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Autore: _Sherazade_    21/09/2016    5 recensioni
Il giorno tanto atteso è arrivato e l'Alto Passero, assieme a vecchi e nuovi nemici, attendono l'arrivo della Regina al Grande Tempio di Baelor per cominciare il processo.
Cersei però non intende muoversi da palazzo dato che non ha fatto nulla di male. Quel processo è una farsa, una cospirazione contro di lei e contro la sua famiglia.
Lo ha atteso per lungo tempo e, finalmente, è giunto per lei il momento di vendicarsi!
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“La storia partecipa al contest organizzato sul forum da onlyfanfiction ‘Not so Bad, Not so Mad’”
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La Leonessa Ruggì





L'ancella finì di sistemare il vestito della Regina, appuntando la catenina argentata da spalla a spalla.
Mancava poco ormai al tanto temuto, o atteso, momento del processo da parte dell'Alto Passero.
Lo sguardo della Regina sembrava stranamente tranquillo; anche se l'attendeva l'ennesima umiliazione, lei appariva la solita Cersei: la bella Regina dal cuore di ghiaccio.
Nei suoi quarant'anni di vita, ne aveva viste di cose, e aveva sopportato ingiustizie che in pochi conoscevano.
Agli occhi della gente lei era solo una moglie fedifraga, un'incestuosa, una puttana e una donna senza cuore... ma qualcuno si era mai fermato a sentire le sue di ragioni?
Qualcuno aveva mai provato a vedere cosa ci fosse sotto quella dura scorza che lei aveva dovuto costruirsi attorno per non cadere nel baratro?
La Regina congedò la ragazza, accomodandosi al tavolino vicino al davanzale. Si riempì il calice trasparente di buon vino, annusò quell'inconfondibile e dolce profumo e ne prese un gran sorso.
«Puoi bere quanto ti pare, ma non potrai mai cancellare le tue azioni. Lo sai, vero?» chiese una voce interrompendo quel momento di quiete. Cersei non si scompose nel sentirlo.
«Come se la cosa ti riguardasse ancora» rispose lei mandando giù un'altra sorsata.
La Regina guardò dritto di fronte a sé, osservando da lontano la città e il Grande Tempio di Baelor, pregustando impaziente il momento in cui tutti i suoi problemi sarebbero stati spazzati via.
«Una volta non eri così.»
«Io sono esattamente quella che dovevo essere. Se tu fossi stato migliore, io non avrei dovuto diventare ciò che sono oggi!» disse lei, alzando di un tono la voce. «Questo è un mondo crudele. È quasi impossibile sopravvivere, ma io sono ancora qui. Tu non puoi più dire lo stesso.»
«Puoi ancora fermarti... non è troppo tardi,» quella voce maschile stava cercando di metterla in guardia, ma Cersei non ne voleva sapere.
«Io sono Cersei Lannister, e quelle persone hanno un debito nei miei confronti... È giunto il momento per me di riscuotere.» La Regina si versò nuovamente del vino nel calice: aveva già finito di svuotare il bicchiere, e non era nemmeno il primo di quella mattinata.
«Non pensi a nostro figlio?» Cersei rise di fronte a quella sciocca domanda.
«Nostro figlio?! Suvvia, sapevo che eri uno stolto, un ingenuo, un grassone senza cervello... ma pensavo l'avessi capito.» Cersei schernì così il marito, deceduto da tempo. «Oh, Robert, speravo fossi un po' più sveglio. Non c'è da stupirsi se è stato così semplice liberarsi di te, e nemmeno se la tua dipartita non sia stata più di tanto sentita... se non da quegli sciocchi dei tuoi amici.» Robert non rispose a quelle sterili provocazioni. La moglie, si era dimostrata fredda e distaccata nei suoi riguardi sin dai primi anni della loro unione. «Il nostro matrimonio è stato un fallimento, tu non mi hai mai amata, non ci hai nemmeno provato...» disse lei con una nota di rammarico nella voce. «Per te non ero altro che un surrogato, un pezzo di ricambio per ciò che avevi perso. Ti ho odiato, Robert, ogni singolo giorno della nostra vita insieme. Non hai mai fatto nulla di buono per me, se non marcire con i vermi che banchettano con ciò che resta del tuo grasso.»
Quanti anni aveva dovuto sopportare la compagnia di quell'uomo un tempo ammirato? Quante volte aveva pianto per la solitudine in cui lei viveva? Non aveva accanto a sé nessuno che l'amasse, e per questo si era rifugiata fra le braccia del gemello, l'unico al mondo che l'avesse davvero amata e capita.
