Anime & Manga > Gintama
Ricorda la storia  |      
Autore: Lux_daisy    22/09/2016    1 recensioni
"Danna, Hijikata-san" li interruppe Okita prima di perdere l’occasione per convincerli a giocare, "se avete tutta questa voglia di competere, perché non giocate? Chi resiste più a lungo, vince".
I due si fissarono brevemente in cagnesco e poi, spinti dall’alcol e dalla competizione, scattarono in piedi e si avviarono a passo di marcia verso il tappeto, mentre il ghigno sul volto di Okita si allargava.
Finalmente era arrivato il momento di mettere in atto il suo piano.
Può un'innocua partita a Twister trasformarsi in qualcosa di più? Se sono coinvolti Gintoki, Hijikata e Okita i risvolti potrebbero essere sorprendenti.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Okita Sogo, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Twister





Salve a tutti! Finalmente ho scritto e pubblicato la mia prima fic in questo fandom ^^ e ovviamente non poteva che essere una GinHiji <3 la mia otp del mio manga preferito! Ma proprio per questo ho sempre avuto paura di cimentarmi nello scrivere di Gintama: paura di rovinare i miei personaggi preferiti, ma alla fine ho deciso di buttarmi. E' da più di 1 anno che non scrivo nè pubblico niente e di sicuro questo non è il mio miglior lavoro ma spero che vi piaccia almeno un po' :3 anche perchè ho altre GinHiji in mente!
Buona lettura






 
Per i membri della Shinsengumi la sera era solita rappresentare un momento di tranquillità: la fine di una dura giornata di lavoro nel proteggere i cittadini di Edo e l’inizio del meritato riposo.
Ma non quella sera.
 
Quella sera la sala grande della caserma era animata da voci, suoni, risate e allegria e vedeva riunite persone che normalmente non avrebbero messo piede nella sede della forza di polizia.
<< Gin-chan, Gin-chan! Pure io voglio bere il sakè! >>.
<< I mocciosi come te non devono bere certe cose. L’alcol è per le persone mature che hanno i peli sul petto e nelle parti basse >>.
<< E allora, danna, non dovresti berlo neanche tu >>.
<< Sta’ zitto, biondino sadico! Io ce li ho i peli! Torna quando saranno cresciuti anche a te! >>.
<< Ce li ho anch’io i peli. Vuoi vederli? >>.
<< Nessuno vuole vedere i tuoi peli, Sougo! >>.
<< E nessuno ha chiesto il tuo parere, Hijikata-san. A nessuno importa comunque >>.
<< Sougo, bastardo! >>.
 
Due braccia possenti si posarono sulle spalle dei due litiganti e una risata potente risuonò nella sala affollata. << Su, su, non litigate voi due! Oggi è una giornata di festa. Cercate di andare d’accordo >>.
Toushirou e Okita si lanciarono un’occhiata furente, ma non replicarono alle parole del loro comandante. Del resto, se persino la Yorozuya si trovava là era proprio per festeggiare il compleanno di Kondo.
 
Oltre ai membri della Shinsengumi e ai tre tuttofare, erano stati invitati anche Otae –ovviamente, come poteva mancare l’amore della vita di Isao-, Kyuubei –dove andava Otae, andava anche lei- e Hasegawa –qualsiasi scusa per bere e mangiare gratis era un’ottima scusa.
 
Così la sala grande, di solito vuota e silenziosa a quell’ora, era gremita come non mai, piena di chiacchiere accese e rumori di piatti e bicchieri. Normalmente non avrebbero organizzato una festa, ma dato che il loro comandante avrebbe raggiunto i 30 anni, i suoi uomini avevano pensato che non sarebbe stato male festeggiare in grande almeno una volta. Era stata servita la cena, grandi quantità di alcol e persino una torta a più strati; il tutto organizzato tenendo il festeggiato all’oscuro.
 
Gli avevano persino gridato “sorpresa” e Kondo si era sinceramente commosso, emozionato e felice che i suoi amici avessero fatto tanto per lui. Quando poi aveva visto Otae, la sua felicità si era raddoppiata e aveva lasciato raramente il suo fianco durante la serata.
Tutti avevano mangiato e bevuto a sazietà e dopo diverse ore molti degli invitati si era addormentati sul pavimento o avevano fatto ritorno nelle loro stanze.
 
