbiamo ricostruire tutto, montare la guardia sia di giorno che di notte, contare i morti e preparare i loro funerali e curare i feriti: sarà un periodo di inferno! Ma ora è più sicuro, non dovrebbero più tornare per un po’ di tempo.  - spiegò Max con estrema lentezza e voce stanca.
- I morti e i feriti? - chiese Acqua.
- Già: quanti sono e chi sono? - completò Corallina, i cui occhi luccicavano già di azzurro. Da quando aveva scoperto che poteva piangere, ne approfittava più spesso per sfogarsi.
- Un centinaio di feriti e un’ottantina di morti: molti di più della volta scorsa, ora capisci Acqua perché ti dicevo che erano pochi? Tra i morti nessuno che conoscete, tra i feriti invece molti giovani , tra cui anche vostri compagni di classe ed Henri, ci tenevo a dirtelo, Cora. -  nel sentire il nome dell’amico, Corallina scoppiò letteralmente in singhiozzi. Max le lasciò qualche minuto perché si calmasse e dopo un po’ lei gli chiese, balbettando, come stava. 
- E’ una ferita da taglio su un braccio, colpa di una spada. E’ abbastanza profonda, ma ti posso assicurare che non è nulla di preoccupante, l’ho già controllato io personalmente. - la ragazza allora chiuse gli occhi, fece un paio di respiri profondi e poi, finalmente rassicurata, sorrise. 
- Se volete tornare, vi dò il via libero già da domani. Il castello è già ricostruito grazie ai poteri di Olimpia, probabilmente vi annoierete molto, ma capisco che abbiate voglia di vedere tutti gli altri. Quindi, Cora la Terrestre, si sloggia!! - lei emise un piccolo ululato di contentezza, poi precisò che le era piaciuto stare sulla Terra e tutto il resto, ma avrebbe preferito farlo in un altro frangente. Poi cominciò a saltellare allegra verso l’alloggio dei domestici per iniziare a preparare le sue cose, visto che quella sera sarebbe tornata a casa. 
- Sicuro di stare bene? - chiese Acqua a Max. Entrambi cominciarono a seguire lentamente Corallina.
- Sì, sono solo stanco. Ce la siamo cavata anche se, sinceramente, è stata la battaglia più disastrosa che abbia mai visto! Però è andata bene. -  Acqua sembrava molto, molto scettica. 
- Sto bene, davvero! - la rassicurò lui - Solo che mi aspetta un periodo non facile, non so quanto dormirò. - 
- Se vuoi puoi fermarti qui a riposare, oggi. Tanto ora è notte, là. - Acqua tentò il colpo, ma evidentemente non fece centro.
- Devo cominciare già a curare alcune persone che sono messe veramente male. Non so quanto posso aspettare ancora. Un ragazzino rischia di perdere un braccio e io… mi sento abbastanza responsabile, ecco. Ora vi saluto poi vado, vi aspetto stamattina. - 
- Aspetta! Prima di andare spiegami come funzionano i poteri della zia, non ne avevamo mai parlato.  -
- Beh, diciamo così: riesce a scandagliare ogni più piccolo frammento di materia e trovare le particelle dello stesso tipo, poi le unisce tutte insieme formando l’oggetto iniziale. Un po’ come un puzzle microscopico… in realtà non so bene come funziona, ma lei me lo ha sempre spiegato così. -

