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Autore: Growl    21/09/2016    3 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vita di Fazioni
in una classe disastrata



Dalle stalle alle stelle (però in questo caso le stelle fanno ugualmente schifo)




Davanti a me si trova una coltre di nebbia… aspetta un attimo… non è nebbia! E’ fumo!
Dovevo aspettarmelo.
Non capisco dove mi trovo perché sono completamente circondato da esso e vedo a malapena cosa c’è davanti a me. Agito la mano per liberarmi la strada, ma non c’è modo di sbarazzarmi del fumo. Per non morire soffocato, devo tenere il respiro. So che è un controsenso, ma preferisco non respirare che ingerire tonnellate di fumo.
«Ragazzi!» urlo, cercando di non ispirare mentre pronuncio la parola. «Aiuto, per favore!»
Nessuna risposta.
Per una volta, devo ringraziare mia madre. E’ lei che mi ha insegnato a trattenere il respiro per lungo tempo, grazie alla sua cucina. Ovviamente non l’ha fatto volontariamente, perché lei non mi ha mai cercato di aiutare. Quando preparava la pasta, pretendeva che io la guardassi cosicché imparassi un giorno anche io ad essere bravo come lei.
Punto primo, lei non era brava, ma questo penso si sia già capito.
Punto secondo, quando cucinava, gli odori nella cucina non erano certo dei migliori, e quindi dovevo trattenere il fiato per sopravvivere… dopo otto anni di quella tortura sono diventato un esperto… peccato che comunque il massimo che riesco a sopportare è davvero poco.
«Pietro… Mario… Cosimo?... Qualcuno?»
Ancora una volta, nessuna risposta… nulla… saranno svenuti dopo un’ubriacatura, oppure si staranno godendo una visita al Dio Oppio.
Continuo a camminare attorniato dal bianco, e mi rendo conto che non riesco nemmeno a capire dove sto camminando. Appena dopo che faccio questa riflessione, poggio il piede su una superficie curva, e faccio il mio meglio per stabilizzarmi, ma inciampo e cado a terra con la faccia avanti… e purtroppo svengo.
Quando mi risveglio sono in una radura, circondato da alberi giganti.
«Ma che…»
Mi guardo intorno. A una ventina di passi da me si trova una casetta minuscola, a forma di pera, capace di ospitare al massimo una sola persona.
Non ho idea di cosa sia successo e provo a capire su cosa sono inciampato, ma prima che il mio cervello possa elaborare un pensiero, qualcuno mi urla in faccia.
«BROOOO!»
E’ Pietro.
«Pietro..? Dove siamo?»
«Nel regno di Oppio!»
«Pietro, ti ho chiesto dove siamo.»
«E io ti ho risposto, nel regno di Oppio, fratello! Finalmente ci siamo, anche tu veneri Oppio?»
«Non sia mai!»
«E allora perché sei nel regno di Oppio?»
«Non lo so! Roberta mi ha fatto entrare nella vostra… casa del fumo… e sono inciampato.»
«Aaah, giusto brooooooo! Sarà stata una bottiglia di limoncello che Cosimo ha lasciato a terra!»
«Ma ti sembra sicuro lasciare bottiglie a terra? Certa gente può farsi male! COME ME!»
«Zio, basta guardarsi i piedi ed è tutto apposto!»
«MA SE A MALAPENA VEDEVO QUALCOSA!»
«Ah…» sospirò. Sembrava veramente sorpreso. «Forse perché non ti sei allenato! Noi bro della Fattanza abbiamo studiato per ben tre anni per riuscire a vedere nel fumo, bellaaaa!»
«Posso andarmene?» chiedo esasperato.
«E forse è per questo che non vedi che questo è il Regno di Oppio! La realtà delle cose è questa, non ciò che vediamo nelle nostre vite, brooooooooooo!»
Già c’era Gabriele, adesso dovevo passare il tempo con un altro fanatico che venerava un Dio molto probabilmente… anzi, che dico, sicuramente non esistente… e poi c’era un modo per resettare il suo “bro”?
«Pietro, io sono per la tolleranza di ogni religione, ideologia, sesso, orientamento sessuale, razza, cavolo, anche che cibo mangi, non m’interessa se sei vegano o no, ma… VUOI DIRMI COME FACCIO AD ANDARMENE DA QUI?!»
«Broooooooooooooooooooooooo! Calma, bello! Vuoi rilassarti un po’ con dell’erba?»
Sospiro. «No. Voglio. Andarmene.»
«Potevi dirlo prima!»
Adesso lo picchio. Adesso lo picchio.
«Per andarsene bisogna chiedere al Dio Oppio, sopra le nuvole! Tra poco andiamo a trovarlo!»
«Per “andare a trovarlo” intendete fisicamente oppure… spiritualmente
«Che intendi, amico?!»
