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Autore: jarmione    20/09/2016    2 recensioni
[David Hasselhoff]
Nonostante la sua pessima reputazione, c'è ancora qualcuno che va oltre, che non si ferma alla corazza.
Qualcuno che vuole essergli amico
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta basandomi su ciò che ho letto su Wikipedia e siti su di lui. 
Volevo descrivere il momento del risveglio dopo l'ennesimo ricovero di David Hasselhoff per alcolismo.
Spero vi piaccia.



L'odore nauseante di medicinali impregnò il naso, facendolo storcere, il suo corpo era pervaso da brividi di freddo nonostante sentisse la coperta fino al petto e il suo pigiama a maniche lunghe.
In bocca aveva l'orribile sapore di vomito secco.
L'ultima cosa che si ricordava era l'asfalto umido e freddo della strada, poi il nulla.
Aveva mal di testa e faticava a tenere gli occhi aperti, la luce gli dava fastidio, anche se si trattava di un abat-jour.
Quando riuscì a mettere a fuoco l'ambiente, si accorse di essere in ospedale.
Al primo momento non capì il perché, poi gli rivenne in mente l'asfalto e tutti quello che era successo prima.
Si ricordò che era partito da casa con una bottiglia di birra in mano, aveva camminato fino al pub più vicino e aveva continuato fino a che il padrone non lo aveva sbattuto fuori.
Ricordó di averlo minacciato di fargli chiudere il locale, perché non voleva più servire alcolici ad un cittadino vip che avrebbe pagato.
Aveva camminato per quasi un chilometro bevendo da una fiaschetta, portata da casa, un ottima grappa fatta in casa da un suo caro amico.
Poi si era ritrovato rannicchiato a rivedere tutto quello che aveva nello stomaco ed infine si era ritrovato per terra.
Sapeva che era tutto sbagliato e che avrebbe dovuto smettere, ma ogni volta che lo vedeva gli veniva una voglia matta di bere.
Era come se davanti a lui ci fosse una donna completamente nuda che non vedeva l'ora di essere presa e sbattuta a letto.
Come poteva resistere a quel melodioso richiamo? Non poteva, era più forte di lui.
Non gli era bastata l'umiliazione avuta grazie a sua figlia, che lo aveva ripreso ubriaco marcio che mangiava da terra un hamburger e delirava.
Lo aveva messo in rete, lo aveva dato ai giornalisti, voleva che quella figuraccia gli servisse di lezione a smettere.
Lui invece non aveva fatto altro che trattarla male ed insultarla per quello e tante volte si era pentito.
Poteva ancora sentirli nella sua testa, mentre ridevano di lui e lo insultavano.
Ricordava i pianti silenziosi della più piccola delle figlie, che cercava di aiutarlo e lui la respingeva.
Se le andava davvero a cercare.
Poco dopo sentì la porta aprirsi con un cigolio fastidioso.
Un infermiera entrò e si avvicinò al tavolino affianco al letto, posando un vassoio.
"Perché sono qui?" Chiese David biascicando.
Aprire la bocca anche solo per dire due parole gli faceva tornare la nausea e in effetti non mancava molto prima di rivedere nuovamente.
L'infermiera si girò e lo guardò "Ha quasi avuto un coma etilico, ma adesso è stabile" rispose e stranamente nella sua voce non risultava nessun accusa e nessuna minaccia.
Gli parava tranquilla.
Sicuramente lo faceva solo per via del fatto che deve curare ed essere amichevole con i pazienti, fuori chissà quante gliene dirà.
Una infermiera, una volta, gli aveva detto che non sarebbe più stato il suo mito e gli aveva sputato sui piedi.
Lei invece non diceva nulla.
"Il medico ha ordinato di farle bere l'anti acido, signor Hasselhoff" porse a David un bicchiere con del liquido trasparente che, David sapeva, aveva un sapore amaro e disgustoso.
"Non voglio quella schifezza, preferisco un caffè"
L'infermiera rise "Finché non si riprende bene, il caffè è l'ultima cosa che deve bere signor Hasselhoff"
"Non posso bere il caffè, mia figlia non vuole farmi bere nemmeno un bicchiere a pranzo e adesso pure l'anti acido, voglio morire"
"Non le conviene" mescoló bene la polvere della medicina "lascerebbe un intera carriera e un vuoto nei cuori dei suoi cari" glielo porse
"Ma chissene frega" trattenne il fiato e bevve tutto d'un sorso, facendo infine una faccia disgustata.