Fu a quel punto che Okita decise che era arrivato il momento di divertirsi sul serio. E divertimento per lui implicava gioire delle sofferenze altrui. Si alzò in piedi e tirò una fuori una scatola colorata da sotto un tavolino.
 
<< Giochiamo a Twister! >> esclamò a voce alta, facendo voltare tutte le teste verso di lui. Senza attendere risposta, aprì la confezione del gioco e ne tirò fuori il contenuto, il tappeto colorato e lo spinner, e li posizionò sul pavimento.
 
<< A Twister? Non siamo mica dei poppanti come te >> se ne uscì Gintoki col suo solito tono scazzato, << perché mai dovremmo giocare a uno stupido gioco del genere? >>.
<< Io ci voglio giocare! >> gridò Kagura entusiasta, avvicinandosi al tappeto.
<< Ecco, vedi? Solo i mocciosi vogliono giocarci >> continuò il samurai, una bottiglietta di sakè in una mano.
 
<< A me invece sembra un’ottima idea >> replicò Otae con un sorriso, << una volta ogni tanto bisogna godere anche di queste cose. Io ci sto >>. Si alzò in piedi seguita a ruota da Kyuubei. << Se Otae-san gioca, gioco anch’io >>.
 
Anche Kondo scattò in piedi, d’un tratto entusiasta di giocare a Twister. << Ahahah, la mia dolce Otae ha ragione: non si è mai troppo grandi per divertirsi con certi giochi. Bisogna vivere senza dimenticare il bambino dentro di noi >>.
<< Gorilla, tu puoi anche ignorare il bambino dentro di te: sei già stupido di tuo >> commentò Gintoki, che però venne bellamente ignorato dagli altri, già riuniti attorno al Twister e pronti a giocare.
 
Le buone intenzioni però non furono sufficienti. O almeno, lo furono solo per i primi minuti, quando i giocatori sorridevano e si lanciavano all’avventura con animo sereno. Bastò una mano destra sul giallo per far scatenare il primo focolaio di guerra.
 
La mano destra era quella di Kondo, il giallo sarebbe dovuto essere il cerchio vicino il ginocchio di Otae, ma chissà come, chissà perché, il movimento si concluse sul sedere della ragazza. L’unico a ghignare fu Sougo, mentre gli altri impallidirono e la reazione violenta di Otae non si fece attendere. Sul viso stravolto dallo shock del festeggiato si schiantò il suo pugno furioso insieme al grido di “schifoso pervertito!”. Isao venne scaraventato lontano dal tappeto con un grido che ne accompagnò il volo e che si spense solo quando il malcapitato finì sul pavimento ad alcuni metri di distanza.
 
Ora, nessuno avrebbe giurato che fosse stato solo un ingenuo incidente senza alcuna malizia: d’altronde, quando c’era il gorilla-stalker coinvolto non si poteva mai essere sicuri di niente.
 
Con Kondo e Otae fuori combattimento, il gioco continuò ma non ci volle molto perché si scatenasse un altro putiferio. Quando Yamazaki toccò per sbaglio il braccio di Kyuubei, la ragazza perse il controllo: scattò in piedi e gli assestò un poderoso calcio che lo spedì addosso ad Hasegawa, il quale, completamente sbronzo, stava dormendo e russando con la testa su un tavolino.
 
Neanche lo schianto lo fece svegliare, ma il povero Yamazaki si ritrovò fuori gioco in men che non si dica. A qualcuno sembrò che borbottasse frasi del tipo “ma che ho fatto di male…”.
 
 
 
Mentre Okita tratteneva le risate e continuava il suo lavoro di far girare lo spinner, si scatenò l’ennesimo litigio tra gli ultimi due concorrenti: Kagura iniziò ad accusare Shinpachi, perché a detta sua, lui l’aveva fatta sbagliare a causa della sua goffaggine.
<< È tutta colpa tua, stupido Pattsan! >>.
<< Perché dai la colpa a me?! Sei stata tu a perdere l’equilibrio! >>.
<< Non l’avrei fatto se tu non mi avessi colpito! Baka! Baka! Baka! >>.
<< Se non sai giocare, non te la prendere con me! >>.
 
