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Autore: Sana_jasm97    18/09/2016    2 recensioni
Salve a tutti, questa è una breve storia romantica sulla mia coppia preferita di questo anime, purtroppo poco conosciuto, ed è quella di Alice e Makoto. Spero vi possa piacere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Aikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’inizio di una storia

Era l'ora di cena all'accademia dei Machine Robo Rescue. I dodici cadetti si erano riuniti nella sala da pranzo, e tra urla e schiamazzi reclamavano la cena. Le tre ragazze stavano in disparte dai ragazzi caciaroni. Mentre Sayuri e Rin parlavano tra di loro, Alice era intenta a scrivere su un diario cercando di non farsi vedere dagli altri. Purtroppo non riuscì nel suo intento. Avvicinandosi da dietro, senza farsi notare, Taiyoh le sfilò il diario dalle mani. La ragazza si voltò furiosa.
"Taiyoh dammelo immediatamente!"
Il ragazzo scappò andando a nascondersi dietro i compagni incuriositi.
"Uuh ma cosa abbiamo qui, ‘25 marzo, Makoto fa l'insopportabile già di prima mattina..’"
"Taiyoh guai a te se continui a leggere una sola parola"
"Troglodita che non sei altro, ascolta Alice!" Urlò Rin, intervenuta in soccorso dell'amica. Ma Taiyoh non le ascoltava, si stava divertendo, soprattutto perché ora aveva l'attenzione dei suoi amici divertiti. L'unico a non divertirsi era Makoto, che si era sentito chiamare in causa.
"’12 aprile Makoto è un vero cretino lo odio con tutto il cuore…’ ’26 aprile oggi ho pianto per colpa di Makoto… perché mi fa stare così? Non si rende conto di quanto io lo ami?...’"
A quel punto Taiyoh tacque. Alice ne approfittò per prendergli il diario dalle mani, furibonda, le lacrime agli occhi. Tutti la stavano fissando, confusi. Solo una persona non la guardava. Ferita, lancio un'occhiata di fuoco a Taiyoh e scappò via dalla sala da pranzo.
Rin fece lunghe falcate verso Taiyoh, dandogli uno schiaffo così forte da farlo cadere a terra "Sei un deficiente!" Poi seguì di corsa l'amica.
Sayuri gli si avvicinò per farlo rialzare "Perché lo hai fatto?" Gli chiese, sospirando delusa.
"Io..era solo uno scherzo..non pensavo.. Non volevo fare nulla di grave.."
"Hai fatto un casino come al solito Taiyoh" intervenne una voce in quel momento. Era Makoto.
Si era alzato da tavola, lo sguardo fisso su Taiyoh. "Quando crescerai eh?" Poi uscì anche lui.
Makoto percorse i corridoi dell'Accademia. Cercava Alice. Forse lui sapeva cosa ci stava scritto su quel diario, non era stupido, ma non ne era certo. Doveva parlare con lei.
Passò davanti la camera delle ragazze, e gli parve di sentire un singhiozzo. Bussò. "Posso entrare?"
Silenzio. Poi sentì dei mormorii. Immaginava che le ragazze stessero decidendo sul da farsi.
Poi la porta venne aperta ed uscì Rin. "Makoto" iniziò chiudendosi la porta alle spalle "Alice ha detto che non vuole vederti. Né oggi né mai più. Che preferirebbe, cito testuali parole, gettare via tutti i suo trucchi, gli accessori e i vestiti di marca e indossare per tutta la vita un saio"
Makoto abbozzò un sorriso "È la solita attrice melodrammatica. Voglio solo parlarle, non sono arrabbiato con lei, voglio solo entrare. Ti prego" insistette vedendo il dubbio negli occhi dell'amica.
Rin lo guardava a braccia conserte "D'accordo entriamo" acconsentì sospirando, e aprì la porta.
Makoto entrò. Trovò la sua amica buttata sul letto a faccia in giù. "Vi lascio soli?" Mormorò Rin. Makoto annuì. Poi si avvicinò al letto. La porta si chiuse alle loro spalle.
"Non mi guardare" bofonchiò lei, la faccia premuta sul cuscino "Voglio morire qui, nel mio letto"
"Non credo sarebbe un bello spettacolo.." Disse lui sedendosi sul letto e voltandosi verso di lei "Ti immagini poi la puzza di putrefazione per tutta la scuola?"
Ipotizzò che il borbottio emesso dalla ragazza fosse un luogo dove gli augurava di andare. Sorrise.
"Dai, alzati da lì, voglio parlarti"
"No"
"Allora parlo io. So cosa hai scritto su quel diario. So cosa provi per me. E’ vero, a volte mi comporto male con te..."
Lei girò di poco la faccia verso di lui, un occhio socchiuso " Okok forse ti tratto male spesso" concesse lui "Ma non lo faccio con cattiveria, è che.." era un momento difficile quello, stava scegliendo con cura le parole "Quando sto vicino a te mi imbarazzo, vado nel pallone, e sai che non sopporto mostrarmi insicuro, perciò l'unico modo per non mostrare ciò che provo veramente è quello di nasconderlo.."
Alice si sollevò lentamente dal letto e si sedette, gli occhi fissi in quelli di lui "Che intendi dire?" Chiese passandosi la mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime come una bambina, gesto che scaldò il cuore a Makoto.
"Intendo dire che...bè… Che io…Tu…” il ragazzo iniziò a balbettare “Cavolo vedi che fai? È sempre colpa tua!" Makoto si era fatto improvvisamente rosso e aveva alzato la voce.
"Che ho fatto adesso? Perché mi rispondi male ?" Alice non ci stava capendo nulla.
Makoto si calmò e rimase a guardarla; poi l’attrasse a sé e la baciò. Alice spalancò gli occhi, le guance rosse e bagnate. Makoto l'aveva baciata. Una dolce sensazione la pervase; si rilassò e rispose al bacio. Tutto scomparve intorno a loro. Quando si staccarono Makoto si era fatto serio "Tu mi piaci, Alice, ma non volevo ammetterlo. Non volevo che gli altri se ne accorgessero, mi imbarazzavo, perché non sono bravo in queste cose. L'unico modo era dimostrare indifferenza. Ferirti era l’ultima cosa al mondo che avrei voluto fare, e per questo ti chiedo mille volte scusa"
Alice lo guardava, persa nei suoi occhi scuri. Tutto si aspettava tranne quelle parole, quelle che aveva sempre sognato di sentirsi dire, proprio da lui. Poi gli prese la mano.
"Ti perdono Makoto. Però solo se usciamo insieme un giorno"
Makoto arrossì di nuovo. "Intendi.. un appuntamento?"
"Un appuntamento" ripeté Alice, anche lei rossa.
"Ok. Si. Certo. Un appuntamento" balbettò lui imbarazzato "Facciamo..ehm domani?"
"Ehm..si perché no. Sisi. Ok. Perfetto"
I due si diressero rigidamente verso la porta, dopo aver perso la scioltezza dei loro movimenti.
"Bene allora ehm.. a domani"
"Si a domani"
Si guardarono, imbarazzati. Non sapendo come salutarsi si strinsero la mano frettolosamente.
Poi Makoto uscì, senza capire bene cosa fosse appena successo. Sapeva solo una cosa. Era uscito col cuore leggero, consapevole che domani sarebbe stata la giornata più bella della sua vita.

  
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