Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Yuuki_Alison    18/09/2016    0 recensioni
Cosa succederebbe se per caso incontraste un angelo appena caduto dal cielo? E se costui è in fuga dall'armata celeste, avreste il coraggio di portarlo a casa con voi?
Un casino dopo l'altro s'intreccerà in un'atmosfera di amore, di intrighi e di sorprese inaspettate.
Nuovi incontri faranno sì che la vita dei protagonisti venga complicata notevolmente.
Dal testo:
"Un ragazzo dal viso gentile e dalla corporatura esile, giaceva sulla sabbia umida mentre le onde bagnavano quelle piume così candide e pure da emettere quasi luce. Tremante e sbiancata in volto, la ragazza si avvicinò e guardandolo meglio si accorse delle ferite presenti sul suo viso. Si chinò su di lui e, preoccupata, lo scosse leggermente con la mano."
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Strani incontri.
 


Il cielo uggioso mostrava le sue tante sfumature alle acque cristalline e argentee del mare. Quando anche gli ultimi turisti partivano per le loro città, il paese rimaneva con i suoi pochi abitanti. Le case in riva al mare, invece, sembravano abbandonate alla salsedine e all’inverno che ben presto sarebbe arrivato. Gli ultimi giorni erano stati molto piovosi e il cielo di metà settembre non prometteva nulla di buono. Eppure, non c’era niente di meglio che approfittare di quell’attimo di tregua per immergere i piedi nell’acqua tiepida del mare. Le minuscole onde  s’infrangevano sulla riva, solleticando dolcemente le caviglie e lasciando la sabbia umida al loro passaggio. Nell’aria regnava la tranquillità e la ragazza che stava osservando il mare, decise di rimanere ancora un po’ prima che iniziasse a piovere nuovamente . Puntò lo sguardo sulla spiaggia ormai deserta e accennò un sorriso nostalgico, ripensando ai bei momenti trascorsi con gli amici che riusciva a vedere solo in estate. La giovane, dal nome Ginevra, si sedette sulla spiaggia poco preoccupata della sabbia umida e lanciò dei sassolini in acqua; riusciva a fare solo tre salti. A un tratto però, la sua attenzione fu catturata da qualcos’altro. Sentì un tonfo provenire dall’altra parte della scogliera poco distante e si alzò di scatto; era come se qualcuno fosse caduto in acqua. Era veramente strano che qualcuno facesse il bagno a metà settembre e perciò decise di controllare. Si arrampicò sui grandi massi e mise una mano sulla fronte, cercando di individuare la causa di quel tonfo. Tra le acque non vi fu nulla se non le piccole onde che giungevano tranquille a destinazione. Appena voltò il viso verso la riva, sgranò gli occhi incredula e schiuse le labbra per lo stupore; non poteva credere veramente ai suoi occhi. Era impossibile!  Quello che all’inizio sembrava essere una macchia bianca, si schiuse e lasciò intravedere delle bellissime e imponenti ali bianche. Un ragazzo dal viso gentile e dalla corporatura esile, giaceva sulla sabbia umida mentre le onde bagnavano quelle piume così candide e pure da emettere quasi luce. Tremante e sbiancata in volto, la ragazza si avvicinò e guardandolo meglio si accorse delle ferite presenti sul suo viso. Si chinò su di lui e preoccupata lo scosse leggermente con la mano. L’angelo ebbe come uno spasmo e schiuse gli occhi lentamente; erano di un azzurro glaciale con sfumature bluastre e dorate all’interno. Il ragazzo si trascinò sulla spiaggia affinché le onde non lo bagnassero più e guardò fisso la ragazza senza pronunciare parola.

- S-stai… bene?- chiese la ragazza ancora preoccupata per il suo stato.

L’angelo annuì lievemente e guardò il cielo con le sopracciglia aggrottate, lo sguardo preoccupato. Sembrava attendere qualcosa e giudicando dal suo sguardo, non era nulla di promettente. La ragazza gli si avvicinò nuovamente e, volendosi accertare di non essere in un sogno, gli posò una mano sulla guancia. Lui voltò il viso e la guardò dispiaciuto.

- Scappa. Non puoi restare qui. Loro stanno venendo per me… - affermò il ragazzo con l’aria di chi non avesse più speranza. 

Lui sapeva bene cosa gli sarebbe accaduto, al contrario della ragazza che sembrò non aver capito molto. Ginevra inclinò la testa da un lato e inarcò le sopracciglia in uno sguardo molto confuso.

- Chi deve venire? – domandò l'umana prima di alzarsi di scatto.

Gli afferrò la mano e lo tirò finché l’angelo non si alzò. Lo guardò preoccupata mentre un forte vento si alzò. Le onde aumentarono di volume e ben presto ricominciò a piovere. Sembrava che dal cielo qualcuno fosse irato  e difatti, in poco tempo, la pioggia divenne scrosciante. L’angelo non rispose alla domanda della giovane ed entrambi si osservarono per dei secondi che parvero un’eternità.