Per tutto risposta Kagura gridò e lo colpì al petto con un calcio. Da là i due iniziarono uno scontro che li portò a rotolarsi sul pavimento, a tirarsi capelli e vestiti e a incolparsi a vicenda.
 
In pochi minuti tutti i concorrenti di Twister si erano eliminati a vicenda, ma per quanto Okita trovasse la cosa divertente, non era ancora riuscito a raggiungere il suo vero scopo, ovvero imbarazzare a morte Hijikata.
 
<< Cosa ti avevo detto? È solo un gioco per stupidi >> commentò Gintoki, ignorando i suoi sottoposti che litigavano.
<< E allora tu dovresti giocare, Yorozuya >> lo provocò Hijikata.
 
L’argenteo si voltò verso il Vice Comandante e gli lanciò un’occhiataccia. << Che cavolo vuoi insinuare, maniaco della maionese? >>.
<< Proprio quella che sembra, bastardo >>.
<< Se c’è uno stupido che dovrebbe giocare a un gioco per stupidi, quello sei tu, stupido Hijikata >>.
<< A chi stai dando dello stupido, scansafatiche con la permanente? >>.
Gintoki sbatté la bottiglia di sakè sul tavolo. << I miei capelli sono naturalmente mossi! >>.
<< Solo una testa idiota come la tua può produrre quei capelli! >>.
 
<< Danna, Hijikata-san >> li interruppe Okita prima di perdere l’occasione per convincerli a giocare, << se avete tutta questa voglia di competere, perché non giocate? Chi resiste più a lungo, vince >>.
 
I due si fissarono brevemente in cagnesco e poi, spinti dall’alcol e dalla competizione, scattarono in piedi e si avviarono a passo di marcia verso il tappeto, mentre il ghigno sul volto di Okita si allargava.
Finalmente era arrivato il momento di mettere in atto il suo piano.
 
La prima mezza dozzina di turni andò avanti senza particolari intoppi, ma quando il tuttofare dovette posare la mano destra sul verde, fu costretto a metterla vicino al piede del moro e si ritrovò con la testa vicino al suo bacino, dato che l’altro era a gambe divaricate e col busto in avanti.
Al turno successivo il Vice Comandante spostò la mano sinistra sul giallo e fu costretto a portare in avanti il busto per superare il corpo dell’altro ma il suo volto finì a pochi centimetri dal sedere dell’argenteo che intanto si manteneva in precario equilibrio.
 
 
<< Vedi di non scorreggiare, Yorozuya, o sarà l’ultima cosa che farai nella tua vita >> lo ammonì HIjikata, il disagio per quella situazione che aumentava ogni minuto. Perché cavolo aveva accettato di giocare contro quel Sakata? Ah già, quel desiderio di prevalere e di mostrarsi superiore a tutti i costi. Anche se normalmente non gli sarebbe mai importato di certe cose, quando di trattava del tuttofare, non riusciva mai a mantenere la calma. Quel tizio minava costantemente il suo autocontrollo in modi che lui non riusciva a spiegarsi: era un vero e proprio mistero. E lui pure che si ossessionava cercando di capirci qualcosa!
Doveva batterlo a quello stupido gioco.
 
<< E tu smetti di sbattermi in faccia i tuoi gioielli di famiglia! >> replicò Gintoki, dato che col movimento di prima anche il bacino del moro si era fatto più avanti.
<< Non l’ho mica fatto apposta! >>.
<< E io potrei non controllare le reazioni del mio stomaco >>.
<< Sougo, bastardo, muoviti a girare quel coso e toglici da questa posizione! >> gridò il moro e Okita ghignò. Il suo piano stava funzionando, ma non era ancora abbastanza.
 
Dopo qualche altro turno le posizioni cambiarono, ma dato che il biondino stava truccando lo spinner, il cambiamento non fu in meglio.
 
Gintoki si ritrovò in posizione supina, le braccia tese e le ginocchia piegate e sentiva che non avrebbe retto a lungo, anche perché l’alcol in circolo nel suo corpo rendeva il suo equilibrio instabile. Dal canto suo Hijikata gli finì praticamente di sopra, le braccia ai lati del suo corpo, una gamba tra le sue e i volti vicinissimi.
 
