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Autore: Lione94    21/09/2016    3 recensioni
Danases è un mondo fantastico popolato da Elfi, Draghi, Nani e altre creature magiche, sull'orlo del caos.
La protagonista della nostra storia è Elien, una semplice mezz'elfa che vive nella foresta di Elwyn nel profondo nord del paese. Sono dieci lunghi anni che si nasconde, ma non può sfuggire a ciò che è.
Quando i fantasmi del passato torneranno a farle visita e l'ombra della minaccia di una guerra distruttiva tra Elfi e Draghi si allungherà sul suo mondo allora sarà costretta a lasciare il suo nascondiglio e a intraprendere un lungo viaggio che la porterà a compiere il suo Destino...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. I giorni lontani



Era una notte dove la luna piena brillava al suo massimo splendore e le numerose stelle diffondevano luce argentea nel cielo infinito. La stella più splendente, però, quella notte non c’era, nascosta da una piccola nube grigia.
L’aria non si muoveva. Nemmeno un soffio di vento, quando un improvviso bagliore dorato scosse l’immobile aria fresca, facendola diventare umida e calda.
L’elfa camminava per il piccolo sentiero della foresta, accanto a una fata che volava sbattendo le ali dorate, rapidamente. L’elfa, a giudicare dal viso, doveva essere molto giovane e aveva la pelle rosea, i capelli dorati, lisci e lunghi, legati in una semplice coda di cavallo, e gli occhi azzurri che sembrava avessero perduto quasi tutta la loro luce. Indossava un lungo vestito azzurro con strani ricami dorati, bruciato in varie parti, e infine portava a tracolla, sulla spalla sinistra, una sacca nera con dentro qualcosa di speciale, invece tra le braccia teneva una piccola bambina di circa cinque anni dalla pelle rosea – come la madre – con le orecchie a punta, che dormiva tranquilla con la testa ciondolante, ignara di tutto quello che stava accadendo.
La fata, come tutte le fate, era piccola come il palmo di una mano e aveva una faccia senza età. Era fatta di luce dorata e portava un ampio vestitino. Gli occhi erano azzurri e dal taglio obliquo, aveva lunghi capelli di soffio di fata con, in mezzo, bellissimi fiori magici, raccolti chissà dove, e infine due piccole antennine sulla testa e due piccole ali che le spuntavano dalla schiena.
Avanzavano velocemente, con il vento che passava tra i loro capelli, e ascoltavano il dolce respiro della piccola che la giovane elfa teneva tra le braccia. Sembrava che sapessero esattamente dove fossero dirette, anche se, ogni passo, si guardavano furtivamente alle spalle.
Quando il sentiero si fermò bruscamente in un punto, ostacolato da un enorme salice dalle foglie fruscianti, le due figure si arrestarono e l’elfa esitò.
« Lo so che è doloroso, Raene, ma devi farlo » la blandì la fata con la sua voce dolce e musicale « È per il suo bene e per il bene di Danases ».
Allora l’elfa depose ai piedi del Salice la figlia, baciandola teneramente, sapendo che quella volta sarebbe stata l’ultima che l’avrebbe rivista, e posò anche la grande sacca nera; bussò piano al grande fusto dell’albero e poi si allontanò di alcuni passi insieme alla fata, quando, all’improvviso, si sentì un rumore di zoccoli e da dietro l’albero comparvero due centauri dall’aria regale.
Uno era un maschio, dall’aspetto apparentemente feroce, con il corpo di cavallo, dal pelo grigio; mentre l’altro era una femmina, dai lunghi capelli neri, come il suo corpo, e dagli occhi acuti e perspicaci.
L’elfa e il centauro più anziano si guardarono, e sembrarono scambiarsi un’occhiata d’intesa. 
« Prenditi cura di loro, Duril » disse l’elfa con la sua voce cristallina, che ricordava il canto di un usignolo. 
« Raene, cosa sta succedendo? » chiese Duril.
« Danases è nel caos… sta per scoppiare una guerra… Elvisier è scomparso, Klopius ha preso il suo posto e… loro ci stanno cercando ».
L’elfa cercò di trattenere le lacrime mentre il centauro femmina prese tra le braccia la piccola creatura, che tremava dal freddo, e poi si mise sul dorso la sacca nera. All’improvviso la piccola elfa sospirò tra le forti braccia del centauro che, a un improvviso fruscio, sussultò piano.

Raene distolse a fatica gli occhi pieni di lacrime dalla figlia, e si guardò alle spalle: due enormi figure venivano verso di lei.
« Stanno arrivando! » bisbigliò disperata la fata, e il suo sussurro parve un refolo d’aria.

Raene, a quel punto, alzò le braccia al cielo sussurrando qualcosa in una lingua sconosciuta, e lei e la fata scomparvero, lasciando scintille dorate e rossastre che si deposero delicatamente per terra, per poi sparire senza lasciare alcuna traccia.
I due centauri rimasero immobili, osservando due enormi figure che si muovevano tra i fitti alberi della foresta, sibilando parole senza significato.
« L’oscurità è calata su Danases, compagna Cadea » disse Duril, incamminandosi verso i recessi più profondi della foresta. Cadea seguì l’anziano centauro, guardando assorta la piccola elfa e pensando al momento in cui, crescendo, avrebbe dovuto sapere tutta la verità.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Sono molto emozionata di pubblicare questa storia perché, sebbene ne abbia postate già molte altre qui su efp, questa è la primissima che io abbia mai scritto. E' rimasta da parte per molto tempo perché ero piccolina quando l'ho scritta e dopo averla condivisa con i miei "amici" del tempo ed aver ricevuto dei pareri negativi sul fatto che fosse una stupida storia fantasy mi ero molto avvilita. Quindi l'ho messa da parte ma dopo tanto tempo ho deciso di darle una possibilità e di metterla sul sito.

Sono una vera appassionata di questo genere quindi vi avverto subito che molte cose della mia storia sono citazioni di diverse storie fantasy... spero di non urtare nessuno se troverete qualche elemento simile a una qualche vostra storia preferita.
Insomma questo era il prologo, spero vi abbia interessato e che siate decisi a seguirmi in questa nuova avventura! :)
Chiara





  
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