"Deduco che non le piace"
"Neanche un po', preferisco una donna, a che ora stacchi stasera?" Domandò scherzando, anche se ammise che quella donna era stupenda.
Avrà avuto si è no trent'anni e aveva uno chignon che raccoglieva i suoi, decisamente lunghi, capelli castani.
Due piccoli occhiali neri incorniciavano i suoi occhi verdi, facendola apparire quasi una ragazzina alle prime armi che in infermiera vera.
"Signor Hasselhoff!" Si finse offesa ma rise e si mostrò anche lusingata "ho il turno fino alle sette di domani"
"Caspita!" David battè un colpo sulla coperta "ed io che ero libero stasera"
"Non ci conosciamo nemmeno e già ci prova con me?"
 "Veramente tu conosci me, sono io che non conosco te, il tuo nome?"
Lei sospirò "Isabelle"
David fece l'innamorato "Oh...Isabelle, che magnifico nome"
Arrossì "Sicuramente lo dirà a chiunque"
Assolutamente e poi io..." Si fermò di colpo, fissando davanti a se.
Caló il silenzio.
"Signor Hasselhoff?" si preoccupò, poi realizzó "l'anti acido non fa effetto"
David si tolse la coperta e tentò di alzarsi.
Barcollava, così Isabelle lo sorresse e lo aiutò a raggiungere il bagno.
Fece fatica, si era appena svegliato dopo quasi dieci ore di sonno, la ragazza pensò che facesse un casino sul pavimento, dato due conati forti che aveva avuto.
Fece appena in tempo a ad aprire la porta del bagno e David si accasciò a terra con la testa dentro al water.
Isabelle ringrazió di non avere altre mansioni importanti da sbrigare, così poté assisterlo.
Lascio che si liberasse, poi si inginocchiò vicino a lui con una mano sulla schiena.
David si sentiva stupido e umiliato, anche se lei non apriva bocca e lo aiutava pronta ad intervenire.
Tutti gli altri sarebbero rimasti fuori a ridere e prenderlo in giro, oppure a fare gli schifati, mentre lui stava male a causa di se stesso.
Quando si calmò scaricó l'acqua e appoggió braccio e testa sull'asse.
"Sta bene signore?"
David fece un respiro profondo e soffocò un piccolo conato "Chiamami ancora signore e ti faccio licenziare" disse "David...chiamami David"
Lei annuì e si sforzò parecchio per mantenere uno stato professionale.
"Tua...figlia...ha portato le tue cose e...se vuoi qui c'è lo spazzolino e il dentifricio"
David annuì e si fece aiutare e si lavò i denti.
Fece capire che ci avrebbe messo un po' per altri suoi bisogni, così l'infermiera poté sbrigare alcune piccole faccende, tipo cambiare le flebo ad altri pazienti e mettere in ordine alcuni faldoni.
Quando tornò non era ancora uscito dal bagno.
"David?" Bussò "tutto bene?"
"Un attimo" si sentì lo scarico dell'acqua e infine la porta si aprì.
David aveva l'aria stanca e assonnata, l'anti acido non aveva fatto effetto e il suo corpo rigettava ogni tipo di aiuto.
Doveva aver bevuto parecchio per avere quella reazione.
Fece un passo ma ancora barcollava.
Isabelle, prontamente, lo sorresse e lo aiutò a tornare a letto.
"Ho freddo" il suo corpo in preda agli spasmi post vomito e al freddo, sembrava colto da convulsioni.
Lo coprì e si assicurò che avesse tutto.
"Adesso dormi, il tuo corpo deve riprendersi"
David tossì "Dimmi solo...che se mi rimetto...posso tornare a fare l'amore"
-Perché a me?- penso Isabelle "Decisamente, sarai più in forma di prima" gli sistemó il cuscino.
"Se hai bisogno schiacci questo pulsante ed io, o altri colleghi, interveniamo, va bene?"
"Se mi assicuri...di fare un giro...ogni tanto...non chiamo"
Isabelle annuì "Contaci, mi devi un autografo dopo tutto questo trambusto"
"Anche due...per te" sorrise
Isabelle rise, ubriaco o meno era troppo forte "Ci vediamo David" ed uscì chiudendo la porta.
David si sentiva male, non fisicamente, si stava comportando come un bambino.
In compenso aveva trovato una persona che non lo giudicava e faceva solo il suo dovere e che guardava oltre a ciò che lui era realmente.
Aveva trovato un amica, aveva trovato Isabelle.
  
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