<< Beh così almeno posso scorreggiare senza preoccupazioni >> commentò Gintoki con un sorrisetto.
<< Questo non significa che ti autorizzo a farlo >> replicò il moro, sforzandosi di non fissare troppo quel volto arrossato e quegli occhi lucidi.
<< Adesso ho bisogno della tua autorizzazione per scorreggiare?! Chi cavolo ti ha nominato controllore delle scorregge altrui? >>.
<< Oh per l’amor del cielo! Vuoi chiudere quella bocca?! >>.
<< Sei tu che ti interessi alle mie scorregge! >>.
<< La pianti di ripetere “scorregge”, bastardo?! >>.
 
<< Voi due piccioncini avete finito i vostri battibecchi amorosi? >> li interruppe Okita con tono malizioso e divertito.
I due fissarono negli occhi e arrossirono.
<< Perché cavolo sei arrossito? >> sussurrò Gintoki, stranamente imbarazzato.
<< Potrei farti la stessa domanda >> replicò il moro sempre in un sussurro.
 
Il samurai distolse lo sguardo un momento. << È colpa dell’alcol. Sento caldo >>.
<< Anche per me >> disse Hijikata e provò a convincersi che sì, era per quello e non per quella vicinanza non richiesta con lo Yorozuya.
 
 
Quando Sougo decise finalmente di girare lo spinner –era troppo divertente vederli sforzarsi al massimo per non perdere il gioco- i due poterono finalmente muoversi e dato che non vedevano l’ora di cambiare posizione, si mossero troppo velocemente e il ginocchio di Hijikata si strusciò sul bacino di Gintoki, che non riuscì a trattenere un piccolo gemito.
 
<< C-che c-cavolo ti prende? >> farfugliò Toushirou, imbarazzato.
Incredulo, Gintoki sgranò gli occhi. << C-che cavolo prende a te?! >>.
<< A me?! Sei tu che hai sospirato in quel modo! >>.
<< E tu perché ti sei strusciato sul piccolo Gin-san?! >>.
<< N-non l’ho mica fatto apposta! È stato un incidente! >>.
<< Beh, la prossima volta, spostati senza invadere le mie zone private >>.
<< Come se mi fregasse qualcosa delle tue zone private, bastardo! >>.
<< Intanto le hai toccate! >>.
<< Per sbaglio! E poi chi cavolo geme in quel modo solo per una strusciata accidentale?! >>.
Sakata arrossì ancora di più e gli lanciò un’occhiata offesa. << La mia vita sessuale non è affar tuo! >>.
<< Lo è se il tuo amichetto dei piani bassi si risveglia in mia presenza >>.
<< Beh, non posso controllare certe cose. Sono reazioni naturali >>.
 
Okita non riusciva davvero a trattenere le risate: era convinto che se avesse continuato in quel modo, il cervello gli sarebbe esploso per la troppa pressione. Quelli erano momenti d’oro impagabili e la telecamera nascosta che aveva piazzato ore prima sarebbe stata un’ottima materia di ricatto –e anche un perfetto momento revival per ridere a spese del Vice Comandante.
 
<< Stiamo giocando a questo stupido gioco! Non c’è niente di naturale in tutto questo! >>.
<< E lo dici a me?! Le mie braccia stanno per distruggersi dal dolore >> esclamò Gintoki frustrato a più livelli.
<< E allora arrenditi >>.
<< Mai! >>.
<< Sougo! >> gridarono all’unisono, dato che il biondo si stava godendo troppo la scena per fare il suo lavoro.
 
Ridacchiò e fece girare lo spinner, pensando a come avrebbe potuto rendere la situazione ancora più imbarazzante.
 
Alcuni turni dopo fu la volta per Hijikata di ritrovarsi in posizione supina, le gambe aperte e le braccia ai lati del corpo. Continuando a truccare lo spinner, Okita fece finire Gintoki sopra l’altro, le gambe ai lati del suo corpo, come se gli si stesse sedendo di sopra, le braccia ai lati della sua testa, i petti e le teste vicini.
 
Entrambi stavano per raggiungere il limite fisico: se non avessero avuto dei corpi atletici e allenati, avrebbero già ceduto, ma la forza della disperazione e la voglia di vincere li stavano spingendo a resistere.
 