- Da come fissi il cielo, sembra che qualcuno lassù ti voglia far del male.- Affermò la ragazza, scuotendo la testa incredula.
- Io… non posso permettere che succeda qualcosa a un angelo!– urlò subito dopo mentre la pioggia li stava completamente inzuppando.

Tenendolo stretto per mano, Ginevra iniziò a correre all’impazzata verso casa. Per sua fortuna era poco distante dal mare e in pochissimo tempo arrivarono. Entrarono velocemente e chiuse la porta a chiave; i suoi genitori non erano ancora tornati dal lavoro perciò poteva anche non nascondere il ragazzo. Poggiò una mano contro la porta e riprese fiato mentre l’angelo cadde in ginocchio sul pavimento e sorrise rassegnato.

- Hai fatto un grosso errore portandomi qui. - affermò mentre incrociò lo sguardo di Ginevra.

La ragazza scosse la testa e sospirò.

- Eri in difficoltà e volevo aiutarti. Voi angeli … non lo fate sempre?- domandò la giovane.

Il ragazzo accennò un sorriso e si alzò dal pavimento lasciando una pozza d’acqua. Ginevra lo condusse in camera sua e dopo aver preso un asciugamani, glielo posò in testa e gli massaggiò i capelli in modo tale da asciugarglieli; così fece anche con i suoi.

-Aspettami qui! Cerco un cambio d’abiti da poterti prestare. – annunciò la ragazza, intenzionata a prenderli dalla cabina armadio del padre. Prima di prendere il cambio asciutto, però, scelse dei vestiti per se stessa e si andò a cambiare. Subito dopo selezionò gli abiti per il ragazzo.

Scelse una camicia semplice e dei pantaloni altrettanto comuni. Quando rimise piede nella sua stanza però, vide che le ali dell’angelo non c’erano più così la ragazza chiese dove fossero.

- Non potrei cambiarmi i vestiti se non le nascondessi. – rispose il ragazzo.

La ragazza si accorse della domanda stupida che aveva appena fatto e rise. Subito dopo, lasciò solo il ragazzo in modo tale da farlo cambiare. Mentre il giovane era impegnato, Ginevra osservò il mare dalla finestra e posò una mano sul vetro. La pioggia scrosciante diveniva sempre più intensa e come se non bastasse, il forte vento rendeva la sua traiettoria imprevedibile. Era stupefacente come in poco tempo si potesse scatenare un temporale. Appena sentì la porta della camera aprirsi, vide uscire il ragazzo con indosso quei vestiti. Le scappò un sorriso e gli disse che stava davvero bene. L’angelo annuì  mentre teneva tra le braccia la sua vecchia divisa bianca. A un tratto, iniziò a sprigionare una luce accecante e con una spiacevole sorpresa per il ragazzo, la divisa divenne trasparente, sempre di più, finché in mano non rimase il nulla.

- E’ sparita?! – urlò la ragazza in preda all’incredulità.

- Sì … suppongo sia normale. – si sforzò di sorridere il povero ragazzo.

Sentiva il suo cuore far male a ogni battito e improvvisamente sentì come se le lacrime stessero per scendere senza controllo, però, riuscì a trattenerle. Non voleva farsi vedere in quello stato dalla ragazza che l’aveva salvato. Ginevra lo guardò con aria interrogativa mentre l’angelo avanzò di qualche passo verso la finestra. Posò lo sguardo sui nuvoloni neri e provò nostalgia per quella che una volta era la sua casa.

- Perché ti trovi sulla terra?- domandò la ragazza, rompendo il silenzio.

- Io non sono più un angelo. Sono stato cacciato dal paradiso … -rispose, guardando il riflesso della ragazza dal vetro, con sguardo basso.

Ginevra lo guardò sorpresa. Non era più un angelo? Allora perché brillava di quel bianco così candido e puro? Sembrava quasi impossibile crederci.

- Allora cosa cercano ancora da te?- domandò, sempre più curiosa.

- Loro cercano le mie ali. Nello scontro sono riuscito a fuggire sulla terra perciò non sono riusciti a strapparmele. Anche se, adesso Michael ha messo un’intera legione a darmi la caccia.- rispose con amarezza.

Michael? Aveva già sentito quel nome; si trattava del comandante delle truppe celesti.

- Cosa… hai fatto per esser stato cacciato dal paradiso?- chiese la ragazza, un po’ incerta se porre o no quella domanda. Magari avrebbe potuto ferirlo ancora di più.

L’angelo si voltò e sorrise tristemente.

- Il mio unico peccato, è stato amare una donna terrena… però non ho alcun rimpianto.- rispose mentre la sua espressione cambiò totalmente e lo sguardo divenne gelido.

All’improvviso, qualcuno interruppe il loro discorso, bussando alla porta. I due si guardarono negli occhi leggermente sorpresi. Chi poteva essere? 



Angolo autrice: Salve a tutti! Questa è la mia prima storia e sono davvero emozionatissima. Spero vi piaccia e vi prego di recensire così saprò cosa ne pensate. Voglio continuare questa storia perciò fatemi sapere se volete altri capitoli. Grazie mille! >.<
   
 
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