«Revoca l'ordine, risparmia le vite di quelle persone, e salverai l'ultimo dei tuoi figli ancora in vita.» Cersei rise e bevve ancora. La testa le girava, e per un attimo rivide il marito di fronte a sé.
«Non si può cambiare l'inevitabile. Io lo so.» camminò per la stanza, con il calice in una mano, e con la piccola anfora nell'altra.«Le previsioni di Maggy si sono avverate, mancano ancora pochi tasselli, e il mio destino sarà compiuto.» Per un attimo, la voce di Cersei vacillò, come se quell'amara realtà le si stesse stringendo al collo come un cappio.«Amo i miei figli, li ho amati tutti e ho fatto del mio meglio per proteggerli... Non posso però impedire che il loro destino si compia. Non è colpa mia.» si giustificò lei, volgendo lo sguardo in direzione delle stanze di Tommen.
«Forse puoi impedirgli di soffrire.» la voce di Robert era sparita, lasciando spazio a quella di una delle tante vittime della Regina. «Entrambi amiamo i nostri figli, e io so che il tuo amore per loro è sincero e potente... Salva tuo figlio.» La esortò lui, ma lei scosse la testa.
«Lui ha fatto le sue scelte... è troppo tardi per salvarlo. Io ho fatto quello che potevo. Amo mio figlio, ma non posso più fare nulla per lui. Devo adempiere al mio destino e fare ciò per cui sono venuta al mondo: governare su queste terre corrotte. Sarò migliore di tutti voi!» disse guardando negli occhi Ned Stark, poi di nuovo Robert Baratheon, ed infine l'uomo al quale si era sempre ispirata: suo padre Tywin.
«Nessuno di voi ha il diritto di giudicarmi, io sono migliore di voi, io sono più intelligente e non permetterò a nessuno di sbalzarmi via come invece è successo a voi. Nessuno di voi può capire le terribili umiliazioni a cui io son stata sottoposta.» Cersei ripensò all'Alto Passero, e a ciò che le aveva fatto.
Nessuno l'aveva salvata: si era liberata da sola da quelle pesanti catene a cui era stata legata.
Nessuno che si fosse seriamente opposto a ciò che le avevano inferto.
Nessuno che avesse provato a vendicarla.
Lei era sola al mondo, e solo lei poteva reggere il fardello di Approdo del Re.
«Io sarò la più grande Regina che questo Regno abbia mai avuto, e comincerò facendo ciò che Aerys non è stato in grado di fare: spazzerò via i miei nemici. Non rimarrà nemmeno la cenere di quelle formiche ingrate!» sputò lei, guardando di nuovo il Grande Tempio. «Nessuno oserà più schernire la Regina...» sussurrò prendendo un altro sorso, mentre la sua mente vacillava in preda agli effetti dell'alcool. Rivide davanti a sé Septa Unella, che la privò della sua bellissima criniera dorata e della sua dignità. Rivide lo sguardo dell'Alto Passero, soddisfatto, superbo, beffardo, in quella carica che lei stessa gli aveva concesso, un cane dei bassifondi che ha morso la mano che l'ha nutrito. Rivide lo sguardo di quei sudici paesani che la schernivano, di quelle bestie infami che la deridevano, la insultavano, la ricoprivano di escrementi.
Ridevano di lei, la Regina.
Scrollò di dosso quella visione tanto vivida quanto orribile.
«Nessuno.»
Gli spiriti e i ricordi svanirono, e la Regina alzò lo sguardo al cielo.
«È quasi ora» sussurrò.
«Nessuno oserà più contestarci.»
«Nessuno ci schernirà, offendendo il decoro della Regina.»
«Tutti avranno paura, e nessuno oserà più ribellarsi al nostro potere.»
All'improvviso, un grande boato si levò in cielo, come il verso di una bestia possente.
«Hear me Roar, Udite il mio ruggito, non è solo il motto della nostra casata, ma molto di più.»
Cersei sorrise soddisfatta: alte fiammate verdi si levarono là dove fino a pochi istanti prima si ergeva il Tempio di Baelor.
«Quando un Lannister parla, gli altri devono stare zitti. Quando un Lannister esige qualcosa, quel qualcosa deve essere fatto. Nessuno può permettersi di prendersi gioco di un Lannister; un Lannister è un leone, e i leoni non si contestano.»
Il Grande Tempio era crollato su se stesso, sollevando un grande polverone.
«Ce l'abbiamo fatta.» disse con calma serafica e con gran soddisfazione il riflesso di Cersei che le sorrideva dal calice.
«Sì, ce l'abbiamo fatta... » le rispose la Regina.
«... e questo è solo l'inizio!»
Le due Cersei si scambiarono uno sguardo d'intesa, consce che quello era il primo dei loro successi. Avrebbero dovuto affrontare ancora dei pericoli; sapevano anche che era solo questione di tempo prima che Tommen le lasciasse... ma tutto quello che avevano fatto era unicamente ai fini di un bene superiore.