***
 
Tutto era tornato alla normalità, o quasi. Una settimana e mezzo dopo, quasi tutti gli edifici erano stati ricostruiti grazie a Olimpia, anche se nei pressi di case disabitate si ergevano ancora cumuli di macerie. I funerali erano iniziati e non sarebbero terminati entro poco, perché il numero dei morti era salito a novantadue nel frattempo. La scuola era ripartita e i ragazzi erano più occupati che mai, il chiaro intento della signora De Orchis era impedire loro di andare in giro a scuriosare dando fastidio a chi lavorava. Henri era tornato qualche giorno dopo per via della ferita, le due cugine lo avevano riaccolto con grandissimo affetto e anche ammirazione quasi esagerata da parte di Corallina. Lei lo riteneva veramente coraggioso, dato che era riuscito ad immischiarsi nella battaglia senza farsi vedere dai genitori. Ogni tanto gli chiedeva:
- Ti fa male? - guardando il braccio bendato e lui rispondeva, imbarazzato:
- Un po’... - 
Corallina gli rivolgeva un sacco di attenzioni e Acqua notò anche l’affetto profondo con cui lo guardava. Sorprese anche Henri a lanciare alla cugina qualche imbarazzata occhiata affettuosa. Quando i loro sguardi si incrociavano, entrambi si giravano dall’altra parte facendo finta di niente, anche se in realtà avvampavano fino alle orecchie, diventando colore dei loro capelli. Acqua aveva rischiato molte volte di mettersi a ridere quando capitavano queste scene. Avrebbe potuto aspettarsi questa grande timidezza da “Pesce Pagliaccio”, ma da Corallina proprio no! Lei che era sempre impulsiva e agiva secondo l’istinto… ricordò che anche al loro primo incontro le si era subito buttata addosso e perciò stentava a credere che d’improvviso fosse diventata così timida. Gliel’aveva fatto notare a volte, ma lei negava tutto, anche la più remota possibilità che Henri le piacesse. Tuttavia, aveva cominciato ad invitarlo molto spesso al castello con la scusa dei compiti e, quando arrivava a casa da scuola, trangugiava in fretta il pranzo, per poi rifugiarsi in camera sua ed attendere con impazienza il suo arrivo. Ogni volta che gli chiedeva, con falsa disinvoltura, mentre tornavano a casa con i libri sottobraccio:
- Sei libero oggi pomeriggio? - e lui rispondeva di sì, sul volto di entrambi si dipingeva un sorriso che avrebbe potuto illuminare anche l’abisso più profondo. Il resto del tragitto lo percorrevano in silenzio attraverso le dense nubi rosse di sangue che ancora aleggiavano per le vie e, arrivati al punto dove di solito si salutavano, si abbracciavano con molto calore, ovviamente senza dimenticare Acqua, ma quando si stringevano solo loro due, sembrava che appartenessero ad un universo tutto loro… Poi, al pomeriggio, mentre Acqua dormicchiava nella sua stanza e loro “facevano i compiti insieme” chiacchieravano e ridevano con un volume di voce talmente alto che a volte Acqua li sentiva. E la camera di Corallina era dall’altra parte del castello.
Comunque Acqua era contenta per loro, li trovava molto carini insieme.
La cosa che invece non le andava giù era l’assenza di Celeste da scuola. Certo, era contenta di non vederla per un po’, e capiva che magari era rimasta ferita nella battaglia quindi aveva bisogno di riposo e di restare a casa, ma non era così. Celeste continuava ad andare in giro tranquilla, come se nulla fosse e per di più non aveva nessuna ferita! Quindi saltava la scuola di proposito e la signora De Orchis non diceva nulla, perché anche lei l’aveva vista in giro per le vie di Atlantis, con quel suo irritante ciuffo di capelli neri sugli occhi. Quando le parlava non poteva neanche fissarla in quegli occhi azzurro ghiaccio, per via di quel ciuffo antipatico… non la sopportava! Mentre pensava queste cose nella tranquilla calma del biblioteca, sentì dei passi affrettati e anche abbastanza rumorosi venire verso di lei e due voci eccitate che ridevano e chiacchieravano insieme e poco dopo Corallina ed Henri sbucarono nella corsia dove si trovava.
- Usciamo a fare un giro in giardino? - proruppe Corallina e senza aspettare una risposta, si tuffò giù dalle finestre per atterrare circa dieci piani più sotto, seguita da Henri e dalla cugina che si era fatta condizionare subito dalla sua allegria.
Max si arrabbierà con noi più tardi, ma ormai è fatta!, pensò. Il ragazzo aveva infatti raccomandato a tutti di non fare cose che potessero renderli visibili da lontano, e tuffarsi dalla torre più alta del castello di sicuro rientrava nella categoria.
   
 
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