 
Adesso era l’argenteo a guardare il moro dall’alto, i capelli sudati che gli ricadevano ai lati del viso e dovette ammettere con se stesso che il Vice Comandante della Shinsegumi era dannatamente sexy. La pelle imperlata di sudore, le guance arrossate per lo sforzo e le labbra leggermente dischiuse stavano per distruggere la razionalità di Gintoki.
 
“Oh, no, no, non puoi farmi questo. Karma, sei tu? Sei tu che mi stai punendo per la mia pigrizia e per aver mangiato di nascosto i dolci di Kagura e aver dato la colpa a Sadaharu? Non volevo farlo, è stato un momento di debolezza! Sono un uomo debole… e sì, potrei anche essermi masturbato un paio di volte pensando a Hijikata –okay forse più di un paio- ma n-non significa niente! Cioè, insomma, i nostri continui battibecchi sono molto eccitanti e ogni volta non posso fare a meno di sperare di incontrarlo per strada anche solo per godere della sua espressione irritata… ma così no, eh! Troppo vicini, ti dico: troppo! Perché ho accettato di giocare a questo stupido gioco?!”.
 
<< Stai bene? >> gli chiese d’un tratto il moro, << sembra che tu stia per vomitare >>.
Gintoki sbarrò gli occhi e sentì un flusso di calore invadergli tutto il corpo. “Oh, merda! Perché ho pensato a quando mi sono masturbato?! E perché ci sto ancora pensando?! Cazzo!”.
 
<< Non osare vomitarmi addosso, Yorozuya o ti prendo a calci! >> lo avvertì Hijikata temendo che la reazione dell’altro fosse dovuta alla salute precaria del suo stomaco.
<< Piede destro sul rosso >> annunciò Okita, il ghigno che ormai non lasciava più il suo volto.
 
Il moro fu il primo a muoversi, desideroso di allontanarsi da quella situazione fottutamente imbarazzante, ma appena lo fece, la sua coscia strusciò sul bacino di Gintoki e con un imbarazzo ancora maggiore, Toushirou si accorse che il samurai aveva un accenno di erezione.
 
<< Perché diavolo ti è diventato duro adesso?! >> sbottò Hijikata in un sussurro e vide il suo volto farsi ancora più rosso.
<< Sei tu che continui a strusciarti là sotto! >> replicò Gintoki.
 
<< Ti ho già detto che non lo faccio apposta! È colpa di Sougo >> e nel dirlo voltò la testa verso il biondino e notò come stesse trattenendo a fatica le risate. “È opera sua, dannato! Si sta divertendo a spese nostre”. Non volendo dargli altra soddisfazione, il moro appoggiò entrambi i gomiti sul tappetto, perdendo così la partita.
 
<< Oh che peccato, sembra che Hijikata-san abbia appena perso >> commentò il più giovane col suo solito tono beffardo.
 
I due contendenti si rialzarono in piedi e senza dire una parola Gintoki uscì dalla sala grande e si sedette sul bordo del portico dove gli altri non l’avrebbero potuto vedere.
Non si sarebbe mai aspettato che Hijikata l’avrebbe raggiunto e gli sarebbe seduto accanto.
 
Ora, lui non era certo il tipo di persona che si imbarazzava facilmente, ma tra l’alcol, lo sforzo per mantenere quelle posizioni, l’eccessiva vicinanza e le improvvise strusciate con l’oggetto della sua è-solo-un’attrazione-passeggera-senza-significato-non-ho-mica-una-cotta, la situazione era diventata intollerabile persino per uno come lui. Avrebbe voluto uscirsene con una battuta delle sue e annullare quello strano silenzio, ma per una volta tanto non gli venne in mente niente da dire.
 
<< Quel bastardo di Sougo dice che dato che hai vinto, ti meriti un premio >> se ne uscì all’improvviso Hijikata, il tono calmo ma con quella punta di fastidio che era sempre presente quando parlava del suo sottoposto.
 
Gintoki lo guardò con la coda dell’occhio e sorrise brevemente. << Non posso considerarmi un vincitore se il mio avversario si è arreso >>.
<< Una vittoria è un vittoria e poi non ti interessa il premio? >>.
<< Conoscendo Okita, non credo che mi piacerà il premio >>.
 