Quella stessa sera, Cersei venne proclamata Regina, dando inizio al suo Regno. E lo aveva ottenuto versando il sangue di tutti quei nemici che l'avevano umiliata, schernita e provocata.
Aveva appreso della morte dell'amato figlio, ma non avrebbe versato altre lacrime. L'aveva già fatto, quando aveva realizzato l'incombenza di quell'inevitabile fine.
Quando Jamie arrivò, assistendo a quel momento così prezioso per lei, Cersei sentì come se una parte delle brutture a cui era stata sottoposta, fosse stata spazzata via.
Quando i loro sguardi si incrociarono, sentì la voce dell'altra lei incoraggiarla. Lei aveva raggiunto quella posizione anche per l'amato fratello.
Doveva essere orgogliosa, e lui l'avrebbe di certo amata ancora di più.
Il fratello la fissò con aria incredula, mentre un'ombra gli attraversò lo sguardo.
«Magari sarà difficile capire ora, ma poi comprenderà le nostre ragioni.» gli sussurrò l'altra Cersei.
«Lui capirà...» sussurrò la Regina.


Ancora non sapeva cosa si stesse muovendo da Essos, ma avvertiva già un cambiamento nell'aria, sentiva che c'era una grande minaccia in arrivo.
«Non importa cosa mi si parerà sul cammino. Io sono Cersei Lannister, e nessuno potrà contrastare il mio ruggito!».



 


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L'angolo di Shera♥

Salve a tutti ed eccoci con questo aggiornamento, non ci stavo neanche più pensando qualche giorno fa, e dopodomani avrò un'altra storia da postare. Questi contest mi hanno dato parecchi spunti, e son felice di avervi partecipato. Non so quando usciranno i risultati, ma spero di aver fatto un lavoro migliore de "Il tempo della Dea Sharbak" (sì è un altro contest della stessa Giudice).
Sapete che se posso evito le FF, proprio per via dell'OOC, avviso che ho utilizzato in questo caso. Credo di aver rispettato abbastanza il carattere della Regina, un personaggio che mi piace sempre di più, ma ho voluto fare un passo in più, narrando di quei momenti di silenzio durante l'attesa.
Mi son rivista più volte l'ultima puntata della sesta stagione, non solo perché mi è piaciuta moltissimo, ma, soprattutto, per cercare di fare del mio meglio con il capitolo.
Le musiche della serie mi hanno ispirata oltre ogni dire.
Nei comportamenti di Cersei avevo notato una vaga nota di follia, e io ho deciso di portarla all'esasperazione. So che lei non è così, ma ci ho voluto ricamare un po' sopra.
Spero che comunque possa piacervi questa mia visione.
Graxie per aver letto la mia storia, se vi piace o se volete farmi notare qualcosa, o anche scambiare opinioni, sarò ben lieta di ricevere i vostri messaggi/recensioni.
Alla prossima

Shera♥

 
  
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