«Avete intenzione di salire sulle nuvole… oppure… come posso metterla… ecco, vedere il mondo come realmente è, tramite… quello che fate di solito?»
«Come sei simpatico, Filippo! Siamo già nel mondo come realmente è, ed è per questo che saliremo sulle nuvole!»
Sinceramente mi aspettavo l’altra risposta, ma chiaramente salire sulle nuvole non è possibile se non tramite sostanze stupefacenti… oppure aerei o elicotteri, certo, ma questa gente non sa pilotarli. E anche se ci fossero cose del genere, non ci salirei mai.
«Come dovremmo salire sulle nuvole?» chiedo, facendo finta di essere curioso, ma in realtà più stressato di mia madre la mattina.
«Abbiamo preparato una scala! Prima abbiamo piantato cinque semi di papaverum somniferum e siamo pronti a vederli crescere, broooooooooooooooooooooooooooooooo!»
«Non penso che dei papaveri vi possano permettere di salire sulle nuvole…»
Forse ero in un incubo, certo! L’unica spiegazione era questa! Magari un incubo da quando sono entrato in quel posto orribile, o forse… un incubo dopo le vacanze di Natale! Che sollievo sarebbe… oddio, speriamo di essere svegliato da mia madre da un momento all’altro, non m’importa quanto deve soffrire il mio udito!
«Ma Filippo!» risponde Pietro «L’hai sentita la canzone, fra? I papaveri son alti alti alti, e tu sei piccolino…»
«Sono sicuro che i papaveri non siano così alti…»
«Non dubitare del grande Oppio! Nel mondo non ostruito dai sensi tutto può accadere, yooo!»
Sto per insultarlo pesantemente, ma proprio quando non me l’aspetto, il terreno inizia a vibrare.
«Che sta succedendo?» chiedo.
«E’ lui, è lui! Il papavero sta crescendo, broooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!»
Dalla casetta escono correndo Roberta, Mario e Cosimo, e mi chiedo come potevano entrare in un posto del genere tre persone. Vinello, invece, appare da dietro un albero, dicendo che stava controllando se erano ulivi da cui ricavare un buon vino.
«Finalmente!» grida Cosimo mentre ci raggiunge.
La terra inizia a tremare, come se ci fosse un terremoto.
«Non dovremo correre in un posto sicuro?» urlo.
«Qui siamo troppo al sicuro! Il papavero ci porterà da Oppio!» mi risponde Roberta, come sempre totalmente inutile.
Non c’è nulla da fare. Posso solo aspettare la mia morte, sempre se non sono già morto soffocato da quel fumo e adesso mi ritrovo in un paradiso per tossicodipendenti.
Straordinariamente, però, davanti a me inizia a crearsi un enorme stelo, che circa ogni venti centimetri lascia spazio a delle foglie, che si organizzano a mo’ di scale a chiocciola. La pianta continua a protendersi verso il cielo, mentre io osservo la scena certo di aver ingerito qualche strana droga. Vedo il fiore salire sempre di più, finché non scompare tra le nuvole.
«Che ti avevo detto, zio? Eh? Eh? Eh?» fa Pietro dandomi un pugnetto sulla spalla.
«Ciò… ciò… non ha minimamente senso! Che sta succedendo?»
«Oppio ti ha dato la possibilità di unirti al suo culto! E’ un grande onore, dovresti accettare la sua proposta e scalare il papaverum somniferum insieme a noi!» propone Roberta. «Dopotutto è la tua unica possibilità per tornare al mondo dei sensi ingannatori!»
«Roberta… hai per caso formato tre frasi di senso compiuto usando un registro giusto un pelo più colto dell’italiano medio?»
«CHEEEE? Registro? Siamo a scuola?»
«…Lascia stare.»
«Allora, zio, vuoi salire ed incontrare Oppio insieme a noi?» mi chiede Pietro.
«Se è l’unico modo per andarsene da qui, penso che non sia una scelta.»
Devo assolutamente andarmene da questo covo di pazzi, dirne quattro ad Elisa e Gabriele, e denunciare alla polizia, ai vigili del fuoco, all’ONU, la NATO e chiunque altro mi venga in mente durante questo viaggio questa Fazione.
…Questi sono i momenti in cui pensi, forse era meglio che andavo con mia madre a scegliere i cassetti.




 
PERSONAGGI DELLA TEOCRAZIA DEL SOL'ROSA

(ho cercato di farli più simili possibile agli sprite e alle descrizioni date da me, purtroppo non avevo libertà illimitata T_T)



Gabriele Rosa, Elisa Bea, Teresa Drotta, Federica Fedeli , Angela Ponte

 
   
 
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