Il moro fece una piccola risata e Gintoki si voltò a guardarlo. Veder sorridere il demoniaco Vice Comandante era una visione talmente rara che l’argenteo desiderò avere una macchina fotografica in quel momento.
 
<< Io mi sento decisamente ubriaco e tu? >>.
L’argenteo inarcò un sopracciglio, confuso. << Eh? >>.
<< Ho bevuto troppo e sento di non avere il controllo delle mie azioni >> continuò il moro, lasciando l’altro sempre più perplesso.
 
<< Di che diavolo stai parlando?! Non mi sembri affatto così sbron… >>. Le sue parole vennero interrotte dalle labbra di Hijikata che si posavano sulle sue con dolcezza ma anche con decisione, le mani attorno alla sua testa.
 
Un potente e improvviso calore li avvolse entrambi: dimenticarono ogni cosa eccetto loro due e quegli attimi. Fu Toushirou a interrompere quel bacio bacio breve ma intenso: si separò da quelle labbra calde e morbide e si alzò rapidamente in piedi.
 
<< Puoi dare la colpa all’alcol, se vuoi e domani avremmo dimenticato tutto >>. Era una stupidaggine da dire, ne era pienamente consapevole, ma era sufficiente per accontentare il suo egoistico desiderio di avere quel dannato Yoruzuya, anche solo per un momento.
O almeno così pensava.
 
Stava per tornare dentro quando si sentì afferrare per un braccio e si ritrovò sbattuto con forza contro la parete di legno. Ebbe appena il tempo di emettere un verso di sorpresa che la sua bocca venne chiusa da quella di Gintoki. Lo sentì posargli una mano sul fianco e subito dopo succhiargli piano il labbro inferiore: lo accarezzò con la lingua, ponendo all’altro una muta domanda.
E muta fu anche la risposta del moro: schiuse la bocca e lasciò che la sua lingua incontrasse quella del samurai, dando così vita a un bacio che di casto non aveva più niente.
 
Gintoki si spinse di più contro di lui, affogando in quel sapore intenso e Hijikata si ritrovò stretto tra il corpo caldo dell’altro e la parete di legno alle sue spalle.
Dopo lunghi momenti di piacere, i due si staccarono in cerca d’ossigeno. << Se stiamo dando la colpa all’alcol, allora sarà meglio fare le cose per bene, non credi? >> disse l’argenteo con un sorriso malizioso sul volto, gli occhi lucidi e penetranti.
 
Hijikata quasi non credeva ai suoi occhi e alle sue orecchie. Stava davvero succedendo tutto quello? Lui e lo Yorozuya insieme? Gli sembrava troppo assurdo per essere vero, eppure non voleva negarlo.
 
<< La mia stanza è da quel lato >> rispose con un misto di disagio ed eccitazione, muovendo leggermente la testa verso la sua sinistra.
 
Gintoki sorrise e si chinò nuovamente verso di lui, questa volta per sussurrargli all’orecchio con voce roca e sensuale. << Farò in modo che non dimenticherai mai questa notte >>.
Per qualche miracolo che ancora non riusciva a spiegare, stava per avere Hijikata tutto per sé: era un’occasione più unica che rara e lui non aveva certo intenzione di sprecarla.
 
Poi avrebbero potuto dare la colpa all’alcol, a Okita e al Twister o al semplice desiderio del momento e fingere che non avrebbe avuto alcun significato, che niente sarebbe cambiato, ma adesso niente di tutto ciò aveva importanza.
Per una notte non ci sarebbe stato posto per altro.
 
 
 
 
Sougo ripose il tappeto e lo spinner nella scatola e sospirò, sconsolato. “Dopo tutti gli sforzi per divertirmi a spese di quei due idioti, mi sa che saranno loro gli unici a divertirsi”. Li avevi visti baciarsi e andare verso la stanza di Hijikata e la cosa non lo aveva sorpresa assolutamente: solo due teste vuote come loro potevano ignorare la tensione sessuale per tutto questo tempo. “Mi aspetto un regalo di ringraziamento, domani”.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gintama / Vai alla pagina dell'autore: Lux_daisy